scompenso adolescenziale

Si intende per scompenso adolescenziale uno scompenso psichico, cioè la perdita della stabilità e dell’equilibrio psichico presenti fino a quel momento con una più o meno rapida e improvvisa perdita delle capacità di controllo di varie funzioni psichiche, in adolescenza,. Come ‘fase di passaggio’ l’adolescenza è uno dei momenti in cui si possono manifestare con una certa frequenza tali scompensi. In questa fase dello sviluppo lo ‘scompenso’ d'altronde può essere un momento di passaggio drammatico ma talora necessario e utile per uscire da una situazione troppo rigida che blocca lo sviluppo. Il termine inglese di ‘scompenso’, cioe breakdown (rottura giù), linguisticamente è vicino al termine break-through, che indica appunto un ‘passaggio attraverso’, ed evidenzia bene la situazione in cui qualcosa deve essere interrotto per poter passare attraverso un certo passaggio e continuare l’evoluzione psicologica.

Cause
Come è noto l'adolescenza è un periodo a limiti un po' mal definiti che va dalla pubertà all'età adulta e costituisce una lunga e delicata fase di passaggio fra fanciullezza e maturità. In questo periodo avvengono come ognuno sa una quantità di trasformazioni, sia nel corpo che nella mente, che comportano cambiamenti rapidi e marcati in quello che era fino alla pubertà il rapporto del bambino con i genitori, gli altri adulti e i coetanei oltre che con se stesso. Inevitabilmente gli equilibri e le abitudini individuali e familiari che avevano permesso fino a quel momento una situazione stabile e tranquilla vengono investiti in misura maggiore o minore da questi cambiamenti e devono essere modificati. Normalmente pur fra alti e bassi individuo e famiglia, con l’apporto anche dell’ambiente esterno, riescono a cambiare l'organizzazione, le abitudini e l'equilibrio pregressi senza troppe crisi, ma se questo non avviene o è più difficile del previsto per fattori vari che possono riguardare sia l'individuo che l'0ambiente familiare, possono manifestarsi a un certo punto sintomi e segni che spesso in maniera rapida manifestano una crisi della situazione.

Epoca
L'epoca di possibile scompenso, acuto o cronico, coincide per lo più con gli anni della scuola media e specialmente con i primi anni delle superiori. Sono questi gli anni in cui il ragazzo o la ragazza prima 'senza problemi' mostra più o meno rapidamente ed improvvisamente cambiamenti che spesso mettono a soqquadro la situazione.

Manifestazioni
La rottura dell’equilibrio può avvenire improvvisamente, in modo eclatante, con manifestazioni di squilibrio psichico (atti, parole, gesti inconsulti, comportamenti prima inusuali, ecc); o più lentamente, con manifestazioni meno evidenti che spesso investono la scuola, o sottoforma di problemi di frequenza - e può prendere gli aspetti di una ‘fobia scolare’, cioè di un rifiuto, variamente motivato, a frequentare la scuola - o sotto forma di problemi di rendimento e allora si può manifestare con una bocciatura e un inizio di peregrinazioni fra una scuola e l’altra.
Le manifestazioni improvvise, o comunque che insorgono nel giro di pochi giorni a volte collegate con un fatto scatenante, sono di solito facilmente riconoscibili come problemi psichiatrici dalle persone intorno, in primo luogo i genitori, che quindi ricorrono più o meno con urgenza ai servizi ambulatoriali o ai punti di emergenza ospedalieri. Si parla di urgenze ed emergenze psichiatriche adolescenziali. Sono queste di solito crisi “psicotiche” deliranti accompagnate da disturbi evidenti del comportamento. Oppure atti autolesivi e tentativi di suicidio che possono avvenire d’improvviso, senza chiare avvisaglie precedenti.
Talvolta invece sono manifestazioni “comportamentali” meno evidentemente disturbate, vale a dire azioni meno facilmente comprensibibili come espressione di uno squilibrio psichico, perché caratterizzati da atti volontari, non evidentemente incongrui, che si manifestano in vario modo, in un ragazzo che appare lucido e orientato e in possesso delle sue facoltà. Un esempio di questo tipo possono essere le fughe, l’ allontanamento improvviso del ragazzo/a che può durare poco o lungo tempo e la cui evoluzione è talora imprevedibile.
Un caso particolare emergente negli ultimi tempi può coinvolgere organi sociali o giudiziari prima che quelli sanitari: ad esempio con una improvvisa denuncia di maltrattamenti e abusi nei confronti dei genitori, che solo a distanza di tempo si rivela incongrua ed espressione di un’alterazione mentale. Il risultato è una frattura improvvisa e violenta dell'organizzazione familiare, che a volte è il risultato di uno scompenso psichico. Non è facile, agli organi preposti, giudiziari e sociali, cogliere in queste situazioni l’esistenza a volte di uno stato psichico anomalo, che non si esprime in sintomi psichiatrici eclatanti (vedi articolo). L’attuale organizzazione sociale giudiziaria non appare forse adeguata a questi tipi di situazione, nel momento che non prevede un intervento immediato di natura sanitaria invece che sociale, prima di prendere provvedimenti che sono sempre di lungo periodo.
In questi casi spesso lo scompenso avviene in una famiglia immigrata, spesso nel/la primogenito/a di più figli, in cui il passaggio adolescenziale è particolarmente stretto e insidioso fra le Scilla e Cariddi delle differenze fra l’ambiente culturale dei genitori e l’ambiente esterno italiano dei compagni di scuola, ecc.

