anomalie e sviluppo in bimbo di 23 mesi

Egregio Dottore, anzitutto la ringrazio per la sua presenza su internet: leggere le sue risposte ad altri genitori mi è di grande aiuto e conforto. La ringrazio anticipatamente per i consigli che, spero, vorrà elargire anche a me.
Le scrivo per mio figlio di 23 mesi .
Anzitutto non parla, la cosa mi turba perchè fin da neonato gli ho sempre parlato molto ed incessantemente facendogli vedere gli oggetti e chiamando tutto per nome, sono 23 mesi che parlo ininterrottamente e che gli fornisco continui stimoli, soprattutto verbali, e così anche il resto della famiglia. Ma lui pronuncia solo tre parole: mamma, papà e cacca. Queste parole le usa in modo appropriato ma talvolta, soprattutto con i sostantivi mamma e papà, li ripete anche tipo cantilena senza, all'apparenza, volersi riferire a noi. Imita i suoni dell'aspirapolvere e del campanello. Pronuncia quasi tutte le vocali e quasi tutte le consonanti. Pronuncia le sillabe in modo continuativo, come una cantilena, ma con intonazioni sempre diverse (pia pia pia gag a ga etcc..)ed a giorni, nel senso che ci sono giorni in cui pronuncia alcune sillabe e giorni in cui ne pronuncia altre. Fino a qualche tempo fa diceva anche "gol", per indicare il lancio del pallone in rete o per indicare il pallone ma ora non lo dice più. Per farsi capire indica col dito accompagnando il gesto con dei suoni (generalmente a a a come una scimmietta), che si fanno più forti quando fingiamo di non capire per stimolarlo a parlare. Se proprio non lo ascoltiamo cerca di prendere da solo ciò che vuole. Inoltre non risponde al suo nome, mai in nessun contesto, ma se gli diciamo con tono imperativo “no” o “vieni qui” lui si volta. Talvolta (diciamo 2-3 volte al giorno soprattutto la sera), quando è molto contento, o eccitato, muove le braccia in laterale, dall'alto verso il basso, come un battito d'ala, e qualche volta (diciamo 3-4 volte a settimana) gira su se stesso. Quando gira su se stesso ride, e se gli diciamo di smettere ride e gira ancora di più, però se lo ignoriamo smette da solo, per cui pensiamo sia solo un modo di giocare con noi. A volte (diciamo 3-4 volte a settimana), fissa lo sguardo nel vuoto, soprattutto al mattino appena sveglio o quando ha sonno, e non reagisce quando lo chiamiamo, per avere il suo sguardo in queste occasioni dobbiamo ricorrere al contatto fisico (toccarlo, baciarlo etc..). Quando si innervosisce getta gli oggetti a terra con violenza (ad esempio se mentre impila le costruzioni gliene cade una sbatte tutta la colonna in terra). Non frequenta molti bambini nè ha occasione di incontrare molte persone al di fuori del ristretto nucleo familiare (genitori nonni e cuginetto di 13 anni). Quando un estraneo gli si avvicina e cerca di abbracciarlo o baciarlo reagisce male, va meglio se questo avviene nel suo ambiente familiare o nei luoghi che conosce. Quando prende dimestichezza con l'estraneo diventa più socievole anche se manifesta evidenti simpatie ed antipatie: ci sono amiche della nonna con cui gioca amabilmente, al supermercato ha incontrato un uomo con la barba lunga, tipo babbo natale, ed è stato amore a prima vista gli sorrideva lo fissava negli occhi e gli accarezzava la barba (in effetti era un signore davvero simpatico ed accogliente nei modi e nell'aspetto), ad un signore sconosciuto con una cicatrice sul ginocchio faceva le carezze sulla ferita canticchiando una nenia, ma se si avvicinano i suoi zii non lo sopporta, vero che li vede poco e loro non riescono a trattenere la loro irruenza nei suoi confronti, ma è pure vero che si chiude in camera e mi sembra un pò eccessivo. Comunque si relaziona meglio coi grandi che con i piccoli. Al parco giochi non li evita ma neanche li cerca, spesso si limita a guardare ciò che fanno e poi si batte sul petto indicando se stesso ed i bambini e questo significa che vuol fare la stessa cosa. Non gli piace andare nelle case delle persone, anche a questo però è poco abituato, piange e vuole andare via. Queste sono le cose che più ci preoccupano nel suo comportamento. Per il resto è un bimbo adorabile. Non ama i giochi statici, forse perchè abbiamo grandi disponibilità di spazi ed abbiamo sempre preferito fargli fare attività in movimento ed all'aria aperta, comunque usa i giochi correttamente anche se poco. Preferisce fare quello che fanno i grandi: cucina (e fa anche assaggiare col cucchiaio ciò che ha preparato e se gli dico che è "sciapo" aggiunge il sale facendo finta con la mano), annaffia il prato, zappa l'orto, raccoglie le verdure, passa l'aspirapolvere, fa le buche, mi aiuta a svuotare la lavastoviglie, apparecchia, sparecchia, mi passa le pentole necessarie a cucinare, prova a mandare i fax, risponde al telefono, gli piacciono le giostre, soprattutto scivolo ed altalena e cerca di imitare quello che fanno i bambini grandi (come salire sullo scivolo al contrario o scivolare con la pancia). Se