gemello iperattivo?

Ricevo: Gentilissimo Dottore,le scrivo direttamente alla sua mail perche’ ho avuto difficolta’ ad iscrvermi al sito.

Sono la mamma di due gemelli maschi eterozigoti nati nel Marzo 2007.Fin da piccolissimi si capiva che erano molto vivaci(sgambettavamo sulle seggioline,si giravano sui tappetoni etc).Hanno entrambi inziato a camminare a 11 mesi.Hanno frequentato un anno l’asilo nido e l’anno scorso i piccolissimi alla materna nella stessa classe. Quest’anno li ho separati in due classi diverse perche’ da soli sono piu’ bravi e non si disturbano. Uno dei due e’ diventato bravissimo(Leonardo) mentre Gabriele sembra presentare tutti i sintomi dell’iperattivita’(difficolta’ di attenzione,se lo chiami a volte non ti risponde e non ti guarda, passa da un’attivita’ all’altra in un attimo… distrugge le costruzioni, le piste che fa’ il fratello, sembra farlo apposta perche’ ti guarda negli occhi prima di farlo e questo capita anche all’asilo e per farlo star seduto in classe la maestra deve fare le sue….).devo dire invece che sono due bambini molto curiosi se hanno delle cose che li interessa particolarmente(se faccio torte,se il nonno deve aggiustare qualcosa di rotto e usa attrezzi etc).

Faccio fare ad entrambi,una volta a settimana, psicomotricita’ la quale ha proprio evidenziato la difficolta’ di Gabriele nel concentrarsi su una precisa situazione, alla fine fa’ ma con fatica. Le chiedo se gia’ da cosi’ piccoli si puo’ parlare di iperattivita’. La informo inoltre che entrambi, fin da piccoli, hanno sempre dondolato…appena svegli ,oppure a volte sul divano….ho letto che per bimbi iperattivi serve per estraniarsi da tutte le mille cose che li attira...spero di essermi spiegata abbastanza bene.

Le chiedo se ha qualche consiglio da darmi sulla gestione dei due nella vita quotidiana e come mi devo comportare.

La ringrazio fin da ora e le porgo distinti saluti.

Egregio Dottore,le scrivo

Egregio Dottore,le scrivo perche’ proprio questa mattina abbiamo avuto l’incontro con lo psicologo della scuola materna di Alberto.

Le premetto che lo stesso psicologo aveva gia’ avuto precedentemente(circa 2 settimane fa’) un incontro con il corpo docente proprio a riguardo della gestione di Alb.

Stamattina ha prima voluto parlare con me e mio marito e poi con noi e la maestra.

Si e’ appunto detto che si devono mettere delle regole ben precise da far rispettare,nel nostro caso soprattutto quando Alb butta tutto per aria. La maestra ci ha anche detto che a volte le dispiace anche continuare a riprenderlo perche’ non vuole che lui poi ne soffra.Le dico questo perche’ capita a volte che Alberto, dopo essere stato sgridato,va’ dalla maestra a chiedergli se e’ felice. Qui lei ci diceva che gli fa’ perfino tenerezza. Ci ha anche detto che e’ un bambino molto socievole,che cerca spesso il contatto fisico,l’abbraccio.Poi si e’ tornati sul discorso della sua poca attenzione…lei ci diceva che lui deve continuamente fare,ma che cambia attivita’ dopo pochissimo…poi crea confusione perche’ magari non gli viene concesso quello che lui vuole fare.

Mi ha anche detto che le e’ capitato,quando aveva pochi bimbi in classe perche’ gli altri malati,di andare in una stanza solo con lui a fare delle attivita’…qui lui ha risposto molto bene,forse proprio perche’,all’interrno di un gruppo,lui ha piu’ difficolta’.Mi hanno detto che una possibilita’ era quella di provare ad avere,un paio di volte a settimana,una maestra solo per lui.Si parla di un paio di ore al giorno,non tutta la giornata per vedere se lavorando da solo con una persona si possano vedere dei miglioramanti perche’ la difficolta’ non e’ adesso ma quando ci sara’ l’inizio delle elementari.Loro puntano a migliorare il suo comportamento per poter far si’ che sia in grado di accettare nel migliore dei modi le regole che la scuola impone.L’unico problema e’ che la scuola di Alberto e’ privata e quindi non puo’ sobbarcarsi la spesa della maestra.Credo dovrebbe toccare a noi.Lei cosa pensa rigurado a questo?Potrebbe essere utile?Dobbiamo fare due conti perche’ sicuramente diventerebbe una cosa impegnativa finanziariamente ma intanto vorrei sapere se lei lo riterrebbe utila.Poi si diceva che era una prova,magari farlo per due tre mesi poi vedere se si e’ ottenuto qualcosa.

