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Gentilissimo Dottore,
le scrivo dopo una splendida settimana al mare, con mio marito, la bimba e il piccolino.
Reduce da una settimana difficile, in cui anche la bambina ovviamente risentiva del caldo, del nervosismo, insomma, di un ambiente “pesante”, al mare l’ho vista rinascere. Tende sempre a giocare volentieri da sola, ma: ha fatto molti bagni in compagnia di una bimba, facendo tuffi tenendosi(spontaneamente) per mano, ridendo, ballando. Va meglio anche con i fratellino (che è decisamente d’ingombro per lei, socievolissimo, protagonista, chiacchierone…insomma, l’opposto della sorella). Ha cercato tanto sia me che mio marito, chiamandoci, coinvolgendoci nei giochi, esprimendosi a parole ed in modo appropriato e sempre più sicuro. Ha imparato a chiedere il permesso per alzarsi da tavola, a rispondere pressoché sempre, ha comunicato più del solito con noi. Già da prima, aveva iniziato ad aiutarci spontaneamente in alcune attività domestiche. E’ stata perfettamente in grado di percorrere la spiaggia, riconoscere tra tanti i propri giochi, prenderli e portarli all’ombrellone…insomma, molti aspetti che definirei progressi evidenti (almeno per quello che può percepire una mamma). Inoltre: il gioco solitario è più vario. La sua predilezione va alla creazione di situazioni, storie con personaggi (2 o tre, che possono essere pupazzi, bamboline oppure, in mancanza, i soliti bastoncini, o cucchiai…insomma, oggetti che per lei diventano personaggi). I dialoghi sonom eno ripetitivi, anzi, direi che sono vari e si tratta di rappresentazioni del vissuto della giornata: riproduce la situazione e i dialoghi.
Si sta evolvendo anche il disegno (si ricorderà alcuni omini e i fiori che le ho mostrato nell’ultima visita). C’è finalmente la volontà di rappresentare qualcosa: tanti omini, con braccia, gambe e addirittura un abbozzo di mani, occhi, bocca, naso. Brutti, decisamente, ancora disegna male, ma non sono più scarabocchi o freghi di rabbia. Spesso ci sono lacrime però che escono dagli occhi (lei stessa dice: “è tizio che piange”); qualche giorno fa ha disegnato due di questi omini e mi ha detto che uno dei due stava chiedendo scusa all’altro. Poi c’è l’omino che vomita (uno dei disegni ricorrenti)...Gli omini spesso sono più d'uno e, da profana, mi è parso un buon segno.
E’ più facile attirare la sua attenzione: anche quando è concentrata nel suo gioco solitario, risponde se chiamata e risponde se le si chiede a cosa sta giocando.
Al ristorante chiede tranquillamente al cameriere ciò che vuole. Insomma: siamo tutt’altro che fermi.
Permane la gelosia nei confronti del fratellino, reciproca tra l’altro. Solo che lei è più “debole”, più “delicata”, sensibilissima: capta tutto, percepisce tutto: ha il terrore di passare in secondo piano nelle attenzioni nostre e delle altre figure per lei importanti. Chiede molto il contatto fisico, è affettuosissima.
Nel gioco continua a parlare di sé come della “piccola A….”. Non parla in terza persona, è ben consapevole di se stessa….Quando gioca o immagina, c’è qualcuno che si relaziona con “la piccola A”. A noi sembra chiaro che non voglia crescere, che voglia continuare ad essere piccola. Anzi, sembra combattuta fra il voler diventare grande ed il voler tornare piccola (sulla spiaggia, disperata perché ogni tanto la facevamo uscire dall’acqua dove starebbe sempre, piangeva dicendo : “Uè”).
La ascolto, la osservo più che interromperla, mentre gioca…spesso una barbie dice all’altra: “ma tu non sai fare nulla”. Ho più volte avuto modo di sentire suoi compagnetti dire proprio cose del genere, con disinvoltura e senza timore di essere ripresi: a scuola evidentemente è più importante insegnare a disegnare nei bordi piuttosto che insegnare a non prendere in giro un bambino.
Spero che la scelta della nuova scuola sia sensata e che troverà davvero un ambiente in cui si segue il principio della “sospensione del giudizio” perché è molto insicura e sono certa che è stata vittima di discriminazioni, prese in giro e bullismo (per quanto si possa definire così la condotta di bimbi piccoli…è ovvio che sono gli educatori che dovrebbero osservare davvero e stabilire alcune regole fondamentatli di rispetto dell’altro).
L'aspetto che, più di tutto, continua a destarmi perplessità, è che continua a pensare a voce alta, a parlare da sola...e mi fa tenerezza perché, quando gioca con le bambole, ridice loro quello che le dico io: "Hei, stai sognando? Si sogna a letto!Si pensa zitti e si parla con le persone!" (ovviemente, il mio tono non è "arrabbiato").
Quel che vedo io è una bimba buona (un animo puro, mi viene da dire); che percepisce tutto, sensibile, molto timida e, purtroppo, insicura... affettuosa e dolcissima, timorosa di perdere le sue sicurezze. Spero che col tempo capirà che siamo sempre lì, nonostante il fratellino.
Grazie per l’ascolto e l’aiuto, come sempre. E buone vacanze.

