difficoltà a scuola

Gentile Dott.Benedetti,

sono mamma di un ragazzino di 13 anni che frequenta la terza media.
Avrei bisogno di chiederle un consiglio, poiche’ temo che la situazione stia peggiorando.
Fin dalla prima elementare mio figlio Lodovico ha faticato per andare a scuola.
Difficolta’ a concentrarsi , lentezza nello svolgere i compiti, scarsa capacita’ organizzativa,
atteggiamento estremamente infantile, sono i principali fattori
(che tuttora mi vengono riproposti durante i colloqui con gli insegnanti) che rendono il percorso scolastico di mio figlio sempre piu’ faticoso.
Lui mi dice che che è stressato dai ritmi troppo veloci, che non riesce sopportare il carico di lavoro, e l’ aspettativa per le continue,ravvicinate verifiche.
Dorme male ed è spesso giu’ di morale.
In effetti i risultati sono scarsetti, devo anche dire pero’ che a casa lavora molto poco, si distrae facilmente e non vuole essere controllato.
Mi ha anche chiesto se dopo la terza media puo’ non andare piu’ a scuola….
Ovviamente gli abbiamo risposto che questo non è proprio possibile.

L’ anno prossimo dovra’ andare al liceo, i ritmi aumenteranno ancora, la mole di lavoro e le aspettative da parte dei professori anche.
La vedo durissima!!
La mia domanda è: In che modo possiamo aiutarlo ad affrontare questo percorso il piu’ serenamente possibile?

In attesa di una sua cordiale risposta,

la ringrazio e la saluto,

Dal momento che non parla di

Dal momento che non parla di altre difficoltà, intellettive, relazionali, comportamentali, sociali, ecc, sembra proprio la storia di un cattivo incontro fra un bambino forse un po' immaturo e la scuola, che è diventato per lui solo qualcosa di frustrante e da evitare il più possibile.
In questo caso il liceo non sembra forse la scelta più adatta, andrebbe meglio una scuola con programmi pratici, lavorativi, più che teorici astratti.
Comunque in questi casi di solito è utile la figura di un educatore domiciliare che aiuti il ragazzo ad organizzarsi per le sue attività di studio e per i compiti. In qualche comune è possibile averlo tramite i servizi sociali, altrimenti si può trovare tramite la scuola stessa.
Inoltre la scuola ha anche la funzione di 'contenitore' (psichico, non solo ambientale) nella fase dell'adolescenza, che si aggiunge a quello familiare per permettere un buon passaggio di questa fase a volte difficile e burrascosa. Meglio quindi resistere e continuare la scuola, pur facendo in modo che sia meno frustrante e che il ragazzo sia aiutato ad affrontarla.
I genitori hanno il compito di trovare il giusto mezzo fra le richieste di autonomia e libertà che cominceranno a breve e la pretesa di controllarlo ancora come un bambino. E' una spesso difficile ricerca di nuovi equilibri he bisogna affrontare con resistenza e elasticità...
Forza, coraggio e resistenza!

Cordialmente
drGBenedetti

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