Ammetto di essere stata contenta,perche’ ho visto delle persone molto disponibili a venire incontro al bambino.

Attendo un suo riscontro e intanto la saluto cordialmente.

Michela

Bisogna vedere se il problema

Bisogna vedere se il problema è solo di comportamento o anche di sviluppo psicologico, cognitivo e di apprendimento (linguaggio, gioco simbolico, disegno, ecc). Il fatto che funzioni meglio in rapporto individuale sembra rassicurante, perchè in caso di bisogno potrà essere una modalità utile in futuro per lo sviluppo e l'apprendimento. Che sia utile già adesso è un po' da vedere: se non è particolarmente in ritardo come sviluppo rispetto agli altri gli obiettivi principali sono di fargli rispettare le regole e i divieti, per poter stare bene insieme agli altri. E' responsabilità della scuola gestire quello che succede a scuola, ivi compresi i problemi che qualche bambino può porre. Su questo però le scuole cercano di svicolare e di ributtarli sulle famiglie...
Non sono molto d'accordo sull'uniformare le regole a casa, scuola ecc: secondo me ogni ambiente ha le sue regole, che possono essere diverse in posti diversi e in momenti diversi. Importante è far riconoscere l'autorità degli adulti: a casa comandano i genitori, a scuola le maestre, e così via. Quali siano le regole, se mussulmane o cristiane o ebree ecc, per fare un esempio, è una scelta degli adulti. Ma ci vogliono regole e adulti responsabili che le facciano rispettare, compatibilmente all'età. Non basandosi sulle 'spiegazioni', ma sui fatti. I motivi i bambini non possono capirli o accettarli, li capiranno a suo tempo... Ovviamente i bambini resistono, chi più o chi meno, a rinunciare a fare quello che vogliono, a volte vanno " domati", per civilizzarli alle regole della nostra civiltà...
E 'sanzioni' secondo le necessità, a casa e a scuola. Come un viaggiatore, uno è tenuto a rispettare le regole del paese in cui è, se le viola, verrà sanzionato dalle autorità di quel paese e secondo quelle leggi...

Secondo me,e penso anche per

Ricevo: Secondo me,e penso anche per la maestra perche’ altrimenti me l’avrebbe detto,il problema e’ appunto comportamentale.Sicuramente parla bene,perlomeno abbastanza bene.E’ sicuramente poco attratto ancora dal disegno ….cioe’ magari lo fa’ se ci sono anch’io li’ vicino ma solo cose che gli interessano tipo topolino o altro.Che intende per giochi simbolici?

A dire la verita’ non si pensava alle stesse regole da mettere in pratica…si e’ piu’ parlato di essere ferrei,di sapersi imporre……e’ ovvio che a casa e’ diverso che a scuola….a scuola ci sono piu’ stimoli…..

Il gioco simbolico è quello

Il gioco simbolico è quello che contiene un significato. Far andare su e giù una macchinina è un gioco funzionale, che usa la macchinina per la sua funzione in sè. Se le fa fare anche un percorso, con personaggi e luoghi che rappresentano la realtà, e poi succede qualcosa, ecc., diventa simbolico, cioè rappresenta, esprime un significato, un pensiero, una fantasia, un desiderio, ecc ecc. Sono simbolici e utili per lo sviluppo simbolico i giochi semplici, liberi, in cui il bambino può inventare, molto meno quelli predeterminati, con regole e procedure, così come i disegni già fatti e solo da colorare. Al massimo servono a far esercizio di manualità, di precisione e di resistenza alla fatica e alla noia...
Mi sembra che all'asilo siano d'accordo che bisogna rimettere in riga il bambino, un po' alla volta. Un rapporto individuale può forse essere utile a dargli uno spazio meno frustrante. Forse anche una consulenza familiare con genitori e i bambini per valutare le interazioni, mettere a fuoco eventuali ostacoli alle comunicazioni reciproche e avere un punto di riferimento per indicazioni e controlli periodici. Se necessario.

La ringrazio sempre

La ringrazio sempre tantissimo per la sua tempestiva risposta.
Ho parlato con la madre superiora dell'asilo che mi ha detto che all'interno della scuola e' gia' presente una ragazza che si occupa di un bimbo certificato.Mi ha detto di non preoccuparmi che si occupera' lei di parlare con questa persona per iniziare un programma per rieducare G.
Terro' presente anche il discorso della consulenza familiare,soprattutto dato che mi trovo comunque a doverne gestire due a casa.
Grazie ancora
Michela

