aggiornamento disturbo specifico del linguaggio espressivo

L'aggiornamento che ricevo si riferisce a questo consulto. "Gent. mo dottore, sono passati circa 8 mesi dall'ultima volta in cui le ho scritto per un consiglio per la mia bambina e Lei gentilmente mi ha aiutato. Ora mi trovo a riscriverLe in quanto mi piacerebbe avere un suo parere sull'evoluzione della mia piccola. Sono cosciente che si tratta di un parere, ma ci tengo molto in quanto in passato ho dempre avuto un riscontro positivo quando ho chiesto il suo aiuto. Dunque innanzitutto le riassumo la situazione. La mia bambina (sviluppo nella norma, nessuna patologia etc..) ha cominciato a dire le sue prime parole all'eta' di 3 anni.
Avendo avuto l'esperienza della sorellina che invece a 2 anni parlava correntemente la cosa ha destato la mia attenzione, per questo l'ho portata a valutare.
Mi e' stato detto che la bambina presentava un ritardo semplice nel linguaggio che pero'si sarebbe potuto evolvere in un disturbo specifico e successivamente in un disturbo nell'apprendimento.
Percio', allo scopo di prevenire tutto questo, mi e' stato consigliato di far seguire la bambina da un logopedista 2 volte a settimana. Per questo, nonostante fossi perplessa su quanto dettomi dopo un'osservazione sommaria della bambina,, ho iniziato la terapia logopedica quando la bambina aveva 3 anni e 3 mesi.
Ho fatto venire la logopedista 1 volta a settimana perche' non volevo appesantire la bambina con questo intervento esterno. Sinceramente ho iniziato la terapia logopedica (se cos' si puo' definire un intervento di un'ora a settimana) solo per sentirmi a posto con la coscienza, non volevo avere magari rimpianti in futuro, non mi sono voluta sostituire ad una esperta del settore.Giornalmente pero' il lavoro ho cercato di farlo io attraverso il semplice gioco e la lettura di fiabe (mi sono ampiamente documentata, ho letto testi etc.., facilitata in questo forse dalla formazione scientifica, sono una biologa).
Questo quello che e' successo.
Eta' 3 anni e 3 mesi.
Inizio dell'intervento. La bambina in questo momento associava 2 parole, primi tentativi di costruire una frase. Alcuni termini (es. topo pronunciato come popo..) non pronunciati correttamente.
La logopedista l'ha seguita 1 ora a settimana per 1 anno. Ha cercato di focalizzare l'attenzione sui suoni dividendo le parole in sillabe, ha ricostruito con la bimba sequenze di immagini, hanno giocato insieme con il "memo", gioco dell'oca e simili allo scopo di allungare i tempi di attenzione, apprendere l'alternanza del turno, regole etc.. La bambina ha sempre collaborato abbastanza volentieri e mantenuto lattenzione e l'interesse per circa 45 minuti.
Eta' 4 anni e 8 mesi.
La bambina si esprime con frasi con piu' elementi, fa piccoli discorsi. Noto che rispetto ai bambini della sua eta' (4 anni ed 8 mesi) l'eloquio e' meno sciolto e fluido ma comunque e' presente in quanto esprime emozioni, racconta episodi.
Alcuni termini non sono pronunciati perfettamente (es. anziche' dire "pomodori dice "poNO dori, o "Zezi al posto di ceci o prinPIpessa al posto di principessa). La difficolta' non interessa tutti i vocaboli, ma riguarda solo alcuni termini. Per spiegarmi es. la "c" e' pronunciata bene in alcune parole ma quando dice "ceci" il suono non e' chiaro e distinto, si percepisce quasi come una z.
Ebbene dopo la pausa estiva torna la logopedista.
