iperattività patologica o no

Spett.le dott. Benedetti,
sono una mamma di un bambino di 3 anni, compiuti lo scorso marzo, ed in cui è presente un'iperattività abbastanza accentuata.
Il mio timore ed anche quello delle maestre dell'asilo che mio figlio frequenta da alcuni mesi, è che possa essere patologica in quanto, benchè abbia fatto dei progressi rispetto all'inizio, fatica a rispettare le regole da loro date e che dovrebbe già aver assimilato, elude la sorveglianza per fare ciò che gli passa per la testa, sprezzante del pericolo, non ascolta i rimproveri o meglio, sembra ascoltarli perchè chiede scusa e dice " non lo faccio più" ma dopo un pò torna a combinare le stesse marachelle. Non presenta difficoltà a livello cognitivo perchè assimila tutto ciò che gli viene insegnato ed ha anche un vocabolario più ampio rispetto ai suoi coetanei ma i suoi tempi d'attenzione sono limitati, si spazientisce con facilità e tende a passare da un'attività all'altra con estrema facilità ed esce spesso senza permesso dalla classe. Un'altra cosa che le maestre hanno notato è che tende al gioco individuale ed anche se non è infastidito dalla compagnia degli altri bambini, li osserva ed ha un atteggiamento cordiale, non li cerca per renderli partecipi dei suoi giochi. Interagisce invece bene con gli adulti e se deve comunicare o riferire qualcosa, lo fa solo con loro. Con noi genitori ed i familiari in genere ha un ottimo rapporto, ci cerca, ci coinvolge e cerca sempre di attirare l'attenzione se siamo distratti o presi da altre attività in casa. Ho anche pensato che la cosa possa essere genetica, perchè anch'io ero molto vivace ma a detta di mia madre non avevo difficoltà relazionali con i coetanei con i quali spesso prendevo l'iniziativa nel gioco ed anche se ho frequentato la scuola a partire dai 5 anni, non presentavo irrequietezza in classe e stavo seduta al mio posto. Mio figlio è cresciuto con noi e con i suoi nonni e nella primissima infanzia ha avuto solo contatto, non frequentissimo, con due cuginetti di 18 mesi più grandi con i quali ancora adesso si frequenta e con i quali ineffetti, pur conoscendoli bene, si rapporta poco e solo se stimolato da loro; in quel poco tempo in cui giocano insieme lo vedo anche divertirsi ma si stanca subito e va per i fatti suoi. Aggiungo anche, se questo può esserle utile a formulare un parere, che è nato senza alcuna complicazione ed a tempo debito con parto cesareo, ha iniziato a muovere i primi passi tra i 14 ed i 15 mesi e solo da alcuni mesi inizia a formulare le prime frasette, a dire si o no, mentre prima tendeva a ripetere le domande che gli venivano poste e tendeva a sfarfallare con le mani nei momenti di maggiore entusiasmo, cosa che è scemata nel tempo e saltella spessissimo sul posto quando è contento o guarda i suoi cartoni preferiti alla tv.
Devo preoccuparmi, mi consiglia una visita neuropsichiatrica o potrebbero essere tutte cose che potrebbero svanire col tempo?
Grazie

