mamma in difficoltà

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Gent.mo dottore,
le invio un aggiornamento riguardo a mio figlio. Come le accennavo , la
situazione mi sembra piuttosto ferma ... Il linguaggio espressivo che
quest'estate andava migliorando e si era arricchito con affermazioni spontanee,
ora è in stallo. La mia impressione è che in realtà a lui non interessi per
niente parlare ...ho provato a cambiare modalità con lui, cercando di non
fargli più tante domande per instaurare la conversazione e ho notato che è più
tranquillo, ma comunica per esprimere dei bisogni , ogni tanto fa qualche
commento... Questo mi ha provocato uno sconforto tale da non voler più andare
avanti... non so cosa fare....avevo tante idee, ho provato ad invitare qualche
compagno di classe a casa, ma se in un 'occasione è andata benino, perchè si
vedeva che ... era contento e in qualche modo si inseriva nel gioco, in
altre occasioni si rivolgeva a me, addirittura si è messo a piangere...Mi hanno
sempre detto che sarebbe andata sempre meglio e che regressi non potevano
essercene, ma io non vedo soluzioni. Sono angosciata, mi sembra che trascorra
le sue giornate inutilmente...anche la scuola...che senso ha se gli
apprendimenti non sono fruibili e spendibili praticamente...mi sembra tutto
fino e arrivo a pensare che quelli che credevo miglioramenti fossero solo mie
illusioni. Non è più piccolo ed è sempre più difficile inserirlo...ma dove? Per
il momento frequenta ancora la ludoteca, dove ci sono educatrici che lo
conoscono e l'ambiente è in qualche modo "protetto", ma tra qualche tempo non
potrà andarci più...avevamo intrapreso questo percorso in ludoteca in un
piccolo gruppo per favorire il piacere dello stare insieme e per abituarlo
gradualmente agli ambienti, ma non vedo nulla. Dipende troppo da me e dal
padre...con noi è incline a giocare a fare qualcosa, ma al di fuori...Diventa
tutto problematico...anche con i parenti, non relaziona, a parte qualche
piccola risposta e se andiamo da qualcuno si rivolge a me e attira l'attenzione
o cerca di trovare qualcosa con cui giocare, ma da solo...Possibile che non
funzioni nulla? Con le strategie per l'autismo non abbiamo ottenuto nulla, anzi
peggiorava e si innervosiva( teech, aba), cercando di lasciarlo più tranquillo
con noi va meglio, ma il mondo fuori? Quando e come inserirlo.Mi dicevano di
affiancarlo ad un educatore ed è quello che facciamo, ma credo ci sia
dipendenza come con me e di autonomia non se ne parla...eppure, anche nella
disperazione, non riesco a dire che lui sia chiuso al mondo...vorrebbe
affrontarlo, ma non trova la chiave...
Avevo tante speranze...ma sono cosi depressa! Ho continuamente mal di testa
lancinanti , di natura muscolo-tensiva e mi rendo conto che sto cedendo...Mio
figlio maggiore(12 anni) mi rinfaccia di essere sempre triste...vorrebbe che
frequentassimo amici tutti insieme, vorrebbe fossimo sereni...Sta andando tutto
a rotoli...e io non riesco a reagire perchè anche accettando che la condizione
di mio figlio non cambierà, non so come organizzare il suo tempo, una vita
dignitosa...non viviamo in un grande centro, non ci sono possibilità...Non ci
dormo la notte...Il mio medico mi ha detto che dovrei assumere dei
tranquillanti (xanase)...ma servirebbe? Vorrei tanto che fosse solo un brutto
momento, ma questa è la realtà...Antonio l'altro giorno mi ha detto "mamma
voglio andare a saltare sulle nuvole"...
Ci ho pensato e non le nascondo che sarebbe bello se io e lui sparissimo nelle
nuvole...

