Disturbi psichici, cause e prevenzione.

Un po' di storia
Nulla si sa di preciso sulle cause nè delle malattie mentali più gravi nè dei disturbi psichici più lievi, però alcune considerazioni si possono fare.
Una volta si distinguevano attentamente i disturbi psicotici, cioè le malattie mentali gravi, schizofrenia, psicosi maniaco depressiva - di cui si occupavano principalmente gli psichiatri negli ospedali - da quelli nevrotici, cioè i disturbi d'ansia, con sintomi fobici, o ossessivi, o isterici e le depressioni nevrotiche o reattive, di cui si occupavano psichiatri e psicologi fuori degli ospedali. In mezzo fra le due grandi categorie stavano una serie di disturbi della personalità e del comportamento, fra cui le psicopatie, che almeno in una parte vennero definiti 'borderline', cioè 'sinromi di confine', stati limite, cioè al limite, al confine fra i due grandi 'territori', e che infatti stavano un po' dentro un po' fuori dagli ospedali psichiatrici.
Si riteneva che le psicosi fossero dovute a cause costituzionali, mentre le nevrosi fossero dovute a conflitti intrapsichici o ambientali, mentre evidentemente si riteneva che le forme intermedie avevano cause miste. Pertanto, ad esempio, la psicoanalisi e via via le altre psicoterapie si occupavano, spesso privatamente, delle nevrosi e in parte delle forme intermedie più lievi, con mezzi psichici (psico-terapie), mentre le psicosi venivano curate con mezzi fisici: internamento in manicomio (o in clinica psichiatrica i pazienti ricchi), elettroshock, lobotomie chirurgiche e poi psicofarmaci, dopo la scoperta casuale dell'effetto tranquillante degli antiistaminici e dei successivi farmaci prodotti via via: neurolettici, antidepressivi, ansiolitici. Gli ansiolitici (specialmente le benzodiazepine dal librium, valium in poi), che avevano anche meno effetti collaterali, si prestarono a 'curare' le forme d'ansia, quindi le nevrosi (e anche le insonnie degli anziani, cui vennero distribuite massicciamente per alcuni decenni). In questo modo, gradualmente, la distinzione fra i grandi gruppi di malattie, o disturbi, venne progressivamente a scemare, per il fatto che potevano essere curate tutte con psicofarmaci, i cui effetti calmanti erano visibili su tutti i malati e anche sulle persone sane.
Negli anni settanta la psichiatria americana senti il bisogno di rivoluzionare la classificazione delle malattie mentali, iniziando dal cambiare anche il termine stesso: non più 'malattie', ma 'disturbi', 'disorders' in inglese: Il DSM (Manuale Diagnostico Statistico), Bibbia e strumento di questa rivoluzione, nelle sue varie rielaborazioni, progressivamente è venuto ad essere una lista sempre più estesa di 'disturbi' e deviazioni dalla norma, in cui è scomparsa la distinzione fra psicosi e nevrosi per riguardare solo appunto tali 'disturbi', indicati da liste di sintomi con istruzioni per guidare gli psichiatri a formulare le diagnosi in base a criteri quantitativi e fissi di sintomi.
A ciò si è aggiunto, con l'immissione in commercio di nuovi farmaci - essenzialmente gli antipsicotici atipici e gli antidepressivi SSRI, pubblicizzati (invero fraudolentemente, come oggi si è scoperto) come privi degli effetti tossici spesso gravi degli altri antipsicotici e antidepressivi - si è aggiunto dunque l'estensione dell'uso di questi farmaci ben al di là del loro nome, non solo cioè alle psicosi e alla depressione ma praticamente a quasi tutti gli altri disturbi, anche quelli che venivano chiamati 'nevrotici', quelli 'borderline' e i vari disturbi della personalità e del comportamento.
Anche sulla ricerca delle cause c'è stato praticamente un colpo di spugna: tutte le forme di disturbi sono state attribuite praticamente d'ufficio ad 'alterazioni del cervello' e del suo 'equilibrio biochimico', su base ovviamente genetica - siamo nel decennio del genoma umano, dopo quello del cervello - e il problema terapeutico è stato ridotto alla ricerca delle sostanze chimiche più adatte a ripristinare l'equilibrio biochimico squilibrato, essenzialmente di due composti chimici trovati nel cervello: la serotonina e la dopamina con i suoi derivati (noradrenalina, ecc). In attesa delle future e magnifiche terapie genetiche di là da venire.

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