timore autismo 22 mesi

Gentilissimo Dott. Benedetti sono la mamma di un bambino di 22 mesi. Da qualche mese e più specificamente dopo essermi imbattuta on line su quelli che sono i sintomi rivelatori dello spettro autistico sono caduta nello sconforto più totale perdendo completamente la serenità.
Mi spiego meglio il mio bambino che ha 22 mesi non dice nemmeno una parola ed per questo motivo che, cominciando a cercare in rete, mi sono trovata, mio malgrado, a confortarmi con questa patologia.
Il mio bimbo presenta infatti molti degli atteggiamenti indicatori dell’autismo. Non dice una parola, nemmeno una, parla solo la sua lingua incomprensibile, non si gira quasi mai quando lo chiamiamo, a meno che non venga severamente sgridato allora piagnucola e viene ad abbracciarti cercando di fare la pace. Conosce il NO e i divieti in genere che accetta con qualche malumore. Non fa ciao con la manina, nonostante i miei innumerevoli tentativi di insegnamento e non indica gli oggetti, piuttosto quando vuole qualcosa la prende da solo o fa in modo di farsela prendere. Difficilmente mi guarda negli occhi a meno che non lo metta a cavalcioni su di me per fargli fare batti manine ( particolare fa battere lui le mie mani e non batte le sue), cavalluccio e giochi simili, allora mi guarda. Ho notato però che spesso mi cerca e si accerta che io sia nelle sue vicinanze o se lo prendono in braccio altri, cerca il mio sguardo come di approvazione o protezione non saprei definirlo.
Ha la tendenza a fare girare gli oggetti , ma non posso considerarla ossessiva, ci prova e basta. Non è socievole con i suoi pari anzi li ignora proprio; se gli capita di vedere un bambino con un giocattolo gli si avvicina per avere il giocatolo ma nulla di più. Di contro non tende ad isolarsi. Siamo stati di recente ad una festa di compleanno con bambini molto più grandi di lui e la sua tendenza era quella di buttarsi nella mischia di bambini nella cameretta ovviamente interessato ai giochi, non ai bambini.
Altro elemento positivo è che non è spaventato dagli ambienti nuovi da cui è incuriosito e che tende a conoscere ed esplorare, né dai cambi di routine.
Quanto al linguaggio e all’aspetto legato alla socialità devo però fare delle precisazioni. All’età di 10 mesi diceva sia mamma che papà, sia pure non contestualizzati, e inequivocabilmente canticchiava la canzone di un cartone animato anche se composta da una sola parola. Diceva pure no no accompagnato dalla gestualità.
All’età di14 mesi sembrava inoltre più interessato ai bambini, ricordo che l’estate scorsa al mare si faceva grandi risate guardando i bambini più grandi di lui correre e saltare, ora non più.
C’è stata una involuzione in lui verosimilmente a partire dai 18 mesi in poi.
Gli elementi che individuo come positivi sono che fa un uso più o meno appropriato dei giochi, sa mettere le formine, quando ha voglia, su nostra sollecitazione, da’ la pappa all’orsetto e gli fa anche battere le manine. Cerchiamo di coinvolgerlo nella quotidianità e recentemente ci aiuta a portare le cose a tavola quando la apparecchiamo, ma per il resto risponde a ben pochi comandi. Poco tempo fa mi ha stupito perché gli ho chiesto di andare a prendere le sue scarpette sulla sedia e l’ha fatto subito, ma poi non l’ha più ripetuto. Così come ha fatto una sola volta il gesto con il dito indice sulla guancia per indicare che la pappa è buona. Di recente se io e il suo papà facciamo il girotondo lui ci osserva ci raggiunge e ci prende le mani per inserirsi nel cerchio.
Insomma ormai è sotto osservazione e purtroppo con le mie preoccupazioni sto finendo per condizionare anche mio marito che è indubbiamente più ottimista di me. Il bimbo è molto attaccato a me e mio marito ama essere preso in braccio e tende spesso le braccia o ci tira addirittura i vestiti per essere preso. Posso inoltre dirle, per completare i quadro complessivo, che il bambino passa la maggior parte del tempo con me e mio marito, lavoriamo su turni e ci alterniamo a lavoro per fare in modo di gestire tra di noi il bambino che vede anche poco i nonni.
Credo che questa eccessiva chiusura alla casa e alla nostra famiglia e le troppe ore che gli abbiamo fatto passare davanti alla televisione non giochino a favore dello sviluppo cognitivo del bambino ed in questo riconosciamo un nostro errore. Stiamo correndo ai ripari facendolo uscire più spesso, portandolo al parco e da ultimo abbiamo deciso di portarlo al nido. Ama i cartoni animati due in particolare che segue ridendo e divertendosi.
Ho espresso i miei timori alla pediatra che in considerazione del solo ritardo nel linguaggio ci ha consigliato la visita neuropsichiatrica che abbiamo già prenotato presso la struttura sanitaria pubblica e fissata per i primi di marzo.
Sotto il profilo motorio posso dirle che ha iniziato a camminare a 15 mesi dopo avere gattonato. Non cammina sulle punte, tranne qualche volta per vezzo come fanno tanti bambini, non ha stereotipie a volte gioca a girare su se stesso. Mangia tutto quello che gli proponiamo a livello di pappe, verdure legumi, ama yogurt e frullati di frutta, anche se mangia tutto frullato, mastica il pane, i biscotti e la pizza. Adora il latte che prende da solo nel biberon. Mi sono dilungata veramente tanto ma mi sono sforzata di fornirle un quadro generale più chiaro possibile. Mi rimetto alla sua valutazione e parere pur consapevole dei limiti di una valutazione a distanza e la ringrazio in anticipo del tempo che vorrà dedicarmi.

