oh! serafina

Egregio Dottore, forse sono riuscita ad inserirmi tra gli adulti. Chi crede e/o spera, come me, nell'esistenza dell'isola che non c'è, forse non è propriamente "adulto", ma come dice la canzone di Bennato, chi non crede alla sua esistenza è ancora più matto di me.
Scrivere a ruota libera senza censure....
Non ricordavo di aver già usato il nome tramonto.......
Ma questo è un piccolo passo sul viale del tramonto. I viali di solito non hanno scale, speriamo neanche questo, neppure metaforiche, ma è solo una speranza.
Come ritrovare l'entusiasmo......

Non saprei che foto ha visto

Non saprei che foto ha visto e quindi che lago possa essere.
Mi spiace che Lei 'legga' le mie parole come critiche o giudizi negativi, e che ci veda significati nascosti, da usare il vocabolario per interpretarli.
Come scrivevo nell'ultimo post, mi sembra che Lei possa trovarsi in questo periodo in uno stato di depressione, di cui non posso valutare il grado senza una conoscenza più diretta. Non è tanto questione di antidepressivi ma del fatto che possa aver bisogno di una valutazione e un aiuto diverso da questo lavoro online e forse urgente. Le dicevo perciò di rivolgersi a chi la segue o a un medico di fiducia. Anche Lei accennava negli ultimi tempi a questioni di diagnosi: forse sente Lei stessa il bisogno di una valutazione più approfondita, che non si può fare senza una visita diretta.

Non so

Egregio Dottor Benedetti, forse si è stancato e mi sta congendando per ledifficoltà emerse di recente.
Riguardo la foto se digita Gianmaria Benedetti my wife and i.. dovrebbe uscire un titolo Gianmaria Benedetti local from florence. Surfcoaching.. e viene fuori la foto. Come le dicevo nell' Altro post ho seguito il suo consiglio, sono già stata dal medico per scalare il farmaco (rimedio peggiore del male, diceva a proposito degli amsiolitici )e poi presto vedró la terapeuta. Non so se vuole essere informato o meno.
Ora ho capito le sue parole, ci sono voluti altri post caratterizzati, almeno per me, da altra prospettiva rispetto ad altri del passato. Cmq anche in Passato avevo detto di aver usato il vocabolario per alcune sue espressioni. Personalmente non trovo niente di strano nel suo utilizzo.
In ogni caso avevo capito male o inteso troppo alla lettera le sue parole. Non so se ha presente, ma quando leggeva "dr non assecondi il trend o ciclo.. "come lo interpretava? mi sta venendo il dubbio che forse ero stata alquanto oscura.
Ancora una volta non so se vuole essere aggiornato o meno. Se no, la ringrazio per il tempo che mi ha dedicato, ma se riesce a trovare la foto mi picerebbe sapere il nome della località, sembrerebbe in trentino. Cordialmente

Non la sto congedando, sono

Non la sto congedando, sono solo preoccupato per Lei.
Avevo dimenticato la foto su couchsurfing... E' il lago di Carezza, nelle Dolomiti.
Lei qui è invitata a scrivere quello che vuole, senza 'censure' particolari. Le mie osservazioni non sono proibizioni, le prenda come indicazioni tipo scuola guida. Ma Lei non dovrebbe inibirsi, trattenersi. Non posso sapere in anticipo se quello che scriverà sarà utile interessante o no, deve correre il rischio. Sembra sia stata traumatizzata dai miei commenti, ma penso che forse anche lì sia stata la sua 'lettura': si parlava spesso di fraintendimenti,altre volte, se mi ricordo bene, di 'torre di babele', quando le persone non capivano più le parole altrui e le prendevano per offese e si facevano guerra...
Più che il significato del vocabolario penso che il senso venga dall'esperienza nel rapporto e nella comunicazione fra due persone, che magari non si attengono strettamente al vocabolario. Le parole sono solo un modo, molto imperfetto, sembra, per cercare di comunicare e capirsi. Spesso si prestano a fraintesi e incomprensioni e non è facile in quei casi spiegarsi e chiarirsi. Più che il vocabolario ufficiale, per così dire, le persone costruiscono un proprio vocabolario, ma non con spiegazioni letterali, per così dire, ma nell'esperienza di comunicare e capirsi, si spera, in tutto il contesto, per così dire. Perciò non è il vocabolario, o i riferimenti di altri, che chiariscono quello che uno cerca di dire... Stessa cosa per i limiti e le regole: valgono di massima ma possono avere eccezioni, a volte, per necessità, come il numero dei post in questa settimana, ad esempio...
A mio avviso meglio anche non spaccare il capello in quattro nelle interpretazioni dei significati, ma cercare di andare avanti sperando di arrivare a capirsi meglio, pensando che forse fraintendersi è molto più frequente che capirsi. Speriamo di capirci, che assomiglia al motto "io speriamo che me la cavo" che ogni tanto cito...

inibirmi...

Egregio Dotto Benedetti,
tra persone, a volte, si crea un vocabolario personale, spesso le parole hanno un significato diverso da quello riportato nei dizionari. E' capitato tra il mio compagno e me oppure con la terapeuta. Questo "lessico", che al di fuori di un certo ambito può sembrare assurdo, ridicolo, tra noi è altro, ma ci è voluto del tempo. Forse era troppo presto, almeno per me, usare, un lessico più personalizzato, c'era scarsissima conoscenza, per cui potevo fare affidamento solo sul vocabolario e se si basa su di esso "stolto" ha un determinato significato come pure "paraocchi". Ora posso iniziare a percepire altri significati oltre il letterale, che almeno nelle fasi iniziali di un dialogo dovrebbe garantire un dialogo quasi scevro dai fraintendimenti.
traumatizzata dai suoi commenti' ero ad un bivio, ma inutile ripetermi.
Di solito se mi dicono di fare un passo indietro ne faccio 2 o 3. Quasi un anticipo della "mossa" dell'altro. In un passato post, lei diceva che nn avrebbe più risposto se avessi scritto più di 2 post, forse, nn ricordo bene paragonava le parole che scrivevo a dei " rifiuti". Ho cercato di non scrivere oltre i limiti, di scrivere più cose già etichettate come "rifiuti". Insomma ho cercato di anticiparla. Eccezione la scorsa settimana, eccezione almeno per il numero decisamente alto di post, ma non spacchiamo il capello- Forse se non fossi stata ad un bivio poteva essere diverso. trattenermi o inibirmi è risultato ancora più facile del solito. Non so se sia così con certezza, ma all'inizio del dialogo ero più spontanea, ora ho difficoltà, forse è come dice lei, le sue parole, pare che mi abbiano traumatizzata. Forse non è solo "correre il rischio", ma è qualcosa di diverso, difficile da esprimere a parole, usando un paragone, probabilmente infelice o che rende poco l'idea, è come ricevere sul naso una porta sbattuta con veemenza. Posso usare questo paragone perché recentemente sulla parte tra naso e labbro è "atterrata" una scatola di latta, uscito un po' di sangue, i primi istanti terribili, sembrava passato, ora a distanza di tempo è tornato a darmi fastidio. Non so se la reazione, notata da lei ed ora da me mal descritta sia eccessiva o forse è solo un adattamento ad altre circostanze. Si potrebbe dire che sono solo parole, ma mi pare che fosse che fosse Hegel a dire che le parole sono spade e che possono uccidere.
Mi dispiace che si è preoccupato/preoccupa per me....

Desolata

Le chiedo scusa, ultimo post scritto con i piedi, non solo per via di parole mancanti, anche a livello di costruzione della frase x cui risulta oscura, ambigua o di altro significato. Sono desolata, visto la distrazione con cui scrivo, meglio che rilegga o post prima di inviarli. Sono desolata.

Non mi sembra un problema

Non mi sembra un problema grammaticale o sintattico o simile... E' che proprio certi suoi post mi lasciano perplesso, non so che dire... quasi un dialogo fra sordi, ognuno segue il suo pensiero e ogni tanto ci incrociamo, quasi casualmente, per poi essere di nuovo a distanza. Anche se altre volte l'ho detto e a Lei non è mai piaciuto, mi sembra , il paragone, mi viene in mente la torre di Babele e la confusione di lingue e significati che porta a fraintendere quello che vuole dire l'altro e a prenderlo solo in modo negativo. Mi sembra che ogni tanto torniamo in questa specie di sabbie mobili. Può darsi che il mezzo - internet - compliche le cose, ma a me sembra che Lei non voglia farsi conoscere, che però è lo scopo e lo strumento del mio metodo terapeutico. Per me è l'esperienza conoscitiva - in qualche modo 'sperimentale', ogni volta, perchè si svolge in un contesto particolare, con i suoi limiti e regole - che è terapeutica. Se non si accetta il processo di conoscenza, si finisce in un circolo vizioso. A me sembra che ogni volta che c'è un possibile contatto, poi Lei scappi a distanza. Mi par di capire che Lei ha la stessa impressione, solo che attribuisce a me la fuga ( parole traumatizzanti, ecc).
Allo stesso tempo può essere che questo punto sia per Lei cruciale. Come se fossere qui 'le scale', per così dire, che la bloccano.

se il testo è oscuro.....

Egregio Dottor Benedetti,
La sua risposta conferma che il mio post era stato scritto in modo oscuro, per via di soggetti (in senso di chi compie l'azione)poco chiari, parole mancati, ecc.
Risultato anche quando diciamo la stessa cosa sembra che ci allontaniamo o che parliamo lingue diverse.
Stesso pensiero riguardo al tirarmi indietro, mi pare di averlo detto esplicitamente se mi dicono di fare un passo indietro ne faccio più di uno, a volte senza richiesta. Lei dice perché non voglio farmi conoscere, può essere una possibilità, però in questa sede ho parlato del mio stato d'animo attuale, del mio passato ( alcuni episodi del passato, almeno per me, difficile parlarne, ho impiegato anni prima di farne qualche accenno e mi sento di escludere la vergogna),descritto anche dove e con chi vivo. Dice che non mi piace il paragone della torre di Babele ( paragone molto usato quando non ci si comprende. Forse non è tanto il paragone in sé, quanto la possibilità, forse remota, che lei stia applicando una teoria e che non veda la persona. Questo è un mio limite). Ora dirò qualcosa che forse a lei sarà poco gradita (accenno alla terapeuta). Tutto questo parlare di me, cercare di andare oltre, di scavare, mi ha fatto sentire come una cipolla pelata, togli un velo e poi un altro ancora, alla fine non rimane niente, A questa sensazione la terapeuta mi risponde tramite WhatsApp:-l'immagine della cipolla rende bene il tuo sentire. Forse è arrivato il momento di lasciarti intera.- Questo è il parere della terapeuta, nulla toglie che lei sia di diverso avviso.
Il primo ad usare l'espressione "..Parole traumatizzanti.." è stato lei, dopo aggiungeva che dipendeva dalla mia lettura. Certo che la lettura era "mia", non posso parlare per altri. La "mia lettura" risente dello stato d'animo di quando leggo, dalle esperienze di vita fatte, da ciò che ho letto ecc. Molto probabilmente anche le sue risposte risentono di queste cose, così ad esempio se tra i suoi maestri anziché Bion o Meltzer ci fosse stato Bowlby o Berne si sarebbe espresso diversamente.
Le sue parole non erano "oggettivamente" traumatizzanti, ma lo erano "soggettivamente", questo perché ancora ci conoscevamo poco ( per questo non potevo dare altri valori, se non negativi a certe sue parole, ALLORA mi potevo affidare solo al significato del vocabolario. Ora è diverso possiamo iniziare a costruire un dizionario più personale). Non solo allora ero ad un bivio, avevo una certa propensione a imboccare una strada (meglio tirare i remi in barca, non ho alcun elemento o risorsa su cui fare affidamento, solo cose, tante da correggere se possibile, non sempre l0 è), la terapeuta l'altra ( ci sono risorse, bisogna usarle e in parte, secondo la terapeuta già le usavo). Lei rinforzava la mia scelta indicando altre cose da correggere o se preferisce altri consigli dati dall'insegnante durante la scuola guida). si potrebbe dire che assecondava il trend. Allora la conoscenza era poca, lei aveva pochi elementi per valutare la "situation" e del resto anch'io avevo fatto poco per renderla esplicita, mi limitavo a dire non assecondi il trend.
Tutte queste parole per confermare le sue, quando ci si conosce di più si può fare a meno del vocabolario, come dire, "ufficiale".
Tornando alla parte iniziale del post.
Se mi dicono di fare un passo indietro ne faccio due o più, a volte anche senza esplicita richiesta. Se i dicono che qualcosa che porto è inutile, tendo a non riportare più quelle cose e forse nella sottrazione ci tolgo dell'altro, quasi un anticipare la richiesta dell'altro. In fondo di lei conosco pochissimo, il curriculum, qualcosa letto dal suo book-page o da qualche risposta data ad altri. Forse questa situazione ha delle affinità con le scale: conoscendola poco è come se mi affidassi ad una rampa di scala affrontando il vuoto ( nella scala il dislivello qui la scarsa conoscenza). Come certi esercizi una persona si butta all'indietro sapendo che c'è un altro dietro che le impedirà di cadere; non tuti riescono a fare questo esercizio, forse per diffidenza ( non si sa se verso se stessi o verso l'altro o tutti e due) o per paura di cadere. A volte mi pare di avvertire una paura di sottofondo, non la fobia, neppure ansia, a volte si manifesta con il desiderio di andare via, non necessariamente una fuga. A volte ricompare qualcosa di simile ad un ricordo: qualcuno mi aveva colpito la nuca e sensazioni simili. Può capitare che senta la necessità di nascondermi sotto il letto, naturalmente non lo faccio

Non so se non lo fa, almeno

Non so se non lo fa, almeno metaforicamente...
Questo è un altro problema che a volte ha disturbato, mi pare: quello di non essere 'creduta', cioè che magari io insista nel mio parere anche se lei mi smentisce e mi assicura del contrario, in discussioni e dibattiti e argomentazioni che spesso sono interminabili.
Ha provato a spiegare questo dissidio, forse, dicendo che magari dipende dal fatto che si vedono cose diverse, come guardando le dolomiti: da una parte sono rocciose, strapiombi, dall'altra pendii erbosi e boscosi. Ma sono la stessa montagna, vista da angolature diverse. O come una strada vista dal guidatore o da un elicottero sopra di lui...
Dovrebbe essere utile poter vedere anche l'altra faccia della luna, per così dire, che allo specchio , o comunque da sè, non possiamo vedere, perchè tutti abbiamo dei 'punti ciechi' dove non vediamo.
La questione è che nuove prospettive e visioni possono mettere in crisi l'assetto che uno si è dato basandosi sulla sua visione e prospettiva, e può essere, anzi spesso succede, il più delle volte, che ci sia una forte resistenza o opposizione ad accettare le nuove vedute.
La scelta a volte è fra il rischio di addentrarsi in strade sconosciute e la sicurezza (più o meno reale) di restare nel territorio conosciuto, o che si crede di conoscere.
Già, qui sono le scale, qui deve saltare, per parafrasare quell'altro detto
Mi sembra che tutte le sue considerazioni e argomentazioni siano per evitare di fare questo 'salto'.