gli diamo dei comandi li esegue quasi sempre, segue la mano quando gli indico qualcosa e la prende, esegue comandi anche senza indicazioni manuali (es. prendi il maglione che è caduto a terra e mettilo sulla sedia, e lui lo fa). Se guarda la TV e c'è una scena in cui piove, corre alla finestra a guardare il cielo, quando in TV fanno cose che fa anche lui (andare al mare o sullo scivolo etc....) attira la nostra attenzione e si batte sul petto indicando se stesso e lo schermo. Nel guardare i cartoni, in genere, alterna momenti in cui è molto preso a momenti in cui cerca di attirare la nostra attenzione su quello che vede. Quando vede qualcuno mangiare o vede del cibo dice "amm". Capisce tutto quello che diciamo. Se chiedo dov’è nonna o il naso di papà o la fronte di mamma etc…le indica correttamente ma confonde sempre occhi ed orecchie (a volte mi sembra che lo faccia apposta perché ride). Beve da solo con la bottiglietta o col bicchiere con il beccuccio e mangia da solo usando le mani, porta alla bocca anche il cucchiaio o la forchetta ma gli cade quello che c’è dentro allora lo raccoglie con le mani e lo mangia, in genere però lo imbocchiamo. Fa ciao con la mano ma usa il gesto più per accomiatarsi che per salutare: quando vuole andare via comincia a salutare e baciare i presenti. Generalmente ci guarda negli occhi quando gli parliamo, con la nonna guarda anche le labbra mentre gli parla. E’ molto affettuoso e ci riempie di coccole (soprattutto me). Per il resto non ripeterò quanto già scritto nel questionario che allego. La sua pediatra dice di iscriverlo al nido, perché potrebbe essere solo pigro e troppo protetto nel suo contesto senza possibilità di confrontarsi (ha un adulto a sua completa disposizione 24 ore su 24 che esegue ogni suo comando).
Non le nascondo che sono molto preoccupata e sto trasferendo tale paura agli altri familiari. Ho letto con interesse i suoi commenti alle mail di altri genitori preoccupati come me e mi piace molto il suo approccio (poca statistica e molta osservazione), vorrei tanto sottoporre il mio cucciolo alla sua attenzione ma purtroppo abitiamo molto lontani. Poiché, con i bimbi piccoli, “meglio una visita inutile in più che una necessaria non fatta”, ho preso comunque appuntamento per una visita neuropsichiatrica i un centro di zona. Nel frattempo però gradirei un suo parere, secondo lei mio figlio necessita di un approfondimento neuropsichiatrico o rischiamo solo di farci catapultare nello “spettro” ? Inoltre crede che il nido possa fargli bene? Se si, crede sia meglio una terapia d’urto (mandarlo tutti i giorni per diverse ore) oppure sarebbe troppo traumatico e quindi preferibile una soluzione soft (magari solo alcune mattine della settimana oppure tutte le mattine per 2-3 ore)? Cos’altro possiamo fare? Magari lasciarlo mangiare più da solo o togliergli il ciuccio o altre cose da bambini piccoli? La saluto cordialmente.
Questionario
composizione familiare mamma, papà e bambino
età del bambino/a 23 mesi
problemi in gravidanza...nessuno, nel primo trimestre ho avuto due episodi di sanguinamento per i quali, a scopo precauzionale, sono stata messa a riposo per un mese circa.
nascita
a che settimana 41 + 2 gg
Parto .naturale ma indotto
alla nascita : kg 4,180, altezza 54 cm, circ- cranica 37
(eventuali curve di accrescimento epoche successive)crescita regolare
indice di Apgar: 1' 9./ 5' 10, durata del ricovero in ospedale:8 giorni (è stato trattenuto per PCR elevata)
Primi mesi
allattamento: misto per due mesi, poi solo artificiale
svezzamento a partire dal 5 mese, molto semplice.
ritmo sonno veglia: di giorno dormiva poco lamentandosi molto, ma la notte dormiva sempre, svegliandosi solo per mangiare.
eventuali difficoltà; stitichezza dal 2 mese, colichette fino al terzo mese.
persone che lo accudivano: mamma
epoca successiva
alimentazione: mangia tutto eccetto i formaggi. sonno : dorme tutta la notte (dalle 22. 30 alle 7.30 circa) e poi riposa (2-3 ore) il pomeriggio. Il pomeriggio dorme solo nel lettino addormentandosi da solo, la notte dorme nel lettone, si addormenta da solo vicino a noi.
abitudini: usa il ciuccio, lo cerca quando è stanco e prima di dormire, ultimamente lo cerca più spesso ma credo abbia problemi coi dentini.
sviluppo psico-motorio:
seduto da solo a che età : non ricordo ma a 5 mesi andavamo sicuramente in giro col passeggino quindi stava seduto.
primi passi da solo: si è alzato ed ha camminato da solo per la prima volta a 13 mesi, ma poi non lo ha più fatto fino ai 14 mesi. Non ha mai gattonato, ma a partire dagli 8-9 mesi voleva che lo si sostenesse per camminare.
capacità motorie attuali: cammina, corre sia in discesa che in salita, fa da solo gli scalini dello scivolo, fa da solo le scale in posizione eretta se ha un appiglio altrimenti sale usando le mani, per la discesa cerca l’aiuto di un adulto ma se nessuno lo aiuta valuta lo scalino, se è alto si ferma, se è basso scende da solo.