Gentile signora, si accorge

Gentile signora,
si accorge Lei stessa, oltre al suo medico, di essere in un brutto momento. I pensieri che le passano per la testa sono legati a questo brutto momento: più che medicine penso che abbia bisogno di condividere la sua angoscia innanzitutto con suo marito, per affrontare insieme la situzione e non sentirsi sola.
Credo che il brutto momento attuale derivi dal suo eccessivo coinvolgimento con suo figlio, che rischia di non lasciare alcun spazio nè all'altro figlio, nè alla famiglia, nè a se stessa.
Anche suo figlio ha bisogno di andare avanti con esperienze di separazione e di conoscenza del mondo esterno, mi sembra che stia facendo una strada giusta, con l'educatore. Lei forse è troppo angosciata per vedere gli aspetti positivi e vede solo quelli negativi: i progressi troppo lenti, la dipendenza troppo forte. Suo figlio ha solo 8 o 9 anni, ha tanto tempo per progredire. Più che fare confronti e guardare quello che non fa, credo che sia bene guardare se c'è qualcosa che ostacola e può essere migliorato. In questo momento, a quanto dice, mi sembra che il punto importante sia il clima familiare e il suo stato d'animo, che non può non influire su tutta la situazione. Non è certo 'andando sulle nuvole' che può migliorare la situazione, per Lei, bimbo e tutta la famiglia. Invece credo che sia importante che si faccia aiutare a vedere la situazione in modo più realistico, distinguendo le sue angosce, in questo momento troppo grandi, dalla situazione reale di suo figlio, che forse non è così negativa come Lei la vede. Cerchi di farsi aiutare a superare questo momento.
Dr GBenedetti

Gent.mo dottore, le scrivo

Gent.mo dottore,
le scrivo ancora...visito sempre il suo sito e lei riesce a infondermi forza e
speranza con la chiarezza e la credibilità delle sue risposte.
La situazione di mio figlio continua ad essere stabile e io sto cercando ,
come da lei consigliatomi, di reagire in modo più tranquillo , allontanando i
cattivi pensieri angoscianti, che tanto danneggiano tutta la famiglia...in
fondo sono una "adulta" e l'equilibrio emotivo dovrebbe già essere raggiunto,
ma non sempre si riesce ad accogliere il dolore, affrontarlo e saperlo dominare
senza farsene sopraffare...Soprattutto mi sto imponendo di avere fiducia in mio
figlio e dimostrargli che non voglio sopraffarlo aspettandomi sempre quello che
vorrei.
In casa va meglio, le sue reazioni nervose sono sempre meno frequenti e
limitate e stanno lasciando il posto a un tipo di oppositività più "adeguata",
nel senso che esprime verbalmente il suo disappunto e cerca di affermare la sua
volontà con le parole...mi sembra un segnale positivo, dal momento che anche
l'altro mio figlio faceva così e ora che sta entrando nella pre-adolescenza le
lascio immaginare, ma è giusto cosi. Per esempio, ora Antonio rifiuta di andare
a letto se vede che il fratello rimane in piedi , nota se non va a scuola (
perchè ammalato) mentre lui si etc. La conversazione appare ancora molto chiusa
e circoscritta; mi dice l'essenziale, ma poi mi stupisce piacevolmente tirando
fuori verbi o termini mai usati prima; l'interazione va migliorando con suo
fratello, con il quale abbiamo anche provato a lasciarlo solo in casa per brevi
tempi, in modo da favorire la sua autonomia e la responsabilizzazione del sè.
Fino ad ora è andata bene!
Siamo stati a casa di amici durante le vacanze e lui non ha dato nessun
fastidio, però ha individuato la stanza dei giochi della figlia di un amico e
praticamente è rimasto lì, anche se era a suo agio ed ha esplorato il resto
degli ambienti. Se viene gente a casa saluta è cordiale, a volte è visibilmente
imbarazzato, come se si vergognasse e sto imparando a non forzarlo a
interloquire o a rispondere, specie se la confidenza non è molta, ma la mia
speranza è che con il tempo possa acquisire la fiducia in se stesso e
l'autostima sufficiente per relazionare con gli altri( anche se pochi)
conseguendo i risultati che ha già con noi, che non sono pochi! Questo spero
basti ad allontanare le angosce provocate da questo "maledetto" spettro
autistico che mi ha causato solo confusione e mi ha dato poche certezze...Sarò
in'illusa, ma ho letto tanto sull'argomento e non riesco ad inquadrarlo come
autistico e a rassegnarmi...troppa genericità, troppa superficialità nelle
diagnosi, poca attenzione e umanità...Il fatto che , però, mio figlio abbia
difficoltà di relazione è un dato indiscutibile...
Con stima

