Gentile signora.
le sue osservazioni mi sermbrano giuste, riguardo a un bambino
intelligente, non dice l'età ma immagino alla scuola elementare, con i
problemi fisici e le esperienze che ha descritto. "Io credo che oltre
alla paura ci sia anche un rifiuto di fondo : non si accetta, non
accetta il proprio corpo"...
Credo che la sua idea di un maggior aiuto psicologico al bambino sia giusta.

Purtroppo quanto lei dice (" Il bimbo ora è anche seguito da un centro che si occupa della sua logopedia e della disprassia ma
l’intervento psicologico è limitato ad un’ora ogni mese.
Abbiamo + volte richiesto ... una indicazione per fornirgli sostegno psicologico ma pare
che ... non vi sia nulla di specializzato per l’handicap.")
è espressione dell'orientamento attuale di molti specialisti che
considerano più le varie prestazioni e facoltà cerebrali da
'abilitare', che non la persona intera da aiutare a crescere ed
affrontare le difficoltà.

Non credo che ci voglia una 'specializzazione per l'handicap', quanto
una seria capacità di entrare in contatto con una persona in
difficoltà, ovviamente da parte di uno/a psicoterapeuta disponibile a
farlo.

Con le tante scuole di psicoterapia 'della persona', e non 'dei
sintomi' o 'delle abilità', con sede nella vostra città, non dovrebbe essere
difficile trovare la persona giusta, ovviamente integrandosi se
possibile, ma non obbligatoriamente, agli interventi medici e
riabilitativi in corso.
...

Spero che trovi quanto serve al bambino e che possa essergli utile.
Aggiungo solo che la cosa più utile, indispensabile, è la capacità di
resistenza dei genitori nell'affrontare le tante difficoltà
quotidiane, non ultime quelle poste anche dai servizi e dalle loro
esigenze burocratico istituzionali.
Ma credo che ne abbiate già esperienza e la sua lettera dimostra che
vi date da fare senza rinunciare alle vostre idee.

Cordialmente e con i migliori auguri

drGBenedetti