Bellissima descrizione. Mi

Bellissima descrizione. Mi sembra che sia proprio da continuare così, ad osservarla senza interferire, scoprendo sempre nuove qualità. I bambini, come tutte le persone, sono esseri misteriosi, si possono scoprire un po' solo osservandoli a lungo senza disturbarli. Proprio come si fa nelle oasi wwf, col bird watching. Spesso gli animali sono molto più protetti dei bambini, ma non è una novità: a inizio novecento, in inghilterra, quando si cominicava a difendere i bambini, si appellavano alle leggi per la protezione degli animali, che già c'erano, mentre non ce n'era per difendere i bambini.
Buone vacanze anche a voi.

Carissimo

Carissimo Dottore,
.....
...discorso pipì: in questo periodo, dopo più di un anno in cui non ci sono stati problemi (a parte che penso l'abbia trattenuta per ore perché a scuola non ha mai chiesto di andare in bagno...una o due volte in un anno l'ha fatta addosso), ci risiamo: si fa la pipì addosso...non tanta, un po'.
Da quel che ho visto, la cosa è collegata con l'intestino: sente lo stimolo (e con l'intestino, finalmente, ci siamo....non ha mai fatto la cacca addosso, ma, probabilmente se lo ricorda, era stitica e l'intestino era diventato un problema) e probabilmente assecondandolo le viene un po' di pipì. Credo, inoltre, che incida il disagio legato a questo periodo un po' da zingari...
nel fine settimama è accaduto tre volte...inizialmente ci siamo limitati a dirle pacatamente che non si fa, a chiederle che novità era questa, visto che lei sa bene che la pipì si fa in bagno (non risponde, si limita adire che sì, l'ha fatta addosso)..alla terza ci siamo arrabbiati e, ovviamente, ha reagito con pianti e singhiozzi...non diamo mai sculaccioni, però stava per mangiare un gelato e le abbiamo detto di no, che il gelato lo avrebbe mangiato il giorno dopo, che eravamo molto arrabbiati. Le ho fatto anche notare che se si bagna si vede...A dire il vero, non so che pesci prendere. C'è chi dice che si deve far finta di nulla....Lei cose ne pensa?
Oscillo, come al solito, con questa strana bambina...non sono mai sicura di ciò che faccio. Mi sento in colpa per averla sgridata, da un lato...dall'altro mi chiedo se lasciarla fare non sia peggio...
E' possibile che la cosa sia dovuta ai due fattori: disagio per i traslochi (ieri ha proprio detto: "ma io voglio andare a casa mia!" per la prima volta) e stimolo intestinale? Dovremmo, secondo Lei, essere comprensivi?
Sono anch'io stanca e stressata...
...
...
Grazie.