Non so se non lo fa, almeno

Non so se non lo fa, almeno metaforicamente...
Questo è un altro problema che a volte ha disturbato, mi pare: quello di non essere 'creduta', cioè che magari io insista nel mio parere anche se lei mi smentisce e mi assicura del contrario, in discussioni e dibattiti e argomentazioni che spesso sono interminabili.
Ha provato a spiegare questo dissidio, forse, dicendo che magari dipende dal fatto che si vedono cose diverse, come guardando le dolomiti: da una parte sono rocciose, strapiombi, dall'altra pendii erbosi e boscosi. Ma sono la stessa montagna, vista da angolature diverse. O come una strada vista dal guidatore o da un elicottero sopra di lui...
Dovrebbe essere utile poter vedere anche l'altra faccia della luna, per così dire, che allo specchio , o comunque da sè, non possiamo vedere, perchè tutti abbiamo dei 'punti ciechi' dove non vediamo.
La questione è che nuove prospettive e visioni possono mettere in crisi l'assetto che uno si è dato basandosi sulla sua visione e prospettiva, e può essere, anzi spesso succede, il più delle volte, che ci sia una forte resistenza o opposizione ad accettare le nuove vedute.
La scelta a volte è fra il rischio di addentrarsi in strade sconosciute e la sicurezza (più o meno reale) di restare nel territorio conosciuto, o che si crede di conoscere.
Già, qui sono le scale, qui deve saltare, per parafrasare quell'altro detto
Mi sembra che tutte le sue considerazioni e argomentazioni siano per evitare di fare questo 'salto'.

dissenso anche questo è dialogo

Egregio Dottor Benedetti,
non sempre le idee, i pensieri sono uguali, si può aggiungere e per fortuna. Questa volta dissento su gran parte del suo ultimo post ( se è possibile esprimere in questa sede. Se non è possibile allora non è più dialogo, ma altro; in ogni caso ne terrò conto e dalla prossima volta eviterò di esternarlo).
Non la stavo smentendo nel precedente post, né in modo esplicito né implicito, più che altro cercavo di fare chiarezza ( questo per me, forse per lei non era necessario) e di dare una consecutio temporum o di vedere le cose in un continuum.
In un primo tempo, coincidente con la prima fase del ns dialogo (periodo abbastanza lungo), facevo affidamento sul dizionario "ufficiale"; ora, secondo periodo, il senso delle parole è cambiato meno attaccato al significato dei vocabolari.
Si può dire che ho fatto una cosa per me, fare una cosa per se stessi è così orribile o inutile?
Non la smentivo nell'altro post, anzi, mi pare di aver condiviso alcune osservazioni ad esempio -faccio dei passi indietro ( può implicare nascondersi). Ho ammesso di aver dato una lettura "negativa" delle sue parole ( forse non è quello che ha scritto in diversi post?). Non solo in queste circostanze, anche quando ha consigliato di rivolgermi al medico curante e/o la terapeuta, ho dato seguito alle sue parole. Qualcosa l'ho recepita, non sempre un dialogo fra sordi.
Mio personale punto di vista, che riguarda soprattutto il suo ultimo post. Sembra quasi le dispiaccia o lo ritenga impossibile e oserei dire quasi un disonore che a volte le ns prospettive coincidano o usiamo le stesse parole con lo stesso significato. Avere la stessa prospettiva, sia pure su alcune cose, raramente è successo e almeno per me, è una novità da sottolineare, poi non siamo tutti uguali.
Non so perché capita che ci impantaniamo così, lei dice perché non riesco a vedere più di una prospettiva, vedo solo quella che credo di conoscere meglio, lo stesso vale per la strada che percorro. Non mi pare sia proprio così e questo per semplici, devo tener conto di almeno due prospettive ( ci possono essere altre n prospettive) quella della terapeuta e la mia, non sempre coincidono, questo per noi è una ricchezza, un modo per interagire. L'interazione ha portato ad un cambiamento reciproco. Con la terapeuta abbiamo intrapreso strade sconosciute, a volte costrette a tornare indietro, siamo anche cadute.
Riporto cose che sono comuni a tanti percorsi terapeutici di un certo tipo, questo in generale, poi nel particolare ogni singolo percorso ha la sue caratteristiche.
Recentemente anche qui si cominciavano ad intravedere strade diverse, ma subito messe da parte e non me la sento di dire che il merito sia solo mio., anche lei ha messo del suo, nel ripetere alcune cose e mettendo da parte alcuni piccoli viottoli. Non so se sia possibile ritrovarli, come direbbe il suo Maestro Bion bisogna risalire l corrente....

Lei descrive le Dolomiti nn le ho mai viste di persona, nessun versante, forse qualche immagine in tv, questo mi rattrista, mi ricorda che ho visto pochi posti in vita mia, ma questo è un mio problema, anche l'ultimo viaggio che avrei voluto fare è saltato.
Fa riferimento ad un modo di dire riguardo i salti, non lo conosco, quindi non so cosa voglia dire.
Solo come eventualità o come ipotesi remota non potrebbe essere che lei dica le cose in modo poco chiaro o che mostri l'altra prospettiva come una foto sfuocata?
Solo da poco sono riuscita a capire il senso che dava alla parola "paraocchi" e con l'ultimo post l'ha resa ancora più nitida. Prima avevo difficoltà, mai nascoste, del resto ripetere la stessa parola più volte non la rende più chiara, ma tutto è bene quel che finisce bene.
Cmq non era solo un modo di dire che mi sento come una cipolla pelata.
Vero, in passato ci tenevo molto che lei mi credesse soprattutto riguardo una cosa, ora non mi interessa più, non è più così rilevante. Può credere alle mie parole oppure prenderle come bugie sia consapevoli che inconsapevoli o altri modi intermedi rispetto a questi estremi. Non trovo più la cosa interessante. Sicuramente i punti di partenza erano diversi, non è detto che uno sia migliore dell'altro, semplicemente diversi. Ormai è andata, cmq ho scoperto un'altra prospettiva di cui tener conto, ma da non usare, preferibilmente.

Egregio Dottore le auguro Buone Feste, chissà se le trascorrerà tra le cime delle Dolomite e in quale versante.......

Hmm. Mi sembra, per usare un

Hmm. Mi sembra, per usare un altro esempio, come se Lei stesse facendo due scuole di ballo, una per imparare il tango, una il valzer, o che altro preferisce. Con un 'istruttore' discute e contesta le indicazioni che riceve, dicendo come si lavora bene invece all'altra scuola... Ma forse lo fa anche con l'altro, non saprei. Ma non vorrei che a questo punto Lei si trovasse in mezzo, con i piedi in due staffe, in equilibrio un po' precario. Come per i due 'ristoranti', non mi sembrerebbe una cosa in sè negativa, ma certo se uno fosse vegano e uno onnivoro forse si troverebbe in difficoltà.
Può darsi d'altronde che Lei contesterebbe e discuterebbe anche se ci fosse un solo ristorante. Mi sembra di ricordare una qualche allusione a un lavoro alquanto duro da fare, agli inizi dei nostri post. Ma così è la vita, o almeno questi incontri...
Aggiungerei che non credo che mi dispiaccia che Lei nomini l'altro ristorante, piuttosto è il modo in cui usa le citazioni, come uno strumento del suo confronto qui. Le citazioni che a volte faccio io sono dei tentativi di chiarire meglio, di allargare il discorso, almeno lo penso. Ho l'impressione invece che Lei cerca di bloccarmi, con le sue citazioni, o almeno di chiudere l'ingresso nella Sua mente alle mie parole, in qualche modo pericolose o sgradite, e me le rimanda al mittente.
Ricambio gli auguri: forse anche altre montagne, non solo le Dolomiti, hanno versanti diversi...

timori nello scrivere

Egregio Dottor Benedetti,
ho timori nel rispondere, potrei aggiungere confusione, equivoci o come dice lei potrei bloccare le sue citazioni o chiudere l'ingresso della mia mente. Ho scritto diverse lettere su carta, ma le ho strappate, nessuna mi sembrava adatta.
Forse partendo dagli esempi, chissà se riesco a superare il "tornare" indietro o meglio lo strappare la lettera.
Lei ha fatto recentemente l'esempio della scuola guida, forse già utilizzato, ora della scuola di ballo insieme a quello già utilizzato del ristorante. Nei primi due è chiaro che c'è un istruttore/insegante da una parte e dall'altra un allievo. Il ristorante ha qualche affinità con i primi due esempi: c'è un cuoco ed un avventore, che sceglie nel menù. L'esempio che avevo in mente che rendesse l'idea del dialogo/rapporto in questa sede era di una escursione; c'era la guida che porta i suoi strumenti ( migliore conoscenza dell'inconscio, dei meccanismi di difesa o più semplicemente come portare avanti un dialogo/rapporto cercando di evitare o attutire le insidie connesse )e dall'altra parte l'escursionista anche lui porta qualcosa, la sua vita, sensazioni ecc. Entrambi non conoscono il territorio da esplorare.
Evidentemente ho capito male dall'inizio, o quanto meno, avevo in mente un esempio non adatto alla situazione, eppure lei alcuni di questi esempi già li aveva utilizzati in passato. Tenendo conto di questi esempi le mie risposte appaiono/sono contestazioni, discussioni. Queste sono idee mie personali, non so se anche esprimere queste ide
e può essere considerato discussione, contestazione.

Lei vuole chiarire, allora per cortesia può chiarire o rendere più esplicite quali parole avrei rimandato al mittente. Eppure mi sembrava....mah!
Se per cortesia, vuole chiare anche questa sua espressione recente.
-Non è tanto questione di antidepressivi ma del fatto che possa aver bisogno di una valutazione e un aiuto diverso da questo online e forse urgente. Le dicevo perciò di rivolgersi a chi la segue o un medico di fiducia. Anche lei accennava negli ultimi tempi a questioni di diagnosi forse lei stessa sente il bisogno di una valutazione più approfondita, che non si può fare senza una visita diretta.-
A proposito di farmaci per il momento sono riuscita a diminuire il dosaggio del farmaco.

Era da tempo che non parlavo dell'altro "ristorante" o scuola di ballo. All'inizio è stato difficile, almeno per me, poi se si tiene conto che esistono diversi approcci, diversi modi di rapportarsi con le persone, il lavoro, non dico che diventa facile, ma si affronta meglio.

"L'esempio che avevo in mente

"L'esempio che avevo in mente che rendesse l'idea del dialogo/rapporto in questa sede era di una escursione; c'era la guida che porta i suoi strumenti ( migliore conoscenza dell'inconscio, dei meccanismi di difesa o più semplicemente come portare avanti un dialogo/rapporto cercando di evitare o attutire le insidie connesse )e dall'altra parte l'escursionista anche lui porta qualcosa, la sua vita, sensazioni ecc. Entrambi non conoscono il territorio da esplorare."
Direi che è un esempio che ho usato spesso,con parole quasi uguali, probabilmente anche con Lei...
Scrivere e poi correggere, cancellare, ecc è forse il contrario di quello che penso di averle indicato spesso, che è invece scrivere quello che le viene alla mente, senza selezionare, censurare, ecc ecc. Ma Lei mi ha sempre detto che non riesce a farlo, per motivi suoi, se non sbaglio clamorosamente. Un po' come se dal dentista non aprisse la bocca... Se non apre la mente è un po' difficile vedere cosa c'è.

Quindi a questo punto cos'è che ostacola questo lavoro, come lo chiamo io, o 'il dialogo' come lo chiama Lei? Io ho già detto la mia, e cioè che Lei esita ancora ad 'aprire la mente', per dirla così: cioè a lasciarsi conoscere non in una versione ufficiale, da portavoce del governo, ma in versione autentica, come probabilmente non si conosce nemmeno Lei.
Per Lei invece gli ostacoli mi sembra che siano essenzialmente che io non capisco e fraintendo ogni cosa che Lei dice, scoraggiandola sempre più. A meno non pensi che lo faccia apposta: una volta addirittura pensava che facessi apposta a 'frustrarla', quasi come un allenamento necessario...
E' inutile dire 'mi corregga se sbaglio', perchè praticamente è quello che fa qui da sempre. Ma può darsi che anche questo sia un mio fraintendimento, se sopporta un minimo di ironia...

Quanto al 'chiarire' quello che posso aver scritto giorni o settimane fa, anche questo ho cercato di spiegarlo , mi pare. Le sembrerà strano, ma quello che pensavo dieci giorni fa non posso più saperlo, perchè non è 'registrato' come un'intervista, è qualcosa di fluttante, che dipende dai fattori che in quel momento hanno fatto precipitare quei pensieri. I significati che volta a volta si formano, se vogliamo chiamarli così, nelle singole sedute o nei singoli post, non sono riproducibili a volontà, possono solo essere accolti finchè sono ancora 'vivi', per così dire e vedere cosa determinano , a volte idee utili, altre volte no, a volte illuminazioni, altre volte rabbuiamenti. Non sono 'resuscitabili' a distanza e a proprio piacimento. Il fatto che siano ancora sulla carta, o nella memoria del computer, non vuol dire che siano ancora vivi: come le farfalle in un album, o le fotografie... Almeno questo è quello che vedo io.
Può darsi che non Le vada bene questo modo di lavorare, ma è quello che posso fare io.
Se Lei cerca qualcos'altro che qui non trova, forse è entrata in un ristorante sbagliato. Se è vegana e qui si serve la carne, o viceversa, probabilmente la situazione sarà poco soddisfacente.

