la terapia cognitivo-comportamentale non è più efficace delle altre

La maggior parte delle psicoterapie (sia di derivazione psicodinamica sia di derivazione umanistico-esistenziale) fonda le sue basi epistemologiche su teorie della personalità dedotte da osservazioni cliniche o concezioni filosofiche dell'uomo ma che non hanno alcuna concretezza in termini sperimentali (non che questo le renda meno funzionali in termini di risultati clinici.)
La terapia cognitivo-comportamentale fonda , invece, le sue basi su dati di laboratorio (si vedano i classici esperimenti sull'apprendimento condizionato, Pavlov, Skinner, Watson )

ma la sua concretezza epistemologica non è sinonimo di maggior validità clinica.
Questo è dimostrato dal fatto che la maggior parte delle revisioni della letteratura sugli studi empirici effettuati per studiare la validità dei diversi modelli psicoterapici ne evidenziano una parità di efficacia rispetto ad altri trattamenti.

Luborsky, nel 1975 studiò tre tipi di psicoterapie (psicodinamiche, centrate sul cliente [rogersoriane], e comportamentali), ed osservò che i pazienti ottennero gli stesi benefici

in una meta-analisi del 1980 gli autori Smith e Miller osservarono che la terapia rogersoriana è efficace quanto altre forme di terapia compresa la terapia cognitivo-comportamentale
Successivamente Greenberg et al. (1994) hanno effettuato una meta-analisi di oltre 20 studi sulle terapie umanistiche, ivi compresa la TCC. La maggior parte degli studi ha evidenziato una efficacia pari alla terapia cognitiva.

Un altro studio (Grame, Caspar e Ambuhl, 1990) confrontò la terapia centrata sul cliente con diverse varianti della terapia comportamentale evidenziando che entrambi gli approcci erano ugualmente efficaci.

Un'ulteriore revisione di Jonathan Shedler dell'Università del Colorado del 2005 passa al setaccio una grossa mole di studi e meta-analisi evidenziando come la terapia psicodinamica non avesse, in termini di risultati, nulla di meno rispetto ad altre forme di psicoterapia compresa la terapia cognitivo-comportamentale.

vi sono dati APA (American Psychological Association) sulle terapie validate empiricamente che evidenziano solo come nello specifico di determinati sintomi le tecniche di terapia cognitivo-comportamentale dimostrano una consolidata efficacia.

Ma dal momento in cui le revisioni della letteratura evidenziano, in termini di benessere generale e di raggiungimento dei risultati, una certa equivalenza, sembra evidente che questa superiorità evidenziata dall'APA nasce solo dalla possibilità che la TCC offre la capacità di quantificare la somministrazione del metodo (tecniche specifiche per sintomi specifici) per la soluzione del sintomo.

Tuttavia tutte raggiungono lo stesso risultato. La differenza di una ricerca empirica tra le terapie psicodinamiche e/o umanistiche e la TCC è che le prime non permettono una quantificazione in termini di tecniche specifiche per sintomi specifici.

Inoltre , pur entrando nello specifico, altri studi dimostrano addirittura la scarsa efficacia del TCC per determinate patologie.

uno studio del 2005 confronta la psicoterapia cognitivo comportamentale con la terapia aspecifica di supporto nei disturbi del comportamento alimentare evidenziando una superiorità di quella aspecifica di supporto (McIntosh) mentre nel 2006 Bulik evidenza come, nei DCA, sia la terapia famigliare ad essere maggiormente efficace.

in uno studio pubblicato su Medicine Psicological del 2010 www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19476688. una meta-analisi sull'efficacia della terapia cognitiva comportamentale e i disturbi schizofrenici e bipolari, ha evidenziato che la TCC non è stata efficace nel ridurre i sintomi della schizofrenia nè di prevenire le ricadute mentre un effetto moderato è stato osservato sulla depressione nel bipolare ma nessuna capacità nel prevenire le ricadute del disturbo bipolare.
Mentre per i disturbi psicotici dati APA confermano una certa efficacia degli interventi famigliari.

