Bimba che vuole stare sempre con la mamma

Gentili dottori buon giorno.
Sono una mamma di una bambina di 4 anni e 9 mesi e un bambino di 18 mesi.
Il problema e' della bambina: da un po' di tempo penso che stia avendo una forma di gelosia che ci sta estenutando e che la fa stare malissimo.
Vuole sempre me, vuole che le stia sempre vicino, che giochi sempre con lei, a volte anche se mi allontano di 1-2 metri si lamenta e vuole avermi vicina.
Mi dice che vuole stare sempre con me.
Ultimamente la mattina e' una tragedia. Ad esempio stamattina (ma il copione e' piu' o meno sempre lo stesso da un po' di giorni a questa parte) la sveglio (con molta difficolta' perche' mi dice da subito che non vuole andare a scuola e stare con me) la lavo, la vesto, le faccio fare colazione e poi quando devo prepararmi per andare a lavoro e quindi deve staccarsi un pochetto incominica a fare storie e a pinagere. Ad esempio ultimamente sta facendo l'aerosol per la tosse e non vuole farlo da sola ne' che glie lo faccia il padre.... vuole che glie lo faccia io e se non glielo faccio piange.
Piange piange piange sempre!
Il pomeriggio la vado a prendere a scuola, la trovo serena, una volta uscita da scuola gioca con le sue amiche poi andiamo a casa e gia' in macchina incominica a piangere per qualsiasi motivo e capriccio poi una volta ritoranti a casa devo stare SOLO con lei e giocare sempre con lei. Ed e' questo che facciamo sempre.
Io non so comportarmi, sempre provo a rassicurarla sul mio amore per lei e sul fatto che staro' sempre con lei ma a volte esasperata dal suo pianto continuo sia io che mio marito abbiamo degli scatti nei suoi confronti che veramente non sappiamo come controllare.
In tutto questo chiaramente io mi occupo sempre meno del bambino a cui pensa quasi sempre mio marito.
Nei confronti del bambino lei non ha mai avuti scatti di agressivita', anzi e' sempre molto affettuosa.
Come possimao comportarci?
Cosa dobbiamo fare per calmarla e farla stare bene.
Per favore datemi qualche consiglio
Grazie

Gentile signora, La ringrazio

Gentile signora, La ringrazio per la richiesta.
Sembra una situazione piuttosto intricata: a quanto capisco la bimba è tranquilla e serena a scuola (cosa dicono le maestre), mentre è tutto un pianto a casa, in particolare con la mamma, se lei non sta ai suoi desideri. Non so se è 'gelosia': sicuramente se questo comportamento prima non c'era ed è scoppiato di colpo o progressivamente da un certo periodo, bisogna cercarne le cause. E' successo qualcosa?, ci sono stati avvenimenti, cambiamenti in famiglia?. All'asilo tutto è a posto?
Ha avuto altri periodi un po' critici prima, la bambina? Gravidanza, nascita, primi anni come sono andati?
Come siete organizzati in famiglia, per i bambini?
Alimentazione, sonno, ecc come vanno?
Vediamo se riusciamo a capire un po' di più.
Cordialmente
drGBenedetti

Grazie a lei

Gentile dottore grazie a lei! Provo a rispondere un po' alle sue domande.
All'asilo ho chiesto (conferma alle maestre) e' come al solito vivace, serena e lavora tranquillamente con i compagni.
Cambiamenti in famiglia non ce ne sono stati (a parte chiaramente la nascita del fratello un anno e mezzo fa).

La bambina e' sempre stata, da quando e' nata molto ma molto .... "vivace", infatti quando abbiamo deciso di avere il secondo figlio ci siamo detti "peggio non ci puo' andare" ... e infatti cosi' e' stato.
La gravidanza che la riguarda e' andata benissimo (ho lavorato fino all'ottavo mese), il parto e' stato abbastanza difficoltoso nel senso che dopo circa 15 ore di travaglio i medici hanno deciso per un cesareo che pero' poi e' andato bene. I ginecologi hanno deciso per il cesareo a causa di una leggera sofferenza fetale. Alla fine, ma questo lo hanno verificato solo dopo averla fatta nascere ) i problemi del parto erano dovuti alla posizione della testolina.