Direi che deve lasciarla

Direi che deve lasciarla 'arrangiarsi' da sè un po' di più e imparare da sè, limitandosi a guardare da lontano perchè non si metta in pericolo e che le esperienze che fa siano adeguate alla sua età e capacità. Non può 'guidare per lei', può solo indicarle la strada e vedere che non esca di strada.
'Punirla' mi sembra senza senso, perchè non mi sembra che faccia apposta. Si 'punisce' se uno viola consapevolmente regole o limiti, non se 'perde il controllo'. Tutte le ipotesi che ha fatto sui motivi sono ragionevoli. Per cui è più utile occuparsi di questi, cioè delle possibili 'cause' più che delle conseguenze.
Che sia sulla strada giusta non si capisce dai 'sintomi': ci sono bambini 'perfetti' (apparentemente) che poi crollano alla distanza. Bisogna che lei mamma sia un po' meno condizionabile da quello che fa la bambina e che la sua stabilità non dipenda dalla bambina. Altrimenti è un circolo vizioso.
Bisogna abituarsi agli alti e bassi, cercando di vedere l'evoluzione globale.

Dottore!!!! Ieri è successa

Dottore!!!! Ieri è successa una cosa bellissima:lLa bimba ha passato circa un'ora (almeno questo è ciò che ho visto io al mio rientro)a cercare il fratellino...una scenetta bellissima: questi due "puffi" dentro la loro casetta in giardino...lui che voleva starsene solo e lei che lo cercava dicendo: "Ma vieni! Ma voglio leggere con te"...lui faceva il prezioso, usciva e lei a rincorrerlo: "Ma che ci fai lì? Perché ti fai i fatti tuoi?"...Insomma: forse questa voglia di condivisione con il fratellino (che mi ha stupita al punto che non credevo ai miei occhi!) potrebbe essere un primo passo per la condivisione con altri bambini)...Non era un semplice rincorrersi, ma proprio il desiderio, espresso, di fare qualcosa insieme. Sistemava i due piccoli sgabelli uno accanto all'altro e cercava disperatamente di coinvolgerlo, di "leggere" con lui, dispiaciuta , tanto, per la ritrosìa dell'altro. Inoltre: niente parlottìo solitario, perché questa ricerca del fratellino l'ha tenuta ben concentrata, per circa un'ora, su quella "realtà": cercarlo e constatare, fra il curioso e l'incredulo, che lui non voleva.
E l'umore della mamma da sotto terra è andato al settimo cielo...(con questo, visti questi sbalzi quotidiani, non le farò il resoconto ogni giorno...non si preoccupi).

Vorrei solo fare una riflessione, sperando che la leggano tanti addetti ai lavori.
Ad una mamma non perfettamente stupida né patologicamente emotiva, ma tutto sommato di buon senso, che si trova nella mia situazione e nonostante l'incontro con Lei (una mamma dal cielo), non passa un giorno senza che affiori alla mente, ogni volta che la bambina fa qualcosa di "strano", o anche in altri momenti (a lavoro, di notte a letto, mentre cucina o cerca di concentrarsi su un libro, una conversazione, un film)la parola "autismo", o "lieve autismo", "sfumatura di autismo"; "spettro autistico".
Questo rovina la vita della mamma, anzi, rovina una famiglia intera, terrorizza e, soprattutto, fa il male di qualsiasi bambino che si trovi, per qualsiasi motivo, in difficoltà.
Spero che prima o poi questo terrore (zavorra inutile che appesantisce le piccole o grandi difficoltà reali) passerà. Se non lo si prova, non si capisce. E non basta lo sforzo razionale, né la comprensione del messaggio (sensatissimo) che Lei trasmette, per far sparire quella parola, ventilata con tanta facilità e superficialità da alcuni addetti ai lavori o presunti tali.
Grazie ancora (nei momenti di sconforto rileggo le Sue risposte, i Suoi consigli e le sue critiche schiette e costruttive).

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