Anche lei concorda che la bambina in relazione all'eta' (quasi 5 anni) e' piu' o meno a livello dei coetanei. Ma vorrebbe da subito cominciare a lavorare sull'apprendimento delle lettere dell'alfabeto e sui relativi suoni (memorizzazione e scrittura) cosi' da prevenire eventuali problemi di apprendimento in 1 elementare. Prima si associano i giusti suoni alle lettere meglio e'. Su questo concordo.
Ma la bambina andra' in 1 elementare tra 2 anni. E' di febbraio ed anziche' mandarla in 1 elementare a 5 anni e 7 mesi preferirei mandarla a 6 anni e 7 mesi per darle il giusto tempo per recuperare il ritardo con cui e' partita e poi non vorrei privarla di un anno di gioco e spensieratezza. Considerato questo ho delle perplessita' su quanto consigliatomi dalla logopedista.
Ma la cosa che mi ha turbato e'stata la reazione della bambina.Appena la bambina si e' resa conto che doveva ricominciare questo lavoro con la logopedista ha cominciato prima ad allontanarsi dalla stanza con delle scuse poi, dopo essere stata richiamata e rimproverata duramente, la bambina ha cominciato a piangere senza fermarsi, singhiozzava e si divincolava.Voleva giocare con la sorella o scendere in giardino a giocare, sentiva gli altri bambini. Ho cercato di convicere la bambina a rimanere con la logopedista, a prometterle premi e ricompense ma nulla, continuava a piangere.La logopedista mi ha consigliato di allontanarmi dalla stanza e di lasciarla piangere.Cosi' a malincuore ho fatto, chiramente la bambina ha pianto fino alla fine dell'ora. La logopedista sostiene che anche questa e' terapia e che sono troppo protettiva con la piccola, che do troppe spiegazioni, che devo impormi e punirla quando si comporta cosi' perche' non puo' comandare lei e prendere il sopravvento. Cosi' quella sera non le ho letto il suo libro preferito (anche se non ero d'accordo sul consiglio ricevuto) perche' se per la mia "debolezza" e per il mio "metterla sotto una campana di vetro" ci deve rimettere la bambina allora preferisco soffrire io. Chiramente ora la bambina sostiene che quando tornera' la logopedista collaborera'.
Sono molto perplessa.
Dopo aver riflettuto quasi penso che se tanto la bambina avra' delle difficolta' di apprendimento non sara' questa ora a settimana a risolverle, penso che forse fare questo lavoro sulle lettere sia prematuro per lei, magari potrebbe essere maggiore il danno che il beneficio. Pero' d'altra parte sono cosciente che lavorando in anticipo sulle lettere ed i rispettivi suoni la bambina potrebbe risolvere le sue difficolta' prima dell'ingresso alla scuola primaria e questo sarebbe un bene per lei.Forse trascinarsi questo ritardo sarebbe peggio.
Mi domando se il livello raggiunto dalla bambina a questa eta' sia davvero tale da supporre un successivo disturbo dell'apprendimento e quindi un immediato intervento (riassumo: 4 anni e 8 mesi, eloquio meno sciolto e fluido rispetto ai coetanei ma presente in quanto esprime emozioni, racconta episodi. Alcuni termini non pronunciati perfettamente es. anziche' dire "pomodori dice "poNO dori, es. la "c" e' pronunciata bene in alcune parole ma quando dice "ceci" il suono non e' chiaro e distinto, si percepisce quasi come una z).
Mi rivolgo a Lei che e' un neuropsichiatra esperto che gode di tutta la mia stima (sono iscritta al sito da Lei curato ed apprezzo i suoi articoli ed interventi) per avere un semplice consiglio o delle indicazioni se pensa sia il caso di far valutare nuovamente la bambina da un neuropsichiatra.
Vorrei fare la cosa piu' giusta per la bambina ma non essendo una esperta del settore ma solo una mamma ho paura di sbagliare
Grazie per l'attenzione che vorra' dedicarmi. Mi scuso per essermi dilungata cosi' tanto ma volevo essere piu' precisa possibile.
Cordiali saluti
S

