Interazione tra antipsicotici

Mio figlio e' un autistico di 22 anni con verbalita poco sviluppata. Dopo i 17 anni sono venute fuori manifestazioni di autolesionismo e/o aggressività ed è' stato curato con depakin che già prendeva come stabilizzante dell'umore e zyprexa poi dopo qualche anno si sono ripresentati e dopo alcuni tentativi andati male..ha trovato un equilibrio con risperdal e depakin. Purtroppo dopo circa un anno il problema si è' ripresentato ed e' stato bene con 2,5 di risperdal, 1000 di depakin(il ragazzo pesa 90 chili), e 300 seroquel rp per circa 7 mesi. Poi ha aumentato il seroquel a 400 per accenni di nuovo autolesionismo e stati maniacali elevati e problemi anche di insonnia ed è' stato meglio meno irritabile ma l'insonnia e' un po' aumentata. Abbiamo calato molto molto lentamente il risperdal per poter arrivare ad avere un solo neurolettico e cioè il seroquel, ma a 1,50 di risperdal ha avuto un episodio molto violento di aggressività nei miei confronti e autolesionismo, inoltre stereotipie e ossessioni all'eccesso ma è' stato tutto improvviso ma è' durato qualche giorno, ho dato di nuovo 2 mg di risperdal ( quando calammo stava molto meglio a 2 che a2,5) ed è' sembrato un po' meglio ma ancora autolesionismo e aggressività contro oggetti e stereotipie. Hanno aumentato a 600 il seroquel e il farmaco di emergenza e' il prozin che quando ne prende 100 si calma e dorme bene.
Quindi ora prende 2 di risperdal, 1000 di depakin e 600 di seroquel da 6 gg e al bisogno prozin 100 (ogni 3 4 giorni).
Mi chiedo se la noradrenalina prodotta dal seroquel, a lungo andare non possa creare irritabilità al ragazzo che tra l'altro ebbe un'esperienza molto negativa con il sereupin tempo fa, cioè' se questa noradrenalina inneschi queste manifestazioni aggressive ed euforia che lui presenta molto spesso, e' euforico anche di notte spesso, e se con l'aumentare del dosaggio e' probabile che tali manifestazioni scompaiano per una minore percentuale di rapporto quieta piena/norquietapina o se sarebbe meglio togliere il farmaco.
Inoltre e' probabile che i farmaci interagiscano tra loro in maniera negativa? E il prozin anche se dato salrptuariamente, può influenzare l'assorbimento di quieta piena e risperidone?
Vi ringrazio

La vostra situazione sembra

La vostra situazione sembra piuttosto difficile, come spesso succede nell'evoluzione di ragazzi con handicap verso questa età, in cui non c'è più la scuola che aiuta ad organizzare la giornata e i ragazzi non sono più seguiti dai servizi di npi ma passano ai servizi per adulti,e il passaggio spesso è difficile. In base alla mia esperienza la situazione va affrontata a livelli più ampi che non solo quelli farmacologici. Il comportamento di persone con scarse capacità comunicative e relazionali spesso esprime disagi che non possono essere espressi diversamente in maniera abbastanza comprensibile. Possono esserci difficoltà di organizzazione ambientale di vita quotidiana che se riconosciute possono essere migliorate per permettere un maggior adattamento e creare meno conflitti e frustrazioni. Per questo è utile una valutazione complessiva, che tenga conto di tutta la situazione, per cercare magari piccoli accomodamenti che possono avere effetti positivi. Le consiglierei di cercare di avere un aiuto in questo senso, più che di perdersi in interazioni fra farmaci o effetti farmacologici e neurochimici.
Cordialmente,
drGBenedetti

Organizzazione educativa autistica

Dr.GBenedetti,
La ringrazio per la risposta. Mio figlio ha sempre avuto dei percorsi educativi e ora segue da più di 2 anni l'intervento ABA e il primo anno e mezzo ha fatto progressi immensi nonostante prendesse alcuni farmaci ai quali siamo ricorsi in passato per le manifestazioni autolesive e aggressive, manifestazioni che comunque sono riuscita ad arginare per più di un anno completamente perché ho capito i disagi che lui comunicava e ho imparato a gestirlo. Ha una consulente che fa supervisioni, ha domiciliari che applicano il metodo con programmi strutturati, ha un terapista e un'educatrice quasi tutti i pomeriggi e un altro che fa la funzione di amico una volta a settimana con il quale va in palestra o a camminare.
Sta facendo un percorso che lo ha migliorato tanto e si esprime verbalmente molto meglio ha imparato a leggere a scrivere al PC, fa attività esterne insomma , più di così..
Proprio per questo mi preoccupo dell'interazione tra farmaci , perché penso che le ultime crisi diano dovute a motivi farmacologici, disagi fisici dovuti ai farmaci e mi piacerebbe uscirne, tutto qua!

Mi sembra un buon intervento

Mi sembra un buon intervento complessivo. Immagino che ci saranno anche dei momenti di colloquio con i familiari.
Penso che dobbiate valutare la situazione insieme a chi segue il ragazzo, con il coordinatore e lo psichiatra che si è occupato finora dei farmaci. I farmaci possono certo influire anche negativamente, e specie se sono molti a volte non si distinguono più gli effetti negativi farmacologici dalle difficoltà di base, ed a volte è necessario sospendere tutto, in situazione ovviamente sorvegliata e protetta, per capirci qualcosa.
Non credo di poter dire di più.
Cordialmente
drGBenedetti

La ringrazio. Si ci sono

La ringrazio. Si ci sono colloqui con i familiari e i familiari fanno parte del team. Il problema e' proprio quello dei farmaci. Sospendere in ambiente protetto sarebbe la soluzione ma non e' possibile. Ora sta meglio ma ormai il pensiero dei farmaci mi ossessiona mi sento in colpa per averglieli dati e allo stesso tempo non so come fare a toglierglieli, perché il primo tentativo e' già andato male. La ringrazio e le auguro buon lavoro!

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