Nei primissimi mesi ci ha dato filo da torcere. Io volevo assolutamente allatare al seno ma lei mangiava pochissimo e piangeva moltissimo.
Al terzo mese abbiamo cominciato con l'allattamento misto ma neanche li' ci sono stati miglioramenti, nel senso che abbiamo sempre fatto i salti mortali per farle bere il latte (quando le davamo il biberon nessuno si doveva avvicinare, non ci doveva essere niente che la disturbava improvvisamente - tipo una telefonata)
Soprattutto i primi mesi dormiva pochissimo: era piu' il tempo che spendevamo per farla addormentare di quello che poi riposava.
La notte e' sempre stato un tormento perche' si svegliava spesso e chiaramente piangeva.

Con lo svezzamento i problemi sono rimasti: mangiava malvolentieri e si addormentava solo dopo molto tempo e fatica.
Per farla addormentare spesso la portavamo in passeggino o anche a volte in macchina. Il sonno poi comunque era sempre agitato e spesso interrotto.
Da quando aveva 6 mesi io sono tornata a lavoro e della bambina se ne sono occupate alternativamente le due nonne.
A 2 anni e mezzo precisi (e quindi un po' in anticipo) ha cominciato la scuola dell'infanzia. L'inserimento iniziale e' stato molto faticoso, non voleva staccarsi e piangeva a dirotto quando la lasciavo. Alla fine pero' si e' calmata e a scuola, piu' o meno penso come tutti i bambini, ci va volentieri.

Lei e' sempre stata e sempre lo e' molto sveglia, intelligente e vivace. Ora lo e’ meno ma e' sempre un po' timorosa delle situazioni nuove ed e’ poco coraggiosa.

Alla nascita del fratellino sembrava non avesse subito nessun colpo anche perche' abbiamo provato a non farglielo pesare. Fin dall'inizio abbiamo provato a coinvolgerla (per gioco chiaramente) nelle cure del piccolo. Le attenzioni nei suoi confronti non sono affatto diminuite anzi il contrario, proprio per evitarle problemi gliene abbiamo sempre rivolte molte e, a volte, ci sembra che e' il piccolo a non averene abbastanza.

Un altro periodo critico la bambina lo ha avuto nel periodo in cui dovevamo battezzare il fratellino (il piccolo aveva 6 mesi). In quel periodo se ne andava in crisi per cose banali e si fissava all'inverosimile dicendo sempre la stessa cosa e portandoci quasi all'esasperazione.
Le faccio un esempio: si era convinta che i lacci delle sue scarpe erano troppo stretti... gliele allargavo e diceva che erano ancora strette o che erano troppo larghe, etc... quasi all’infinito...
Secondo lei questo suo atteggiamneto era una maniera di attirare l'attenzione?
Chiedemmo consiglio alla pediatra e ci disse di usare la tecnica dell’estinzione. La applicammo ignorando i suoi atteggiamenti ossessivi e dopo qualche giorno le passo’ tutto.

Da quando il piccolo ha 6 mesi anche lui rimane con una nonna, la bimba va all'asilo ed io, facendo il part-time al lavoro, la vado a prendere all'uscita della scuola e poi stiamo insieme. Mio marito ritorna a casa verso le 18 e tendenzialmente dopo la scuola-lavoro rimaniamo a casa.

Rispetto a quando era piu' piccola l'alimentazione va molto meglio (mangia regolarmente senza problemi). Il sonno va un po' meglio, capita ancora che di notte si agiti e mi chiami. Io in questi casi vado da lei la rassicuro e a volte rimango anche a dormire con lei. Capita anche che di notte non si svegli affatto.
In quest’ultimo periodo di crisi la qualita' del sonno e’ sempre la stessa, non e' ne' migliorata ne' peggiorata.

Lei e’ abbastanza autonoma (mangia da sola, va in bagno sa sola, ecc.) ma a casa vuole essere sempre aiutata invece a scuola fa tutto da sola.
Un po' di tempo fa mi ero prefissata (forse sbagliando) che avrebbe dovuto mangiare da sola e vietavo a chiunque la volesse aiutare di farlo.
Ora sono purtroppo ritornata sui miei passi, viste le lamentele e i pianti continui di cui le dicevo nell'altra mail: la sera quando i bambini cenano mio marito fa mangiare il piccolo e io la grande. Solo quando la vedo piu' tranquilla la lascio mangiare piu' o meno da sola, ma comunque io devo essere sempre li' vicino.