Aggiungo che nel prosieguo non alimenterò ulteriormente questo dibattito. Risponderò ai suoi post, se mi stimoleranno risposte, senza però entrare in chiarimenti o spiegazioni impossibili, che mi sembra impediscono solo questo lavoro trasformandolo in una discussione interminabile.

tentativo

Carissimo Dottor Gianmaria,
non so cosa possa stimolare le sue risposte, faccio questo tentativo, ma se non dovesse andare a buon fine, questa volta non mi sentirò una " minus habens" o una che ha sbagliato per l'ennesima volta ( in generale ).Vorrei vedere per una volta il bicchiere mezzo pieno, se è possibile. Il lavoro tra terapeuta e malato/pz/cliente a seconda del diverso approccio è diverso da quello che c'è tra medico e malato, il medico prescrive se lo ritiene opportuno farmaci e/o esami strumentali o di laboratorio, mentre nel primo si crea una situazione particolare, quasi una alleanza, se non si forma non è colpa o demerito di nessuno. A pare così.

TENTATIVO

Ieri sera il mio compagno ed io siamo andati a letto presto, verso le 11, era stanco. Come spesso capita gli ho preso la mano e l'ho messa sotto il mio cuscino, stringendola. Dopo un po' si è liberato, posizione scomoda, mi ha detto che mi vuole bene ed io gli ho baciato la mano, avendo lui problemi di udito è un modo per dire che vale lo stesso per me.
Ieri sera ero alquanto allegra e positiva, mi sembrava che i problemi quotidiani avessero una soluzione e di vedere anche in me stessa delle possibilità. Chissà forse le gocce stanno avendo un buon effetto...
Non so se è solo una coincidenza, ma dq quando ho cominciato a scalare il lorazepam nei sogni sono tornati i colori.
SOGNO
Mi trovo nel Salento ( in realtà non ci sono mai stata ) insieme ad una mia amica dl posto: Stiamo percorrendo una strada non asfaltata, verde non di erba, fatta da piccoli morbidi cespugli; la via delimitata da uncordolo basso e piccoli sassi color sabbia chiaro. Penso tra me come fare a proseguire il soggiorno, allora la mia amica mi dice, quasi leggendomi nel pensiero, che a Lecce c'è un mercato del pesce molto rifornito , e conosce un ristorante dove preparano un branzino davvero squisito. Lei mi avrebbe offerto il pranzo e poi mi avrebbe accompagnata ad un B&B, conosceva i proprietari e mi avrebbero fatto un buon prezzo. Così insieme ci incamminiamo verso Lecce, alle ns spalle c'è l'Adriatico particolarmente calmo e blu.
Il ritorno dei colori.
Non è la sola cosa è tornata. Non so se era un sogno o ero in dormiveglia, stavo ripetendo paragrafi di un libro di testo, mentre lo facevo mi sembravano chiari, quando gli avevo studiati avevo capito poco. Appena sveglia tornato il caos. In passato facevo dei sogni simili. Nel sogno sostenevo l'esame e mi imputavo sulla parte che non avevo capito e ricominciavo da capo e mi fermavo allo stesso punto. Il sogno recente meno stressante di quelli del passato, ma c'è qualche punto in comune.
La facoltà non è stata scelta da me, poi è stato difficile poter cambiare, c'erano stati altri problemi, soprattutto di salute, un discreto numero di interventi chirurgici in famiglia. Intanto il tempo passava e diventava più difficile poter cambiare, forse anche la fobia ha avuto la sua parte.

Non so se questo tentativo è andato a buon fine o se riuscirò a capire in senso lato le sue risposte senza tornarci su o avere elementi aggiuntivi. Non so se questo post abbia o meno stimolato la sua risposta. Se si sono contenta se no, allora Ciao

Più che stimolare le mie

Più che stimolare le mie risposte, comincio anch'io come Lei a domandarmi che effetto avranno e che reazioni stimoleranno, le mie risposte... e magari a trattenerle, per paura o per stanchezza, chissà, nessuno è perfetto, nè eterno...
Bene per Lei che sia o sia stata in un momento di buon umore, se posso dire così, può darsi che sbaglio , che non capisco niente...
Felicitazioni per il ritorno dei colori e per aver trovato un ristorante e delle persone così gentili, nel sogno 'positivo'. E che anche quell'altro ( non oserei chiamarlo negativo, per non espormi alle sue puntualizzazioni...) sia meno stressante che in passato, anche se segnala forse qualcosa di più problematico: non so cosa, anche se volessi non potrei dirglielo e chiarirmi di più, ma forse ha a che fare con la scelta della facoltà ecc...
Ma ovviamente di certe cose non vuole parlare, 'giustamente', non fosse mai che bisogna fare qualcosa 'ingiustamente'. Non si arrovelli sul significato, o comunque non sarei in grado di chiarirglielo. Che sia lì un problema? Forse i significati non hanno bisogno di parole: Quello ( non sia mai che faccia una citazione) diceva che sono le bugie ( in senso 'lato', e magari 'angolo': semplice gioco di parole, NdR ) ad averne bisogno. E mi sa che ne abbiamo dette o scritte anche troppe.

forse una difficoltà...

Carissimo Dottor Gianmaria,
se capisco bene l'inizio della sua mail, forse abbiamo qualche difficoltà in comune..... come cercar di anticipare, capire le reazioni e magari trattenere risposte, fare degli stralci; chissà se anche le motivazioni sono simili.. Chissà se questo mio nuovo "incipit" le dà fastidio, magari troppo "amichevole"-
Possibile parlare della facoltà, nell'altro post solo un accenno, cercavo qualcosa che potesse stimolare una sua risposta, evitando discussioni, dibattitti, ecc. Avevo fatto tre accenni: vita privata; sogni e facoltà.
Questa è una terza via ovvero unisce i sogni con la facoltà-
SOGNO
Sono in facoltà, seduta di fronte a me ci sono delle persone che danno informazioni, chiedo del Prof X, mi dicono che dovrebbe passare a momenti. Attendo non si vede nessuno. Allora dico che vado a cercarlo. Ci sono lunghi corridoi e penso tra me che l'edificio è davvero cambiato, tutto diverso. Vado avanti, vedo aule in abbandono, degrado, anche qualche bagno in pessimo stato. Prendo un altro corridoio e vedo le scale che portano al piano superiore. Queste sono tenute in ottimo stato, sono ampie e pulite. Quel ramo dell'edificio non è cambiato. Penso tra me, controllo prima se il prof X sta facendo lezione, se ha finito vado al piano superiore. Ritrovo l'aula, il prof c'è. Per accedervi ci sono almeno due porte, una è chiusa, mi colpisce perché sembra una porta blindata, l'altra è semiaperta, mi avvicino e accanto alla porta c'è un'altra ragazza, altri ragazzi stanno nei pressi. Dalla porta si vede l'aula piena, molti già in piedi, segno che la lezione è finita. Il Prof ci vede e si avvicina, inizia a fare domande d'esame, cerco di rispondere, ma il prof interrompeva dicendo frasi che non capivo o meglio non sentivo, tanto parlava svelto, neanche la ragazza accanto a me riusciva a sentire bene le osservazioni del prof. Allora dico al prof che non so lì per sostenere l'esame, ma per chiedere informazioni sul programma. Il prof non sente. Allora si intona una specie di ritornello che diceva pressappoco così: olè, ma cosa è questa è mai, olè, ma che f...( parolaccia) è, olè....- ritornello ripetuto alcune volte. Poi una voce un po' seccata dal baccano dice basta.

Non ho scelto la facoltà, mi sono ritrovata iscritta. Sembra proprio che non abbia attitudini verso certe materie. Nonostante ciò ho sostenuto diversi esami. Difficile cambiare corso di studi se si è primi a non credere nelle proprie risorse e poi occorre un mimino di aiuto, come dire esterno. A lungo andare tutto diventa difficile, impossibile; il famoso bicchiere non è solo mezzo vuoto, ma anche lesionato, sporco.. Grazie per aver, come dire, confermato, la visione dell'altra metà del bicchiere. Forse era solo un fuoco di paglia, senza riscontri oggettivi, forse era dovuto alle gocce...forse no, ma lei è stato gentile nel non ricordare che c'è l'altra metà del bicchiere..
Tornando alla facoltà è un problema anche per quello che implica ad esempio il lavoro, può essere un aggravante della fobia, che era preesistente.
Forse i significati non hanno bisogno di parole, ma è uno dei modi per comunicare.
Se non ricordo male, mi pare, che Bion dicesse qualcosa a proposito delle parole e bugie. Non so se era stato influenzato da un episodio della sua vita ( accusato di aver molestato un suo giovane allievo. Accusa mossa dalla mamma del bambino. In questo caso le parole erano proprio bugie, almeno uno di loro le aveva dette.).
Spero di aver "inteso" bene la sua mail, di solito ho bisogno di molti elementi, di poter tornare indietro, ma speriamo bene..

Carissimo Dottor

Carissimo Dottor Gianmaria,
se capisco bene l'inizio della sua mail, forse abbiamo qualche difficoltà in comune..... come cercar di anticipare, capire le reazioni e magari trattenere risposte, fare degli stralci; chissà se anche le motivazioni sono simili.. Chissà se questo mio nuovo "incipit" le dà fastidio, magari troppo "amichevole"-
No, forse è troppo studiato, poco spontaneo, Per Lei sembra importante l'incipit. anzi di solito metteva anche un titolo specifico... Testi costruiti, poco spontaneità

Possibile parlare della facoltà, nell'altro post solo un accenno, cercavo qualcosa che potesse stimolare una sua risposta, evitando discussioni, dibattitti, ecc. Avevo fatto tre accenni: vita privata; sogni e facoltà.
Questa è una terza via ovvero unisce i sogni con la facoltà-
Non so se è un preambolo, temo che non chiarisca molto. Più che 'testi', sembra interessarle la critica testuale, forse ha a che fare con la facoltà? Ma non so se serve qui...

SOGNO
Sono in facoltà, seduta di fronte a me ci sono delle persone che danno informazioni, chiedo del Prof X, mi dicono che dovrebbe passare a momenti. Attendo non si vede nessuno. Allora dico che vado a cercarlo. Ci sono lunghi corridoi e penso tra me che l'edificio è davvero cambiato, tutto diverso. Vado avanti, vedo aule in abbandono, degrado, anche qualche bagno in pessimo stato. Prendo un altro corridoio e vedo le scale che portano al piano superiore. Queste sono tenute in ottimo stato, sono ampie e pulite. Quel ramo dell'edificio non è cambiato. Penso tra me, controllo prima se il prof X sta facendo lezione, se ha finito vado al piano superiore. Ritrovo l'aula, il prof c'è. Per accedervi ci sono almeno due porte, una è chiusa, mi colpisce perché sembra una porta blindata, l'altra è semiaperta, mi avvicino e accanto alla porta c'è un'altra ragazza, altri ragazzi stanno nei pressi. Dalla porta si vede l'aula piena, molti già in piedi, segno che la lezione è finita. Il Prof ci vede e si avvicina, inizia a fare domande d'esame, cerco di rispondere, ma il prof interrompeva dicendo frasi che non capivo o meglio non sentivo, tanto parlava svelto, neanche la ragazza accanto a me riusciva a sentire bene le osservazioni del prof. Allora dico al prof che non so lì per sostenere l'esame, ma per chiedere informazioni sul programma. Il prof non sente. Allora si intona una specie di ritornello che diceva pressappoco così: olè, ma cosa è questa è mai, olè, ma che f...( parolaccia) è, olè....- ritornello ripetuto alcune volte. Poi una voce un po' seccata dal baccano dice basta.

Spazi degradati, altri in ottimo stato... Accessi strani... folla di 'colleghi'... fraintesi...Messa in berlina di un 'professore'... qualcuno interrompe la serie... forse ha qualche attinenza a qui

Non ho scelto la facoltà, mi sono ritrovata iscritta.
Forse potrebbe spenderci qualche parola in più, non sembra una questione insignificante

Sembra proprio che non abbia attitudini verso certe materie. Nonostante ciò ho sostenuto diversi esami. Difficile cambiare corso di studi se si è primi a non credere nelle proprie risorse e poi occorre un mimino di aiuto, come dire esterno. A lungo andare tutto diventa difficile, impossibile; il famoso bicchiere non è solo mezzo vuoto, ma anche lesionato, sporco.. Grazie per aver, come dire, confermato, la visione dell'altra metà del bicchiere.
Della serie lamentiamoci un po'...

Forse era solo un fuoco di paglia, senza riscontri oggettivi, forse era dovuto alle gocce...forse no, ma lei è stato gentile nel non ricordare che c'è l'altra metà del bicchiere..
Della serie ?

Tornando alla facoltà è un problema anche per quello che implica ad esempio il lavoro, può essere un aggravante della fobia, che era preesistente.
Oscuro, forse è gelosa dei suoi pensieri, o avara...

Forse i significati non hanno bisogno di parole, ma è uno dei modi per comunicare.
' della serie ogni (critica) lasciata è persa...

Se non ricordo male, mi pare, che Bion dicesse qualcosa a proposito delle parole e bugie. Non so se era stato influenzato da un episodio della sua vita ( accusato di aver molestato un suo giovane allievo. Accusa mossa dalla mamma del bambino. In questo caso le parole erano proprio bugie, almeno uno di loro le aveva dette.).
Anche qui forse dovrebbe continuare l'argomento, non solo gettare il sasso... altrimenti è l'ennesima 'serie'...

Spero di aver "inteso" bene la sua mail, di solito ho bisogno di molti elementi, di poter tornare indietro, ma speriamo bene..

Almeno ha stimolato qualche risposta

quanto incide il timore.....