Di seguito le risposte al QUESTIONARIO SULLO SVILUPPO PSICOMOTORIO SIMBOLICO-LINGUISTICO E RELAZIONALE

problemi in gravidanza: no
nascita a che settimana: 40,5
Parto: cesareo
alla nascita : peso, altezza, circonferenza cranica: kg 3,160; cm 48; cc 35
(eventuali curve di accrescimento epoche successive)……...
indice di Apgar 8/9
durata del ricovero: 48h.
Primi mesi
allattamento: latte artificiale ; difficoltà: nessuna
sonno , orari e modalità (dove dorme, come si addormenta, ecc). ha sempre dormito da solo nel suo lettino posto nella nostra stanza da circa un mese si addormenta nel lettone con noi a causa di febbre tosse e nasino chiuso che ci hanno indotto a tenerlo più sotto controllo. Prima di dormire, beve 240 ml di latte in biberon da solo sul divano o direttamente a letto.
alimentazione: mangia tutto quello che gli proponiamo ma imboccato seduto nel passeggino
abitudini ( ciuccio, biberon, orsacchiotto, copertina, ecc): il ciuccio è la sua passione anche se di recente tendiamo a darlo solo per dormire, lui lo terrebbe tutto il giorno, il biberon prima di addormentarsi. Ama mettere i miei capelli tra la bocca e il ciuccio lo rilassa.
sviluppo psico-motorio:
seduto da solo a che età 9 mesi
primi passi 15 mesi
capacità motorie: manualità fine piuttosto sviluppata. Sale e scende le scale con un aiuto, corre non salta.
controllo sfinterico (pipì e popò): nel pannolino però se lo spogliamo e lo portiamo nel lavandino chiedendogli di fare pipì, lo capisce e la fa.
curiosità e interesse per le persone: indifferenza.
paura dell'estraneo: no, mai avuta
figure principali cui è attaccato: mamma, papà.
reazioni alla separazione: usciamo senza farci notare e poi rimane sempre o con la mamma o co il papà. Una volta che al risveglio pomeridiano si è ritrovato a casa solo con i nonni mi è stato riferito che mi cercava e che ha pianto un po’. Quando torniamo a casa la maggior parte delle volte al rumore della porta che si apre ci corre incontro e ci abbraccia.
interesse e curiosità verso le persone: inizialmente diffidente con tutti poi prende confidenza e si abitua.
reazione agli estranei e agli ambienti nuovi: in genere è attratto dagli ambienti nuovi ed inizia subito ad esplorare. Tende invece ad evitare le persone nuove, con lo sguardo e con la postura (ad esempio si gira a giocare dall’altra parte)
sviluppo simbolico uso dei giochi ( gioco funzionale: poco. imitativo: discreto ; rappresentativo: poco solo se stimolato
disegno spontaneo (scarabocchio),: si ; omino testone no; casa no; figure no)
sviluppo del linguaggio
prime parole: mamma a 10 mesi poi scomparsa
due parole insieme: no
uso del no e del sì: no
frase minima :no
comportamento
(iperattivo, capriccioso, tranquillo, ecc),: è un bambino tendenzialmente tranquillo, con pochi capricci, è molto testardo almeno così mi pare.
interessi, attenzione, E’ attratto dai libri, dai cartoni animati, dai giochi musicali e luminosi. Ama lo scivolo, sa infilare tutte le forme geometriche nel cubo e sa impilare i cerchi nel giusto ordine. Gli piace sfogliare i libri . In genere gioca pochi minuti con un gioco e poi passa subito ad un altro. Si lascia distrarre se vede un gioco nuovo
adesione a regole, orari, limiti, ubbidienza agli adulti è un bambino abbastanza ubbidiente. Se sta facendo qualcosa e dico con fermezza “no!”, lui smette subito. reazione a divieti Se gli vieto di fare una cosa a lui gradita piange un po’ ma poi si fa distrarre facilmente con un altro gioco.
capricci, bizze: Non è eccessivamente capriccioso.
scolarizzazione : asilo nido ha iniziato questa settimana l’inserimento.
Rapporti sociali, amicizie, attività extrascolastiche no; non ci capita di vedere amici con figli piccoli
Composizione familiare mamma, papà.
altri conviventi (nonni, parenti, ecc) no
Organizzazione familiare (orari dei genitori, baby sitter, ecc) : il bambino prima di iniziare il nido stava con mamma e con papà che lavorano part time su turni di 4 ore al giorno, e il bambino rimane a casa con uno di noi.
Eventi particolari, cambiamenti, lutti, difficoltà, malattie di familiari, ecc....: puntura di vespa su due mani all’età di 15 mesi. Per un po’ di tempo il bambino è rimasto traumatizzato mi consegnava qualsiasi cosa trovasse sul pavimento. La vespa l’aveva afferrata a due mani proprio mentre questa si trovava poggiata a terra.
Visite mediche, ospedale, altro : no
Eventuali esami fatti e referti (Udito, vista, eeg, rmn,...) : nessuno

