panico, reflusso e soffocamento

egr. dottore,
buongiorno.
da 4 anni ho attacchi di panico sotto forma di soffocamento, anche ogni giorno quando mi muovo da casa, sia andata che ritorno. sono stato asmatico da piccolo e in questo momento ogni piccola variazione nel flusso d'aria diventa un segnale di "sicuro soffocamento immediato" che mi terrorizza e mi scatena il panico. inoltre ho il reflusso che aggrava ulteriormente il soffocamento (secondo me anch'esso di origine psicosomatica). insomma sono "prigioniero" intorno a casa o, con enormi sforzi e accompagnato, riesco a fare qualche uscita. mi sto puntellando con xanax e psicoterapia, che pero' funzionano poco. sono ancora combattuto tra il dare un senso psicologico alla cosa (che potrebbe essere "vorrei buttarmi in cose nuove ma sono bloccato dal terrore di farlo, perche' sono troppo piu' grandi di me, e quindi sto sempre nelle stesse cose vecchie, che mi risultano strette ma sicure") e un senso organico. insomma non sono ancora convinto che sia "solo" ansia e non altro. si tratta di una empasse terribile. vorrei sapere se ha qualche suggerimento su come iniziare a sbrogliare la matassa...
la ringrazio e la saluto

A volte le parole, i termini

A volte le parole, i termini usati comunemente, ecc, invece che aiutare a comunicare possono confondere le cose e addirittura creare dei fraintendimenti che complicano la situazione. Ad esempio 'attacchi di panico' non è detto che sia un termine che descrive chiaramente quello che Le succede, così pure 'reflusso' e 'soffocamento' e così come 'stato asmatico' e persino 'psicoterapia'. Finisce che le parole diventano ulteriori sbarre dalla 'prigione' in cui sente di essere rinchiuso. Difficile dire come sbrogliare la matassa, ma forse per prima cosa bisogna non farsi intrappolare dalla parole che uno si abitua ad usare, senza accorgersi che uno rischia di imprigionarsi con quelle.
Il 'senso psicologico' sembra chiaro e comprensibile, ma probabilmente 'dichiararlo' non cambia nulla, come sapere che l'America esiste, se non si varca l'Oceano non ci si arriva.
Il 'senso organico' può essere chiarito con gli trumenti medici a disposizione, anche se spesso non completamente.
"Da quattro anni" sembra l'inizio di un racconto. Viene da domandare: e prima? e inoltre: cos'è successo quattro anni fa, o giù di lì? E in che contesto si svolge il tutto?

ottime domande...

il racconto in effetti inizia molto tempo prima, forse quando avevo 5/6 anni! 4 anni fa pero', in particolare, e' nata la mia prima figlia. il contesto in cui si svolge il tutto? credo di essere una persona manipolabile e fragile nell'esporre le sue idee e quindi anche rancorosa da molto tempo, da "sempre". vorrei liberarmi dalle mie catene, andare! mi piacerebbe da pazzi. ma ho paura.
pero' questo punto di vista meramente "psicologico" a volte mi da' fastidio, in quanto lo vedo lento e, temo, poco efficace, insomma vorrei andare avanti e "liberarmi dalle catene" molto alla svelta! da 2 anni sto facendo della psicoterapia dinamica a sedute bisettimanali, e adesso, da due mesi, ho iniziato la cura con cipralex da 10 mg.
sto migliorando, ma i sintomi non sono scomparsi del tutto e, soprattutto, i pensieri anticipatori dell'ansia ci sono ancora. inoltre continuo a dover eseguire dei rituali se vado in certi posti per essere piu' sicuro che non mi venga l'attacco. la domanda e': da tutto cio' si puo' dedurre che la terapia e' errata o semplicemente bisogna attendere molto piu' tempo?
qualcuno ha qualche suggerimento su come rendere tutto piu' efficace e, possibilmente, veloce?

Particolare come risponde a

Particolare come risponde a domande di 4 mesi fa, come fosse ieri...
Lei vorrebbe tutto, e averlo facilmente e rapidamente... sorvolando sulla situazione in cui si trova.
Quasi inviasse delle richieste d'aiuto, che so, in mare o in montagna o altro, senza indicare la sua posizione. I soccorritori avrebbero difficoltà a raggiungerla, temo...
Per poter avere consulti utili, come scrivo nelle 'istruzioni', "oltre alle difficoltà e ai sintomi e agli eventuali rimedi provati, è consigliato di aggiungere una breve descrizione della propria situazione personale, familiare e ambientale, otre che della propria storia evolutiva, per poter fare un quadro complessivo in cui collocare le difficoltà presentate."

non ci avevo pensato, al

non ci avevo pensato, al tempo...
comunque su una parte certamente ha ragione, vorrei risolvere rapidamente, perche' e' una faccenda annosa e adesso ho la necessita', a causa dei sintomi, e la voglia di affrontarla e sistemarla, anche per quelli intorno a me!
sull'averlo facilmente no, non mi aspetto facilita', anche se la spero...
il quadro, brevemente, e' questo:
ho 42 anni, sono sposato da 6 anni e ho 2 figlie, di 1 anno e di, appunto, 4.
abito da 2 anni in un nuovo paese e mi trovo bene (per decidermi a venire via dalla vecchia casa, in cui ho abito 25 anni, e' stato un parto...).
matrimonio e figli sono stati uno stravolgimento rispetto a "prima", e non mi sentivo del tutto pronto, ma certo che il desiderio c'era...
da sempre ho difficolta' ad affrontare i cambiamenti: ho in mente alle medie il trasferimento in altra citta' che mi causava terrore al mattino che prendeva la forma di timori di punizione da parte del preside per un nonnulla. (forse anche per questo ho fretta, a volte temo di tornare indietro e bloccarmi dopo tutta 'sta fatica per muovermi un po')
diciamo che "prima" mi barcamenavo stando distaccato da relazioni troppo profonde e succedeva che l'ansia prendeva la forma di qualche minaccia esterno, in particolare malattie, ma non produceva molti sintomi, o per lo meno raramente.
il problema adesso invece ha una sua forma piu' precisa e non puo' essere scansato.
altra annotazione: i miei genitori si sono separati quando ero piccolo e sono rimasto a vivere con quello dei due che "non preferivo".

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