La "sintomatologia" di mio figlio rientra nella spettro autistico?

Gentile Dottore,

Sono il padre di un bimbo di 2 anni mezzo, nato alla 34ma settimana col peso di 2.450.
Ultimamente mi sto informando sui disturbi dello spettro autistico, in quanto sono in pensiero per mio figlio. Capita infatti, delle volte che a turno io o mia moglie ventiliamo il dubbio appunto che determinati suoi comportamenti possano essere alquanto "anomali", allo stesso tempo tali dubbi vengono meno subito dopo quando "torna" il bimbo di sempre... cerco di spiegarmi meglio. Mio figlio essendo prematuro ha imparato a parlare un pò più lentamente rispetto ad altri bimbi, anche in parte perchè andrà all'asilo solo a settembre, ma in ogni caso, passa al parchetto con i suoi coetanei almeno tre ore al giorno. Ecco, a differenza dei suoi coetanei, lui è piuttosto chiuso, gioca da solo lanciando pietre nell'acqua, correndo continuamente in maniera instancabile, non gioca praticamente mai con gli altri, in parte posso pensare sia normale, (a due anni e mezzo solo poco piu della metà dei bimbi gioca per esempio a palla con altri bimbi, passando e tirando) lui, invece non fa che inseguirla, e gioca quasi solo insieme a me inseguendo la palla. Il suo modo di correre, guardando di lato, e spesso con la coda dell'occhio come se stesse seguendo una linea immaginaria, non lo fa sempre, ma mooolto spesso. Se poi passa vicino ad una recinzione o una rete, allora non si stacca piu, continua a correre avanti e indietro con la testa di lato e con la coda dell'occhio. In casa spesso si siede a terra e comincia ad alzarsi e sedersi di continuo, girando, come stesse facendo brake-dance... Tempo addietro, con le macchinine, passava parte del tempo a giocare fissando le ruote, e parte a ordinarle in linea retta, questo comportamento sta però via via diminuendo, e sta cominciando a giocare con le macchine come si "dovrebbe " fare, ovvero spingendole avanti e indietro. Lo appassionano "lettere", "numeri", "pianeti", li conosce già tutti, allo stesso tempo si fissa in maniera morbosa ad alcuni oggetti, campane, stelle, oggetti che gli ricordano qualcosa che conosce, o ancora che emettono luce, se sta facendo qualcosa, per esempio è a terra e lo si prende in braccio, o è in braccio e lo si voglia mettere a terra, urla come in preda a delle crisi. L'altra sera giocava era intento a gicare con delle campane, l'ho preso in braccio perchè dovevamo andare via ed ha iniziato ad urlare inarcandosi all'indietro con la testa per tentare di buttarsi giu, cosa che fa da quand'era piccolo. Queste crisi, e la sua generale chiusura verso gli altri bimbi, soprattutto se maschi e piu grandi di lui, ci spaventa. Allo stesso tempo con noi è molto solare, ha lo sguardo furbo e basta dirgli di non fare qualcosa, che puntualmente lo fa, alterna l'iperattività e la solarità alla pigrizia e alla noia. Con le bimbe arriva addirittura ad offrire loro giocattoli, anche se tendenzialmente, si limita al prendere od offrire oggetti, non riesce ancora a giocare insieme seguendo delle regole nei giochi. Ciò che mi da forza , è che comunque vedo un miglioramento, mi sembra che a seguito di "lezioni" di "socializzazione" che temto di dargli, recepisce. Il modo di parlare, si fa capire, noi ovviamente lo capiamo bene, adesso conosce divresi verbi e li usa, e parla spessissimo. Spesso racconta "cantando" ciò che ha fatto durante il giorno , per esempio dice: "acqua pietre palla bimbi parco din-don-dan gelato" in maniera cantilenante, (utilizzando canzoni che ascolta spesso come base), e ripetendo cio che ha fatto, utilizza spesso associazioni, e descrive costantemente tutto ciò che vede, con i limiti di quanti vocaboli conosce, ma ha tanta voglia di imparare, delle volte però, sento che ciò di cui parla, è fuori contesto, e magari ripete qualcosa di cui abbiamo parlato molto tempo prima o magari il giorno precedente. So che chiedere un parere a distanza da questi pochi indizi è abbastanza azzardato, ma, come immaginerà i dubbi che mi attanagliano mi spingono ovviamente in questa direzione... Dalla sua esperienza, Dottore, cosa ne pensa?

Io direi che più che pensare

Io direi che più che pensare a diagnosi 'fantomatiche' (nel senso degli 'spettri'), inutili a mio avviso a capire i bambini e le loro eventuali difficoltà, serva cercare di conoscere bene i bambini, osservandoli come sono spontaneamente, con attenzione, e fare caso a eventuali ostacoli o difficoltà che possano aver trovato o trovare nel loro sviluppo. Purtroppo oggi l'attenzione è solo a malattie forse inesistenti, finora mai dimostrate, (come appunto l'autismo e , peggio, lo spettro autistico) invece che essere allo sviluppo e alle sue possibili difficoltà e ai molti fattori che possono influenzarlo. Non ha senso fare liste di sintomi, ha senso conoscere i bambini come persone, globalmente, anche se in formazione.
Se crede può darmi le informazioni indicate nel questionario nella colonna qui a sinistra, magari ricostruendo lo sviluppo anche insieme alla mamma del bimbo descrivendo la storia dello sviluppo e attuale, sia del bambino che dell'ambiente in cui è vissuto.

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