iperattività

Spett.le Dott. Benedetti
Ecco le informazioni da lei richieste:
Nascita:
prevista per lo 01/03, nato lo 09/03 con parto cesareo senza alcuna difficoltà.
Peso: 3600 g - Lunghezza: 50 cm - CC: 35,5 cm
Indice di apgar:
APGAR A 1': 9 - APGAR A 5': 10
Durata ricovero in ospedale: 4 gg.
Primi mesi:
Allattamento misto per il primo mese, successivamente artificiale causa ragadi al seno.
Svezzamento a partire dai 4 mesi, inizialmente con frutta e poi con liofilizzati, crema di riso, tapioca, cereali in brodo vegetale fino a giungere agli omogeneizzati ed alla pastina intorno ai 6 mesi. Nessun problema. Nei primi mesi il bimbo è stato accudito dalla mamma, che ha iniziato a lavorare part-time, e dai nonni materni. Il papà è stato sempre presente compatibilmente con gli orari di lavoro.
Epoca successiva:
Il bambino ha avuto sempre un'alimentazione completa dimostrando di gradire più o meno tutto ciò che gli è stato proposto. Pigro a masticare, ha iniziato intorno ai 2 anni.
Ha sempre dormito da solo nel suo lettino in camera con noi. Sino ai 18 mesi è stato cullato tra le braccia della mamma fino ad assopimento, da allora il bambino si addormenta tranquillamente da solo nel suo lettino, fino a pochi mesi fa anche al buio, da un pò di tempo vuole una lucetta accesa.
Il ciuccio lo utilizza solo per addormentarsi ancora adesso, mai utilizzato di giorno.
Il biberon sino all'estate scorsa per ciucciare il latte che da allora non beve più.
Non ci sono oggetti o giochi cui è legato a tal punto da non poterne fare a meno durante il sonno.
Sviluppo psico-motorio:
Ha iniziato a stare seduto da solo intorno ai 4 mesi. Ha gattonato pochissimo, tendendo a spostarsi strisciando col sederino. Ha iniziato a muovere i primi passi intorno ai 14 mesi.
La postura quando cammina è normale anche se ha un piede leggermente valgo.
Porta ancora il pannolino e solo alle volte viene da me, solo dopo avere espletato le sue funzioni.
E' un bambino molto socievole, saluta e sorride cordialmente anche agli estranei con i quali, quando è possibile, intrattiene anche piccole conversazioni. Capita con chi incontra al supermercato, in condominio, ai giardini pubblici, ecc...
Reagisce bene agli ambienti nuovi, dimostrando una curiosità spiccata ed una voglia irrefrenabile di esplorare. Deve toccare tutto ciò che gli suscita interesse.
Mostra un pò di timidezza iniziale solo quando andiamo dai nonni paterni, dove sa di trovare anche i cuginetti, timidezza e ritrosia che svanisce in pochi minuti.
E' un bambino molto affettuoso e dimostra di essere legato a tutti i familiari, in particolare alla mamma.
Non ha mai vissuto, fin dai primi mesi, in maniera problematica il distacco dai genitori. Solo nelle prime settimane d'asilo la mamma lo ha visto qualche volta piangere vedendola allontanare.
Ha un ottimo rapporto con gli adulti, che cerca spesso di coinvolgere nelle sue attività, benchè ami comunque molto il gioco individuale.
Sta con piacere con i bambini, verso i quali non mostra alcun disagio e verso i quali ha un'atteggiamento cordiale e mai aggressivo. l'interazione è però quasi assente, non cerca il dialogo e non li coinvolge nei suoi giochi, solo ogni tanto si fa coinvolgere se si tratta di fare giro giro tondo, giocare a nascondino o giocare a rincorrersi ma dopo un pò tende ad andare per conto suo. Nonostante tutto se gli viene chiesto con quali compagnetti ha svolto le attività del giorno, lui elenca tutti i nomi, dimostrando quindi di non ignorarli ed anche le maestre raccontano che lui va spesso da loro a riferire cosa ha combinato Tizio o Caio...
Ha una buona comprensione delle cose che gli vengono dette, spesso non esegue perchè distratto dalle sue attività. Ha un linguaggio abbastanza chiaro anche se alle volte fa un pò di confusione ed anzichè dire voglio usa la forma interrogativa e dice "lo vuoi"? Le frasi sono composte al massimo da 4 - 5 parole. E' un pò ripetitivo e quasi fosse un gioco dice spesso : "Dove siamo?" "Che cos'è?" "Chi è?" "Che cosa stai facendo?" "Come stai?". Solo da pochi mesi utilizza il si per abbreviare la risposta.
Riesce a comunicare i suoi bisogni e le sue necessità.
Le prima parola è stata mamma ed aveva pochi mesi, ha lallato a lungo in maniera sempre più evoluta ed ha iniziato a pronunciare le prime parole intorno ai 24 mesi, dimostrando una grande memoria visiva perchè aprendo i suoi libretti sapeva dire i nomi di buona parte degli oggetti illustrati, commettendo pochi errori di pronuncia. Due parole insieme sempre dopo i 24 mesi.