All'asilo e' molto brava: sa scrivere, colorare e diseganre anche meglio dei suoi compagni che hanno un po' di mesi in piu' di lei.

Spero di aver dato un quadro piu' dettagliato e di non averla annoiata.
Chiaramente se ha bisogno di altre spiegazioni sono prontissima a dargliele.
Saluti

Ora il quadro comincia ad

Ora il quadro comincia ad essere un po' più completo. Innanzitutto sembra di vedere che non è la nascita del fratellino che ha cambiato le cose, anche se forse un po' ha influito disturbando un equilibrio che faticosamente era stato un po' raggiunto. Per qualche motivo è sempre stata quello che si dice una bambina difficile , e tutte le cose sono state più complicate e difficili da raggiungere (fin dalla posizione della testa alla nascita, si potrebbe dire...). E' però una bambina normale, intelligente, capace, ma che si adatta poco alle necessità esterne, reali, che sono quelle inevitabili, sembrerebbe, di un ambiente familiare normale, per i nostri tempi. Reagisce alla sua maniera a quasi tutti i cambiamenti, ostacolandoli, rendendo la vita impossibile agli altri, e così complicando sempre più le cose. Questo per lo più in famiglia, mentre all'esterno, scuola, ecc sembra contenersi e farsi vedere brava e tranquilla.
L'episodio in cui la tecnica di "estinzione" ha funzionato, interrompendo un possibile circolo vizioso, potrebbe suggerire di seguire questo metodo anche in altre cose.
E' indicato probabilmente in questa fase che sia l'ambiente a 'resistere' e a mantenersi saldo nel chiederle un comportamento adeguato all'età, non facendosi irretire in quelle che sembrano 'trappole' sia per la bimba che per i genitori. In maniera morbida ma convinta, senza arrabbiarsi se possibile, credo che sia utile trovare una più giusta distanza, non farsi condizionare dalla sue richieste, ma comportarsi come voi pensate sia giusto fare con una bambina della sua età.
Potrebbe essere il momento di cominciare a mangiare tutti insieme, darle lo spazio giusto ma non di più. I bimbi sono due e per fortuna la mamma ha due ginocchia su cui farli stare contemporaneamente.
Sarà una fase di lotta, la bambina cercherà di usare tutte le sue armi per reclamare di più, ma se resistete probabilmente le cose si aggiusteranno su alti e bassi più accettabili. In realtà lei sembra quasi ricattare la madre e distoglierla dal fratellino, col rischio poi di innescare sensi di colpa materni verso il secondo, risentimenti, ecc ecc. Non fatevi ricattare: cercate di stabilire insieme, fra genitori, le regole e i limiti da stabilire e non lasciatevi prendere la mano, neanche da troppe interpretazioni psicologiche di 'sofferenze interne', ecc. Più che di sofferenza, io parlerei di 'fatica': crescere, e vivere, è faticoso, perchè "ogni giorno ha il suo affanno". E' l'allenamento che serve: se uno si abitua alla fatica, progressivamente si rinforza e gli costa di meno, come qualsiasi attività fisica e sportiva. Se uno si fa portare in braccio perchè camminare è faticoso, non impara, non fa allenamento e resterà indietro.

Per un po' seguirei questa linea, che in pratica pesa tutta sui genitori: sono loro che devono resistere e tenere il timone della barca.
Cordialmente

dr GBenedetti

Gentilissimo dottore grazie

Gentilissimo dottore grazie infinite per la pazienza e per la sua risposta.
In questi giorni non sono riuscita a collegarmi per ringraziarla prima e me ne dispiace moltissimo.
Abbiamo provato a cominciare ad adottare la tecnica che gia' usammo e che lei ci ha detto di riprovare: e' durissima ... non per la bambina ma per me.
A volte non riesco anche se ho tutte le buone intnezioni ad ignorare le sue "lamentele" o se ci riesco facio uno sforzo enorme.
Speriamo bene.
Ancora grazie e Auguri di Buon Natale

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