Carissimo Dottore,
bisognerebbe valutare il peso sulla "spontaneità" del timore che le cose che riporto qui siano considerate inutili, poco stimolanti, del passato ecc. Cosa che non so fare, una delle tante, non mi lamento è una constatazione. Può darsi che non incida affatto e che in me prevale l'aspetto poco spontaneo.
L'ultima parte del mio post ( episodio vita Bion). Una mia curiosità, quanto possono incidere sul nostro pensiero, modo di fare, episodi vissuti, non importa di quale segno. Mi chiedevo chissà se il pensiero di Bion aveva risentito di quell'episodio. Di certo aveva cambiato mestiere. Dell'episodio, lei ne saprà più di me, superfluo dirlo. Ho letto questa cosa su internet, riportata da uno studioso del pensiero bioniano, ma mancano tanti elementi ad es l'età del bambino, se c'era stata o meno denuncia penale.... A lume di naso, visto i pochi elementi o la molestia c'era stata e la mamma del bimbo aveva fatto bene a dire l'episodio o non c'era stata. In entrambi casi c'era stato uno che non aveva detto la verità. Si potrebbe ipotizzare una fantasia del bambino. Qualche dubbio, reso più forte mancando l'età del bambino, perché la mamma avrebbe dato credito alle fantasie del figlio, considerato che conosceva lo psicoanalista? Cmq tornando a noi, cercavo una probabile fonte ( parlo come i giuristi) alle sue parole (parole....bugie), non è detto che sia quella, la fonte che aveva in mente. Non avevo osato porre la domanda diretta.

Cosa posso aggiungere riguardo la facoltà. Minimo di ricordo. Subito dopo aver terminato le superiori, avevo fatto una specie di elenco aperto di possibili facoltà da intraprendere, ma erano da valutare, non avendo una propensione forte verso qualcosa. I documenti per l'iscrizione erano pronti, gli aveva in mano mia sorella maggiore. Avrei voluto parlarne con lei, ma lei ha deciso per me. In queste situazioni, mi blocco, non so oppormi e ho permesso che altri decidessero per me. Ora detesto quel blocco, sembra proprio che in quei momenti la funzione cognitiva vada in fumo e rimanga una specie di buco. L'università si fa per sapere, ma non è un sapere fine a se stesso, il fine è un lavoro. Non sempre si riesce a fare quello per cui siamo portati, questo per necessità, ma se si parte già dagli studi con questo presupposto.... Fare per diverso tempo cose verso cui non avevo portamento, mi ha reso ancora più insicura, timorosa, qualsiasi cosa/tentativo sembra inutile. Mi lascio trascinare dalla corrente. Ovviamente è solo il mio punto di vista. Sono stata ad un convegno di recente in cui si parlava delle diverse prospettive, il Prof diceva che il suo modo di vedere la stanza era diverso dal ns, e chiedeva provate ad immaginare cosa vede una mosca di questa stanza..... Parlato anche degli equivoci della comunicazione ad es la parola cavallo poteva essere fonte di equivoci. ( cavallo come pezzo degli scacchi; cavallo come cavallo-motore; cavallo nella sartoria..). Questo per la serie consoliamoci un po': gli equivoci e i fraintendimenti capitano spesso.

Se capisco bene anche lei si è sentito messo alla berlina. Davvero sono stata così rispettosa.. ho usato parole ( forse parolacce )offensive verso di lei.. Le chiedo scusa.

ALTRI SOGNI
Li riporto prima che la pessima memoria abbia il sopravvento.
SOGNO SONO ALL'ESTERO

E' sera tardi, mi trovo in un'ampia stanza, c'è una festa, tante persone. Liberi di servirsi il bere e degli spuntini. C'è anche una mia amica. L'atmosfera è serena. Non si distinguono bene i colori per via delle luci soft. Indosso una gonna a ruota, di media lunghezza, tra il nocciola ed il marrone. Mi avvicino al banco per poter bere qualcosa. Mi accorgo che la gonna è macchiata di sangue ( anche nei sogni l'inconveniente mensile dà fastidio ). Mi avvicino alla mia amica e le dico che vado via per potermi cambiare. Allora lei dice che prima vuole farmi vedere un posto. Usciamo e c'è una specie di ponte che collega due palazzi, sotto c'è una via; il traffico è scorrevole. Fa un certo effetto vedere dall'alto il traffico notturno di New York.

SECONDO SOGNO: Più RECENTE

Mi trovo in aperta campagna, il paesaggio ha qualcosa di affascinante, ha qualcosa di selvaggio. Sto correndo e sono inseguita da un uomo ( somiglia ad una star della tv). Contrariamente ad altri sogni non mi insegue con "cattive intenzioni", ma vuole aiutarmi a fare una cosa che non voglio fare, forse per paura, forse perché dolorosa, forse entrambe.
Corro, e mi ritrovo su una strada fatta da enormi massi di pietra levigati, ma non scivolosi, tenuti bene insieme. Non so se ad un certo punto mi fermo per stanchezza o perché ho cambiato idea. L'uomo che mi insegue vuole aiutarmi a ricordare ciò che non ricordo. Durante la corsa non volevo che ciò accadesse. Il sogno finisce così.

Carissimo Dottore, L'incipit

Carissimo Dottore,
L'incipit di oggi sembra più spontaneo, meno formale, ma il 'carissimo' insospettisce un po'... esagerazione, trasformazione nel contrario, copertura di sentimenti contrastanti...?

bisognerebbe valutare il peso sulla "spontaneità" del timore che le cose che riporto qui siano considerate inutili, poco stimolanti, del passato ecc. Cosa che non so fare, una delle tante, non mi lamento è una constatazione. Può darsi che non incida affatto e che in me prevale l'aspetto poco spontaneo.
Beh, almeno qui sembra di sì, visto che deve fare tutte queste considerazioni...

L'ultima parte del mio post ( episodio vita Bion). Una mia curiosità, quanto possono incidere sul nostro pensiero, modo di fare, episodi vissuti, non importa di quale segno. Mi chiedevo chissà se il pensiero di Bion aveva risentito di quell'episodio. Di certo aveva cambiato mestiere. Dell'episodio, lei ne saprà più di me, superfluo dirlo. Ho letto questa cosa su internet, riportata da uno studioso del pensiero bioniano, ma mancano tanti elementi ad es l'età del bambino, se c'era stata o meno denuncia penale.... A lume di naso, visto i pochi elementi o la molestia c'era stata e la mamma del bimbo aveva fatto bene a dire l'episodio o non c'era stata. In entrambi casi c'era stato uno che non aveva detto la verità. Si potrebbe ipotizzare una fantasia del bambino. Qualche dubbio, reso più forte mancando l'età del bambino, perché la mamma avrebbe dato credito alle fantasie del figlio, considerato che conosceva lo psicoanalista? Cmq tornando a noi, cercavo una probabile fonte ( parlo come i giuristi) alle sue parole (parole....bugie), non è detto che sia quella, la fonte che aveva in mente. Non avevo osato porre la domanda diretta.
Sembra che per Lei siano importanti le 'fonti', appunto. Forse questo interesse la distrae dal 'sentire' il contenuto, accoglierlo e lasciare che stimoli dei pensieri nella sua mente. Per cui tanto tempo dedicato al contorno, alle note, alle fonti, ecc e poco al contenuto.

Cosa posso aggiungere riguardo la facoltà. Minimo di ricordo. Subito dopo aver terminato le superiori, avevo fatto una specie di elenco aperto di possibili facoltà da intraprendere, ma erano da valutare, non avendo una propensione forte verso qualcosa. I documenti per l'iscrizione erano pronti, gli aveva in mano mia sorella maggiore. Avrei voluto parlarne con lei, ma lei ha deciso per me.
Qui c'è un tema che sembra importante, e fonte di sentimenti forse complessi, ma Lei prosegue, qui sotto, con una specie di 'analisi del testo, delle fonti ecc..., che probabilmente chiude l'accesso ai contenuti emotivi collegati alla questione

In queste situazioni, mi blocco, non so oppormi e ho permesso che altri decidessero per me. Ora detesto quel blocco, sembra proprio che in quei momenti la funzione cognitiva vada in fumo e rimanga una specie di buco. L'università si fa per sapere, ma non è un sapere fine a se stesso, il fine è un lavoro. Non sempre si riesce a fare quello per cui siamo portati, questo per necessità, ma se si parte già dagli studi con questo presupposto....
Appunto si dedica a considerazioni teoriche poco utili non per me, ma per Lei... Dire poco utile non è criticarla, ma segnalarle che forse dovrebbe usare le sue energie in un altro modo: Lei invece si offende, di solito, quindi invece che un'aiuto ( tipo scuola guida...) ci rimane male...

Fare per diverso tempo cose verso cui non avevo portamento, mi ha reso ancora più insicura, timorosa, qualsiasi cosa/tentativo sembra inutile. Mi lascio trascinare dalla corrente.
E qui sull'onda iniziate Lei come una surfista si lancia a denigrarsi, o meglio a farsi delle interpretazioni anche qui poco utili, forse, per se stessa..

Ovviamente è solo il mio punto di vista. Sono stata ad un convegno di recente in cui si parlava delle diverse prospettive, il Prof diceva che il suo modo di vedere la stanza era diverso dal ns, e chiedeva provate ad immaginare cosa vede una mosca di questa stanza..... Parlato anche degli equivoci della comunicazione ad es la parola cavallo poteva essere fonte di equivoci. ( cavallo come pezzo degli scacchi; cavallo come cavallo-motore; cavallo nella sartoria..). Questo per la serie consoliamoci un po': gli equivoci e i fraintendimenti capitano spesso.
E qui rischia di consolarsi col mal comune mezzo gaudio evitando di andare a cercare possibili fattori in gioco, magari modificabili: ma bisogna un po' riconoscerli, per farlo...

Se capisco bene anche lei si è sentito messo alla berlina. Davvero sono stata così rispettosa.. ho usato parole ( forse parolacce )offensive verso di lei.. Le chiedo scusa.
Che le venga qualche dubbio su se stessa come si presenta qui forse non è una cosa negativa, può aiutarla forse ad avere più punti di vista anche su se stessa

ALTRI SOGNI
Li riporto prima che la pessima memoria abbia il sopravvento.
SOGNO SONO ALL'ESTERO

E' sera tardi, mi trovo in un'ampia stanza, c'è una festa, tante persone. Liberi di servirsi il bere e degli spuntini. C'è anche una mia amica. L'atmosfera è serena. Non si distinguono bene i colori per via delle luci soft. Indosso una gonna a ruota, di media lunghezza, tra il nocciola ed il marrone. Mi avvicino al banco per poter bere qualcosa. Mi accorgo che la gonna è macchiata di sangue ( anche nei sogni l'inconveniente mensile dà fastidio ). - con questo commento mi sembra che lei chiuda la porta a una possibile ricerca del significato, lo banalizza riportandolo alla routine... - Mi avvicino alla mia amica e le dico che vado via per potermi cambiare. Allora lei dice che prima vuole farmi vedere un posto. Usciamo e c'è una specie di ponte che collega due palazzi, sotto c'è una via; il traffico è scorrevole. Fa un certo effetto vedere dall'alto il traffico notturno di New York.

SECONDO SOGNO: Più RECENTE

Mi trovo in aperta campagna, il paesaggio ha qualcosa di affascinante, ha qualcosa di selvaggio. Sto correndo e sono inseguita da un uomo ( somiglia ad una star della tv). Contrariamente ad altri sogni non mi insegue con "cattive intenzioni", ma vuole aiutarmi a fare una cosa che non voglio fare, forse per paura, forse perché dolorosa, forse entrambe.
Corro, e mi ritrovo su una strada fatta da enormi massi di pietra levigati, ma non scivolosi, tenuti bene insieme. Non so se ad un certo punto mi fermo per stanchezza o perché ho cambiato idea. L'uomo che mi insegue vuole aiutarmi a ricordare ciò che non ricordo. Durante la corsa non volevo che ciò accadesse. Il sogno finisce così.
Sembra quasi una rappresentazione delle ultime vicende qui. Almeno mi sembra come se nel sogno potesse accogliere alcunii miei punti di vista, che magari prima aveva messo alla berlina nel 'punto di vista' sul traffico notturno di New York, più interessante dei miei punti di vista e di quello che ci si può vedere....

come dire...

Egregio Dottore,
Interessanti le sue domanda/osservazioni sottostanti/nascoste relative alla parola Carissimo.
Per quanto riguarda, come dire, il "palese" non era stata casuale, ma voleva sottolineare un cambiamento, un altro modo di vedere. Da valutare con maggiore attenzione quanto ha rilevato su possibili emozioni più nascoste.

Bion/fonti. Era importante per me un certo tipo di riscontro. Non è andato a buon fine, forse ci sarà un'altra opportunità, nel frattempo speriamo bene....Le fonti messe assieme al contorno, note...mah! Mi chiedevo se le esperienze di vita, gli studi fatti ecc. incidessero sul pensiero, mettendo le fonti insieme al contorno, mi ha dato una conferma.
Riguardo al contenuto emotivo e non, sono cose così delicate. Le emozioni collegate variano anche in funzione dell'età del bambino. A prescindere dall'episodio in questione che può fare solo da spunto; quali emozioni può suscitare un bambino a cui sono tolte di colpo l'ingenuità e la fiducia verso l'altro? Se i significati non hanno bisogno di parole, per descrivere le emozioni legate a queste avvenimenti, le parole non bastano. Forse si prova solitudine, senso di incapacità, desiderio di allontanarsi, fuggire, ma non basta. Chissà di essere/ sentirsi diversi, ma non in senso positivo, come di essersela in qualche modo "cercata". Però anche per un adulto essere accusato ingiustamente di una cosa così deve essere terribili, scioccante. Davvero difficile esprimere emozioni legate a queste cose, almeno per me. -- Stavo rientrando a casa, durante il viaggio stranamente, come un flash, mi sono chiesta chissà come sarebbe stata la mia vita senza alcuni episodi del passato. Dico stranamente perché non ci voglio più pensare, quasi riguardasse un'altra persona. E poi fa parte del passato, come più volte è stato detto in questa sede.

A proposito di sogni non ho capito la parte finale della sua ultima mail, inerente il sogno di New York.
Lei dice, sempre riguardo questo sogno, che banalizzo parlando di mestruazioni, non so mi dica lei cos'altro doveva venirmi in mente? Forse qualche malattia?
Il sogno era a colori come lo è il recente.
Sono in gita turistica in una città d'arte. Mezzo di trasporto: un torpedone blu. Realmente ho visita questa città, si trova in una valle, ma nel sogno si trova su un poggio. Stiamo ripartendo e come la maggioranza delle città antiche le strette sono strette, non asfaltate ma con i selci scuri. L'autista è bravo, sa affrontare le curve strette. Guardo dal finestrino il poggio è verde, ricco di piante, e ogni si intravedono dei monumenti bellissimi. Subito dopo usciti dalla città, facciamo una sosta. Ci sono dei punti acqua in cui i turisti possono rinfrescarsi i piedi, anch'io lo faccio. Da lì si vede un paesaggio molto verde, a valle, il verde è interrotto da alcune piscine pubbliche. Accanto a me ci sono mio padre e una mia conoscente, (purtroppo venuta a mancare per via di una malattia) lei dice che come da programma dobbiamo aspettare il prossimo torpedone.