controllo sfinterico (pipì e popò) a che età: ancora usa il pannolino ma dice quando deve defecare.
interesse e curiosità verso le persone
reazione di fronte a persone e ambienti nuovi: altalenante, se andiamo in un parco giochi o alle giostre si lancia alla scoperta tutto contento, se andiamo in case che non conosce può accadere che si stranisca quando entra, talvolta piange, anche per 15-20 minuti, poi prende dimestichezza con l’ambiente.
figure principali cui è attaccato : mamma, papà, nonna
reazioni alla separazione, cioè al distacco dai genitori: non sperimentata. Fin ora si è allontanato dalla mamma solo per stare con la nonna che è figura della sua quotidianità e, con lei va tranquillamente. Quando vado a prenderlo però manifesta evidente eccitazione e contentezza.
rapporto con le persone, adulti: altalenante, ha evidenti simpatie ed antipatie, in linea di massima, se l’adulto gli da il tempo di farsi conoscere è tranquillo invece se cerca subito di abbracciarlo lui si ritrae, con i bambini, fino a qualche mese fa o li ignorava o li graffiava. Adesso frequentiamo di più i luoghi dove si trovano i bambini ed ha smesso di graffiarli, addirittura li bacia per salutarli, talvolta gli porge i suoi giochi. Però non gioca mai con loro se non con la mediazione di un adulto che li dirige, e spesso anche in questo caso non gioca con loro ma con l’adulto.
comprensione delle cose e delle richieste: capisce tutto, esegue gli ordini (quando vuole) ed è anche propositivo ad esempio se gli dico di andare a fare il bagno lui prepara da solo ciò che gli occorre (prende la vaschetta, il body pulito, l’accappatoio etc..), se dico prepariamo la tua carne lui va a prendere il pentolino necessario.
comunicazione dei suoi bisogni e desideri: non parla, indica ciò che vuole. Ad esempio se vuole salire sull’altalena indica se stesso e l’altalena. Talvolta per indicare che ha sete o fame dice “amm” aprendo e chiudendo la bocca o portandosi le mani alla bocca come per mangiare.
sviluppo simbolicon
linguaggio:
prime parole : la sillaba “ma” ripetuta intorno ai 5-6 mesi
due parole insieme; no
uso del no e del sì : il no viene pronunciato in modo appropriato. Per annuire in genere sorride oppure accenna con la testa aggiungendo un “m” secco come di assenso.
frase minima (verbo e sostantivo ); no
interesse e curiosità per gli oggetti
uso dei giochi: non ama molto i giocattoli, gli piacciono quelli che si impilano a formare delle torri ma non ci gioca molto, gioca con la palla usando i piedi. I suoi giochi sono essenzialmente imitativi di quello che vede (cucina, parla al telefono, manda i fax, annaffia il giradino, zappa la terra, passa l’aspirapolvere, mette a posto la spesa etc…), gli piace potare gli oggetti da un luogo all’altro, mettere e togliere oggetti da armadi o recipienti, nessun gioco ripetuto in modo ossessivo. Cambia spesso attività.
disegno spontaneo: scarabbocchio, sia linee dritte che curve e puntini, vuole anche che un adulto gli tenga la mano per fare dei disegni.
attenzione nelle varie attività e interessi: media, se non riesce si innervosisce e butta tutto in terra.
comportamento: dolce, vivace, quando è stanco o non è accondisceso è molto capriccioso
adesione a regole, orari, limiti: per ora non gli vengono posti, tranne il lavarsi cosa che fa volentieri.
obbedienza agli adulti: se è riposato e tranquillo si riesce a farlo collaborare, in realtà non siamo molto impositivi.
reazione a divieti, frustrazioni: ira iniziale poi si calma
capricci, bizze, paure, fissazioni; capricci parecchi, soprattutto quando è stanco, da piccolo aveva paura dell’aspirapolvere e dei giochi elettronici ma ora no.
scolarizzazione
asilo nido no A che età ……………. Reazioni eventuali ………….
Scuola materna …………….. eventuali difficoltà di inserimento, ambientamento............
Successive scuole ....... apprendimento ........ comportamento .........
Rapporti sociali, amicizie, attività extrascolastiche, solo i bambini che incontra al parco, ma non ha amicizie stabili e frequentazioni quotidiane
situazione familiare: mamma, papà, bambino
altri conviventi: vede quotidianamente ed ha rapporti significativi con i nonni paterni
Organizzazione familiare per l'accudimento: dopo la colazione il bambino va dalla nonna con cui passa la mattinata. Vado a riprenderlo per mangiare e poi resta con me. Dopo il riposino pomeridiano usciamo e giochiamo, la sera sta con la mamma ed il papà.
modalità educative: permissive ed accomodanti, bambino molto coccolato, non viene sgridato cerchiamo tutti di creargli occasioni di svago e di divertimento. Gli parliamo moltissimo.
tempo video: durante i pasti, la sera guarda i cartoni almeno 1 ora anche se non consecutiva.
Eventi particolari, cambiamenti, trasferimenti, lutti, difficoltà, malattie di familiari, ecc....
Visite mediche, ospedale, altro no
Eventuali esami fatti e referti (Udito, vista, eeg, rmn,...) no