Mi sembra il caso di non

Mi sembra il caso di non occuparsi della 'diagnosi', tanto si tratta di 'malattie' indimostrabili, che non hanno terapie specifiche, nonostante le tante voci 'interessate' che dicono il contrario.
Meglio pensare al giorno per giorno: come dice il detto 'ogni giorno ha il suo affanno', si tratta di affrontarlo e andare avanti, e poi uno si accorge che ha fatto un pezzo di strada, e si è anche abituato ad affrontare le difficoltà.
L'importante è andare avanti e non fermarsi, se non per riposare ogni tanto e riprendere le forze.
Cordialmente
drGBenedetti

Gent.mo dott. Benedetti, le

Gent.mo dott. Benedetti,
le scrivo ancora, sperando di non arrecarle troppo disturbo...
In questo periodo ho notato che mio figlio ( che ha 9 anni e al quale anni fa
diagnosticarono un disturbo generalizzato dello sviluppo) ha difficoltà ad
evacuare, o meglio tende a trattenere le feci e di conseguenza è più nervoso .
irrequieto, gli ritorna qualche stereotipia e , a mio avviso, trattiene di più
anche la parola, anche a casa, dove da sempre è più loquace. Se lo richiamo e
lo invito ad andare in bagno mi risponde di no e si altera, così ottengo
l'effetto contrario...questo rende tutto più difficile e non so come dovrei
comportarmi...
sto cercando di non darci peso, ma sono preoccupata...è evidente
che tutto poi ricada sulla relazione, che è già il suo punto debole.

Ieri ha partecipato ad una gita scolastica fino al pomeriggio inoltrato. Mi ha
detto di essere stato bene e felice, me lo ha confermato la sua educatrice e
dalle foto scattate appariva sorridente e sereno, spesso abbracciato ad un suo
compagno...ha sempre voglia di uscire , a me naturalmente fa piacere , ma poi
penso alla sua difficoltà nel parlare e rapportarsi all'esterno...
ho sempre pensato che non c'è linguaggio se non avviene una "separazione " dall'ambiente
familiare che fornisce una base sicura da cui partire per allontanarsi,
esplorare e lanciarsi in autonomia.
Se con Antonio non accade,sicuramente il
blocco allora parte dalla famiglia, o meglio, qualcosa lo ostacola e gli
impedisce di essere sicuro e disinvolto anche all'esterno...è anche vero che
con noi ha ovviamente un rapporto privilegiato...però il tempo passa e noi
siamo perplessi e fortemente preoccupati...
Sappiamo con certezza che ha tutte le possibilità, ma è come imprigionato
dalle sue stesse emozioni ...sembra che non abbia piacere nello scambio
comunicativo o che a volte ne sia spaventato...però sono sicura che osservi e
impari. L'altro giorno era arrabbiato e mi disse" Vaffanculo mamma"! ( scusi la
volgarità nel riportarle le sue parole!) sicuramente lo ha sentito e lo ha
fatto suo...
Cosi in altre situazioni per altre espressioni...però parlare non
diventa automatico e costante...
Cordialmente

Credo che bisogna rispettare

Credo che bisogna rispettare le modalità e i tempi di sviluppo e di comportamento delle persone, e dei bambini, anche se sono fuori dal comune, se non violano i diritti e la libertà di altre persone, ovviamente.
Penso che su ogni strada ci sono intoppi e imprevisti, e che sia inevitabile che in ogni famiglia ci siano ostacoli e impedimenti, che a volte creano difficoltà. Nessuno è perfetto. A volte per non sbagliare può essere utile un periodo di 'astinenza' e osservazione, diminuendo gli 'interventi' ( anche dei genitori), salvo limiti e regole indispensabili. Certe volte si vede che 'senza fare niente' ma limitandosi a non forzare, le cose si avviano per conto loro.
In fondo siamo 'sistemi autoregolati', come si dice oggi, mi sembra, in 'teoria del caos e della complessità'. A volte gli interventi, pur a fin di bene, ottengono risultati negativi perchè non tengono conto di variabili che magari non si osservano facilmente e alterano le capacità di autoregolazione del sistema.
E' possibile che anche il trattenere la cacca sia in reazione a un eccesso di interventi dall'esterno, cui il bambino reagisce con un comportamento su cui è difficile che gli tolgano il controllo. Si può provare a diminuire il controllo esterno ( cioè degli altri, primi fra tutti i genitori) del suo comportamento in generale, per quanto possibile, e vedere se può ritrovare un'autoregolazione.

