disgusto per ilcibo "da grandi"

Gentile dottore,
le scrivo per Irene, 2 anni e 8 mesi, che ha sviluppato un vero e proprio disgusto per il cibo "da grandi". Dico subito che Irene cresce bene. Pochi giorni fa, abbiamo fatto il bilancio ed è tutto nella norma.
Vado per gradi, per farle comprendere meglio la situazione.
Irene è sempre stata un po' problematica con il cibo. Lei mangia ancora la pappa unica e la frutta in vasetto e il latte con biscotti in bottiglia, di cui è golosa e ne prende in quantità.
Dapprima mangiava solo latticini, poi a furia di proporle altri alimenti, ora li rifiuta. Di questo però non mi preoccupo visto che assume tanto latte.
Ho lottato per farle mangiare quello che preparavo io e abbandonare i vasetti, solo con la frutta non riesco ad abituarla a quella fresca, infatti mangia ancora quella in vasetto.
Siamo poi tornati ai vasetti anche per la pappa, fino a quando ho scoperto che non gradiva il pomodoro nel brodino. Dimezzata la dose, ora mangia di nuovo cibi freschi.
Ora, veniamo alla masticazione: Irene non ha mai masticato nulla. La pappa devo frullargliela sino a quando non assume la stessa consistenza di quella in vasetto. Deve essere alla giusta temperatura e nel cucchiaio devo prendere la giusta dose di pastina e passato, devo essere io a prepararla e io a darle da mangiare. Ragion per cui, in vacanza mi ritrovo col fornellino in camera e si ritorna ai vasetti.
Rifiuta alcuni alimenti come sugo, uova, legumi freschi (non riesco a frullarli come quelli in vasetto, quindi mangia ancora quelli) e tutta la frutta che non sia mela, pera, prugna.
Stava a tavola con noi, con tanto di piattino e posate e quello che io e mio marito avevamo nel piatto, per invogliarla a fare qualche pezzettino di qualcosa. Niente.
Porta alla bocca solo pane, cornicione della pizza e patatine, ma li lecca e basta.
Solo una volta, involontariamente, ha dato un morso ad una patatina e appena si è resa conto che l'aveva in bocca, l'ha sputata e ha vomitato.
Non posso più metterla a tavola con noi, perché alla sola vista del cibo, le viene il conato di vomito. La cosa che mi ha rattristato molto è quando le ho chiesto di darmi un bacetto e lei si è rifiutata, spiegandomi che la mia bocca aveva il sapore della mela che avevo appena mangiato!!!
Non prova curiosità neanche per i cibi più golosi, come gelato, dolci e caramelle.
La pediatra mi ha consigliato di consultare un neuropsichiatra, perché lei non sa consigliarmi cosa fare. Io sento di non avere davvero gli strumenti per aiutarla. Non so cosa le sia scattato in quella testolina.
Dottore mi dica lei cosa fare, perché mi sento davvero impotente difronte a questa situazione.
La ringrazio per la gentile attenzione
In attesa di una sua risposta
Cordialmente

Probabilente si è creato un

Probabilente si è creato un circolo vizioso con un'eccessiva attenzione all'aspetto alimentare della bambina.
Mi dia qualche altro elemento di conoscenza della situazione, anche ambientale, seguendo il questionario delle istruzioni.
Cordialmente
drGBenedetti
PS sarò fuori sede per qualche tempo, le risposte potranno essere ritardate.

Dalle risposte al

Dalle risposte al questionario, che Lei ha messo in un nuovo blog, non vedo chiari motivi del problema con l'alimentazione. Forse si vedono difficoltà educative con una eccessiva intolleranza della bimba a regole e limiti e quindi capricci e bizze. Può darsi quindi che anche le difficoltà per mangiare siano di questo ordine, visto che la bimba in pratica rifiuta le richieste degli adulti.
Questi circoli viziosi è bene non prenderli di petto, direttamente, anche perchè su alimentazione e controllo sfinterico, se diventano campi di battaglia, vincono i bambini, ed è un disastro per tutti. Io consiglio di solito quindi di evitare di scontrarsi sul cibo e sulla cacca, lasciando loro libertà in quel campo - ovviamente con dei limiti: invece è bene non lasciargli vincere sulle regole comportamnetali i limiti e in generale le regole per stare con gli altri. Togliendo invece interesse a cibo e cacca, (nel senso di limitarsi a regole base, luoghi e orari, ma non a quanto o cosa mangia, ecc, forse si può uscire meglio dalla difficoltà.
Per molte mamme però non è facile rinunciare a controllare troppo l'alimentazione dei figli e figlie. Ma consiglierei di farlo e poi vedere fra qualche tempo come vanno le cose.
Cordialmente
drGBenedetti

Gentile dottore, la ringrazio

Gentile dottore, la ringrazio davvero per la celere risposta.
Quindi lei mi sconsiglia di farne un "dramma"...nel senso, niente psicologi o altro. E' meglio assumere l'atteggiamento "prima o poi masticherà e mangerà cibo non frullato".
Mi pare di aver capito che non devo né lodarla né sgridarla in tema pappa...deve partire solo da lei questo slancio...capito bene?
Mi dica solo come fare per riportarla all'ordine...nel senso, le sgridate non le fanno né caldo né freddo, quindi, qualche sculaccione ogni tanto o cosa?
Tante grazie davvero
Cordialmente

Non so se gli psicologi cono

Non so se gli psicologi sono un dramma... (non vorrei che mi linciassero).
Un libro recente era intitolato 'I no aiutano a crescere'. Non ho letto il libro ma il titolo mi piace molto. Direi che i no ci vogliono per indicare la strada giusta (come i cartelli di divieto di transito, per evitare incidenti): devono essere pochi ma buoni. Non si può costringere a fare le cose, si può e si deve invece proibire quelle che non si devono fare. E la regola fondamentale è che 'comandano i genitori'. Sperando che sappiano quello che devono fare, ma sicuramente i bambini non lo sanno.

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