Sospendere la Venlafaxina (Efexor)

Buongiorno, tutto è iniziato nel 2003 con crisi di pianto apparentemente senza motivo...il mio medico, specializzato in neurologia, mi ha prescritto 10 gocce di DEPAS (ansiolitico) che ho lasciato dopo circa 6 giorni e Efexor 37,5 che, a suo dire, avrei potuto "portare sino alla tomba" perché ben tollerabile e non dovevo temere dipendenza o assuefazione. Così, trovato il benessere fisico e una crescente saggezza data dall'equilibrio psichico, sono andata avanti negli anni. Ho iniziato a prendere peso (in tutto circa 30 kg) e ho vissuto davvero tante esperienze di vita molto forti, non ultima la perdita prematura ed improvvisa di mio marito. La compressa di Efexor 37,5 che ormai da 2 anni prendevo dimezzata ho dovuto riprenderla intera...e però mai aumentandone il dosaggio. Dopo una serie di eventi estremamente negativi da dicembre ad oggi è tornato il magone in gola e il bisogno di piangere e, quando mi lascio andare, è davvero disperato, accompagnato da un turbinio al petto e ansia per tutto ciò che passa in mente. Sento una psicologa da dicembre e le sedute si risolvono a senso unico: io racconto, parlo, e analizzo eventi presenti e passati...niente altro!!! Parlando dell'assunzione dell'Efexor 37,5 mi suggerisce una consulenza psichiatrica per valutare l'opportunità di modificare o sospendere quella cura che dura da 12 anni. Dall'incontro lo psichiatra dichiara con certezza che non ho alcun segno di depressione e che ha forti dubbi che già nel 2003 sia stato opportuno prescrivere l'Efexor. Suggerisce quindi di sospendere e detta i tempi...è da 35 giorni che non lo assumo più e, le vertigini, la nausea, la testa ovattata sono praticamente spariti ma è rimasta una estrema sensibilità a dare la giusta importanza agli eventi normalissimi delle mie giornate che sfociano in una voglia irrefrenabile di piangere...svogliatezza generalizzata e inappetenza. Mi chiedo quanto tempo occorrerà prima che l'inutile assunzione di Efexor 37,5 finisca i suoi effetti chimici verso i neurotrasmettitori che hanno avuto la sua influenza per 12 anni?! Se qualcuno avrà piacere di condividere e commentare ne sarò grata.

A volte piangere è

A volte piangere è assolutamente comprensibile e giustificato, anche se la società oggi ci vorrebbe tutti allegri e spensierati. Forse più che dei neurotramettitori bisognerebbe occuparsi appunto di quello che ci succede intorno e di come lo affrontiamo, sapendo che non abbiamo a disposizione bacchette magiche o soluzioni miracolose, come spesso si vorrebbe, per uscire dalle situazioni difficili. Se non è convinta di quanto fa con la psicolga è utile che ne parli direttamente con lei.
Cordialmente
drGBenedetti

Chiarimento

Egr. Dr. Benedetti, La ringrazio per il Suo commento e mi permetto di chiedere ancora: il turbinio al petto, la incontrollabile preoccupazione che procura sconforto e pianto, l'inappetenza, la svogliatezza e la non capacità di dare il giusto peso agli eventi del tutto normali delle giornate, come si risolveranno? Sto utilizzando dei fiori di Bach...non voglio prendere lo xanax perchè ho provato con 10 gtc. e sono rimasta stordita quasi una intera giornata...ho paura di non farcela...dopo 12 anni di venlafaxina i livelli dei neuroni interessati potranno normalizzarsi? Grazie ancora.

Forse bisogna che lei si

Forse bisogna che lei si 'disintossichi' non solo a livello fisico ma anche a livello mentale, smettendo di pensare in termini di trasmettitori e di neuroni e tornando ad occuparsi dei fatti della vita e delle difficoltà che spesso intervengono per barcamenarcisi. In bocca al lupo!

Equivoco

Mi dispiace che Lei abbia frainteso il mio modo di esprimermi tanto da rispondere in quei termini. Replico solo per precisare che non sono parole "nate nella mia mente" ma utilizzate dallo specialista che mi ha fatto dismettere il farmaco. Cordiali Saluti.

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