Gent.mo dottore, la ringrazio

Gent.mo dottore,
la ringrazio ancora per il suo interessamento. In effetti , come lei mi ha
fatto notare, la reticenza nell'evacuazione è una reazione e, infatti, a questo
è subito seguito un peggioramento apparentemente improvviso, attraverso la
chiusura, l'intransigenza, scatti di ira a seguito di proposte e rifiuto di
andare a scuola ...oggi non ci voleva andare...dal momento che gli ho spiegato
che invece non c'era motivo per non andarci , lo abbiamo accompagnato e al
ritorno mi hanno detto che è stato agitatissimo, non voleva seguire nè fare
nulla,e chiedeva di tornare a casa, dove poi ha continuato ad essere nervoso...
girava su se stesso, era insofferente e irrequieto...ho dovuto lasciarlo con
una baby sitter per motivi di lavoro oggi ( ci era già stato e si era trovato
piuttosto bene anche interagendo), ma è stato un disastro xchè non la voleva,
non ci ha giocato, buttava tutto per aria e ha rotto nella foga una lampada.
Ho cercato di capire , ma non mi ha detto gran che, ho ritenuto giusto
rimproverarlo, e poi l'ho lasciato stare...non sapeva nemmeno lui cosa volesse
fare. Un po' piangeva, poi è andato finalmente in bagno ( da solo, non a
seguito di una mia sollecitazione), poi lo vedevo mettersi le mani sul viso e
sulle orecchie...non gli ho detto nulla...alla fine si è tranquillizzato dopo
che è rientrato mio marito.
L'altra cosa da cui non voglio lasciarmi influenzare è l'ansia dovuta alla
possibilità del pericolo. Mi spiego...stavamo concentrandoci sull'autonomia
anche per strada. Dal momento che osserva i suoi coetanei e suo fratello
camminare da soli o uscire da soli, ci ha chiesto di non dargli più la mano. é
andata bene, perchè si soffermava a guardare i semafori, camminava al nostro
fianco fermandosi a guardare alla fine del marciapiede...Improvvisamente ,
qualche giorno fa, ha cominciato a correre e fortunatamente si è fermato dopo
vari richiami...io ero terrorizzata...l'ho rimproverato aspramente e gli ho
spiegato che non si corre , ma si sta attenti soprattutto per attraversare...
Fatto sta che ora faccio una gran fatica a non far trasparire la paura, anche
se non voglio in alcun modo tornare indietro bloccandolo, perchè sono convinta
che non servirebbe...ma è così difficile...
Cosa posso fare?
Per il resto, cercherò di seguire il suo consiglio," allentando " un p0' le
proposte e gli interventi...sicuramente è stressato e appena terminerà la
scuola forse sarà di nuovo più sereno. Il fatto è che penso anche che cominci
ad annoiarsi, in quanto sta crescendo e i vecchi interessi stanno calando, ma
non ce ne sono ancora di nuovi che lo attraggono o lo impegnino...o per lo meno
non li ha ancora scoperti...
Grazie ancora...

Gentile signora, dalla sua

Gentile signora, dalla sua inquietudine, e da quella del bambino che mi riferisce, ho l'impressione che ci sia un momento critico nella situazione, che però per ora non riesco a capire bene. Ho l'impressione che Lei sia un po' sola ad occuparsi del bambino e forse quindi troppo coinvolta, troppo vicina. Dovrebbe forse farsi aiutare da chi segue la situazione. Se crede le darei la mia disponibilità a un contatto video-telefonico, tramite skype, per cercare di capire meglio la situazione. E' una modalità che sto sperimentando per consulti a distanza in cui si può vedersi e interagire in tempo reale, come si dice. Trova in questa pagina le istruzioni. Ci pensi e me lo faccia sapere.
drGBenedetti