Per la sua età il bimbo

Per la sua età il bimbo sembra indietro nelle capacità di interazione sociale, di linguaggio e anche di comunicazione non verbale, poco interessato a fare altre esperienze oltre quelle cui è abituato.
Mi colpisce che i genitori vanno via di nascosto, quindi non ha l'esperienza della separazione, cioè di vivere il momento in cui vanno via, e magari gli dispiace, prova sentimenti dolorosi che possono essere consolati da chi resta con lui. Solo da una settimana ha iniziato l'asilo nido, sarà quindi in fase di inserimento graduale e di esperienza della separazione, che mi sembra non descrivete. Vedremo come andrà.
Finora forse anche l'esperienza dell'estraneo è stata limitata, e ne ha ancora un timore eccessivo. ( di solito è una fase tipica del secondo anno di vita, ma che comincia fina dall'ottavo mese e permette un po' alla volta di rendersi conto dell'esistenza di un mondo esterno a quello ristretto familiare e di entrarci in contatto un po' alla volta). Questi aspetti segnalano forse delle difficoltà educative e ambientali.
C'è forse stata una lieve difficoltà alla nascita, che ha comportato un lieve ritardo nelle tappe dello sviluppo (seduto a nove mesi...), ma voi segnalate un possibile errore di una "eccessiva chiusura alla casa e alla nostra famiglia e le troppe ore che gli abbiamo fatto passare davanti alla televisione ".
Direi che bisogna seguire attentamente i prossimi tempi del bambino per vedere di mettere a fuoco meglio le eventuali difficoltà e evitare errori e cercare di recuperare questo iniziale ritardo di partenza, cercando di trovare le modalità di accudimento e di organizzazione più utili per fare le esperienze necessarie alla crescita.
Mi occuperei meno dalla diagnosi, perchè serve a poco di per sè - salvo eventuali esami medici per escludere possibili malattie conosciute che danno difficoltà di sviluppo - e probabilmente è priva di senso: probabilmente una entità chiata autismo, o spettro autistico, è inesistente, fantomatica, non serve occuparsene, serve occuparsi del bambino e delle difficoltà che sembra mostrare.
Vi serve credo una guida e un punto di riferimento per cercare di individuare le difficoltà e favorirne il superamento. Temo che serva poco invece, o addirittura abbia un effetto contrario, cercare una diagnosi e una 'terapia' di una 'malattia' inesistente come l'autismo o almeno finora non dimostrata.

