Ritardo linguaggio

Gent.mo Dott. Benedetti sono la mamma di un bimbo di 5 anni appena compiuti che ancora non riesce a parlare. Se potessi descrivere la vita di mio figlio fino a questo momento potrei tranquillamente dividerla in tre fasi: la prima dalla nascita fino ai tre anni, la seconda dai tre ai quattro e mezzo,la terza dai quattro e mezzo ai cinque anni. M.è nato dopo una gravidanza molto tranquilla e con parto cesareo programmato a causa di un mio problema alla vista. Appena M.ha compiuto quattro mesi sono tornata a lavorare con ritmi ed orari che non mi permettevano di passare molto tempo con mio figlio, c'erano giorni in cui a malapena riuscivo a passare qualche ora con lui che nel frattempo passava tutta la giornata con la nonna paterna, ormai in pensione ma con un grave lutto alle spalle,la perdita del figlio minore avvenuta in un incidente qualche anno prima. M.comunque era un bimbo sempre gioioso e sorridente, molto curioso, intraprendente e nonostante passasse pochissimo tempo con me e mio marito era sempre affettuoso con noi. A nove mesi già provava a mettersi in piedi per camminare e ripeteva tutti i versetti che in genere si fanno ai bimbi di quell'eta'. Tutto procedeva nella norma anche se non notavo un grande coinvolgimento affettivo di mio figlio nei confronti della nonna paterna che in effetti passava con lui gran parte della giornata. Anzi sembrava quasi volesse evitarla. All'inizio non ci feci caso poi pian piano cominciai a notare che l'atteggiamento di mia suocera era piuttosto morboso....più volte l'ho sorpresa incitare mio figlio a farsi chiamare mamma (mio figlio porta lo stesso nome dello zio scomparso)e più volte ho notato
un comportamento iperprotettivo nei confronti del nipote (non lo faceva praticamente muovere per paura che si facesse male). Nello stesso periodo abbiamo notato che mia suocera aveva degli improvvisi scatti d'ira anche in situazioni banali. M.che nel frattempo aveva circa due anni e mezzo cominciava a manifestare degli atteggiamenti mai avuti in precedenza:alternava giornate di serenità ad altre in cui sembrava terrorizzato da tutto, i giochi diventavano più ripetitivi,era inconsolabile se sentiva un bimbo piangere e cosa più allarmante non potevamo neanche più avvicinarci a casa dei nonni paterni in quanto cominciava ad avere degli attacchi di pianto. Decisi così di allontanare M.dai nonni chiedendo anche se fosse mai successo qualcosa in loro presenza che avesse potuto turbare il bambino ma naturalmente la risposta era sempre negativa. A peggiorare la situazione c'erano anche le frequentissime tonsilliti accompagnate da febbre altissima (anche due volte al mese). M.era veramente stremato e passammo l'estate chiusi quasi sempre in casa. Naturalmente l'ingresso alla materna non fu dei più semplici e anche le maestre descrivevano M.come un bimbo terrorizzato che preferiva rimanere da solo e non si interessava alle attività'. Decidemmo di consultare il npi dell'ospedale della nostra città, ma l'incontro non fu dei più felici:M.appena entrammo in ospedale cominciò a piangere e il npi ci liquido' molto freddamente dicendo che avrebbe sottoposto M.a dei test per poi pronunciarsi su un'eventuale diagnosi. La visita non ci lasciò per nulla soddisfatti,per noi era inconcepibile basare tutto su dei test standardizzati. Perciò io e mio marito pensammo che forse era meglio aspettare il naturale evolversi della situazione cercando di portare serenità nella vita di nostro figlio attraverso il nostro affetto e la nostra presenza. E in effetti pian piano M.ha cominciato a migliorare e alla fine del primo anno di materna anche le insegnanti dicevano che M.non sembrava proprio più il bambino che avevano conosciuto a inizio anno. Al compimento dei quattro anni decisi di consultare un centro medico privato per avere dei consigli su come poter aiutare M.a sbloccarsi definitivamente dato che il linguaggio era ancora molto povero:le poche parole che uscivano erano mamma e raramente papà ,oppure "dai"per incitare a fare qualcosa e poi una serie infinita di parole incomprensibili. Lo psicologo del centro ipotizzò un disturbo generalizzato dello sviluppo(spettro autistico)con ampi margini di progresso e ci consigliò una terapia basata sulla psicomotricità. M.ha frequentato questo centro per 6 mesi nei quali durante i colloqui con lo psicologo siamo sempre stati rasserenati. Ad un certo punto probabilmente per motivi interni al centro medico, la psicomotricista ma non lo psicologo ha iniziato a paventare l'ipotesi che mio figlio fosse un autistico a tutti gli effetti tale da dover richiedere la legge 104. Io non riuscivo a spiegarmi questo improvviso cambio di rotta tanto più che Mirco a prescindere dal non parlare era "cresciuto"psicologicamente in maniera notevole. Abbandonammo questo centro e per fortuna siamo approdati presso una scuola montessoriana. Qui per nostra fortuna dallo scorso aprile e'iniziata una nuova vita improntata sulla serenità del bimbo e della famiglia. Il motivo di questa serenità: qui il bimbo sta facendo notevoli progressi e la pedagogista che lo segue non riesce a spiegarsi come possano aver visto in M. Un soggetto autistico. M.continua a parlare spesso una lingua tutta sua ma si fa capire e capisce il significato di tutte le parole. Spesso ho come l'impressione che voglia far uscire le parole tutte insieme ma poi ci rinuncia. Per il resto e'tornato ad essere un bimbo solare,socievole con tutti e pieno di allegria. Il gioco simbolico non sembra interessargli molto, predilige quelli elettronici e sembra essere un piccolo mago del computer(tale padre tale figlio). Alla luce di questo lunghissimo racconto, cosa ci consiglia di fare per poter ancora aiutare nostro figlio? La ringrazio infinitamente per la sua attenzione.