Già mi ero scusata per il fatto che lei si era sentito messo alla berlina, per correggere questo atteggiamento, mi può dire se si riferiva ad episodi particolari ( come, quando,.. è accaduto) oppure se fa riferimento a qualcosa che fa, come dire da sfondo ai miei post. Potrebbe essere una occasione sia per correggermi che per conoscere altri aspetti di me stessa.

Mi domando se Lei per caso

Mi domando se Lei per caso non metta me nel ruolo di Bion e se stessa in quella del bambino, rivivendo qui in qualche modo sue esperienze passate. Per certi versi Lei varie volte mi ha accusato di averla traumatizzata, con le mie risposte, quasi come potesse esserci qualcosa di simile a quelle situazioni. Lei esprime delle considerazioni interessanti su bugie e verità, a proposito, e anche queste infatti sono spesso tornate nel nostro carteggio qui. Mi accusava mi pare di non crederle, e di darle quindi della bugiarda...
Per cui nel nostro rapporto scritto sembra esserci una specie di dilemma che blocca tutto: chi dice la verità, chi è bugiardo? C'è stato un trauma, un abuso reale o solo fantasticato?
Mi sa che giriamo intorno a questa questione da 5 anni, senza uno sbocco.
Nel sogno parla di un cambio di torpedone che dovete fare, ''come da programma'. Sembra essere stata una piacevole esperienza. Ma potrebbe incombere un 'programma' che non dipende dai personaggi in gioco, ma come da qualcosa fuori del loro controllo.
Chissà se anche qui siamo come dei personaggi in gita turistica, ma con un programma fuori dalla nostra possibilità di modificarlo, come uno potrebbe dubitare dopo cinque anni. In fondo la terapia è una specie di escursione che ha come obiettivo di cambiare qualche cosa che programma la vita di una persona, che ne è scontenta e vorrebbe fare qualche modifica. Ma il 'programma' sembra difficile da modificare e tende a ripetersi con poche variazioni, apparentemente.
Si dice che le persone traumatizzate, con esperienza di abuso, tendano a rimettere in scena sempre lo stesso trauma, la scena dell'abuso più o meno riconoscibile o deformata. Forse appunto siamo in un contesto simile, senza riuscire, per ora, ad uscirne, ma neanche a visualizzarlo bene. Come quando si guida nella nebbia, quando non si vede abbastanza si sta fermi o quasi, aspettando che la nebbia si diradi.

forse a Bion..

Egregio Dottore,
forse a Bion era andata bene, nel senso che dopo quell'episodio aveva cambiato lavoro/professione, diventando famoso, forse da prof. avrebbe avuto meno notorietà e possibilità di esprimere i suoi talenti.
Volendo assimilare l'esperienza di Bion alla nostra, qui manca un terzo soggetto: la mamma del bambino, non so se è influente o meno e se si fino a che punto.
Mi pare di ricordare qualcosa riguardo a ciò che ritenevo una sua "accusa" di essere bugiarda, se non sbaglio dopo aveva aggiunto che per lei non era importante scoprire se episodi di abuso fossero reali o immaginati, ma quanto valutare le conseguenze, praticamente identiche. Non vorrei essere poco rispettosa, ma ho dei dubbi in proposito,anche perché ( e non solo per questo) non c'è solo abuso, ma anche violenza su un corpo non ancora pronto. Mi pare che in casi di abusi, soprattutto se scoperti subito, non c'è solo la valutazione dello psichiatra, dello psicologo, c'è anche quella del ginecologo/andrologo e non sol per accertare se il fatto sussiste o meno.

Le faccio una domanda: perché un bambino dovrebbe inventarsi/fantasticare una cosa del genere? Se un bambino inventa o fantastica queste cose ci deve essere un presupposto che abbia un minimo di conoscenza della sessualità, e forse anche del suo uso violento o contro volontà. Ammesso sappia queste cose rimane la domanda iniziale. La domanda è generale, senza alcun riferimento a fatti specifici.
Le sarei grata se volesse/potesse rispondere, potrebbe essere una occasione per avere un'altra prospettiva ( oltre quella in comune con la terapeuta )magari totalmente diversa o forse potrebbe essere una integrazione. Ha ripetuto diverse volte che non risponde a domande, ma questa, mi pare, ha una valenza diversa.
Per usare la sua immagine della macchina in viaggio e che trova la nebbia, forse con questo post sto cercando di orientarmi, sperando che la nebbia si diradi

Nei tribunali che giudicano

Nei tribunali che giudicano casi di abuso la domanda che pone risuona di continuo, senza che ci sia mai una risposta definitiva. Va sempre valutato caso per caso e spesso non si arriva a definire la verità, e anche quando ci si arriva non è detto sempre che la verità processuale corrisponda alla verità reale. Una delle parti di solito non l'accetta.
Per cui in generale non lo so, caso per caso si possono a volte fare delle ipotesi. Nel suo caso? E' disposta a cercare la verità? Anche se non è detto che si possa trovare, cercarla è comunque utile, spesso.

Chi si rivolge al tribunale ovviamente vuole far riconoscere la propria verità, e il tribunale è chiamato a stabilire appunto la verità, e punire i colpevoli. In terapia invece non è così, almeno a mio avviso. In terapia si cerca di 'digerire' quanto è rimasto indigerito e ostacola il funzionamento della persona interessata, indipendentemente da qual'è la verità. Questo non vuol dire che 'le conseguenze siano identiche'. Queste andranno valutate caso per caso, a meno che non ci si occupi di statistiche.
Qualche volta capita che un paziente scambi la terapia per un tribunale e invece che alla ripresa del proprio cammino miri al riconoscimento della propria verità, e la terapia va in panne. Non so se anche noi siamo incappati in qualcosa di simile.

spunti di riflessione

Egregio Dottore,
una delle regole concordate era ed è max 2 mail settimanali, questa è un po' diversa, cerco di esprimere le riflessioni, domande che fanno seguito al suo post. Scrivendole e comunicandole forse riuscirò a fare un po' di ordine, non solo, con questo post mi congedo per circa una settimana proprio per poter meglio riflettere, potrebbe essere che sono ad un bivio o forse no...chissà se i due torpedoni nel sogno non riguardano i due tipi di percorso... non è una interpretazione, ma un dubbio.
Sicuramente i traumi di qualsiasi tipo producono effetti diversi bisogna tener conto di più fattori come l'età del bambino, se il fatto è avvenuto in famiglia o no, se il bambino è stato aiutato subito o meno, se il fatto si è ripetuto tante volte o no ecc.
Se, sempre nell'ambito generale e delle ipotesi. Certo che il bambino ha fantasticato ( questa fantasticheria l'ha comunicata a terzi, non tenuta per sé, altrimenti forse non se ne parlerebbe neppure)perché avrebbe fantasticato e comunicato tale fantasia spacciandola come reale? La domanda forse si può porre anche al di fuori dei tribunali. Forse anche così rimane troppo generica.
Verità processuali stabilite nei tribunali, di solito si chiama così, verità processuale, più concretamente il giudice è chiamato a stabilire se è stata violata o meno la legge, cosa che risente di tante variabili come la lunghezza della procedura, se la denuncia è avvenuta subito o meno, dalle competenze dei soggetti. Nel tempo i reati sono cambiati ad esempio nello Stato di Diritto era reato penale chiedere l'elemosina, nell'antica Grecia la pedofilia non era reato, per molto tempo anche negli stati c.d. occidentali o democratici la schiavitù era regolare. Un'altra occasione per vedere il bicchiere mezzo pieno...sperando non vada persa.
Lei ha il dubbio se anch'io ho scambiato la terapia per un tribunale, avrà i suoi motivi per esprimerlo. Al di là dei tribunali, delle verità, esprimo una mia idea personale, penso che nel rapporto/lavoro/dialogo terapeutico ci sia bisogno di un minimo di fiducia reciproco, il che nn vuol dire credere sempre e comunque a quello che dice l'altro o tacere/cancellare le proprie impressioni, emozioni, idee, come ho fatto io, quantomeno si perde in spontaneità e il dialogo o come lo si voglia chiamare perde la sua natura, forse potrebbe assimilarsi ad un adeguamento. Nel mio caso posso dirle che del fatto reale/fantasia ( a seconda dei punti di vista) ne ho parlato molto tardi rispetto al fatto reale/fantasia. Mi pare di aver accennato a un certo mio modo di fare da bambina, diversi post fa ricordo che c'era stata una sua risposta. Lei chiede se sono disposta a cercare la verità? lei stesso ammette che non sempre è possibile. Non la prenda come, mi pare sia successo recentemente, come se cercassi di mettere in competizione lei e la terapeuta o di fare un paragone, tra l'altro non sono possibili sia perché le circostanze sono diverse sia perché avete approcci diversi.
Questo argomento è stato trattato anche con la terapeuta, non mi pare di dire niente di nuovo per lei. Forse le domande che dovrei farmi, tra le altre: sono disposta a rifare un certo tipo di percorso per niente facile, con annessi e connessi? Se la sua "lettura/interpretazione" sarà, come potrebbe esserlo, diversa da quella della terapeuta, cosa potrebbe succedere? potrei gettare al vento anni di terapia? ma come posso dimenticare i momenti difficili quando la terapeuta mi è stata vicino, si è messa in discussione, quando ha sbagliato lo ha riconosciuto eppure poteva mettere le proverbiali "pezze a colore", mi ha dato tanta fiducia in molte occasioni e non mi riferisco solo al fatto reale/immaginato. E lei come considera il lavoro svolto nell'altra sede? Ora ho in mente questi dubbi/domande può darsi che non siano fondate e che i vs pareri possano coesistere.
Un'ultima cosa lei non nota dei cambiamenti rispetto ai primi post? certo se si guardano i singoli post può essere difficile notarli. Anche questo fa parte del solito bicchiere...

Ho l'impressione che immagino

Ho l'impressione che immagino potrebbe avere un dentista con una paziente che non vuole mettersi sul lettino e aprire la bocca. A volte si avvicina si siede e apre un po' la bocca ma quasi subito si alza, appena il dentista si avvicina. In simili condizioni non so che farebbe quel dentista. Magari capisce che la paziente ha tante paure e tanti dubbi, ma finchè non accetta le modalità di lavoro del dentista si può fare poco, se non parlare dei motivi per cui non si siede... Ma dopo 5 anni?

mi pare che

Egregio Dottore Gianmaria Benedetti,
in questa mail preferisco tornare ad un lessico più formale, forse più consono.
Mi pare che nell'ultimo post ho espresso quali sono le mie perplessità, sia pure in forma di domande, magari infondate, ma occorre un minimo di riflessione per stabilirlo.
Una delle questioni è quella che aleggia da 5 anni, chi dice la verità? chi la bugia?...
E lei chiede se sono disposta a cercare la verità...da questo nascono le perplessità/domande.
Le stesse perplessità le ho dette anche alla terapeuta, lei mi ha risposto dando il suo parere.
Forse la terapeuta ha maggiori informazioni di lei, riguardo le riflessioni/domande. A prescindere da dove mi porteranno le riflessioni/domande, cercherò di riempire questo gap.
Cercherò di non farmi influenzare da nessuno, ora potrà sembrare oscura questa frase, probabilmente non lo sarà più una volta tolto il gap.

Continua a non sedersi sulla

Continua a non sedersi sulla poltrona di paziente, continuando la metafora del dentista

Bivio, informazioni...

Egregio Dottor Benedetti,
Ho bisogno di ulteriori elementi per prendere una decisione e le sua ultima risposta non è di Aiuto.
Fuori di metafora (chissà se la metafora del dentista ha qualcosa in comune con quella della guida e dell' escursionista, entrambi nn conoscono il territorio da esplorare )dica chiaramente cosa dovrei scrivere, a quanto pare nn va bene niente o cpme direbbero i prof sono sempre fuoritema.
Negli altri post esponevo un mio timore (leggi terrore)che certi avvenimenti che ci sono stati durante le terapie possano ripetersi. Mi pare di averne accennato anche in questa sede, alcuni di questi sono avvenuti prima che iniziasse il dialogo/rapporto/lavoro qui altri durante. L'altro ristorante li ha vissuti in contemporanea, insieme a me. Nn so se ha presente. Ma se ci fosse anche una possibilità limitata che possano reiterarsi non solo nn mi siedo sulla sedia facile che chiuda in faccia al dentista la porta. Saró paranoica, ma certe cose segnano.

Appunto. Sembra che sia

Appunto. Sembra che sia ostacolata dalla paura di rivivere brutte situazioni in cui si è trovata. Quasi fosse in un campo minato, senza sapere dove sono le mine... Non può muoversi, ma anche stare ferma diventa un problema. Sembra uno stato post-traumatico che appunto la paralizza: così non può sedersi sulla poltrona, quindi il dentista non può lavorare.
In effetti tutto quello che fa qui è all'insegna del prevenire, evitare possibili pericoli, lo dice chiaramente ed esplicitamente... D'altronde così non si può lavorare, il dentista non può nemmeno vedere che dente le fa male. Sicuramente lavorando un po' di male si sente, se non altro l'ago con cui le fa l'anestesia.
Almeno abbiamo appurato che è bloccata da questa paura e che non trova la forza di superarla. Tutto il resto è secondario.
Può darsi che un po' alla volta la trovi, non credo che ci sia un'altra soluzione.
Il campo minato di cui sopra è quel territorio dentro di lei in cui già all'inizio diceva che non osava addentrarsi.
Il problema è quindi di valutazione realistica del rischio e di coraggio.

mah!!!!!!!!!