"Rieducare" mi sembra una

"Rieducare" mi sembra una parola un po' grossa, che evoca cose pesanti... (scherzo, ma non troppo) . Comunque, come diceva qualche post fa, sì, dipende dagli adulti, anche se ci sono bambini più facili e bambini più difficili. Sono gli adulti che guidano la barca, e dipende da loro, dalla loro pazienza e resistenza, di dare il posto giusto a tutti. L'errore principale che fanno gli adulti, a mio avviso, è quello di aspettarsi che il bambino aderisca da sè alle richieste, spiegandogli i motivi, ma dando così la respondabilità al bambino stesso. Invece sono i genitori, gli adulti, che si debbono prendere la responsabilità di dire di no, di mettere limiti e regole, e di farle rispettare, magari anche sbagliando, a volte, ma senza dare la 'colpa' al bambino, al suo 'carattere', o peggio ipotizzare una 'malattia' come causa.
Cordialmente
dr GBenedetti

Gentile signora, le

Gentile signora,
le consiglierei innanzitutto di considerare il termine 'iperattivo' solo come il nome di un 'sintomo' non di una malattia, contrariamente a quanto viene pubblicizzato ovunque con modalità propagandistiche, più che informative, a mio parere. Oggi si tende a trasformare i comportamenti in malattie, medicalizzando anche normali variazioni fra le persone. Come se essere alti o bassi più della media fosse una malattia: può essere una svantaggio in certe situazioni, ma non obbligatoriamente una malattia. Vale anche per i comportamenti e le attitudini. Qualcuno può essere più riflessivo, introverso, qualcuno più attivo, estroverso... Si dice oggi che Einstein o Mozart o altri erano autistici o iperattivi ecc: non so se valeva la pena 'curarli', forse sarebbero stati più 'normali' ma non avremmo avuto quello che hanno dato a tutta l'umanità.

Riscriverei i cenni che dà del bimbo, togliendoli la 'griglia' medicalizzata, che può essere deformante, come lo è per i tecnici che la usano, vedendo 'patologie' invece che 'comportamenti'.
"G... se lo chiami a volte non ti risponde e non ti guarda, passa da un’attivita’ all’altra in un attimo…distrugge le costruzioni, le piste che fa’ il fratello, sembra farlo apposta perche’ ti guarda negli occhi prima di farlo e questo capita anche all’asilo e per farlo star seduto in classe la maestra deve fare le sue…. ... sono due bambini molto curiosi se hanno delle cose che li interessano particolarmente (se faccio torte,se il nonno deve aggiustare qualcosa di rotto e usa attrezzi etc)."

Il cenno , insieme alla nota sul fratello che è "bravissimo", fa pensare che G possa un po' soffrire il confronto fra le due personalità: spesso fra gemelli si crea un divario, uno dominante, uno più ritirato (ci sono esempi noti), non si sa se per fattori biologici o per fattori ambientali. L'abitudine di separarli viene anche dal pensiero che il legame fra loro possa essere negativo per lo sviluppo di ciascuno, e specialmente per quello non dominante. Ma non è detto che sia vero e che il rimedio sia giusto, bisogna vedere caso per caso.
Vanno ovviamente stabiliti i limiti e le regole educative e di convivenza sociale, ma quanto alle caratteristiche di personalità è importante vedere come si riflettono sullo sviluppo globale, prima di pensare a qualche intervento: si interviene solo se ci sono ripercussioni negative, ma valutando bene quali sono i fattori sfavorevoli, gli ostacoli, e non solo 'rieducando' o ammaestrando il bambino...
Com'è il bambino come sviluppo del linguaggio, gioco, aspetti affettivi emotivi, addormentamento, separazione ecc?
Per inciso non capisco il motivo di fare 'psicomotricità: sono stati precoci motoriamente, molto vivaci, addirittura si parla di iperattività, non mi sembra che abbiano bisogno di stimolazione motoria: vanno al nido, all'asilo... se poi 'psicomotricità' è venuto a significare qualcos'altro non sarei molto convinto ....
Cordialmente
dr GBenedetti

La signora

La signora replica:
Innanzitutto la ringrazio tantissimo della tempestiva risposta.

Le spiego gia’ che non diciamo mai davanti a G che il fratello e’ piu’ bravo. Tutt’altro,li abbiamo sempre trattati nello stesso modo e sempre sara’ proprio perche’ per me sono identici.

Per quanto riguarda il parlare, parlano bene tutti e due…a volte talmente velocemente perche’,non vedendoci tutto il giorno,ci devono raccontare qualcosa che gli e’ successa durante la giornata.

Dal punto di vista del gioco vero e proprio G e’ piu’ attirato da cose tipo pasta da modellare,pista da costruire….ma poi,non so’ se per dispetto verso il fratello o verso di noi,butta tutto per aria….succede praticamente quasi sempre.