Sembrerebbe in effetti

Sembrerebbe in effetti esserci una difficoltà nel linguaggio espressivo, cioè nella produzione del linguaggio, non nella sua comprensione, mentre la capacità di adattamento all'ambiente, contatto e comunicazione non linguistica sembrerebbero attualmente nella norma, a quanto riferite. Gli aspetti comportamentali problematici sembrerebbero essere stati reattivi ed essere poi diminuiti o scomparsi. La mancanza o scarsa propensione al gioco simbolico ( importante è anche il disegno, specie spontaneo: è interessato?, a che livello è?, scarabocchio, figure semplici, più complesse? ) potrebbe far pensare a difficoltà nella sfera della produzione di simboli appunto, di cui il linguaggio fa parte. Anche il computer e i giochi elettronici si basano su simboli, ma forse comportano un apprendimento meccanico di un altro tipo.
Ci sono, anche se molto rari, bambini che non imparano a parlare a sufficienza , senza essere autistici nè insufficienti mentali. Si parla di afasia o disfasia evolutiva, e ne sappiamo molto poco, se non niente. E' comunque una diagnosi che si fa solo a posteriori, dopo i sei sette anni, le cui cause non sono conosciute. Talvolta si trovano alterazioni cromosomiche o del metabolismo, altre volte gli esami medici sono completamente negativi.
Sembra essere utile, in molti casi di difficoltà di linguaggio da cause diverse, la tecnica cosiddetta della 'Comunicazione alternativa aumentativa' che utilizza immagini familiari al bambino per aumentare le comunicazioni e non è ovviamente alternativa al linguaggio parlato. Molte logopediste dovrebbero esserne informate e poterla applicare insegnando anche a utilizzarla a casa e a scuola.
Potrebbe essere utile anche una valutazione del bambino e del suo ambiente familiare dal punto di vista psicoemotivo, psicodinamico, per cui dovreste rivolgervi a uno/a psicoterapeuta con formazione psicoanalitica specifica per bambini piccoli. Nei 'link' potete trovare il riferimento ad alcune associazioni di psicoterapeuti di questo tipo in cui reperire possibilmente uno psicoterapeuta nella vostra zona per fare una valutazione secondo questa metodologia, che non si basa su test ma sull'osservazione diretta del comportamento e delle interazioni e delle reazioni nel rapporto diretto.
Cordialmente
drGBenedetti

La ringrazio per la sua

La ringrazio per la sua risposta molto più esauriente delle tante cose sentite in questi anni. Per quanto riguarda il disegno posso dire che fino ai due anni M. prendeva foglio e colori con molta tranquillità e scarabbocchiava come un bimbo della sua età. In coincidenza con il suo cambio comportamentale ha cominciato ad abbandonare questa attività quasi del tutto evitata con l'ingresso alla materna dove i bambini erano quasi costretti a stare seduti per lungo tempo a disegnare (cosa di cui si lamentavano tanti genitori). Adesso che frequenta una materna montessoriana ha ricominciato a fare qualche scarabbocchio ma diciamo che il suo intersse è ancora limitato. Si diverte in compenso a pitturare con le tempere per le mani. Lei pensa che questo cambio di comportamento possa essere dovuto ad un trauma?nel caso in cui volessi richiedere una visita diretta con lei come possiamo contattarla?