Ha un interesse ed una curiosità spiccatissimi per gli oggetti, che deve toccare, senza preoccuparsi della pericolosità.
Uso funzionale, imitativo e rappresentativo dei giochi: presenti ma per un tempo ridotto. Tende a passare da un gioco all'altro con estrema facilità, a mettere confusione, a spostare i giochi, a nasconderli e passa dall'utilizzarli correttamente a farne anche un uso improprio.
I disegni sono rappresentati solo da scarabocchi ma a detta delle maestre riesce ad impegnarsi abbastanza bene nei lavoretti anche se aiutato.
I tempi d'attenzione sono limitati, per quanto aumentati nei pochi mesi di frequentazione dell'asilo.
Comportamento:
Iperattivo, tende a stare sempre in movimento e sta fermo o seduto solo se è particolarmente stanco o se è impegnato in qualcosa che lo interessa particolarmente: la visone dei cartoni preferiti, lo stare davanti al pc o al cellulare...
E' un bimbo per niente aggressivo ed i capricci scattano solo se non ottiene ciò che vuole o riceve qualche divieto.
Obbedisce di rado, se gli si chiede un piacere spesso lo fa se non ha di meglio da fare e quando gli viene vietato di fare qualcosa che può porre in una situazione di pericolo lui o l'oggetto del suo interesse, inizialmente sembra ascoltare ma solo finchè nn ha eluso la sorveglianza, alle volte l'impulso sembra essere irrefrenabile e non ascolta per niente.
Non ha mai evidenziato delle paure particolari.
In casa non gli sono state mai imposte regole particolari ed è abbastanza libero ma non fa in genere tanti capricci quando gli si dice di sedere a tavola per mangiare, anche se non vede l'ora di potersi alzare, o quando gli si dice di fare il riposino ed andare a letto la sera.
Scolarizzazione:
Frequenta da novembre la scuola dell'infanzia. Nessuna esperienza precedente.
Nessun problema nella fase dell'inserimento e non è stata necessaria la presenza della mamma a scuola durante il primo periodo per favorire l'ambientamento. Sporadici episodi di pianto nei primi due mesi nel vedere allontanare la mamma o il papà.
La maggior parte del tempo, al di fuori della scuola, lo trascorre in casa con la mamma, a casa dei nonni prevalentemente materni per questioni di vicinanza, con i cuginetti in genere il fine settimana e con una bimba, figlia di amici, più piccola di 9 mesi con cui sta con piacere ma interagisce sempre poco, sebbene anche la bambina sia poco comunicativa.
Il bambino è figlio unico e vive con mamma e papà.
Organizzazione familare per l'accudimento:
Il bambino viene svegliato intorno alle 8,30 del mattino ed entro le 9,30 fa ingresso a scuola. Esce alle 14,00 e non appena rientra a casa, avendo già pranzato a scuola, il primo pensiero è per la sua stanzetta e per la televisione, dato che trasmettono a quell'ora il suo cartone preferito. Viene spesso a cercarmi per vedere e chiedermi cosa sto facendo e se per caso sono al telefono o guardo con intersse un programma televisivo fa di tutto per attirare l'attenzione, anche combinando qualche marachella. E' un correre continuo tra la sua stanza e gli ambienti in cui mi trovo io. In genere riposa tutti i pomeriggi per un paio d'orette ed al suo risveglio, dopo la merenda, quando non restiamo in casa o facciamo una passeggiata in villa, dove è davvero difficile contenere le sue energie e mi tocca rincorrerlo in lungo ed in largo a meno che non lo tenga mano manina, o a casa dei nonni materni, che per lui è una seconda casa. Cena intorno alle 19,30 e sta sveglio anche sino a tarda ora (anche sino alle 23,00).
Modalità educative:
I genitori hanno sempre cercato di non viziarlo e di non dargliela sempre vinta ed anche se in casa è abbastanza libero e non ha divieti d'accesso, tranne che in bagno ed in lavanderia, quando si comporta male viene sempre rimproverato, cercando di fargli capire dove sbaglia e siccome è recidivo, a quel punto capita spesso di sbottare, alzare il tono della voce e quando rischia di combinare qualche grosso guaio, anche qualche sculacciata, di cui ci si pente ma non si sa davvero come comportarsi perchè ne con le buone ne con le cattive si riesce ad ottenere risultato.
Non ha vissuto eventi traumatici eccetto un intervento che ha subito lo scorso dicembre a causa della torsione ad un testicolo dell'idatide di morgagni, intervento che ha affrontato bene, comportandosi in quella circostanza, in maniera esemplare nonostante l'età, senza lamentarsi e senza dare fastidio agli altri pazienti presenti in stanza.