Gent.mo Dott. Benedetti torno

Gent.mo Dott. Benedetti torno a scriverle dopo circa due mesi per aggiornarla sulla situazione del

mio bambino che oggi ha 24 mesi.

Cercherò di partire da dove ci eravamo lasciati in modo da fornirle un quadro più chiaro possibile .

Quando le scrissi la prima volta il mo bambino aveva appena iniziato l’inserimento al nido ,

percorso intrapreso appunto il mese di marzo. Mi chiedeva di descriverle l’esperienza

dell’inserimento e del distacco. A tal proposito posso riferirle che la prima settimana, quella di

inserimento vero e proprio, e quindi con orario ridotto e con la mia presenza in molti momenti fuori

dall’aula, si è svolta piuttosto tranquillamente, fatta eccezione per l’ora della pappa, dato che il

bambino non ha voluto mangiare al nido; il bambino sia pure tranquillo mostrava di cercarmi e

usciva spesso dalla classe dove sapeva di trovarmi. Nella seconda settimana, quella del distacco

vero è proprio, il bambino ha manifestato maggiore disagio, incominciando a piangere appena

giunti davanti al cancello dell’asilo se non addirittura, sembrando riconoscere la strada, già da

prima. I pianti comunque non sono mai stati eccessivi e pian piano si è tranquillizzato trovando

conforto tra le braccia delle maestre. Ad oggi posso dire che va piuttosto tranquillamente tranne

qualche piccolo piagnucolio in alcune giornate.

Quanto torno a prenderlo e mi vede mi corre incontro e allunga le braccia per essere preso in

braccio, ed è sicuramente molto felice di uscire dal nido.

Un giorno violando le regole dell’asilo, che prevedono che la mamma venga annunciata e poi il

bambino accompagnato fuori dall’aula, mi sono intrufolata per spiarlo un po’ , lui era seduto a terra

e appena mi ha visto sia pure a distanza, gli si è illuminato il volto e mi è corso in contro.

Dott.re mi deve scusare se le descrivo tutto questo con dovizia di particolari ma per me è molto

importante capire l’effettiva situazione del mio bambino e non escludo, appena possibile e

chiaramente se lei lo riterrà opportuno, di portalo da Lei anche fino a Firenze per un suo parere “dal

vivo”.

Nel frattempo, come le avevo annunciato nella nostro precedente contatto, ha avuto luogo e si è

conclusa, l’osservazione presso il reparto di neuropsichiatria infantile di una struttura ospedaliera

della mia città. Le anticipo subito che alla restituzione la diagnosi è stata “disturbo dello spettro

autistico”. L’osservazione si è svolta con cinque incontri, di un’ora circa ciascuno, tenuti tre con

una terapista della psicomotricità, e due con una logopedista. L’osservazione sia della logopedista

che della terapista della psicomotricità è stata basata essenzialmente sul gioco, oltre che su alcune

domande poste a noi genitori. Il primo incontro con la terapista della psicomotricità posso dire che

sia stato gestito dal bambino. L’incontro infatti si è svolto in una stanza con tanti giochi da cui il

bambino è stato, non appena entrato, immediatamente attratto, tanto che la dott.ssa, che voleva

conoscerci attraverso qualche domanda preliminare, ha invece iniziato subito l’osservazione e ha

cominciando a giocare con il bambino. Il bambino ha giocato serenamente con la terapista, ha riso

insieme a lei quando ha provato a sollevarlo e a fargli il solletico. Gli incontri con la terapista della

psicomotricità sono sicuramente stati i più intensi. Il bambino ha seguito le bolle di sapone in

movimento e non appena si sospendeva il gioco era lui a riprendere la bottiglietta delle bolle e a

portarla in mano alla dott.ssa facendole capire che voleva che continuasse.

