Psicoterapie e transfert.

In un consulto una giovane parla del suo rapporto con la
psicoterapeuta da cui va ormai da alcuni anni, ma si domanda se
l'approccio usato è quello giusto. Al di là del metodo usato, di tipo
psicodinamico, emerge un forte rapporto emotivo fra paziente e
terapeuta, che sembra diventare un ostacolo invece che un aiuto alla
terapia, tanto che la paziente a volte pensa di interrompere o
rivolgersi ad altri terapeuti.

Può essere utile commentare

Può essere utile commentare un attimo queste parole, per chi va in
psicoterapia, di qualsiasi tipo e scuola. E' inevitabile che in ogni tipo di psicoterapia, ma anche spesso di rapporto professionale in
genere che comporti un rapporto abbastanza stretto e prolungato, si
creino coinvolgimenti affettivi e di sentimenti che influenzano il
rapporto fra utente e professionista. Di solito i sentimenti non
aiutano, per cui sono evitati negli affari, non per niente il
proverbio dice "chi presta soldi a un amico perde spesso i soldi e
l'amico" , così come nel rapporto medico paziente i sentimenti possono
complicare o addirittura causare grossi guai. Il proverbio potrebbe
essere "chi prende il medico (commercialista, avvocato, ecc) per
amante, perde spesso sia il medico che l'amante").
Nel caso della psicoterapia inevitabilmente, anche nelle terapie più
comportamentiste, si toccano tasti delicati delle persone e la
conseguenza spesso è che si muovono sentimenti e affetti, negativi e
positivi, variamente mescolati. Questi devono essere tenuti d'occhio,
perchè possono creare guai ma nello stesso tempo sono il segno
dell'intensità del legame terapeutico e sono quindi importanti. E' un
po' come il fuoco, utilissimo 'strumento' donato all'umanità, ma anche
gravissimo pericolo se uno gioca col fuoco imprudentemente senza le
necessarie conoscenze e precauzioni. Insomma, in psicoterapia
inevitabilmente si smuovono sentimenti, e qualche volta i protagonisti
si trovano come Topolino nell'Apprendista Stregone, cioè ad aver
sollevato una tempesta e non riuscire più a controllarla.
Al contempo i sentimenti sollevati, se il terapeuta, come il Mago di
Topolino, sa bene il suo mestiere e sa tenerli sotto controllo, sono
estremamente utili per la terapia. Freud è stato il primo a rendersene
conto, e a chiamare questo fenomeno "transfert", e "controtransfert"
la reazione emotiva del terapeuta.

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