Spero di essere stata abbastanza chiara, sebbene non sia facile riassumere tre anni di vita del bambino, ed il rischio di omettere dettagli, forse anche importanti è inevitabile.
In attesa di una sua risposta la ringrazio di cuore per la sua disponibilità!

Dalle cose che ha scritto, mi

Dalle cose che ha scritto, mi sembra solo un bambino abituato nell'ambiente familiare, (non so se a fare quello che vuole lui e a non dar troppo retta ai genitori...), ma non ancora all'ambiente dell'asilo. Sono di solito questi i bambini che hanno difficoltà ad abituarsi all'ambiente esterno, perdono il posto di privilegio e dove devono imparare regole diverse e limiti e turni, e possono essere recalcitranti a farlo. Inoltre sono più abituati a trattare con gli adulti, che forse gliela danno vinta facilmente, mentre ci sanno meno fare con i bambini, che sono per loro meno controllabili e quindi ne stanno un po' alla larga, come con i cuginetti poco più grandi.
Ma normalmente è questione di abituarsi e imparare a convivere nella comunità, aiutati dagli adulti che la guidano. Alcuni bambini lo fanno più facilmente e rapidamente, altri meno. Ma non ci vedrei questioni di 'patologia', quanto di facilità o meno ad adattarsi al nuovo ambiente e alle nuove regole di comunità.
Visto che è solo poco tempo che va all'asilo, glie ne darei di più per vedere se un po' alla volta impara, sapendo che non ci sono alternative, crescere vuol dire perdere dei privilegi e diventare simili agli altri...
Non è facile, a volte, neanche per i genitori.
Aggiornateci sull'evoluzione, se volete.
Cordialmente
drGBenedetti

iperattività

Spett. dottore,
Concordo con lei nel pensare che, per quanto concerne il rapporto con i suoi coetanei magari, considerando il recente inserimento in asilo, occorra un pò più di tempo per valutare se ci siano o meno delle difficoltà serie ma resta sempre il problema dell'iperattività. Mio figlio non è iperattivo solo a scuola ma anche in casa ed in tutti i contesti in cui si trova. Noi genitori abbiamo sempre cercato di non viziarlo e quando sbaglia e fa qualcosa che non deve fare, non lasciamo mai correre ma viene sistematicamente rimproverato, spiegandogli anche il perchè del rimprovero; il risultato è quello che sotto sorveglianza riesce a trattenersi, ma appena voltiamo le spalle torna a compiere la stessa azione per cui è stato ripreso; per esempio accendere e spegnere la luce, toccare il decoder per cambiare continuamente i canali dove trasmettono cartoni... Sembra sconoscere il pericolo per cui quando ci troviamo all'aria aperta dobbiamo stare sempre con gli occhi bene aperti e tenerlo sotto controllo costante, mentre osservo con invidia tante altre mamme che riescono a lasciare i propri figli piccoli scorazzare senza il timore di vederli allontanare troppo e correre quindi qualche pericolo. Ha una vera e propria passione per la tecnologia, sa usare abbastanza bene sia il pc che il cellulare, senza che ovviamente nessuno glielo abbia insegnato ma solo grazie all'osservazione, ama guardare (anche fin troppo) la tv e dimostra avere una grandissima memoria perchè conosce tutte le canzoncine e molte delle frasi che vengono cantate e citate dai personaggi dei cartoni che segue. La sua stanza è in caos perenne, non sconosce il gioco simbolico ma dedica pochissimo tempo a ciascun gioco presente, tende piuttosto a sparpagliarli, a spostarli da un punto ad un altro e si sofferma prevalentemente sui libri illustrati e suoi giochi elettronici, tipo "sapientino". Per lui stare fermo, a meno che non sia davvero stanco o preso da qualcosa che lo interessa particolarmente è una vera sofferenza e se lo tengo in braccio fa di tutto per divincolarsi e riesco a tranquillizzarlo solo facendogli vedere qualcosa al cellulare; immagini quanto sia problematico se ci troviamo presso un ufficio in cui sono a turno o nella sala d'aspetto di uno studio medico. Come le accennavo nella mail precedente solo da pochi mesi ha iniziato a formulare qualche frasetta, si fa capire ed ha una pronuncia abbastanza chiara, che manifesta soprattutto quando canticchia (altra cosa che fa spessissimo per intrattenersi un pò in tutte le situazioni) ma se gli pongo alcune domande o gli chiedo di raccontarmi per esempio cosa ha fatto a scuola, non sempre mi risponde e se lo fa è evasivo e spesso ripetitivo, quasi facesse sempre le stesse cose, o cambia argomento. Non ha ancora tolto il pannolino, quasi fosse una perdita di tempo venirmi a dire "mamma devo fare pipì o pupù", tempo sottratto al suo da fare (questa ovviamente è una mia impressione). Tende ad alzare le braccia ed a muovere le mani (anche se sfarfalla meno rispetto al passato) quando vive delle emozioni piacevoli, quasi fosse un modo per esprimere il suo entusiasmo e saltella spesso sul posto. Mi chiedo quindi quale limite ci sia tra una vivacità molto spiccata ed un iperattività da considerare patologica e se esista comunque una connessione tra iperattività e difficoltà relazionali con i propri coetanei nell'infanzia o se quest'ultima attenga eventualmente ad un'altra sfera. Mi auguro con tutto il cuore sia soltanto troppo apprensiva ma non voglio neanche rischiare di sottovalutare la situazione, tanto più che anche a scuola le insegnanti hanno manifestato delle perplessità.
Grazie ancora!