Egregio Dottor Benedetti,
( meglio evitare il carissimo Gianmaria, che potrebbe insospettire, quali oscuri motivi?)
ha presente il film con D. Hoffman il maratoneta? l'ho visto anni fa in dvd con il mio compagno, fan dell'attore. Ha presente il dentista? e come curava il dente? il suo scopo era di fare del male. Senza addentrarmi nella trama il dentista era un criminale nazista e il suo cliente mi pare un giornalista che dava la caccia a tali criminali. Chiaramente nel film lo scopo della cura era di fare del male. L'esempio è un po' tirato per i capelli, ma nell'essenza rende l'idea: in certi "fatti" accaduti durante la terapia c'è stato solo dolore, paura del peggio, sentirmi in balia degli altri, ecc., ma non c'è stato alcun aspetto positivo, almeno per me. Per questo preferisco evitarli. Quale persona affronterebbe il dolore e altri aspetti negativi se sono fini a loro stessi?
TRa l'altro di alcuni di questi avvenimenti, tentato di parlarne anche qui, ma il tentativo non era andato a buon fine. Forse allora ero più coraggiosa ci avevo provato, ma non aveva, come dire, favorito una sua risposta, anzi era stato stranamente duro, di solito è più disponibile. Potrei fare un accenno, almeno un promemoria di certi avvenimenti, ma non sarebbe spontaneo, più una forzatura.
La parte finale del suo post alquanto oscura:- il campo minato di cui sopra è dentro di lei..-
Non so cosa voglia dire e non tento neanche possibili "letture", meglio dire non ho capito.
Cmq quando dicevo più esplicitamente certe cose non erano "interessanti", parola poco adatta, ma non me ne vengono altre, ed ora che faccio un accenno anche in negativo, nel senso di non voglio rivivere.., lo diventano.
SOGNO
SOno in una villa al pianterreno, c'è un'ampia vetrata che da sul giardino. Sono con altre persone. Mi ritrovo in mano un quaderno fitto di appunti. Li rileggo, mi servono per un esame. Ci sono altre persone che devono sostenerlo, come me. Un gruppetto dice che devo farlo il giorno x ovvero all'appello successivo, non in giornata, mi ero pure prenotata per l'altro appello, la preparazione era in funzione di quella data. Ma loro insistono quasi mi costringono a farlo insieme a loro. Decidono per me. Ma quando di tratta di partire per andare a fare l'esame, nessuno lo vuol dare. Per raggiungere l'università occorre la macchina, spero che l'autista sia in ritardo, ma eccolo che arriva, allora penso troverò il modo di poter sostenere l'esame alla data della prenotazione. Mi avevano lasciata sola, per la serie armiamoci e ..partite.
Lei dice di una valutazione realistica del rischio e del coraggio. Tante volte mi sono fatta coraggio durante la/e terapia/e , e come ricompensa tanti "episodi" incresciosi. Non pensi ad un paragone tra lei e la terapeuta, tra l'altro non avrebbe senso farlo mancando i presupposti, la terapeuta mi è stata vicino durante questi avvenimenti , e anche lei e mi riferisco ad un particolare post, purtroppo non ricordo la data, ma quel post mi è stato di aiuto, di conforto e non può sapere quanto.

Questi ultimi spunti mi fanno

Questi ultimi spunti mi fanno tornare in mente l'idea che lei consideri a volte la terapia come un supermercato con tanti scaffali da dove Lei prende quello che le va e tralascia quello che non vuole, per tutti i motivi possibili. Questa immagine contrasta con quella che ho io dell'esplorazione di un territorio sconosciuto ( anche se magari vissuto da sempre ma non visto) dove si va a cercare di conoscere quello che ancora non lo è. Si rischia che si fa come nella novella dei due asini fra due mangiatoie, legati insieme, uno che tira di qua, uno che tira di là e rischiano di morire di fame, o di stanchezza... Il problema è appunto se possiamo collaborare in una direzione condivisa, almeno in parte, perchè se le spinte sono uguali e contrarie in effetti la risultante è nulla.
Anche l'ultimo suo post è dedicato in gran parte , mi pare, a spiegare perchè non si fida di collaborare... Non basta un sogno per uscire da questa impasse. Io le sembrerò Barbablù, forse, e questa forse è una delle 'mine' che dicevo:una mina-Barbablù dentro di Lei, memoria o fantasia del passato ma anche del presente, visto che ha effetti anche nel presente. D'altronde Lei potrebbe avere per Barbablù una qualche ambivalenza, amore-odio , un'attrazione/repulsione che complica le cose, e forse traspare dai suoi incipit la difficoltà di gestirla.

Questi ultimi spunti mi fanno

Questi ultimi spunti mi fanno tornare in mente l'idea che lei consideri a volte la terapia come un supermercato con tanti scaffali da dove Lei prende quello che le va e tralascia quello che non vuole, per tutti i motivi possibili. Questa immagine contrasta con quella che ho io dell'esplorazione di un territorio sconosciuto ( anche se magari vissuto da sempre ma non visto) dove si va a cercare di conoscere quello che ancora non lo è. Si rischia che si fa come nella novella dei due asini fra due mangiatoie, legati insieme, uno che tira di qua, uno che tira di là e rischiano di morire di fame, o di stanchezza... Il problema è appunto se possiamo collaborare in una direzione condivisa, almeno in parte, perchè se le spinte sono uguali e contrarie in effetti la risultante è nulla.
Anche l'ultimo suo post è dedicato in gran parte , mi pare, a spiegare perchè non si fida di collaborare... Non basta un sogno per uscire da questa impasse. Io le sembrerò Barbablù, forse, e questa forse è una delle 'mine' che dicevo:una mina-Barbablù dentro di Lei, memoria o fantasia del passato ma anche del presente, visto che ha effetti anche nel presente. D'altronde Lei potrebbe avere per Barbablù una qualche ambivalenza, amore-odio , un'attrazione/repulsione che complica le cose, e forse traspare dai suoi incipit la difficoltà di gestirla.

determinismo

Egregio Dottore,
solo dopo aver scritto e inviato il post (meglio non precisare la quantità di tempo trascorsa, si potrebbe evincere una certa lentezza di pensiero!!!!ah! ...) mi sono accorta che era in gran parte caratterizzato da un forte determinismo, che si può riassumere grossolanamente e sinteticamente così: alcuni avvenimenti del recente passato si ripropongono uguali, magari cercando di fare un percorso all'indietro; non solo ci deve essere la stessa reazione. Questo come se fosse possibile ricreare le stesse condizioni e avere le stesse condizioni. Ignorando bellamente che nel frattempo il ...tempo è trascorso con quello che implica. In data odierna può indicare che ho passato dei momenti difficili, incresciosi, ma allo stato attuale, non mi pare possa dire altro, non per oscuri motivi, dovrei riassumere i primi 3/4 anni di terapia con l'altro ristorante; riprendere qualcosa che era accaduto nel 2012/2013 e che era stato riportato in qualche post sia pure in ritardo. Insomma un lavoro difficile e non so se utile.
Nulla toglie che si possano presentare situazioni simili ed insieme valuteremo i rischi/benefici. Rischi, che per altri motivi, non ha mancato di segnalare qualche post fa a proposito di uno stato depressivo. Così fa la guida, almeno credo, segnala i rischi e tiene conto della capacità di affrontarli dell'escursionista. Ma fasciarsi la testa prima del tempo... come stavo facendo. Ha notato quanti motivi ho addotto per poterla fasciare, per la serie del bicchiere mezzo pieno...non ha detto che erano peregrini, malmessi.
In questo momento non saprei dire, se il "determinismo " si è presentato più volte e in modo così plateale, forse si, ma dirlo con certezza...Determinismo anche per le scale? Se le affronto cado, meglio evitare... Forse con il tempo e con il suo aiuto sarà più chiaro cosa mi ha fatto imprimere nella mente alcuni avvenimenti successi durante la terapia in modo così negativo. Non so se serva forzare la mano o se sia controproducente intanto è venuto fuori che alcune cose accadute durante le terapie hanno lasciato il segno.
Mi permetto di giocare un po' con le parole, il primo post è di 5 anni fa...
Barbablù, non è dentro di me, ma sono io, perché le ho detto che in certe stanze ( episodi recente passato) del castello non doveva entrare, pur affidandole le chiavi (alcuni di loro sono riportati nei post) e lei la .... settima "moglie".
Più esplicitamente cosa intende quando accosta memoria o fantasia ( possono essere intesi come fatti disgiunti nel senso che uno esclude l'altro oppure in modo più complesso da un fatto reale si possono associare delle fantasie). Si riferisce ad episodi relativamente recenti o ad altri più remoti? Se si riferisce ai primi, nonne abbiamo parlato molto, di uno un po' di più. Di due sue mail mi sono scritta la data ( lei sa il gran numero di post, quindi 2 è davvero insignificante come numero), perché li trovavo particolarmente significativi o perché per me rappresentavano un cambiamento, un modo diverso di vedere le cose. Uno è del thread " al di là di ogni cosa batte un cuore " con data 06/09/2016 era la sua risposta alla mail in cui finalmente parlavo più chiaramente del lunedì nero. Un altro post tratto dal thread "capitaniere" del 20/12/2015. Risposta in cui dà una interpretazione a certi comportamenti del passato. Non so se nel frattempo ha cambiato idea o le è indifferente. Per me era stato importante riuscire parlarne e la sua risposta aveva chiarito un certo modo di fare. Meglio non rileggere le mail passate, ma queste due hanno una diversa, come il giorno del diploma, della laurea...
Lei mi sembra piuttosto il Grande Puffo.....Cmq lei non è gli avvenimenti, che in un eccesso di "determinismo" volevo evitare. Qui c'è attrazione verso certi fatti accaduti durante la terapia nel senso che vorrei fossero molto più chiari, espliciti, ma c'è anche l'altro aspetto, vorrei evitarli perché sono incresciosi, una loro componente forse è emotiva. Una parte le ricordo, forse non in modo preciso: di impotenza, debolezza, di essere in balia delle onde, di solitudine di fronte all'inspiegabile. E' riassunto breve e tra l'altro a posteriori.

Forse non se ne rende conto,

Forse non se ne rende conto, o forse è solo un'impressione mia, ma mi sembra che l'effetto di post come questo è di sollevare una cortina di polvere o nebbia che non lascia più vedere nulla. Il suo uso della memoria e dei ragionamenti ho l'impressione che serve più a nascondere che a esplorare e cercare di conoscere. Penso che possa avere questo effetto anche su Lei stessa: d'altronde si lamenta, o si lamentava ogni tanto, di essere minus habens, di non funzionare come mente. Potrebbe essere non per deficit, ma per essere offuscata dalla quantità di polverone che solleva.
Per andare avanti qui la invito a usare meno la memoria e anche il ragionamento, vedremo se riescono a manifestarsi contenuti soffocati da questa sua attività mentale che, almeno qui, rischia di essere inconcludente e di bloccare ogni possibilità di lavoro.

giro d'italia

Egregio Dottore,
qui come al giro d'Italia, partecipano in tanti, ciclisti con diverse caratteristiche, ci sono: sprinter, cronometristi, scalatori, passisti e il ciclista puro che affronta bene tutte le tipologie di gare. C'è chi aspira alla maglia di settore, chi ambisce alla maglia rosa, tutti però vogliono arrivare a Milano. Tutto questo per dire che l'altro post, per me, era in salita, e allora ho rallentato, quasi ferma e ho potuto guardarmi intorno e così ho potuto notare che forse mi stavo accingendo a fare qualcosa di impossibile.
Dice bene mi lamentavo di essere una "minus habens", ora non più, o cerco di evitarlo; non serve a niente dire cose simili, si ottiene solo di non tentare più e un profondo avvilimento.
Polvere sollevata? se lo dice lei...., per me è stato altro, quasi un momento necessario.
Usare meno la memoria? mi pare che riportassi solo la data i due mail del passato. Con le parole che seguiranno non voglio fare l'elogio della memoria, ma ha un suo indiscutibile valore.
Sono stata di recente in un centro in cui si curano le demenze e l'Alzheimer, c'era una tabella:-senza memoria non avrai futuro.-. Non solo la memoria è alla base di qualsiasi tipo di esperienza. La mancanza di memoria può incidere anche in questa sede: può farci parlare sempre della stessa cosa pur essendoci i presupposti per andare avanti. Può farci dire una cosa su un argomento e dopo alcuni post dire un'altra, anche se non ci sono motivi per cambiare idea. Queste cose già saranno state messe in conto e proverò a mettere da parte la memoria ( solo chi non l'ha persa può fare una simile richiesta e non mi riferisco a piccole dimenticanze o a gravi malattie). Cmq proverò a metterla da parte insieme al "ragionamento", che solleva polveroni. Con queste parte della mail le mette in disparte.
Dunque eliminando la memoria e il "ragionamento" forse rimangono le sensazioni e le emozioni.
Non so se si possano esprimere a comando, ma posso tentare, esito incerto.

Il Dottore ha chiesto di dare spazio alle emozioni (almeno così mi è sembrato), pare che siano fuggite, vorrei poterle chiamare quasi per nome....la sensazione tipo botola che si apre, eppure era chiusa, quasi mimetizzata. Si apre proprio quando si fa più affidamento, sei sicura che c'è e poi invece ti trovi proiettata nel vuoto. Il cuore accelera o forse no, si ferma e ti lascia senza fiato. Quando mostri la parte più fragile, allora la botola si apre e tu ci contavi che rimanesse chiusa o forse non sapevi neppure della sua esistenza. Allora ti dici che la prossima volta farai diversamente, non più piedi su posti apparentemente sicuri, non più mostrare parti fragili o che sembrano tali.
Riprendi un po' di sicurezza, ma una parte di te ne risente e vorrebbe sparire, dileguarsi, forse diventare invisibile. Magari potessi andare lontano....Quella sensazione di voragine he si apre, quando ti aspetti ben altro difficilmente ti lascia.
Ci sono dei momenti in cui tutto questo si allontana e si ha come un fermoimmagine. Il tempo si dilata, no futuro, no passato, solo l'istante, in cui c'è serenità. Il cuore rallenta, come se volesse guardarsi intorno con calma. Una voce, qualcuno accanto a te, dice qualcosa, l'attimo infinito, torna ad essere un attimo già passato.