Mi sembra tutto assolutamente

Mi sembra tutto assolutamente nella norma, tranne il bombardamento di parole che sembra fargli "gli parlo moltissimo". Provi a parlargli meno, e a 'ascoltarlo' di più, comunque ci sono bambini 'parlatori tardivi' che comincian a parlare ben oltre i due anni e talvolta anche dopo i tre.
PS non mi sambra assolutamente indicato di fare visite specialistiche ed esami. Il nido, dopo i due anni, è utile per ampliare gli orizzonti ed imparare a stare in ambiente extrafamiliare, senza fretta.
Cordialmente,
drGBenedetti

la ringrazio

per il suo parere ed il consiglio. So che esistono parlatori tardivi, mi preoccupa più il fatto che non risponda al suo nome. Approfitto della sua cortesia per chiederle "lumi" circa l'asilo nido. Ho letto sul sito la sua "guida ai genitori" con gli errori da evitare. Si parla anche del nido e, nel rispetto delle necessità lavorative dei genitori che certo non possono esserne colpevolizzati, mi è parso che lei ritenga limitato l'ausilio delle educatrici del nido per lo sviluppo del bambino; se l'ambiente familiare non è sufficientemente stimolante può essere di aiuto altrimenti no. Sul punto ci sono tante discordanti opinioni. Alcuni studi recenti ritengono che i bimbi che vanno al nido acquisiscono maggiori abilità matematiche (ma bisognerebbe vedere se questi studi hanno considerato tutte le variabili che possono influire su un miglior rendimento scolastico!) è opinione diffusa che, comunque, la frequentazione del nido incentiva la socializzazione, lo sviluppo linguistico e l'indipendenza. Io ho sempre creduto che il nido serva più ai genitori che ai bambini i quali, fino ai tre anni, difficilmente socializzano con i pari, almeno nel modo in cui noi intendiamo la socializzazione. Al contrario ho sempre pensato che il bimbo affronta quotidianamente tante novità e che lo fa meglio e si sente più rassicurato nel suo ambiente. Tale convinzione mi ha portato ad allentare con il lavoro per dedicarmi al bimbo.E' stata una scelta economicamente e professionalmente dannosa ma consapevole e che ho fatto volentieri (e perchè potevo permettermela, lo specifico perchè non voglio apparire come la supermamma che non sono). Ora mi chiedo se abbia fatto bene. Mio marito insiste per il nido io invece, come le ho già scritto, sono piena di dubbi perchè un bimbo di due anni che è sempre stato in famiglia potrebbe vivere traumaticamente il distacco e peggiorare anche lo sviluppo linguistico (che ci preme molto). Le faccio una domanda da un milione di dollari, consapevole del fatto che l'unica ad avere una risposta probabilmente sono io, come si capisce se il bambino è pronto per il nido?

Forse come ci sono dei

Forse come ci sono dei 'prerequisiti' per la scuola elementare, si potrebbero stabilire dei 'prerequisiti' per affrontare l'andata al nido a due anni. Prima forse sono meno definibili, fino a setto otto mesi il bambino ancora non differenzia fra persone conosciute e non, e quindi non si accorge o quasi... Fra i nove mesi e i due anni siamo in piena epoca di differenziazione delle persone, e la paura dell'estraneo è un segno ben visibile del lavoro di separazione che sta facendo il bambino per imparare a sopportare il distacco dalle persone conosciute. A due anni molti bambini sono in grado di accettare il distacco dai genitori abbastanza bene, avendo acquisito una sufficiente fiducia in loro, che non spariranno. Inoltre la curiosità per le persone nuove e il mondo esterno controbilancia la paura dell'estraneo e costituisce una spinta a lanciarsi alla scoperta di cose nuove. Anche i coetanei sono oggetto di curiosità, anche se sono meno gestibili degli adulti e dei bambini più grandi, per cui il contatto con i pari età è l'ultimo che viene acquisito.
Quindi se gli aspetti 'estroversi' per così dire, sono superiori a quelli 'introversi', si può pensare che il bimbo sia pronto al grande passo del nido, cioè di entrare in una comunità completamene diversa da quella a cui si è abituato. In qualche modo, a due o tre anni è comunque un passo necessario nella crescita. Di solito nidi e scuole materne prevedono una fase di 'inserimento' graduale, in modo da dare al bmbino la possibilità di sperimentare poco a poco la novità e di abituarsi. Ma oggi certa psicologia diffonde nuove teorie, ad esempio che i bambini non devono attaccarsi a un educatore particolare e quindi alternano sempre più persone. Può essere adatta forse a corsi di sopravvivenza nei rifugi atomici ( o 'antiterroristici', nei tempi attuali), ma mi sembra molto poco adatta allo sviluppo di relazioni umane normali.