In 'contatti', in cima alla

In 'contatti', in cima alla colonna a destra, trovate le indicazioni per eventuali richieste di visita. Una scuola dove il bambino sia libero di esplorare le cose seguendo i suoi interessi, e magari aiutato ad ampliarli via via, dovrebbe essere la cosa migliore. Le costrizioni spesso ottengono l'effetto contrario. Difficile parlare di 'cause', comunque penso sempre che sia utile vedere se ci sono possibili ostacoli ambientali per poterli eventualmente diminuire o affrontare meglio. Questi spesso si possono vedere mentre dentro la mente delle persone ancora non possiamo vedere, tanto più le esperienze passate.
Cordialmente

Gent.mo Dott. Benedetti,

Gent.mo Dott. Benedetti, approfitto di questo spazio per ringraziarla ancora per la sua professionalità e umanità che ci ha dimostrato durante la visita dello scorso sabato. Non ci sono aggettivi per descrivere quanto il suo parere ci abbia finalmente rassicurato. Purtroppo tutti i medici incontrati prima di lei non hanno mai dedicato va Mirco la giusta attenzione limitandosi a sottolineare solo gli aspetti negativi dei suoi comportamenti. La terremo costantemente aggiornato su tutti gli sviluppi. Buona giornata..

Vi ringrazio per le gentili

Vi ringrazio per le gentili parole. Speriamo di trovare la strada giusta, come sicuramente mi sembra che sia la scuola Montessori che avete trovato.
Cordialmente

Gent.mo Dottore sono passate

Gent.mo Dottore sono passate poche settimane dalla nostra visita ma volevo aggiornarla su degli episodi successi in questa settimana. Lo scorso lunedì a scuola Mirco ha voluto dipingere e soprattutto ha pronunciato una parola dopo averla sentita dall'insegnante mentre facevano degli esercizi di nomenclatura. Ha ripetuto perfettamente la parola "castagna"...non può immaginare che gioia....
Le auguro una buona giornata.

Bene. Per informazione di chi

Bene. Per informazione di chi legge riporto le mie considerazioni dopo la visita, se non vi dispiace:
"...Sembra escludibile una situazione di autismo, mentre si deve parlare di possibile disfasia o afasia (aprassia simbolica) con una componente fobica-posttraumatica . Intelligenza e capacità di apprendimento pratico e adattamento all'ambiente adeguate, così come nell'autonomia personale, controllo sfinterico, alimentazione, sonno.
La scuola Montessori che hanno trovato sembra l'ambiente ideale in cui aiutarlo a trovare la sua strada dello sviluppo, senza badare a diagnosi o altro, provando magari l'uso delle immagini come strumento di mediazione e aiuto alla comunicazione. (CAA)"

Ho visto recentemente un altro bambino molto simile diagnosticato erroneamente come 'spettro autistico', in cui alcuni problemi di comportamento coprivano la difficoltà di linguaggio e di espressione simbolica, .
Temo che le terapie anti-autistiche di tipo comportamentistico, praticate diffusamente a seguito di diagnosi sbagliate, complichino le cose in molti casi.

Spero che con la nuova strada all'insegna di una esplorazione più libera guidato dai suoi interessi e dalla sua curiosità, il bambino prosegua le sue acquisizioni.
Cordialmente

Assolutamente non mi dispiace

Assolutamente non mi dispiace anzi spero che le sue considerazioni siano di aiuto anche ad altri genitori. Inoltre colgo l'occasione per informarla che in questi giorni Mirco ha voluto mangiare anche nuovi cibi che fin'ora non aveva neanche voluto assaggiare.
Buona serata.

aggiornamento

Gent.mo Dottore le scrivo a distanza di mesi per aggiornarla dei tanti progressi che M. Ha fatto. È sempre più socievole e partecipe e ama coinvolgerci nei suoi giochi. A scuola ha cominciato a fare esercizi di pre-scrittura ed ha anche imparato a scrivere il suo nome. Anche la sua voglia di comunicare è aumentata incredibilmente. Spesso mi chiama "mamma mamma mamma" e poi seguono una serie di parole un po' incomprensibili. Inevitabilmente M. si rende conto che non riesce ad esprimersi e questo genera una grande frustrazione che sfoga in pianto. È proprio in questi casi che non sappiamo come comportarci. Lei cosa ci consiglia in questi casi? Anche a scuola l'insegnante dice che M. sta vivendo un momento di grandi progressi ma vorrebbe dei consigli su come intervenire per aiutare al meglio M. Pensa che l'insegnante potrebbe contattarla anche via mail per chiederle qualche consiglio? La ringrazio come sempre.