Gent.mo dott come

Gent.mo dott
come preannunciato, ho avuto un incontro con la pedagogista che affianca mio
figlio a scuola che mi ha fatto un resoconto finale di quella che è stata
l'esperienza di quest'anno. In quest'ultimo periodo il bambino ha manifestato
segni di irrequietezza e agitazione, dovuti , a suo avviso alla stanchezza e
allo stress accumulato . Mi ha raccontato di qualche calcio al muro e di un
episodio durante il quale nel corridoio, mentre rientrava dal bagno,
improvvisamente ha cominciato a correre , è entrato in un'aula e ha fatto
cadere una piantina per terra, sotto gli occhi esterrefatti dell'insegnante e
dei bambini...per fortuna non ha arrecato danni a nessuno...
Durante l'anno ha portato avanti un programma individualizzato , la sua
attenzione sembra migliorata. La comunicazione è altalenante e riferita alla
pedagogista; ( comunque ridotta rispetto a casa ) con qualche compagno ha ogni
tanto avuto piccoli scambi comunicativi( per lo più forzate risposte) e
l'insegnante curriculare si limita a prestargli attenzione ogni tanto , ma non
sugli apprendimenti ...figuriamoci...
Rispetto a poco tempo fa , è riuscito ad evacuare a scuola, ( questo è stato
visto come un segnale positivo, dal momento che prima si rifiutava ,
considerato anche il fatto che spesso trattiene le feci, come lei stesso mi
aveva spiegato, perchè vuole evitare il controllo esterno su di lui).
In piscina si è rilassato molto, riesce a fare i tuffi nell'acqua alta, ha
anche effettuato dei giochi con la palla con dei bambini .
La psicologa della ludoteca che frequenta ha notato anche lì agitazione e
scatti di ira con calci durante lo stesso periodo e ha disposto che stia in un
gruppo più ristretto di bambini...lei sostiene che la sua situazione nello
"spettro" gli crei ansia e agitazione nella relazione e ha consigliato di non
fargli troppe pressioni e di non avere aspettative troppo alte...
Comunque ha consigliato di farlo andare al mare con il gruppo e vedere come
va, visto che lo scorso anno è stato benissimo...a me pare contraddittorio ...
A casa ha atteggiamenti provocatori , rompe volutamente qualcosa buttandola a
terra e guardandoci ...a nulla vale il rimprovero o la punizione, anzi sembra
essere contento di averci provocati. Ieri, stanca e quasi in lacrime, l'ho
ignorato...aveva messo tutto in disordine , mettendo a terra tutte le sedie...
quando ha visto che ho cambiato stanza in silenzio, le ha rialzate, sempre
cercando il mio sguardo. Le confesso che non so proprio che fare ...Stiamo già
seguendo il suo consiglio di allentare gli interventi per non pressarlo, ma la
situazione mi pare regredita ad anni fa, quando, purtroppo la soluzione dataci
fu il Risperdal e poi ancora altro che ci siamo rifiutati di dargli...Sembra
annoiarsi e non trova hobby o interessi, insomma la situazione è piuttosto
critica e noi molto provati e ahimè nervosi e sicuramente non aiuta. Non so
cosa inventarmi...la mia personale percezione è che abbia della rabbia
inespressa e la sfoghi così...ma come calmarlo e soprattutto come trovare
interessi ...Provo a tranquillizzarmi e non pensare, sperando che passerà...ma
lo sconforto è tanto. In fondo gli altri bambini non sempre fanno tante cose,
ma hanno hobby e passioni. L'altro mio figlio durante il tempo libero guardava
i cartoni , poi ha scoperto il calcio e se ne è letteralmente invaghito....a
lui in questo momento non appassiona niente...i giochi di prima ( per lo più
simbolici che faceva non solo a casa ) ovviamente stanno scemando perchè sta
crescendo...Chissà se può aiutarmi....
La ringrazio per il disturbo che spesso le arreco...

Gentile signora, visto che

Gentile signora,
visto che siamo alle ultime settimane di scuola credo che l'obiettivo ora sia di arrivare alla fine salvando il salvabile. Per le vacanza bisogna trovare attività che interessino il bambino, come andare al mare con il gruppo, ecc., in modo che lui passi bene il tempo. In casa probabilmente sfoga la frustrazione di non trovare un suo posto con gli altri. Non ritrovo in questo momento gli appunti del nostro consulto skype, ma mi sembra le dicevo di lasciar perdere autismo e spettro. Io sono contrario anche a psicofarmaci nei bambini, che nella mia esperienza fanno più male che bene, e che è assurdo usare per comportamenti che hanno la loro origine in difficili dinamiche ambientali. Non è facile gestire i comportamenti oppositivi e provocatori, nè dare indicazioni sul come farlo, ma è essenziale che gli adulti 'resistano' e non si facciano trascinare in scontri infantili. Di solito per riprendere il controllo delle 'redini' del ragazzino imbizzarrito bisogna che i genitori si chiariscano bene fra loro e si aiutino reciprocamente a ristabilire regole e limiti, non a parole, ma nei fatti.

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dr Gianmaria Benedetti - Firenze, via S Reparata,69 - Ordine dei medici (FI) n.4739

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