Riguardo allo "sviluppo linguistico che vi preme molto", come forse si capisce anche dall'aver voluto parlare sempre molto al bambino, non vorrei che potesse costituire una "pressione" a parlare, che spesso, come quando si vuol forzare un bambino a camminare prima che sia pronto, può ottenere l'effetto contrario. Credo che sia meglio lasciare che un bambino prenda gli stimoli presenti nell'ambiente e segua poi i suoi tempi di maturazione... Come appunto nell'analogia che faccio spesso con piantine e terreni e lavoro del giardiniere.
Cordialmente

ancora grazie

per la disponibilità, la chiarezza, la cortesia e la professionalità. In effetti, guardando il bambino nelle cose che fa anzichè in quelle che vorrei facesse, mi accorgo che è ancora più comunicativo e disponibile di quanto non vedessi prima. Mi stupisce però che non risponda al suo nome.
Riprendo questa discussione, a distanza di qualche mese, per aggiornarla sulla situazione di mio figlio. Nonostante i molti stimoli e la diversificazione ambientale e sociale che gli abbiamo offerto durante le vacanze, il bimbo non ha introdotto alcuna nuova parola nel suo vocabolario che continua a comporsi di sole 5 parole più una "lallazione" incomprensibile. Notiamo che ultimamente lalla a ritmo, nel senso che emette sillabe distaccate con tono deciso ed accompagnate da un movimento del capo. Ad esempio: "ma-ta-pi-na" e per ciascuna sillaba muove il capo in avanti, come a scandire il tempo. Le sembra atipico? intanto a breve cominceremo il nido.

Non vorrei che la

Non vorrei che la preoccupazione per il linguaggio fosse come un paraocchi che impedisce di vedere il bambino tutto intero. Le raccomanderei di continuare a occuparsi di quello che fa, più che di quello che non fa, e poi di farlo insieme, o lasciarglielo fare con altre persone conosciute, per stare insieme e scoprire e curiosare in ogni cosa cui sia interessato, lasciandolo sviluppare le sue capacità liberamente, nell'esperienza di ogni giorno. Mandatemi magari qualche video per vederlo - insieme a voi- mentre fate qualcosa insieme, normalmente, abitualmente, liberamente.

Egregio dottore, le scrivo

Egregio dottore, le scrivo per aggiornarla su mio figlio. Ancora non parla e tende a non rispondere quando chiamato. Da settembre va al nido (solo per qualche ora al mattino) e le maestre si dichiarano soddisfatte del suo inserimento e dei suoi miglioramenti. Comunica cn loro (non verbalmente), partecipa in modo sufficiente alle attività e interagisce coi compagni (non ci gioca ma dicono che a due anni i bimbi non giocano insieme ma interagiscono, generalmente in modo oppositivo: si sottraggono i giochi, si spingono etc...). Riferiscono però di trovarlo un pò goffo nei movimenti (ed è vero), cosa rilevata anche dallo psicologo del nido che lo ha definito un pò ipotonico, il quale però non ha manifestato per questo una particolare preoccupazione raccomandandosi comunque di lavorarci su facendogli fare tanti giochi "fisici". Come posso aiutarlo? Consideri che il bimbo è sempre in movimento, andiamo al parco appena possibile etc..
La sua pediatra non è stata rassicurante: pur rilevando che il bimbo ha contatto visivo, gioca e risponde agli stimoli, ritiene cmq preoccupante il fatto che ancora non parli associato a una "stranezza" comportamentale che ha definito "quai iperattiva". Ha consigliato un colloquio psicologico. A me sembra vivace ma non iperattivo, a quanto ne so i bimbi iperattivi non riescono a stare fermi, lui invece fa anche giochi statici senza dimostrare per questo particolare insofferenza. Siamo in attesa di essere contattati per effettuare gli accertamenti neuropsichiatrici. In attesa non le nascondo una certa ansia.

Le direi di farmi vedere il

Le direi di farmi vedere il bimbo in qualche video, se vuole, comunque l'"ipotonia" non ha particolare significato ( né è misurabile....), a meno che non ci sia un deficit di forza muscolare, e quindi difficoltà a salire le scale, alzarsi da terra, ecc., o delle posture e dei 'pattern', cioè schemi motori particolari, anomali. Ma sono cose macroscopiche, segni evidenti di difficoltà motorie.
Per cui, se non ci sono segni eclatanti, non farei assolutamente nulla.
Oggi si parla molto di 'disprassia' o 'disturbi della coordinazione', ma sono semplici segni di ritardo di maturazione. La goffaggine di solito è appunto dovuta a un ritardo di maturazione per cui ugualmente non ha senso fare nulla, se il bambino si muove normalmente nell'ambiente, corre, gioca, ecc.
Direi che uno dei problemi dei genitori oggi è che sono circondati da pseudo esperti ( fra cui amici, parenti, insegnanti e altri tecnici che sconfinano dal loro campo, oltre a giornali, televisione...) che diffondono solo allarme e panico senza avere competenze e titoli per le cose che dicono, e quindi bisogna difendersi da queste intrusioni.
Non so perchè sono in programma 'accertamenti', visto che a quanto posso valutare a distanza, finora il bimbo mi sembra nei limiti della norma. Se gli accertamenti sono test per l'autismo li sconsiglierei vivamente, in quanto deformanti e forieri di gravi errori, a mio avviso. Vedere le mie 'recenti riflessioni sull'autismo', nella colonna a destra.
Attenzione che lo stress ambientale può influire sullo sviluppo.