in conclusione
Quando gli specialisti del metodo cognitivo-comportamentale affermano che il loro modello terapeutico è l'unico scientificamente attendibile commettono una sorta di "inganno" epistemologico.

tecnicamente corretto affermare che la psicologia cognitiva o comportamentale è basata su evidenze scientifiche, epistemologicamente scorretto affermare che la psicoterapia cognitivo-comportamentale ha una maggior efficacia scientificamente dimostrata , in termini di raggiungimento dei risultati, rispetto alle atre forme di psicoterapia

fonte e bibliografia:
http://www.giuseppesantonocito.it/news.htm?m=340

Mi trovo d'accordo in linea

Mi trovo d'accordo in linea di massima con le affermazioni di adlibitum, e mi trovo ad essere abbastanza convinto dell'aforisma che era in voga alcuni decenni fa, che forse in psicoterapia conta più la personalità del terapeuta, e il legame che si crea fra terapeuta e paziente, che la specifica teoria o metodo adottati. Questo si diceva prima dell'epoca delle 'evidenze', cioè della pretesa che le teorie mediche e psicologiche fossero 'validate' da dimostrazioni scientifiche. Ovviamente pretesa più che giustificata, ma direi che vale forse il detto: 'fatta la legge, trovato l'inganno'. Anche la scienza si presta ad essere deformata a proprio uso e consumo, insomma sempre più ciascuno tira l'acqua al suo mulino, solo con formule (pseudo)scientifiche di 'evidenza'. E l'evidenza non basta a distinguere il vero dal falso.
Penso che sia giusto lasciare aperto a tutti questo forum di discussione addetti ai lavori, perchè penso che la conoscenza sia troppo importante per lasciarla ai soli 'scienziati'.
Si rischia di mettere dubbi nei pazienti sulle terapie che stanno facendo?. Forse il dubbio è una cosa molto positiva, come molti filosofi hanno detto, da Cartesio in poi: non è fidandosi ciecamente delle persone che si possono ottenere cose buone, in questo che sempre più è un mercato delle terapie. Viceversa, la fiducia è un traguardo, da raggiungere attraverso la critica e la discussione sincera. Paziente avvisato, mezzo salvato. E vale anche per il terapeuta...

più aumentano gli studi più la TCC perde il primato.

La terapia cognitivo-comportamentale ha sostenuto il primato fino a quando altre non sono state sottoposte alla verifica empirica. Non c'è alcun dubbio che essa sia stata la più studiata e, senza confronti, appare avvio che risultava quella di maggior elezione per i vari disturbi.

Tuttavia dal momento in cui gli studi meta-analitici sono stati applicati ad altri modelli così come si è cominciato a confrontare la TCC con i modelli psicodinamici, rogersoriani e anche strategici essa non ha mantenuto stabile ciò che i primi studi hanno evidenziato.

Addirittura , di recente, è stato dimostrato come anche la psicoterapia psicodinamica breve, quando sottoposta a verifica empirica per valutare la sua efficacia verso disturbi specifici quali quelli di ansia, ha dimostrato una validità superiore a tecniche comportamentali come i training di rilassamento (Milrod et al. (2007; vedi anche Schwartz,, 1994; Busch, 1995; Busch et al. 1995a, 1995b; Milrod & Busch, 1998; Milrod et al., 1997. 2000, 2001, 2007; Rudden et al., 2003; Busch, Milrod & Sandberg, 2009),in http://www.psychomedia.it/pm/modther/probpsiter/ruoloter/rt113-10.htm

così come già da tempo il confronto della TCC con tecniche strategiche per alcuni disturbi come insonnia , disturbi di evitamento e ansia non hanno evidenziato alcuna superiorità della TCC rispetto alla strategica (Ascher L. Turner R. 1979-80 in Behavior Research and Therapy,)dimostratasi, quest'ultima, addirittura più veloce nel raggiungimento dei risultati (Nardone, Watzlawick 1990, 2000 l'arte del cambiamento)

in definitiva, aumentando gli studi ed i confronti, la terpia cogntivo-comportamentale perde in modo proporzionale il suo primato come scelta d'elezione confermando ancora come la sua superiorità "scientificamente" dimostrata sia solo un mito!