Ha giocato con le tazzine di plastica e altri giochi raffiguranti cibo, portandoli fino a me per farmi

bere o mangiare, per poi provare a farlo anche lui. La stanza oltre a contenere giochi aveva anche

dei cuscini e dei materassi e delle scale finte e aveva delle grandi finestre, veramente preponderanti

nel contesto della stanza, non molto grande, che davano su un parco con alberi folti. È proprio su

questi elementi che da ultimo le ho riportato che a mio parere si è innestata la parte negativa

dell’osservazione, posto che il bambino tra un gioco e l’altro oltre a guardare noi genitori per

cercare conferma a quello che faceva, dato considerato ovviamente positivo, tendeva a osservare le

foglie degli alberi, il cielo e a buttarsi sui materassi. La dott.ssa in questi elementi ha colto in lui

ancora un marcata fase sensoriale dello sviluppo che attiene forse a bambini più piccoli. Ha inoltre

evidenziato anche durante i giochi un contatto oculare scarso e osservato che non sa salire le scale.

Su quest’ultimo aspetto posso dirle che il fatto che il bambino non sapesse fare le scale era

sicuramente legato alla circostanza che non glie le avessimo mai fatte fare. Oggi con un po’ di

allenamento è molto migliorato sale anche da solo scale basse e per quelle più alte cerca la mano o

cerca lui un appiglio. Un altro elemento negativo che si è evidenziato durante il gioco con la

logopedista è stato che nonostante il bimbo tendesse ad imitare e partecipare al gioco, dimostrasse

una scarsa capacità di controllare le emozioni, dato che ad un certo punto il bambino ha cominciato

ad eccitarsi eccessivamente saltellando ridendo e sfarfallando un po’ con le braccia. La risposta

della logopedista è stata che su questi aspetti si deve e può lavorare. Lo sfarfallio delle braccia

durante momenti in cui si emoziona accade, anche se non spessissimo.

Soltanto durante l’ultimo incontro con la psicomotricista , io mi sono sbilanciata parlando dei miei

dubbi circa l’autismo. La dott.ssa ha risposto, citando testuali parole, che “qualche trattino c’è” , che

però il bambino è piccolo, che dal punto di vista cognitivo è presente, che la sua mente per ora è

molto plastica per cui lavorandoci bene attraverso un percorso di logopedia e psicomotricità si

sarebbero visti i cambiamenti con il tempo.; che in ogni caso è troppo piccolo per fare una diagnosi

di autismo e che quello che verrà sarà un anno molto importante perché potremo vedere come

reagisce alle terapie e vedere da che parte “vira”. L’immagine evocata dalle spiegazioni date è stata

quella di un bambino che cammina in bilico su una corda con il rischio di cadere da un lato, la

normalità, o dall’altro ..l’autismo. La psicomotricista ha anche aggiunto che molto probabilmente la

diagnosi sarebbe stata un po’ aggravata e che l’inserimento nello spettro autistico è funzionale per

l’accesso alle terapie convenzionate. Fatto sta che mi ritrovo con una diagnosi di disturbo dello

spettro autistico, fatta da un neuropsichiatra che non ha visto il bambino nemmeno una volta, dal

momento che si è basato sulle relazioni della logopedista e della psicomotricista, e che alla

restituzione, sia pure alla presenza delle due dottoresse, parlava del bambino come se lo avesse

visto, e di una richiesta di legge 104 e invalidità civile per un bambino di soli 24 mesi.

Non vi sono dubbi che il bambino ha problemi di comunicazione. Non dice nulla ed il contatto

oculare è veramente difficile, allo stato non indica con il dito e non saluta. Posso però dire che da un

mese a questa parte il suo comportamento è molto cambiato e prova a comunicare con noi sia pure a

modo suo e in modo non verbale, ha infatti iniziato a chiamarci, nel senso che se per esempio siamo

seduti sul divano ci spinge letteralmente giù, ci prende per mano e ci porta dove vuole lui. Se ad

esempio vuole un frutto ci porta alla fruttiera e comincia a guardare verso ciò che desidera o se

vuole un gioco presente in un’altra stanza ci conduce fino li. Capisce che quando torna a casa