Altre situazioni più o meno acute ed improvvise si presentano invece con caratteristiche “nevrotiche”, cioè con sintomi di tipo ansioso (oggi chiamati ‘attacchi di panico’), o fobico ossessivo, isterico, ecc, che pur non alterando le capacità di relazione e comunicazione delle persone, ne possono impedire gli atti quotidiani della vita con inibizioni o paure o comportamenti incontrollabili dalla volontà del soggetto e che condizionano pesantemente la vita di tutta la famiglia.
Nel caso della ‘fobia scolare’, in cui ‘improvvisamente’ un ragazzo non vuole e non riesce più ad andare a scuola, si associa a volte anche a una crescente difficoltà ai rapporti sociali con i coetanei e si tratta quindi anche di una ‘fobia sociale’, per cui il ragazzo progressivamente si confina in casa, fino all’estremo di rinchiudersi in camera sua limitando al massimo i contatti anche con i familiari come nella sindrome di Hikikomori, che è stata così chiamata in Giappone dove ha avuto una larga diffusione.
Nei casi di bocciature e cambi di scuola, che talora preludono all’abbandono scolastico, quando non sono seguiti da atti inconsulti quali atti suicidi, vi sono spesso ma non sempre associati problemi di comportamento , di rifiuto dell’autorità dei genitori, di regole e orari, oltre che a manifestazioni di disagio interno più o meno evidenti. Questi ultimi cioè quelli in cui le manifestazioni esterne erano meno evidenti, sono forse quelli a maggior rischio suicidario, anche per l’inconsapevolezza dell’ambiente circostante della crisi che andava preparandosi in silenzio.

A livello più cronico, possono essere lette come espressione di scompenso adolescenziale, o meglio come reazioni a situazioni che potrebbero precipitarlo, anche i cosiddetti Disturbi del Comportamento Alimentare, cioè anoressia, bulimia, ecc., ( per non parlare delle situazioni di ansia organizzate in Disturbi fobico ossessivi, o di Attacchi di Panico, ecc)in cui l’adolescente appare alle prese, insieme alla sua famiglia, con la perdita di un equilibrio precedente e la difficoltà a travarne uno nuovo, e il sintomo appare come una specie di limbo in cui si può arrestare lo sviluppo e un rimedio contro il rischio di crollo. Come in altri casi che insorgono a questa età la sintomatologia funziona anche da contenitore, cioè da struttura che garantisce un certo equilibrio, di fronte alla perdita dei punti di riferimento abituali. Ma è un rimedio momentaneo che come si sa produce gravi rischi anche per la salute fisica (nei casi di DCA), oltre che per lo sviluppo psichico successivo.

Terapia
Non occorre sottolineare che gli scompensi adolescenziali, sia acuti e improvvisi che subacuti o cronici, sono situazioni di grave o gravissimo rischio per la salute fisica e psichica e la necessità di intervento tempestivo e adeguato di aiuto all’adolescente e alla sua famiglia, talora con caratteri di urgenza ed emergenza. Dato che tutta la famiglia è coinvolta nella crisi, la terapia indicata è quella familiare, attuabile in varie forme, a seconda delle situazioni e delle possibilità. Vedi la presentazione del nostro Modello di intervento nello scompenso (metodo esplorativo familiare), svolta in una Conferenza a Palazzo Vecchio alcuni anni fa.

Prognosi.
Difficile ovviamente azzardare una prognosi al momento dello scoppio di uno scompenso adolescenziale, ma spesso l’episodio può risolversi positivamente e l’adolescente e la sua famiglia trovano un nuovo equilibrio che permette di continuare l’evoluzione psicologica. Altre volte può essere seguito invece da una storia di difficoltà psichiche, comportamentali e di adattamento sociale più o meno inquadrabili in disturbi psichiatrici dell’età adulta. In questi casi non è facile dirimere il dubbio se si sia trattato della prima manifestazione di un disturbo psichiatrico specifico (schizofrenia, sindrome maniaco depressiva, sindrome fobico ossessiva, ecc), o se la strada patologica era solo una delle possibili vie di uscita dalla situazione di scompenso psichico. Forse il tipo, la validità e la modalità dell’intervento messo in atto possono giocare un ruolo nel favorire l’evoluzione positiva o la sua impossibilità.
(2009)

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