Grazie…sono contenta

Grazie per il suo invito a dare più spazio ad altre questioni. Spero di esservi riuscita. Non badi alla prima parte della mail é un modo come un altro per cercare di contenere i ragionamenti che sollevano polveroni.Grazie ancora, nn so se sono riuscita nell' Intento

Neanch'io. Vedremo... Forse

Neanch'io. Vedremo... Forse può provare a mettere via anche la 'letteratura', la 'poesia'... Rischia di essere un autocompiacimento...
Chissà, sfrondando, un po' alla volta , qualcosa si può trovare...

forse in sogno c'è qualcosa che ricorda la botola, anche se...

Egregio Dottore,
questa volta inizio da alcuni sogni, uno di loro potrebbe esplicitare, anche se al contrario la sensazione descritta nell'altro post.
Sono con una mia amica al liceo, deve ritirare dei documenti. Bisogna salire numerose rampe di scale (effettivamente al liceo, dove avevo studiato c'erano 7-8 rampe di scale, ma queste del sogno sono diverse e più numerose). Mentre salgo penso tra me:- ecco perché non avevo difficoltà nell'affrontare le scale al liceo, i gradini sono così bassi da sembrare inesistenti-. Anche la forma era particolare sembravano quasi piegature di un ventaglio molto chiaro e con l'estremità fatte come una freccia. Arriviamo al piano degli uffici, la mia amica fa un ulteriore rampa di scala, in cima c'è una specie di computer che dà ticket per prenotare il servizio richiesto. Mi siedo e attendo che la mia amica finisca. Sono seduta proprio davanti alle scale. Mi preparo a scendere emi accorgo che sia il passamano che il parapetto spariti, quasi fosse diventata una scala tipo a pioli. Dico alla mia mica della mia difficoltà a scendere, lei mi dice di non preoccuparmi; mi prende sottobraccio e iniziamo a scendere. Il passamano c'è, un tubo di acciaio splendente, e sotto ci sono lastre di vetro pulitissime. Dico alla mia amica che le affrontiamo troppo di corsa, lei dice di non preoccuparmi. Mi affido al suo braccio e al passamano che al pianerottolo diventava una specie di pomello altrettanto splendente. Arriviamo al pianterreno, ora accanto a me c'è mia sorella e stiamo davanti ad una specie di scaffale di un supermercato. Sono in mostra prodotti per le mani, tutto ad euro uno. Ne provo uno - idratante pelle- ha un colore tra il verde e il blù, ne metto un po' troppo, difficoltà nell'assorbimento. Mia sorella mi consiglia di comprare più prodotti, sono di qualità e a buon prezzo.
Nel sogno è descritta la sensazione di "botola" del post precedente, solo che d segno contrario. Questa voltala botola non si apre, posso affrontare il dislivello, vuoto, in sicurezza, non c'è baratro. Posso chiedere aiuto e ammettere una mia difficoltà, semplicemente, senza che l'altro la ignori o la sottolinei. I gradini rimanevano tali e non si trasformano come in altri sogni, quasi in una linea verticale o in gradini che danno diversa pendenza da un momento all'altro: insomma diventano inaffidabili, facendomi cadere.
Difficile descrivere la sensazione di quel tipo di caduta, non c'è solo il timore di fine caduta, ma anche una delusione profonda, la disillusione di chi si si è fidato ed affidato.
Forse sarà un po' così l'accostamento, chissà se non c'era qualcosa di simile, un attimo prima e forse anche un attimo dopo, che leggessi le sue mail? Posso dire che è una brutta sensazione, trovo difficile descriverla. Come essere lasciata sola davanti a qualcosa di più grande di me, forse non è esatto, ma in parte ci prende. Oppure con altre parole, per gradini, ma anche questa volta poco preciso, ma un pochino ci sta. Il desiderio di comunicare qualcosa che poi si trasforma in parole e si affida ad altri e che dopo si rivolta contro, come la botola che si apre o come la scala mutante. Allora tanti dubbi del tipo: forse non riesco ad esprimermi neppure per dichiarare una difficoltà, forse certe cose non vanno dette, meglio contare solo su se stessi, forse meglio imparare a mettere in conto che ti possano dire che sei tu ......
Altri sogni
Sono all'aperto in un cortile, prendo dei micini e uno alla volta li riporto alla loro cuccia, vicino alla casa di una mia conoscente anziana ( nella realtà è morta da un pò di tempo) la sento tossire, ma non ci bado, ha solo una leggera forma influenzale. Dopo un po' esce di casa ( indossa un completo beige) e mi rimprovera perché non ero andata a trovarla.
Mi sveglio e il sogno sembra continuare. Sono sempre allo stesso cortile, questa volta c'è una villetta e un cancello che permette l'ingresso al cortile. Il cancello è accostato, fatto in ferro battuto, sopra come ornamento cisono due galletti in ferro battuto dai colori vividi.
Dopo qualche giorno risogno l'anziana signora.
Tra tanta gente, in un piazzale, ci siamo l'anziana signora ed io, dobbiamo prendere il torpedone. Lei dice che non ha il denaro per pagare il biglietto, le sono rimasti pochi centesimi. Le dico che le presto 2.50 euro per il biglietto. Lei in un primo momento vorrebbe rifiutare, ma le dico che mi fido fi lei, allora accetta. La particolarità dei 2.50 euro sta nel fatto che avevano una forma particolare erano rettangolari, quasi quadrati, ed erano d'oro e come effige c'era il quadro della Madonna del rosario.
Piccola curiosità. Quando la mattina mi sono svegliata ho trovato nel letto la piccola e sottilissima collanina d'oro con un ciondolo con l'effige della Madonna del Rosario. Il gancetto non era rotto e neppure lo avevo potuto sganciare da me nel sonno: troppo sottile e troppo corta la collana,forse si sarà sganciato per l'attrito con il cuscino, ma singolare la coincidenza...
P.S.

Leggendo la sua risposta, forse ho capito, quando dice di mettere via la letteratura, poesia... forse L'infinito di Leopardi? a parte la parola infinito, non c'è niente in comune.
Sono degli istanti che vivo da un po' di tempo magari in automobile ( non sono alla guida) ma non necessariamente, in quei momenti mancano: se...ma, no..non, futuro nerissimo e presente ancora più cupo. Insomma piccoli momenti di fiducia nel presente. Ora che ci penso chissà cosa aveva in mente Leopardi quando scriveva l'infinito.... sono state date tante letture.

Due percezioni nel sogno: il

Due percezioni nel sogno: il passamano non c'è, il passamano c'è... La realtà è ingannevole, le percezioni cambiano... Come fidarsi e affidarsi? Cos'è vero e cosa è falso? L'amica deus ex machina ( che risolve la situazione) che poi diventa sorella che dà buoni consigli... sarà vero? Nel senso che le cose sono ingannevoli, la percezione forse le distorce.
Anche la sua lettura delle mie risposte è mediata ovviamente dalla 'percezione': avrà un effetto distorcente? come distinguere vero e falso? Sara la percezione a aprire e chiudere la botola che dice Lei, come nel sogno che prima il passamano non c'è e poi c'è? A alterare e rendere sdrucciolevoli gli scalini? ( Un po' come nel Pozzo e Pendolo di Poe?)

Anche nel secondo sogno o serie di sogni sembra intervenire un deus ex machina che risolve miracolosamente: questa volta è l'immagine sacra, che addirittura sembra creare un ponte fra sogno e veglia, fa mondo reale e al di là, visto che la signora è morta.. Ma anche qui la percezione cambia: la signora rimprovera di averla trascurata, poi la signora accetta l'immagine d'oro/denaro. Le scene sono quindi mutevoli, quasi una faccia e l'altra della medaglia, entrambe 'vere' quindi, dipende da che parte si guarda. Le 'botole' potrebbero essere come porte basculanti fra mondi diversi, quasi facce diverse della stessa medaglia/realtà. Scegliere che faccia vedere può aver effetti sulla realtà quotidiana, se fa mancare la vista delle scale o del passamano...

Riguardo alla letteratura, forse a volte sostituisce la realtà, e anche qui diventa una questione di vero o falso, e uno rischia di perdersi nella confusione

il tentativo continua......sperando non rimanga tale

Egregio Dottore,
PARTE MANCANTE DI UN SOGNO
leggendo la sua risposta mi sono accorta che mancava una parte di un sogno (torpedone e anziana signora, mi pare l'ultimo descritto).
Parte mancante. Una volta salite sul torpedone l'anziana signora ed io prendiamo posto, lei un po' più avanti . Dopo un po' si avvicina una signora, mi dice qualcosa, non ricordo cosa. E' molto bella, vestita di bianco, porta una gonna a tubo, le gambe ben fatte, abbronzate. Indossa una maglietta con le maniche lunghe, sempre bianca, i capelli folti, neri lucidi e riccioluti sono in parte coperti dal cappuccio della maglia. Gli occhi sono scuri, ben disegnati.
SENSAZIONI
Se posso descrivere le sensazioni riportate nel precedente post, direi che una di loro non può essere assimilata ad una porta basculante cha apre e chiude fra due mondi diversi. In questo caso manca la sensazione di vuoto voragine. Non solo i piedi rimangono ben saldi al suolo. Sensazione di mancamento, molti dicono si provi in aereo quando incappa in un vuoto d'aria. La similitudine era propria di un istante preciso. Forse la prima volta che l'avevo provata e non per similitudine, quando ragazzina ero caduta in un pozzo, forse quella sensazione è stata trascritta nella parte emotiva, mah, non saprei. Difficile descrivere quei brevi istanti, che lasciano senza parole, interdetti; il paragone forse è estremo, potrebbe essere come certi animali che di fronte a quello che ritengono un pericolo o qualcosa che li coglie di sorpresa rimangono fermi, quasi come morti.

La fobia ha un effetto distorcente, le scale non le vedo sicure, ma è una mia percezione, ciò non toglie che ci siano scale oggettivamente poco sicure.
La distorsione c'è non fosse altro perché siamo "limitati" e anche gli organi di senso lo sono: gli occhi non sempre ci fanno vedere al meglio. Ma si fa con quel poco che si ha.
Come mai, riferendosi prima ai sogni, mette le cose quasi come una dicotomia tra vero e falso? Domanda conseguenziale: chi stabilisce cosa sia vero e cosa falso?
Possibile che nel sogno non abbia visto il parapetto: era di vetro pulitissimo, e il passamano era splendente e poi stando seduta davanti alle scale, la fobia stava venendo fuori... In entrambi i sogni c'è l'aiuto reciproco, forse sarà una cosa rara nella realtà, ma c'è. Prima occasione del bicchiere mezzo pieno, altra dico apertamente del problema delle scale sia pure in sogno ( non è accada così frequentemente, anzi..); non solo c'è una risposta molto positiva - mi aiuta ad affrontare le scale-. Cmq una bella scoperta che c'era il passamano( il contrario forse meno piacevole..). A pensarci bene nel sogno non c'era solo il passamano ad aiutarmi a scendere ma anche la mia amica..... come 2 passamani.... volo pindarico: lei e la terapeuta? Se è così il vs aiuto nel sogno, (non solo in quello) diventa evidente, non solo per l'esito- scale discese con successo-, ma anche per qualcosa di intangibile, ma percepibile: un dialogo trasparente, dire di fiducia non rende l'idea ed è limitante.
Quando leggo le sue risposte? effetto distorcente dovuto a percezioni.....mi auguro che la "distorsione" non sia solo da parte mia, perché vorrebbe dire, se non ci fosse un minimo anche da parte sua, che sto scrivendo a chi non è tratto mai in errore, praticamente un non umano......solo battute.
Credo che in passato ci sono state, parlo per me, forse acuite da qualche timore. A volte non capivo proprio le sue risposte, in nessun senso, avevo provato a chiedere, a volte inutilmente. Ora fase di mutamento... staremo a vedere.
ULTERIORI SENSAZIONI
Recentemente mi capita di provare il desiderio di andare via, il più lontano possibile. In un posto "sicuro". Il passaggio di un treno mi fa pensare che in fondo è facile....
Ma sicuro, cosa vuol dire? forse non sono così forte da resistere alle sollecitazioni della vita.. ( caspita parlo di me come un edificio in muratura povera... di nuovo la paura dei terr..).

Tra le sensazioni questa la trovo particolare.
A volte vorrei che "tu" fossi qui accanto a me, invece sei lontano. Mi guardo intorno, ti cerco e non ci sei. Vorrei che prendessi forma, una qualsiasi, persino di peluche o altro ancora.
Il "tu" è generico, non è riferito a nessuna persona in particolare. Forse proprio non esiste..... Per questo trovo particolare questa sensazione/fantasia.

Provo a estrarre dei 'temi'

Provo a estrarre dei 'temi' dal suo lungo post

mancava una parte di un sogno
...
.. quando ragazzina ero caduta in un pozzo, ...
di fronte a quello che ritengono un pericolo o qualcosa che li coglie di sorpresa rimangono fermi, quasi come morti.
...
La fobia ha un effetto distorcente...
... una dicotomia tra vero e falso? ... chi stabilisce cosa sia vero e cosa falso?
...
.. l'aiuto reciproco, forse sarà una cosa rara nella realtà,
...
volo pindarico: lei e la terapeuta? S...

un dialogo trasparente, dire di fiducia non rende l'idea ed è limitante.

...chi non è tratto mai in errore, praticamente un non umano......

A volte non capivo proprio le sue risposte, in nessun senso, avevo provato a chiedere, a volte inutilmente. Ora fase di mutamento... staremo a vedere.

il desiderio di andare via, il più lontano possibile. In un posto "sicuro". Il passaggio di un treno mi fa pensare che in fondo è facile....
Ma sicuro, cosa vuol dire? forse non sono così forte da resistere alle sollecitazioni della vita.. ( caspita parlo di me come un edificio in muratura povera... di nuovo la paura dei terr..).

A volte vorrei che "tu" fossi qui accanto a me, invece sei lontano. Mi guardo intorno, ti cerco e non ci sei. Vorrei che prendessi forma, una qualsiasi, persino di peluche o altro ancora.
Il "tu" è generico, non è riferito a nessuna persona in particolare. Forse proprio non esiste.....

...temi....scelta

Egregio Dottore,
cercherò di scegliere qualche tema tra quelli che lei ha estrapolato. Cercando di essere un po' più sintetica e evitando alcuni temi che possano ricondurre ai " ragionamenti" che sollevano polveroni ( mi auguro sia solo per questa sede, altrimenti mi dovrei preoccupare e molto).