bisogna lavare le manine, lui non lo sa fare da solo, ma capisve che deve salire in piedi sulla sedia

posta davant al lavandi per farlo, e sa saire e scendere con molta cautela, non è pericoloso neu suoi

movimenti di gioco ma prudente e cauto. Se poi gli chiediamo aiuto per mettere al suo posto la

sedia a modo suo la tiene e ci accompagna. Insomma qualcosa capisce e spesso ubbidisce. Non è in

grado di rispondere a tutti gli comandi, ma è comunque molto migliorato mi sembra che capisca

sempre più cose La psicomotricista durante l’osservazione ci ha spiegato che al momento il bimbo

non può parlare perche gli manca quel linguaggio pre verbale, credo si riferisse principalmente al

contatto oculare, che deve necessariamente precedere la comunicazione verbale. Gentile dott.re i

nuovi gesti comunicativi che le ho descritto si possono considerare linguaggio preverbale? Perché è

così difficile in certi momenti stabilire con lui un contatto oculare? Quando proviamo a farci

guardare prima di dargli qualcosa che desidera sembra che faccia veramente di tutto per non farlo.

Io sono sincera il comportamento di mio figlio mi confonde molto, in alcuni giorni per come ci

segue come gioca e quello che fa penso che è impossibile che sia autistico, altri giorni in cui lo vedo

più vago con lo sguardo più perso del solito e meno ubbidiente mi dispero dimenticando tutto il

resto magari. Lei nel precedente contatto mi ha scritto che forse avremmo bisogno di una guida, a

che cosa si riferiva più nello specifico? Desidero fortemente un suo consiglio anche perché oltre che

logopedia e psicomotricità non ci hanno detto più nulla rimandandoci ad una visita tra un altro

anno, quando il bambino ne avrà tre,

Io sono assolutamente consapevole dei limiti di un consulto a distanza ma ho fortemente bisogno di

una suo parere, e mi sono dilungata molto proprio per descrivere il più possibile il mio bambino;

secondo lei un bambino autistico corre in braccio alla mamma quando viene preso al nido? Corre

riconoscendola e vedendola a distanza? Abbraccia e manifesta affetto cercando le coccole di

mamma e ora anche delle maestre con cui è entrato in sintonia? E se non lo è perche non parla e non

sembra volerne sapere?

Dimenticavo di dirle che abbiamo anche effettuato alcuni esami strumentali consigliati dal

neuropsichiatra. ECG nel sonno e i potenziali evocati visivi e acustici, tutti risultati negativi.

La ringrazio in anticipo per il tempo che vorrà dedicarmi e per i pareri che elargisce con serietà e

professionalità anche agli altri genitori che Le scrivono nel blog la cui lettura per me è diventata un

importante momento di confronto. Grazie sempre.

Mi sembra che la fase di

Mi sembra che la fase di inserimento al nido sia stata gestita bene e che il bambino l'abbia affrontata bene. Credo che sia stato fatto quindi un passo importante dello sviluppo, in modo positivo. Il comportamento del bambino nei suoi confronti, quando la vede, mi sembra nei limiti della norma. In altri momenti non mi è ben chiaro, Magari potreste inviarmi dei video, seguendo le istruzioni nella colonna qui a sinistra ('VIDEO').
Non ho elementi per esprimermi sull'operato di altri colleghi o operatori vari, ma riguardo all'autismo riprendo quello che scrivevo nella prima risposta "probabilmente una entità chiata autismo, o spettro autistico, è inesistente, fantomatica, non serve occuparsene, serve occuparsi del bambino e delle difficoltà che può mostrare."
Vi serve credo una guida e un punto di riferimento per cercare di individuare le difficoltà e favorirne il superamento. " Parlo di difficoltà nelle modalità educative, organizzative, relazionali, ecc che possono magari complicare le cose, un po' come l'andar via di nascosto che dicevate.
Comunque prima di decidere qualsiasi cosa aspetterei di vedere l'evoluzione del bimbo ora che ha iniziato il nido. Se in vari mesi non dovesse cambiare nulla allora forse si dovrebbe correre ai ripari, cercando l'aiuto che dicevo sopra, tipo SOS tata, per intenderci...

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