Non c'è problema se

Non c'è problema se l'insegnante vuole contattarmi. Le notizie mi sembrano positive sull'evoluzione globale del bimbo. Come vi dicevo una tecnica utile per migliorare la comunicazione potrebbe essere quella con le immagini, che viene chiamata Comunicazione Alternativa Aumentativa, e non è però alternativa al linguaggio parlato. Per questo dovreste trovare una logopedista che la applichi, o che sia comunque disponibile a impararla e usarla
E' comprensibile la frustrazione e il dispiacere sia del bimbo che dei familiari. Bisogna cercare di resistere e non abbattersi, che la strada è lunga e le prospettive di miglioramento ci sono, trovando una strada percorribile per il bambino e mantenendo la spinta ad andare avanti.
Cordialmente

Buongiorno Dottore le scrivo

Buongiorno Dottore le scrivo per chiederle delle informazioni riguardo EEG che ci aveva consigliato di fare per escludere eventuali danni c
erebrali. L'esame deve essere necessariamente fatto durante il sonno? Oppure può essere fatto in qualsiasi momento? La ringrazio e le auguro una buona giornata.

Nel sonno non vuol dire di

Nel sonno non vuol dire di notte, ma in condizioni in cui il bambino possa addormentarsi per un po'. Chi fa l'eeg dovrebbe darvi le indicazioni opportune, far alzare presto il bambino, farlo mangare abbondantemente al pasto precedente l'esame, avere un ambiente tranquillo dove fare l'eeg, in braccio alla mamma o con la mamma vicina. Così non dovrebbe essere difficile che si addormenti durante la registrazione. Senza tracciato di sonno l'esame non è completo.
Ma il bimbo come va?
Cordialmente

Buongiorno Dottore. Domani

Buongiorno Dottore. Domani andremo a fare l'eeg...anche se ho i miei dubbi che M.si addormentera'...per il resto tutto procede positivamente. Dal punto di vista del linguaggio verbale non ci sono grandi cambiamenti ma per quanto riguarda il profilo "psicologico" del bambino posso confermarle che tutti quegli atteggiamenti di timore e isolamento sono scomparsi. A scuola è uno dei bimbi più cercato dai compagni e lui ama essere al centro delle loro attenzioni. La maestra ha confermato che per il prossimo anno frequentera' le elementari nonostante io non avessi problemi a far ripetere un altro anno di materna. Ma dato che l'ambiente scolastico è lo stesso così come gli insegnantie si lavora sempre con materiale montessoriano non dovrebbero esserci problemi. Dal punto di vista dell'imitazione stiamo notando invece dei progressi molto veloci così come ha imparato a nuotare bene e ad andare in bici. Anche il suo camminare sulle punte è quasi scomparso del tutto. Insomma siamo sempre più ottimisti. Ora speriamo per l'esame di domani...inoltre mi chiedevo se pensa sia necessario fare anche altri esami. Nel suo blog leggo spesso di esami per controllare eventuali disfunzioni metaboliche o ormonali...cosa mi consiglia? Buona giornata.

Buongiorno Dottore. Come

Buongiorno Dottore. Come immaginavo non siamo riusciti ad effettuare un EEG "valido". Nonostante M.fosse distrutto dal sonno non c'è' stato verso di farlo addormentare. Infatti ha pianto per tutta la registrazione...le scrivo comunque il referto "esame eseguito durante la veglia (non ottenuto sonno spontaneo), condizionato dalla ricorrenza di artefatti da assenza di collaborazione. E' possibile esprimere solo un giudizio sommario sulla attività di fondo apparentemente costituita da alfa mista a scarso theta, simmetrica. Manovre di attivazione non eseguite.conclusioni:esame di veglia artefatto. Si consiglia di ripetere l'esame." Ora Dottore, so che lei non ha la sfera magica, ma mi fido completamente dei suoi consigli...secondo lei è' estremamente necessario eseguire questo esame? O è solo per escludere quelle patologie molto rare di cui avevamo parlato durante la visita? La ringrazio come sempre.

Le situazioni di ritardo e

Le situazioni di ritardo e difficoltà simboliche-linguistiche- e anche altre- possono avere una base di anomalie genetiche o di altro tipo che non si possono sapere se non si fanno gli esami che dicevo. Genetici (cioè mappa cromosomica con ricerca di eventuali alterazioni, delezioni, ecc, X fragile) metabolici ( aminoacidi plasmatici e urinari ), eeg anche nel sonno. Non è detto che arrivare a una diagnosi dia indicazioni terapeutiche ulteriori, in certi casi sì, nella maggioranza forse no.
Cordialmente

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