La ringrazio ancora per la

La ringrazio ancora per la cortesia e la disponibilità. Gli accertamenti in corso consistono in una visita neuropsichatrica. dimenticavo di dirle che ultimamente risponde al nome anche se non sempre. Direi che proprio il non rispondere al nome è la cosa che più mi allarma adesso. So bene che un bimbo che non parla e non risponde al nome viene automaticamente valutato nel suo sviluppo complessivo e, anche, per l'autismo. Ciò nonostante temo che trascurare i dettagli potrebbe essere pericoloso. Quale metodo di valutazione ritiene preferibile? Da quello che ho letto nei suoi scritti on line lei suggerisce una valutazione globale del bambino nel suo ambiente, basata sull'osservazione e non sulla somministrazione di test. Ha un "nome tecnico" questo metodo? glielo chiedo perchè potrei provare a cercare specialisti che adottino un metodo simile, eventualmente potrebbe suggerirmene qualcuno a Roma? (se poi venisse lei sarebbe bellissimo! ho inserito apposita richiesta nell'area a ciò dedicata del sito)

Rinnovo l'invito a mandarmi

Rinnovo l'invito a mandarmi dei video, spesso si rivelano utili.
Il metodo è semplicemente quello clinico, osservativo, che valuta il bambino come persona globale nel suo contesto ambientale e relazionale, e non come somma di prestazioni misurate in qualche modo, isolate dal resto. In ambito medico-psicologico, i test sono lo strumento principale delle tendenze comportamentistiche ( oggi prevalenti col nome di 'cognitivo-comportamentali' ) che si autoproclamano 'scientifiche', mentre a non dargli importanza sono quelle psico-sociali, psicodinamiche. Nei servizi pubblici ( anche ospedali, università...) le prime sono stati imposte per Legge, quasi (dal parlamento!!!), oltre che per lobby e i dipendenti sono praticamente costretti a seguirne le 'linee-guida' applicando 'protocolli' preconfezionati. Ci vorrà un decennio prima che qualcosa cambi, temo, anche se all'estero qualcosa sembra muoversi. Nella pagina dei link può vedere degli elenchi di psicoterapeuti di alcune associazioni psicoanalitiche per l'infanzia, che dovrebbero essere meno affezionati ai metodi testistici suddetti. Quello che poi conta di più è comunque la competenza, esperienza e buon senso della persona.

aggiornamento

Egregio dottore, le scrivo per aggiornarla sulla situazione di mio figlio. Abbiamo effettuato una visita neuropsichiatrica in un famoso centro della zona. La visita è stata velocissima e, dopo 5 minuti in cui il medico interagiva col bambino, mi ha guardata ed ha detto che il bambino indica, comunica, interagisce e che quindi esclude ogni forma autistica. Dalla relazione leggo: "Qualità della relazione discreta, risponde alle domande, utilizza il gesto comunicativo, attenzione condivisa presente. risponde al nome,a volte è ripetitivo" La diagnosi è "altri ritardi specificati dello sviluppo.ritardo del linguaggio". Consiglia di togliere il ciuccio e di favorire l'autonomia del bambino (dormire da solo, no pannolino etc..) e ritiene utile psicomotricità due volte a settimana.
prima di andare via ho chiesto al medico se, quindi, poteva rassicurarmi e lui ha risposto in modo secco "la rassicuro assolutamente, stia tranquilla".
Credo che, al di la delle espressioni utilizzate, la diagnosi sia simile a quella da lei effettuata (altri ritardi specificati dello sviluppo significa ritardo di linguaggio giuso?).
Crede sia affidabile una diagnosi effettuata con 5 minuti di osservazione del bambino?
Nel salutarla, viste le prossime Festività, le auguro un buon Natale

Direi, sulla base di quanto

Direi, sulla base di quanto riporta, che il medico pur in breve tempo ha visto abbastanza cose per dare il suo parere che mi sembra corretto in rapporto alle sue note. Ma le consiglierei di non occuparsi di 'diagnosi', che sono più che altro formule classificatorie per stabilire in quale 'cassetto' mettere il caso, e piuttosto di occuparsi del bambino, di stare con lui, interagire, condividere ecc ecc. Le riformulo l'invito a vedere qualche video - mi sembra di non averne ancora visti - perchè altrimenti posso solo ripetermi...
Grazie per gli auguri che ricambio di cuore.