La ringrazio per

La ringrazio per l'aggiornamento.
Dunque, si può vedere che , come nel precedente, la bimba ha continuato la sua evoluzione positiva, con l'intervento della logopedista a casa e di lei mamma. Come dicevo l'altra volta non sappiamo se l'evoluzione è spontanea o dipende dall'intervento. Nella mia esperienza - lei sa che io sono 'attendista', rispetto all' 'interventismo' dei più - ho visto analoghe evoluzioni positive senza intervento diretto, ma con intervento 'indiretto', per così dire, cioè concentrandosi sul mettere il luce eventuali ostacoli ambientali (organizzativi, relazionali) o abitudini e atteggiamenti controprocucenti (come pul essere anche l'eccessiva attenzione al linguaggio come 'prestazione') e favorirne la diminuzione e il superamento.

Nel caso di sua figlia non mi preoccuperei per le dislalie (distorsioni di pronuncia), che tendono sempre a diminuire spontaneamente e si possono sempre affrontare, eventualmente, quelle che rimangono, dopo i SEI anni. E non chiedete prestazioni linguistiche alla bimba: bensì favorite i racconti e l'uso del linguaggio con la vostra attenzione e col vostro ascolto. I bambini spesso parlano quando gli adulti non possono ascoltarli, e quando questi hanno tempo spesso sono i bambini che hanno altri interessi. Il linguaggio è solo una forma di comunicazione: che è importante è comunicare, il come la tecnica, ecc viene di solito con l'uso. In pochi i casi i bambini non imparano a parlare, e non c'è logopedia che tenga. (non ce l'ho con la logopedia, che è molto utile quando è necessaria, ma con l'abuso che ne viene fatto)

La reazione della bimba alla ripresa della logopedia è significativa. Ci vedo due problemi. Uno è la sede a domicilio: mi sembra sconsigliabile, perchè così il 'nemico' entra in casa e non si può neanche evitare. Molto meglio eventualmente proseguirla all'esterno.
Molti bambini sviluppano opposizione alla logopedia,e può dipendere da molte cause, da valutare più approfonditamente, come in tutti i rapporti personali.
Le logopediste non sono psicologhe e tanto meno psicoterapeute, a meno che non abbiano fatto anche quella formazione specifica. Per cui i loro 'consigli' sugli aspetti comportamentali hanno valoro come quelli di conoscenti e amici o maestre (cui è bene a volte rispondere "grazie, sbaglio da solo"): non sono specialiste sulla psicologia dei bambini, ma solo su tecniche riabilitative. Con le dovute eccezioni, ovviamente. Non possono legalmente fare diagnosi, perchè questa è un atto medico, o al massimo psicologico. Nè dare indicazioni, che spettano allo specialista. Purtroppo molti npi e psicologi sono poco esperti nello sviluppo del linguaggio infantile e delegano spesso alle logopediste, dando loro un ruolo che non possono avere, perchè non competenti specificamente nello sviluppo globale del bambino, di cui il linguaggio è solo un aspetto, legato a tanti altri.

Sconsiglierei, come avevo già scritto, attività specifiche pre-scolastiche, tanto più a livello individuale: rischiano, dalle reazioni della bimba, di portare allo sviluppo di atteggiamenti di rifiuto ed evitamento, quasi una fobia dell'apprendimento, che può sicuramente complicare le cose, mentre a priori non sappiamo se ci saranno difficoltà o no di apprendimento, e queste non si possono 'prevenire', ci si può intervenire quando si manifestano, con un rinforzo individuale (prima di tutto extrascolastico, ma è prematuro parlarne). La 'prevenzione' in questo campo è tutta da dimostrare, rischia di essere solo una parolona propagandistica.
I pre-requisiti scolastici cui badare a questa età sono quelli comportamentali, e la scuola materna dovrebbe essere più che sufficiente.

Al momento darei una pausa di qualche mese alla bambina e se poi proprio preferisce che sia seguita (anche per cautelarsi davanti a tecnici, maestre ecc, che tutti indifferentemente predicano 'tanta logopedia'), meglio non a casa. Badi anche di non trasformare il suo ruolo e funzione di mamma in un ruolo tecnico: per cui bene leggere insieme le fiabe (la sera all'addormentamento), bene valorizzare i disegni e le composizioni e le filastrocche e canzoncine ecc), ma non fare 'ore di esercizio' fisse

Se ci saranno aiuti da dare in futuro si vedrà: si prepari ovviamente alla frase 'bisognava farlo prima', ma è difensiva degli operatori.
Cordialmente

dr GBenedetti

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