Beh, ovviamente quando sono

Beh, ovviamente quando sono gli interessati a sostenere la superiorità dei propri prodotti, siamo nel campo ben noto della pubblicità, se non, peggio, della propaganda. Sono in questa situazione più o meno tutti i propugnatori di metodi e scuole 'private', come sono tutte quelle di psicoterapia, perchè ovviamente ognuno tira l'acqua al suo mulino, a scapito della credibilità.
Bisognerebbe fare come si fa in medicina: i medici ( e i chirurghi, e i dentisti) hanno una formazione garantita dalla stato, e poi forniscono i 'prodotti', le terapie che sono consentite, o anche delle terapie sperimentali, sotto lo loro responsabilità e con il consenso informato del paziente.
Ovviamente non si evita pubblicità e propaganda e conflitti di interesse, come ad esempio nel caso di farmaci e anche di malattie alla moda, che muovono enormi interessi a livello mondiale: gli psicofarmaci, i farmaci per il colesterolo e pochi altri garantiscono dei livelli di guadagno alle case farmaceutiche che non hanno eguali. Sarà tutto oro...?

Ovviamente anche le terapie sono una merce, fornita sul mercato, e quindi i giochi sono quelli. Chi ha lavorato prevalentemente nel sistema pubblico, iniziando quando ancora era un Servizio Sanitario Nazionale, e la finalità era il paziente (mentre ora come è noto la finalità è l'interesse dell'azienda) ci si ritrova un po' male.

ancora sullo stesso mito è utile sapere che...

L'idea che la terapia cognitivo-comportamentale (TCC) sia più efficace di altri tipi di psicoterapia è un mito, secondo gli esperti di psicoterapia che hanno partecipato a una conferenza presso l'Università di East Anglia (UEA).

Ricercatori degli Stati Uniti e del Regno Unito hanno presentato dati e analisi critiche che sfatano la credenza diffusa della superiore efficacia della TCC.

Quest'edizione della conferenza internazionale è la prima tenutasi in Inghilterra, con 400 partecipanti da tutto il mondo.

I professori Mick Cooper e Robert Elliott (entrambi dell'Università di Strathclyde), William B. Stiles (Miami University) e Art Bohart (Saybrook Graduate School) hanno rilasciato la seguente dichiarazione congiunta:

"Al governo, al grande pubblico e a molti dirigenti della sanità pubblica è stata presentata una definizione distorta di ciò che costituisce prova scientifica, non basata sui fatti, ma su un errore logico. Ecco come funziona:
i ricercatori universitari sottoscrivono l'approccio TCC più di qualunque altro;
questi ricercatori ottengono più fondi per la ricerca e quindi pubblicano più studi sull'efficacia della TCC;
il maggior numero di studi è usato per suggerire che la CBT è più efficace.

Questo è un classico esempio di errore logico noto come ragione dell'ignoranza, ovvero l'assenza di prove è considerata una prova della loro assenza.

Anche se i sostenitori della TCC di rado lo affermano con convinzione, la loro enfasi costante sulla quantità di prove non è compresa dal pubblico, dagli operatori sanitari e dai funzionari governativi, un equivoco cui si permette di continuare a esistere, indefinitamente. Il risultato è una convinzione diffusa della quale nessuno si assume la responsabilità. In altre parole, un mito...
continua su:
http://www.giuseppesantonocito.it/news.htm?m=347

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