Egregio Dottore, le scrivo

Egregio Dottore, le scrivo per aggiornarla sulla situazione di mio figlio che ora ha 30 mesi.
Poco dopo aver effettuato la visita neuropsichiatrica di cui le ho scritto nel precedente post, che diagnosticava un ritardo nel linguaggio, siamo stati contattati da un famoso centro pubblico della nostra città presso il quale eravamo in lista d'attesa da svariati mesi per effettuare una valutazione globale dello sviluppo del bambino. la valutazione è durata 4 giorni (circa due ore al giorno di valutazione), con osservazione clinica e somministrazione di test. E' stato effettuato anche elettroencefalogramma del sonno che non ha evidenziato anomalie. Purtroppo il bambino, sia per stanchezza che per la totale incapacità degli operatori di instaurare la minima relazione empatica con mio figlio, è stato poco collaborativo: si è rifiutato di fare quanto gli chiedevano e piangeva a dismisura. una reazione davvero inusuale per lui che credo abbia viziato il riultato finale della valutazione. ad ogni modo la diagnosi è disturbo misto dello sviluppo (cod. 315.5). E' risultato negativo alla valutazione per autismo e spettro autistico. Lo sviluppo cognitivo, misurato mediante GMMDS-ER è risultato significativamente sotto alla sua età (13 mesi) e questo è il dato che più mi allarma e genera problemi di gestione pratica del bambino: se non mi ascolta è perchè fa i capricci, e allora devo sgridarlo, oppure perchè non mi capisce? tra l'altro noto una discordanza negli esiti dei test: per il GMMDS-ER il linguaggio ricettivo ed espressivo del bambino è pari a quello di un bimbo di 11 mesi (le ricordo che non parla), ma per il test PEP-3 alla voce "cognitivo verbale/preverbiale" è risultato con sviluppo pari ad un bimbo di 25 mesi, lingaggio espressivo 12 mesi, linguaggio ricettivo 23 mesi, quindi un ritardo sensibile ma meno preoccupante. trovo poco credibile tale valutazione, anche per le modalità in cui si è svolta, e non le chiederò certo di esprimersi al riguardo, immagino sia cosa difficile. Ci consigliano di fare esami genetici per scoprire la causa del suo disturbo, è utile? nel senso è possibile intervenire diversamente nel trattamento se si scoprisse una causa metabolica o genetica al suo problema (oltre alla psicomotricità bisettimanale che già facciamo?)? Vorrei evitare al bimbo l'ulteriore stress del prelievo di sangue se, anche in caso di positività, comunque non potremmo fare nulla più di quanto già facciamo. Non trovo on line il cod 315.5 dato alla diagnosi, so che le considera solo etichette, ma potrebbe spiegarmi in cosa consiste questo disturbo? Grazie ancora

Sono appunto etichette per

Sono appunto etichette per mettere le cartelle dei bimbi in cassetti diversi...
Comunque 355.5 è una categoria della classificazione dell'OMS ICD9 (international classification od diseases, 9 edizione), da 20 anni non più in uso e sostituita dall'ICD10.
Escluderebbe comunque sia autismo che ritardo mentale, che sono in altre categorie, mentre si riferisce alla presenza di difficoltà sia nel linguaggio che nella motricità, che altre volte mi ha segnalato (Qui sotto un riassunto della categoria 355, con le sottocategorie.)
Gli altri test dicono poco e dipendono dalla valutazione soggettiva delle prestazioni del bimbo da parte degli operatori, e ovviamente dalla collaborazione del bambino: non ci baderei.
Bene aver fatto l'eeg nel sonno che così libera dal possibile dubbio di una sindrome tipo Landau-Kleffner ( afasia-epilessia).
Di altri esami,( genetici, metabolici, RMN, che si fanno per gravi ritardi verso i tre anni, di solito,) solo se si trovasse la Fenilchetonuria ( malattia del metabolizmo dell'aminoacido Fenilalanina) eventualmente ci sarebbe da fare una dieta priva di fenilalanina che potrebbe migliorare la situazione. Ma di solito è uno degli screening che vengono fatto alla nascita a tutti i bambini. Gli altri esami solitamente non danno adito a terapie diverse.
Visto il buon inserimento all'asilo, e l'evoluzione positiva in atto, che mi diceva, io vedrei come va nei prossimi mesi, prima di fare alcunchè, cercando di avere col bimbo un atteggiamento di attenzione alle sue comunicazioni e richieste, senza pretendere prestazioni da lui, mettendogli solo i limiti e le regole necessarie, poche ma buone. Ma niente 'rimproveri', che sono solo controproducenti: invece pazienza e resistenza.

ICD9
.....
" 315 Specific delays in development
( A group of disorders in which a specific delay in development is the main
feature. In each case development is related to biological maturation but it
is also influenced by nonbiological factors and the coding carries no
aetiological implications.)
315.0 Specific reading retardation
315.1 Specific arithmetical retardation
315.2 Other specific learning difficulties
315.3 Developmental speech or language disorder
315.4 Specific motor retardation
(dispraxia)
315.5 Mixed development disorder
A delay in the development of one specific skill [e.g., reading, arithmetic,
speech or coordination] is frequently associated with lesser delays in other
skills. When this occurs the coding should be made according to the skill
most seriously impaired. The mixed category should be used only where the
mixture of delayed skills is such that no one skill is preponderantly