Dal punto di vista emotivo sono 2 bambini straordinari perche’ stanno con tutti,senza problemi….tra di loro si cercano ma non sentono “troppo”la mancanza dell’altro……a scuola si guardano da lontano(per vedere dov’e’ l’altro) ma non sono sempre insieme.So’ pero’ che G ogni giorno va’ a salutare il fratello prima di dormire.

Devo darle ragione che e’ stata la nostra pediatra a consigliarci di separarli,proprio per il discorso che ognuno deve avere le proprie amicizie (anche se ora sono piccoli), i loro spazi etc…..l’unica cosa che posso dire e’ che sicuramente non hanno sofferto la divisione, perche’ comunque sono all’interno dello stesso spazio.

Psicomotricita’ mi era stata consigliata a scuola….pensavo potesse aiutarli dal punto di vista dell’autocontrollo, attenzione etc……mi perdoni ma da profana che sono in materia siamo bombardati da 1000 “malattie” di tutti i tipi….

Grazie ancora

Non dipende solo dal vostro

Non dipende solo dal vostro atteggiamento, il bambino stesso può vedere che il fratello è più bravo, e questo creargli inevitabilmente un problema di confronto. Ma è un problema della realtà, inevitabile prima o poi: un po' appesantito dal verificarsi in tenera età e in casa... Dovrà imparare a farci i conti, se è così.

Quindi hanno un buon linguaggio tutt'e due.

Il comportamento distruttivo e provocatorio sembra un po' l'effetto della frustrazione, forse per il confronto o magari per un eccesso di 'autocritica' del bambino, cui non sembra abbastanza bello quello che fa. Bisognerebbe cercare di uscire da questo circolo vizioso, ad esempio fermando i momenti distruttivi e mettendo delle regole, in modo da aiutare il bambino anche a contenere e controllare i sentimenti di rabbia e frustrazione ed esprimerli diversamente, a parole e cercando di capirlo e rassicurarlo

La pediatra ha detto il suo parere, che è frequente, però forse non è suffragato da prove sicure: probabilmente è la moda attuale.

Sul consiglio di psicomotricità avuto a scuola.

E qui penso proprio che le maestre abbiano fatto una cosa indebita, purtroppo frequentissima: hanno 'consigliato' un intervento sanitario (perchè di questo si tratta: altra cosa è se uno va in palestra o in piscina o a cavallo ecc per svago e sport) che dovrebbe essere solo il medico specialista a indicare, come anche la logopedia, ecc. Spesso certe maestre (non magari queste, che non conosco) si sentono più esperte di tutti e oltre che pretendere di dire ai genitori quello che devono fare a casa loro lo vogliono dire anche agli specialisti. Mi ci sono trovato varie volte. Spesso gli insegnanti non capiscono che così facendo escono dalle loro prerogative e invadono sia lo spazio della famiglia che il campo degli specialisti, facendo di per sè dei danni, anche se ritengono in buona fede di 'agire per il bene del bambino'.

L'autocontrollo è importante, ma è l'ambiente che lo 'insegna', con regole e limiti che via via incanalano le reazioni impulsive dei bambini con l'educazione e al contempo con l'aiuto a frenare le reazioni e trovare modi di espressione più matura. L'attenzione è più difficile forse da 'insegnare', ma anche qui sono gli aspetti educativi ambientali ad essere importanti, le regole e i limiti e i ritmi quotidiani che il bambino impara dall'esperienza e dai modelli che gli si offrono.

Mi sembra di capire alla fine

Mi sembra di capire alla fine che dipende tutto da noi, dall’ambiente che lo circonda….credo che possa essere vero che lui “soffra” un po’ per il fatto che Leonardo e’ piu’ bravo. Purtroppo penso sia quello che lui recepisce anche a scuola. Leonardo per le maestre e’ bravo, mentre Gabriele a detto di tutti e’ monello.

Cerchero’ di variare qualcosa all’interno del nostro modo di porci con entrambi, coinvolgendo anche i nonni.

La ringrazio di cuore per queste spiegazioni, a volte noi genitori prendiamo troppo sul serio quello che ci viene detto da pediatri, maestre etc,probabilmente proprio perche’ c’e’ una “pubblicita’” esagerata di alcune “malattie”.

Non vorrei dar luogo a

Non vorrei dar luogo a fraintendimenti. Vi prego di considerare il pediatra come la prima persona cui rivolgervi per questioni di salute e di sviluppo del bambino. E anche il giudizio delle maestre, le loro osservazioni, sono spesso essenziali per conoscere bene un bambino. Inviterei solo a non farsi sostituire da altri nelle scelte. Credo che sia bene sentire i pareri, le osservazioni, specie se nel campo specifico della persona che le fa, e poi però pensare con la propria testaprima di prendere decisioni.

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