Focalizzarsi sul particolare

Focalizzarsi sul particolare 'sintomo' a volte fa predere di vista aspetti importanti dell'insieme. Direi quindi anche a Lei di darmi qualche elemento in più, allargando la visuale, seguendo magari il questionario in questa pagina.
drGBenedetti

Dalle notizie che ha aggiunto

Dalle notizie che ha aggiunto mi sembrerebbe che il problema sia principalmente educativo, per così dire. Il bambino sembra non sentire l'autorità degli adulti e cercare di fare quello che vuole, per fortuna senza atteggiamenti aggressivi o eccessive bizze e rabbie.
D'altronde il cenno al suo andare a letto tardi richiama che a volte un comportamento iperattivo è causato dalla mancanza di ore di sonno sufficienti. Inoltre è indizio che non c'è una differenza fra regole per i bambini e regole per adulti, che è bene che i bambini capiscano fin da piccoli.
Confermo quindi la mia impressione che si possa dar tempo al bambino per capire le regole che governano il mondo e adattarsi, ma che è compito degli adulti trasmettere, non tanto con spiegazioni e parole che lasciano il tempo che trovano, ma assumendosi pienamente la responsabilità e l'autorità genitoriale.
Vedremo come procede.
Cordialmente
drGBenedetti

Egr. Dottore, a distanza di

Egr. Dottore,
a distanza di qualche mese ho ritenuto opportuno aggiornarla per chiederle un rinnovato parere.
Nel mese di agosto, dopo tanti tentennamenti e nonostante il parere contrario della pediatra, abbiamo portato il bambino a consulto presso una NPI, nella speranza di essere rinfrancati e che i dubi miei e di mio marito venissero dissipati, desiderio penso legittimo da parte dei genitori. Così purtroppo non è stato...Siamo stati accolti, sia noi che il bambino, all'interno di una stanza con tanti giochi sui quali mio figlio, naturalmente attratto, si è buttato a capofitto mentre noi genitori abbiamo iniziato, dietro invito della dottoressa, ad esporre i nostri dubbi (gli stessi che ho esposto a lei nei precedenti messaggi) . Dopo averci ascoltati attentamente ha chiamato il bambino vicino a se ed ha iniziato a porgli delle domande allo scopo di constatare la capacità di linguaggio, il grado di attenzione, riscontrando subito delle anomalie; ha parlato di ritardo per la sua età e non chiarissima pronuncia ( ame sembra invece sia abbastanza chiara, conosce l'alfabeto e pronuncia bene le consonanti, tranne la V che pronuncia ancora B). Gli ha fatto vedere dei disegni ed ha notato che il bambino tende a cogliere per primi i dettagli ed ha ritenuto che fosse un fatto d'attenzionare, gli ha chiesto di indicargli le figure geometriche da lei disegnate su un foglio e specificare quali fossero e lui lo ha fatto ma le è sembrato strano che alla richiesta di disegnarle lui, non sapesse impugnare bene la penna e tendesse a scarabocchiare...A me, a dirle la verità non è sembrato poi così strano perché ricordo bene che ancora a 4 anni io stessa tendevo a scarabocchiare eppure adesso scrivo e disegno piuttosto bene e poi mio figlio non ha mai mostrato, almeno fino ad adesso, un grande interesse per il disegno, per cui non si è mai realmente esercitato. La dottoressa ha invece asserito che a tre anni l'impugnare in maniera corretta una penna dovrebbe essere un atto spontaneo. Me lo ha fatto spogliare nudo per controllare quanti, quali nei avesse e dove fossero collocati (??)e la postura e sebbene mio figlio abbia i piedi valghi ( anche io ho avuto lo stesso problema da bambina, risolto tramite utilizzo di scarpe ortopediche), ha detto che la non correttissima postura poteva anche dipendere da un problema cognitivo. Non le dico quando le abbiamo detto che il bambino dà confidenza agli estranei (adulti) e dimostra nei loro confronti un atteggiamento molto aperto e socievole....altro fatto d'attenzionare assolutamente! Il bambino dovrebbe, sempre spontaneamente, avere un atteggiamento diffidente.
