Buongiorno Dottore,
sono una mamma di un bambino di 5 anni. Quest'estate, durante il trascorrere le vacanze estive nella casa del mare , ho notato che mio figlio giocava al "dottore" con la sua cuginetta. Noi adulti abbiamo spiegato ai bambini che quel gioco non era opportuno farlo.
Qualche giorno fa, è capitato che andando in camera di mio figlio, abbia sorpreso lui e un suo amichetto della stessa età uscire dall'armadio in atteggiamento sospetto. Molto sorpresa ho chiesto ai bambini cosa stessero facendo e perché si fossero chiusi nell'armadio, ma notando il loro imbarazzo ho tergiversato attendendo di poter parlare con mio figlio in via privata. Così ho consigliato di fare anche alla mamma del suo amico quando, venutolo a prendere, ho spiegato l'accaduto mentre i bambini giocavano altrove.
Dunque preso da parte, mio figlio mi ha spiegato per filo e per segno l'accaduto e dal suo racconto, cercando di nascondere la mia preoccupazione e il mio imbarazzo, mi sono resa conto che si erano spinti un po' oltre rispetto alla semplice esperienza della scoperta... Cercando di mantenere l'aplomb necessario, gli ho spiegato, molto tranquillamente e più incisivamente di quanto avevo fatto la scorsa estate, che quel tipo di giochi non erano adatti alla sua età e che non avrebbe più dovuto farli né con le bimbe né con i bimbi.
Qualche giorno dopo ho incontrato la mamma dell'altro bimbo e mi ha riferito ( secondo me rielaborando a suo modo) che il pediatra aveva detto che "spingersi così oltre non era normale, che i bambini non dovevano più frequentarsi per un po' a meno che non fossero stati sotto stretta sorveglianza". Io sono rimasta shoccata da queste affermazioni! Vorrei chiedere a Lei se l'atteggiamento proposto dal pediatra è quello giusto per affrontare questa situazione. Dopo questa "bomba" ho rimuginato molto su questa questione e ho deciso di prendere appuntamento con un neuropsichiatra infantile per un consulto che avrà luogo tra qualche giorno, ma vorrei più opinioni in merito. Grazie di cuore.