affected.
315.8 Other
315.9 Unspecified

La ringrazio per la preziosa

La ringrazio per la preziosa risposta, precisa e puntuale, doti che difficlmnte si riscontrano nelle risposte date dai neuropsichiatri e per la quale rinnovo la mia stima nei suoi confronti.
Da quanto "nebulosamento" riferito dalla neuropsichiatra nell'incontro di restituzione (ma ho il dubbio che non abbia osservato affatto il bambino e si sia affidata a quanto riferitole dalle psicologhe che lo hanno valutato, tant'è che afferma che il bimbo non fa gioco smbolico il che è falso visto che il 90% del gioco del bambino è gioco simbolico e si è ampiamente prodotto in tale gioco anche davanti a lei,.....), loro ritengono vi sia un ritardo cognitivo tant'è che suggeriscono i test genetici di cui sopra per scoprire eventuali malattie rare che producono ritardo mentale. Ma qui la"nebulosità" si fa ancora più marcata...afferma vi sia ritardo mentale citando i risultati del primo test, ma poi specifica che il risultato finale di tale test è abbassato dalla mancanza di lingiaggio che si cumula con la capacità di percepire il linguaggio, vale a dire che poichè il linguaggio espressivo è 0 il cognitivo (comprensione) è maggiore della media statistica finale (e quindi questo bimbo ha o non ha un ritardo cognitivo?). Poi la diagnosi non specifica letteralmente in quali competenze si realizza il "misto" disturbo (cognitivo, verbale motorio, tutto insieme?) se fosse un ritardo complessivo avrebbero diagnosticato un disturbo generalizzato dello sviluppo, il codice utilizzato, come lei mi ha aiutato a comprendere, esclude il ritardo mentale eppure a noi a voce dicono diversamente ma non in modo chiaro.
Molto più chiare sono state le sue maestre che escludono, per quanto di loro competenza, che il bamino manifesti un problema cognitivo. La medicina non è una scienza esatta!
La ringrazio ancora dottore per la consulenza ed per il preziosissimo conforto emotivo che mi arreca. Buona settimana

Vediamo come va nei prossimi

Vediamo come va nei prossimi mesi.

Egregio Dottore, sono ormai

Egregio Dottore,
sono ormai troppi mesi che vivo nell'ansia ed ormai sono prossima al crollo. Mi rendo conto che questo nuoce a me, alla mia famiglia e soprattutto al bambino ma è una preoccupazione costante che non riesco ad arginare e che mi toglie ogni entusiasmo e felicità. Forse sono io che dovrei farmi curare! In ogni caso al momento devo gestire la mia ansia relativamente alla scelta se sottoporre o meno il bambino agli esami genetici e metabolici suggeritoci e per i quali ci è stato già fissato a breve un appuntamento. Vorrei davvero evitare a tutti noi uno stress inutile (perchè non ci sono casi di ritardo mentale in famiglia, almeno a quanto ne sappiamo, ed il bimbo non ha i tratti fisici collegati ad alcune delle malattie rare che vorrebbero indagare come X fraile). Allo stesso tempo non vorrei perdere un'occasione diagnostica per dare un nome al problema del bambino restando con l'ansia di non aver fatto quanto avrei potuto e col rischio di dovermi mettere in lunghe liste d'attesa per effettuare i medesimi esami. Alla sua attenzione di psicoterapeuta non sfuggirà il carattere tipicamente ansioso di questo mio "dilemma"....
Che faccio Dottore? Li facciamo o non questi esami?

Signora, per un ritardo del

Signora, per un ritardo del linguaggio e una qualche goffaggine motoria, in un bambino che va all'asilo e si trova abbastanza bene, partecipa, interagisce, ecc, a quanto diceva, non si fanno esami, a due anni e mezzo.( Chi vende accertamenti esami e terapie è spesso di opinione diversa, ovviamente, come i salumieri che reclamizzano i loro prodotti...)
Ha già fatto l'EEG nel sonno, che esclude la 'afasia epilettica' (Sindrome di Landau-Kleffner), che era l'unica diagnosi che eventualmente poteva indicare una terapia specifica.
X fragile, altre anomalie genetiche o metaboliche non danno luogo a terapie specifiche, tranne la fenilchetonuria che di solito è diagnosticata negli screening che si fanno alla nascita, e impone una restrizione alimentare degli alimenti contenenti fenilalanina.
Per il resto una diagnosi non aggiungerebbe altro al momento.
Più importante valutare se è in atto o meno una evoluzione positiva, sia generale che della comunicazione e del linguaggio, ed eventualmente valutare se ci sono ostacoli o impedimenti ambientali per eventualmente diminuirli (eccessiva pressione, eccessive ansie, fobie, ecc...) . Il bimbo ci sente bene?

Egregio Dottore, Io davvero

Egregio Dottore,
Io davvero non so come ringraziarla del sostegno che mi offre. A noi (genitori, maestre e neuropsicomotricista) sembra che il bambino comprenda tutto quello che gli viene detto (di contrario parere è l'ultima valutazione). La sua pediatra si è sempre rifiutata di prescrivermi accertamenti audiologici perchè, parole sue, "il bambino risponde a tutti i comandi senza che gli indichi cosa deve prendere, cosa le fa pensare che non ci senta?". Vero è che sua cugina fino a tre anni non parlava perchè non ci sentiva e nessuno se ne era mai accorto, potrebbe essere lo stesso per lui. Che tipo di esame audiometrico mi consiglierebbe lei?

Per questo deve sentire un

Per questo deve sentire un audiologo, nel dubbio, comunque ne riparli con il suo pediatra, direi.

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