Il fatto che mio figlio abbia difficoltà a relazionarsi con i suoi coetanei, malgrado frequenti l'asilo, l'ha attribuita alla sua difficoltà di linguaggio ed il fatto che si rivolga esclusivamente alle maestre dipende dal fatto che fungono da mediatori, così come gli adulti in generale. Gli poneva delle domande, a mio avviso un po' complesse se si considera l'età del bambino, alle quali non rispondeva se non dopo che gli venivano riformulate in maniera più semplice...anche questo un fatto d'attenzionare...Insomma, vuole sapere quale è stata la diagnosi dopo poco più di un ora d'incontro? Ipotesi di bambino da collocare all'interno dello spettro autistico, ci ha parlato di un bambino borderline sul quale però si può intervenire grazie alla giovane età con delle terapie mirate tramite l'aiuto di pedagogista e logopedista, escludendo totalmente l'ipotesi di iperattività, come invece io temevo. Ha prospettato la situazione come assolutamente non grave ma ci ha suggerito di dare tempestivamente avvio a tutta una serie di esami per indagare meglio e poter dare una diagnosi più precisa e con nostro grande stupore ci ha detto che per l'eventuale richiesta di una insegnante di sostegno ed un eventuale sostegno economico per poter garantire nel tempo il sostegno medico, potevamo avvalerci della legge 104 e richiedere l'invalidità. Io e mio marito siamo sbiancati! Ma come, ci dici che non è nulla di grave e che occorre ancora effettuare degli esami per poter formulare una diagnosi definitiva e ci parli d'invalidità?? Siamo andati via frastornati, ubriachi e ci siamo subito recati dalla pediatra per far leggere la relazione da lei stilata durante l'incontro ed a lei diretta affinché desse avvio alle richieste per gli esami. La pediatra dopo aver letto si è messa le mani tra i capelli ed ha detto che non era possibile e che si trattava assolutamente di un errore di valutazione e che doveva proprio essere cieca per non avere mai notato nessuna delle cose specificate su quel foglio ( è la pediatra di mio figlio dalla nascita). Ci ha detto di lasciare stare il bambino e di dargli tempo e modo di vivere le sue esperienze e di stare tranquilli e che in quel modo rischiavamo solo di trasferire ansia al bambino. Non le nascondo che ci siamo rasserenati ed abbiamo cercato di vivere le vacanze, cercando di rimuovere dalla mente il pensiero di quell'incontro, lasciando il bambino libero di giocare e divertirsi come meglio credeva.
Da un paio di settimane ha ripreso a frequentare l'asilo e le maestre mi riferiscono che è un po' più aperto nei confronti dei suoi coetanei che rispetto a prima, almeno ogni tanto coinvolge nel giocare. E' iniziata però una fase di capricci che faccio un po' fatica a gestire: la mattina piange disperatamente per andare a scuola anche se si tranquillizza dopo pochi minuti dal mio allontanamento ma le maestre mi hanno detto di stare tranquilla e che magari dipende dal fatto che il bambino deve ancora metabolizzare il passaggio dalle vacanze al rientro a scuola; capricci per mangiare che prima non faceva e quindi faticaccia per fargli terminare un pasto e non vuole più assolutamente riposare il pomeriggio con conseguente nervosismo al termine della giornata e le 10 ore di sonno notturne sembrano non bastargli.
Ci tengo anche a comunicare che il bambino ha tolto da mesi il pannolino e lo ha fatto con la massima tranquillità ed in pochi giorni. Permane però la difficoltà a dialogare, anche se è leggermente migliorata perché ha aggiunto nuove parole, ed a formulare delle frasi, tendendo ad utilizzare sempre le stesse ed utilizzando quindi un linguaggio un po' stereotipato.
Lei cosa ne pensa? E' d'accordo con la pediatra, pensa anche lei che la diagnosi della NPI sia fuori luogo o quantomeno affrettata? Dovremmo indagare ulteriormente o lasciare il bambino libero di crescere in serenità e rispettare i suoi tempi di crescita e sviluppo?
Grazie sempre!