Come alcuni animali che rimangono immobili. In quei momenti non c'è solo paura, ma anche impotenza assoluta, neppure la fuga è consigliabile, perché "l'altro" è più forte, più veloce, unica speranza è che ti ignori. Queste sono parole e sembra come se mi facessi un bel discorso tra me e me, non è così, avviene in istanti rapidissimi, quasi in automatico. In quei brevi instanti la sensazione di pericolo, di essere stata lasciata da sola di fronte a qualcosa di difficile o inaspettato, invece fino a pochi instanti prima era tutto diverso, quello che ti era sembrato un sostegno, una persona amica diventa altro. Questo quasi in automatico e non vorrei che accadesse. Da bambina ero caduta in un pozzo, non molto profondo per un adulto, per un bambino.. Non ero precipitata completamente perchè una gamba era rimasta fuori e avevo battuto il naso contro i bordi. Non saprei dire se qualcosa di simile è accaduto quando leggevo alcune sue risposte o era un po' più complesso. Molto spesso leggendo i suoi post c'era qualcosa da "aggiustare", persino quando l'avevo ringraziata per un suo aiuto inaspettato, la risposta era stata alquanto dura.....ma questo è passato. Vedremo..

La fobia è una emozione forte, come tale è distorcente, credo come qualsiasi altra emozione forte. Può avere anche un effetto "paradosso" ovvero in certi casi si può sottovalutare il pericolo oggettivo dell'oggetto fobico. Questo per la climacofobia, ma c'è un'altra paura, più sottile, più insidiosa, meno definibile, sembra partire in una zona compresa tra il cuore e lo stomaco o si propone quando cerco di scrivere con la biro in modo più fluente, meno a scatti, c'è come una specie di paura/terrore che blocca sia il tratto che il respiro e mi sento impotente, incapace. Anche questi sono istanti quasi automatismi. A volte ho l'impressione che mi hanno lasciata sola in momenti particolari, uno potrebbe essere dopo aver dato quello che volevano, non solo lo svilivano ma mi lasciavano da sola e poi... Parole che la parte "ragionevole" rifiuta, mancano i soggetti, a quali "azioni" si fa riferimento... questa si che è nebbia. Quelle persone ( hi non è dato saperlo, almeno per il momento) erano come le scale, i passamani di certi sogni: ingannevoli. In questo non lo erano, non solo c'era un altro clima. ...La fuga dalle scale... sto correndo troppo.. (sensazione del momento e subito riportata).
Quel "tu" ancora non so chi è e se esiste... staremo a vedere se si definisce meglio-

quello che ti era sembrato un

quello che ti era sembrato un sostegno, una persona amica diventa altro....
A volte ho l'impressione che mi hanno lasciata sola in momenti particolari, uno potrebbe essere dopo aver dato quello che volevano, non solo lo svilivano ma mi lasciavano da sola...
Quelle persone ( hi non è dato saperlo, almeno per il momento) erano come le scale, i passamani di certi sogni: ingannevoli...

Potrebbe per favore non pensare a fare una dissertazione sui vari temi, ma solo a seguire i pensieri che le vengono quando si mette alla tastiera, per un tempo stabilito, mettiamo mezz'ora? Pensando di non avere un uditorio, un pubblico, ma solo a seguire i pensieri per vedere dove vanno a finire... Un po' come Alice nel Paese delle Meraviglie.

Metta una clessidra, o una sveglia e stabilisca 30 minuti...
Potrebbe inoltre saltare l'introduzione, le suggerisco, per non perdere tempo...

Gentile...

Egregio Dottore,
Gentile come sempre... prime erano i "ragionamenti "che sollevano polveroni, inconcludenti e ora anche le emozioni.. Purtroppo per me, era quello che sentivo e lo avevo affidato a lei, non avevo in mente nessun uditorio o pubblico. Nessuna dissertazione mi ero fidata di lei. Da un pó di tempo stavo cercando di vedere il bicchiere mezzo pieno, ora dopo questa sua risposta diventa più difficile. Bravo il Dottore! lavoro fatto in gran parte andato in frantumi. Non sono un personaggio, ma una persona. Le avevo affidato i pensieri più intimi e lei li tratta peggio che spazzatura, forse può immaginare come mi sento ora, in mille pezzi. Ma a lei non importa,.. di nuovo complimenti. Tanto per non perdere tempo dica direttamente quello che devo/posso scrivere. Mi pare opportuno lei sappia quale effetto ha avuto la sua "gentilissima "mail. Spero di farcela e di salvare una parte del lavoro. In questo momento non mi pare, forse domani, ma lo strappo é stato forte, quando la fiducia data viene trattata così... e in questa settimana non posso contare neppure sull' Aiuto della terapeuta. Fiducia distrutta e trattata come una cialtrona, grazie, davvero gentile. Le Chiedo anch'io un favore:si ricordi che sono una persona. Al di là delle sue intenzioni, il risultato è questo, mi ha ferito, umiliato come nessuno. Mi ripeto mi pare opportuno che lei sappia quali effetti ha avuto il suo post. Dovró riprendermi..

Devo aver toccato di nuovo

Devo aver toccato di nuovo qualche nervo scoperto... Capita anche ai dentisti, nonostante usino l'anestesia. Figuriamoci in questo campo, dove l'anestesia non c'è, a meno di non voler evitare proprio i punti dolorosi, come un medico pietoso
Ormai sono cinque anni che ogni tanto capita: e se quanto cerchiamo stesse proprio in quei nervi 'scoperti'?
Dov'è esattamente che sente così male?, cos'è che la fa scattare così? Provi a chiarire e chiarirsi meglio dove si sente toccata così insopportabilmente...

quanti anni..

Egregio Dottore,
quanti anni sono passati......
Nervi scoperti, provo a chiare e a chiarirmi meglio.
Non me ne voglia se userò la "parte" che lei chiama "ragionevole", cercando di metterla un po' in disparte a breve.
Lei più volte ha affermato che portavo cose inutili, poi di mettere da parte sia la parte ragionevole che la memoria. Avevo inteso queste cose come una richiesta di dare maggiore spazio alle emozioni. I miei post più recenti, eccetto l'ultimo, cercavano di fare la cosa richiesta. Nel post datato 29/05/2017, ho cercato di descrivere le emozioni del momento, usando come base di partenza (solo partenza, perchè dopo mi sono allontanata)alcuni temi estrapolati da lei dal lungo mio precedente post. Non è stato semplice sia perché è difficile riportare a parole le proprie emozioni sia per una mia personale difficoltà, tra l'altro forse non sono neppure abituata a farlo. Le avevo affidato la parte, come dire, più nascosta, più fragile e lei risponde che stavo dissertando sui vari temi, non solo, avevo in mente un pubblico, quindi non c'era niente in quelle mie parole, solo fiction per un uditorio.
Aveva chiesto diverse volte di dare spazio alle emozioni, di scrivere quello che sentivo al momento e una volta ottenuto, lo rigetta, non lo riconosce neppure, forse lo strapazza. Non sa quante volte mi sono data dell'idiota leggendo la sua risposta del 29/05/2017-16:58.
Certe cose non le devo dire, non mi devo scoprire così, e se lo faccio devo essere in grado di "reggere" se sono rimandante al mittente. Tra l'altro le ho detto anche cosa provo in alcuni momenti quando scrivo a mano. Già la mia "parte ragionevole" , tanto per usare le sue parole, ha problemi con queste "sensazioni", mancano, come dire di soggetto, predicato e complemento; come se non bastasse ci si mette pure lei, dicendo che ho in mente un pubblico..
Come ho potuto affidarle quella parte così particolare, che non segue "logica", che spesso si blocca, si intimorisce facilmente e altrettanto facilmente si ferisce. Mi chiedo c'erano i presupposti per farlo? Seguire i pensieri, forse meglio le emozioni era quello che avevo cercato di fare, ma per lei facevo fiction. Ancora una volta mi sono lasciata trascinare, convincere... ancora una volta non dovevo. Un pò mi ferisce il fatto che lei tratti in un certo modo le mie emozioni, saranno stravaganti, scritte male, ma sono personali, mi ferisce che lei aveva chiesto di esprimerle, almeno così mi era parso e lei non ha smentito, una volta che cerco di esprimerle; le classifica quasi come fiction.
Questo per la parte "emotiva", la parte "ragionevole" non è che vada meglio, non solo solleva polveroni, fa perdere tempo. I temi evidenziati da lei erano molti, avevo scelti alcuni a caso, evitando di essere "lunga"....ma queste parole erano perdita di tempo..
Mi ha fatto sentire un disastro e da più punti di vista. Aver cercato negli ultimi tempi il bicchiere mezzo pieno è risultato inutile. Mi pare che questa ricerca l'avevo segnalata anche qui e più volte, forse per lei anche questo era fiction, un semplice modo di dire.
In altri tempi le avrei posto una domanda, ora no e non solo perché di solito tende a non rispondere, la parte emotiva me lo impedisce, se così si può dire, è stata tradita, umiliata
( lei ha fatto la "morale" alle emozioni altrui ), forse è un po' risentita anche con la parte "ragionevole" che si era fatta da ..parte.
Ci vorrà un po' di tempo e forse riuscirò a riprendermi....forse. Se questo non fosse capitato in un periodo di transizione non avrebbe avuto effetti. Transizione da: no, non, ma se....ad un è possibile, si può tentare, guardando bene c'è questo aspetto...
La struttura non era ancora solida o se si preferisce la piantina stava appena nascendo e basta una piccola gelata.... Forse basteranno le gocce, non so...

'Emozioni' oggi è una parola

'Emozioni' oggi è una parola un po' inflazionata, in TV serve a riempire con poco vuoti di contenuto. Mi sa che Lei idealizza un po' questa 'parte emotiva'.
Quando si comunica si è esposti alle risposte dell'altro. Si può essere capiti o no, si può essere fraintesi, ecc. Ci stiamo girando intorno dai tempi della 'torre di Babele', si ricorda? E' il rischio della comunicazione, ma sottrarsi non sembra una scelta utile. Molto meglio acquisire una resistenza alle frustrazioni e ai rischi insiti nelle comunicazioni, per cui appunto sia possibile prendere il buono evitando il cattivo. Proprio come si fa col cibo, c'è chi dopo un assaggio rifiuta tutto il piatto, chi riesce a selezionare e adattarsi e non diventare denutrito.
Potrebbe essere quindi che Lei non riesce a selezionare e un boccone cattivo rovina tutto il piatto, come in effetti è successo spesso.
Come un bambino che rompe la sua costruzione a metà perchè un pezzo non si incastra bene...
Che sia l'intolleranza alla frustrazione uno dei problemi? Un tempo mi accusava di farlo apposta, mi sembra... Qui sembra sentirsi sempre frustrata dalle mie risposte: non sarà che ha una aspettativa precostituita, cioè le vorrebbe in un certo modo e non accetta che siano diverse come i bambini che respingono il cibo nuovo, che non conoscono?- e poi fra l'altro così dà a me la colpa delle sue difficoltà: non è che le sia capitato anche altre volte e altrove ( ad esempio con i suoi genitori, mi pare) ? In fondo dare la colpa agli altri è la prima istintiva difesa che tutti o quasi attuano...
Io posso solo prendere il materiale che lei mi propone e vedere se va bene o no per il mio lavoro. Dire che non va bene non è un giudizio sul materiale, ma solo che non è adatto alla mia 'macchina' per così dire. Lei invece lo prende - da sempre, direi - come un giudizio su di sè.
Quindi io posso solo segnalarle se il suo materiale è utile per me, per la mia 'macchina analizzante', si potrebbe dire, o no. Ovviamente può anche darsi che sia la mia 'macchina' che non va..., o che ce ne siano di migliori in circolazione...

Colpevole?

Egregio Dottore,
Forse é meglio non fare affidamento sulla memoria potrebbe essere fallace, lei ad esempio ricorda che l'accusavo di frustrarmi, io ricordo che in Un thread passato diceva che dovevo essere frustrata; allora inviavo più di due post settimanali e non contribuivano alla chiarezza. Se non sbaglio per questo aveva proposto due post settimanali.
Naturalmente si può verificare, ma è proprio così necessario?
Non sono frustrata dalle sue risposte, a quanto pare avevo sottovalutato il new trend. Neanche mi aspetto risposte precostituite, forse mi aspettavo che apprezzasse il tentativo di dare voce alla parte emotiva. Sembra che ho dato troppo rilievo a questa parte, va bene recepito la sua nota, non c'é problema, troveremo materiale utile per questa macchina analizzante. Forse la fase di transizione é più avanzata di quanto pensassi, speriamo bene, anche per la macchina.

Buona notte

Le auguro buona notte. Non mi pare di averla mai accusata delle mie difficoltà né direttamente né indirettamente, piuttosto le avevo detto che assecondava il trend. Per l' ultimo post, ho fatto io due errori:1)avevo capito che un argomento da trattare fossero le emozioni; 2)ho sottovalutato il new trend ovvero ho temuto di tornare al bicchiere mezzo pieno. Buona notte e forse troveremo il matreiale...

Certo che è una continua

Certo che è una continua contrapposizione se ha ragione Lei o ho ragione io, a colpi di citazioni o simili. Sembra quasi che voglia dimostrarmi che io sbaglio tutto. Ma a che pro?
Per aver ragione Lei? E poi della sua ragione che se ne fa?
E poi, se questo rapporto per Lei è solo fonte di delusione e sofferenza, cosa stiamo facendo: colludiamo in un rapporto sado-masochistico? E' la ripetizione coatta di un rapporto di abuso?
Ha paragonato spesso alcuni psicoanalisti ad abusatori, anche recentemente: e allora sta vivendo anche me come un abusatore, sembrerebbe.
O mi sta utilizzando per ricreare una situazione di abuso? Se non sbaglio d'altronde è il nucleo che è rimasto sempre inaccessibile.
Anche qui non è tanto una questione di ricostruzione storica e di documentazioni, ma degli effetti tuttora attivi, che forse stanno venendo a galla in questo rapporto, in cui Lei mi vede o mi trasforma in abusatore, magari attraverso le "frustrazioni" volutamente inflittele, secondo Lei.

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