Temevate l'iperattività ed è

Temevate l'iperattività ed è spuntato lo spettro autistico!...
C'è una crescente critica a questo concetto, perchè ha provocato un aumento esagerato di diagnosi di questo grave disturbo, molto spesso diagnosticato erroneamente, con inutili ansie e interventi inutili e scorretti, quando non dannosi.

L'impressione è che la npi abbia proprio esagerato e penso che probabilmente la pediatra ha ragione. Il bambino mi sembra essere stato anche troppo bravo in una visita come quella descritta.

C'è forse qualche difficoltà evolutiva, di staccarsi dal mondo familiare per entrare in quello esterno, sociale, ma mi sembra sempre dell'ordine che indicavo nelle precedenti risposte. A quanto mi dice il bimbo è progredito in tante cose, quindi prosegue nello sviluppo, e questo è quello che conta.
Riguardo all'asilo sembra una reazione di separazione a scoppio ritardato, visto che prima non la manifestava. Quanto al sonno è normale che dopo i quattro anni non dormano più il pomeriggio, anche gli asili attrezzati per il sonno pomeridiano di solito lo fanno solo nel primo anno. Per il cibo è sempre utile lasciare una certa libertà al bimbo, senza forzarlo, ma mettendo chiari limiti di orari e di regole e di menù, ( "o mangiar questa minestra...). Mi sembra un buon segno che pipì e cacca siano state accettate le regole abbastanza facilmente.
Non mi preoccuperei della pronuncia, come dico tante volte si mette a posto quasi sempre in modo spontaneo, con la pratica, senza necessità di 'correzione'.

Nel complesso mi sembra che sia una fase di crescita forse un po' complicata, un passaggio un po' faticoso, con dei 'dolori di crescita', ma che non ci siano segni allarmanti e si possa proseguire come dice la pediatra, senza farsi spaventare dai suoi capricci.

Egr. Dottore, mi fa piacere

Egr. Dottore,
mi fa piacere sia d'accordo con la pediatra e spero tanto che il tempo possa darci ragione nel veder progredire il bambino fino a raggiungere dei livelli assolutamente normali e coerenti con l'età. Se non c'è nulla di patologico, non c'è motivo di allarmarsi ed angosciarsi ed in quest'ultimo anno non le nascondo che sia io che mio marito abbiamo rischiato di entrare in depressione...immagini le conseguenze! Concordo sul fatto che pare sia esplosa una vera e propria epidemia ed i casi di autismo, adhd, sembrano essere aumentati a dismisura. Troppi specialisti che formulano diagnosi affrettate e le stesse insegnanti, educatrici sembra non abbiano più pazienza e di fronte a dei bambini "atipici", particolarmente vivaci, recalcitranti all'osservanza delle regole e quindi difficili da gestire, tendono a portare i genitori a pensare che possa esserci un problema, quasi tutti dovessero essere dei superbambini e senza considerare che possa trattarsi semplicemente di bambini con tempi evolutivi differenti.
Quanta faciloneria e quanta incompetenza!
Approfitto per chiederle un ultimo parere...Si parla tanto adesso di esame del capello per verificare se ci sia o meno una intossicazione da mercurio, causata, a quanto pare, dai vaccini cui vengono sottoposti i bambini già a pochi mesi dalla nascita e nei mesi scorsi anche io ho pensato di sottoporre mio figlio a quest'esame. Pare che nei casi in cui venga riscontrato un avvelenamento, causa del ritardo evolutivo, basti una cura disintossicante per risolvere il problema. Mi chiedevo se sapesse in che consista questa cura e soprattutto se ritiene valida questa ipotesi.
Infinitamente grazie!

"si parla tanto..." e " pare

"si parla tanto..." e " pare che..." è il modo migliore di cadere nelle grinfie di imbonitori esaltati o in malafede, e per precipitare le famiglie nel caos e nell'angoscia. La 'voce' che il mercurio causi l'autismo, e le correlate terapie 'chelanti per disintossicare, sono in circolazione da anni - fra le tante 'terapie alternative' - ma che io sappia non c'è alcuna conferma della loro validità. Inoltre a quanto so (ma non per diretta esperienza) sono terapie pesanti e con vari effetti collaterali gravi.

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