Dualismo

Mente e corpo. Non sono ovviamente un esperto in filosofia e mi addentro in questo tema in modo inevitabilmente amatoriale, naif. Ma mente e corpo sono troppo importanti come oggetto del nostro lavoro perchè uno psichiatra non si interroghi su questo argomento.
Teniamo conto che Cartesio scriveva o in un'epoca in cui si doveva rendere conto a molte autorità di quello che si scriveva. Prime fra tutte le autorità religiose poi quelle politiche e solo da ultimo quelle scientifiche. Quello che scriveva poteva essere influenzato da pensieri sulla sua sicurezza. Quasi contemporaneamente Spinoza veniva espulso dalla comunità ebraica per empietà, Galileo era stato costretto ad abiurare e Giordano Bruno, per non aver abiurato, fu bruciato sul rogo. Meno noto forse che Giulio Cesare Vanini prima del rogo in quel di Tolosa subiva anche il taglio della lingua, pena per i bestemmiatori. L'accusa comune, e più grave, era quella di ateismo, per cui tutti i filosofi occidentali, dal IV secolo al XVII, dovevano pararsi da questo rischio.
Quindi ci troviamo ora in una situazione abbastanza più comoda, il giudizio su di un testo non è più seguito dalla condanna al rogo. O almeno lo speriamo, visto che alcuni scritti anche recentemente hanno provocato la condanna a morte di scrittori como S Rusdie, Saviano, e altri. La cosa non è per niente di poco conto.
Comunque una confusione dell'epoca riguardava probabilmente anche la sovrapposizione fra mente e anima, parole che in parte si equivalevano. La res cogitans cartesiana aveva a che fare con l'altra 'sostanza' che allora veniva ipotizzata accanto a quella tangibile, 'extensa', e anzi la vera sostanza, cioè Dio, di cui l'anima condivideva per certi versi l'essenza, lo spirito. Psiche vuol dire sia spirito, soffio, che anima, mente. Spinoza, nonostante tutto arriva a sostenere che la mente è la mente di Dio. Ma anche lui veniva accusato di ateismo, colpa mortale per tutte le religioni, cristiana, islam ed ebraica.

Il rapporto fra mente e corpo è stato in parte illuminato negli anni recenti, più che dalle neuroscienze, che ha mio parere hanno diffuso solo confusione neopositivista, dall'evoluzione tecnologica nel campo dei computer e dell'informatica. La distinzione fra hardware, macchina , e software, programmi, facilita alcune considerazioni. Senza computer ovviamente un programma non può essere eseguito, ma il computer senza programmi è una macchina inerte, ferma. La vecchia diatriba parallela natura / cultura segue di conseguenza: la vita umana dipende da entrambe. La natura corrisponde alla res extensa, la materia; forse potremmo far corrispondere la rex cogitans alla 'cultura', la cui materia - a parte le produzioni culturali: case, monumenti libri, quadri, musica, ecc - pone problemi che di nuovo rischiano di portare al dualismo di cui sopra.

Cartesio era anche matematico ed è universalmente conosciuto per la geometria analitica, le assi cartesiane. Uno si potrebbe domandare, con l'ottica di allora: di che sostanza sono fatte le assi cartesiane e la geometria analitica? Le opere umane sono normalmente tangibili, res extensa, mattoni, ferro, ecc. Ma le opere dell'ingegno, i concetti, la matematica, il linguaggio, i sogni, per dirla con Shakespeare?. E quindi, in quanto prodotti dell'attività cerebrale, ma non visibili nè toccabili nè odorabili, la mente che tipo di 'cosa' è? In maniera meno ingenua oggi conosciamo una quantità di cose non 'extensae', non percepibili dai sensi, le onde elettromagnetiche, i fenomeni della fisica quantistica, in cui addirittura cadono alcuni dei principi base della cultura scientifica e della logica classica, e un 'quanto' può passare contemporaneamente da due fessure senza dividersi, ecc, e sono pur sempre elementi della materia, cose che costituiscono la sostanza di base di cui sono costituiti sembra tutti i 'corpi' e secondo alcuni anche la 'mente'.

Per gli psichiatri biologici più estremisti il problema si risolve alla radice: semplicemente non esiste la mente, è solo il prodotto dell'attività del cervello. E in quanto prodotto segue il destino di tutti gli altri prodotti nella nostra società, diventa una merce, tanto che si può vendere variamente. L'essere una merce è una qualità, un valore('valore di scambio'): di che sostanza è fatta la qualità? In effetti progressivamente arriviamo alla conclusione che la cosa astrusa cui ci troviamo di fronte è costituita dal linguaggio. 'Qualità' fa parte del campo del linguaggio, come tutte le altre parole che abbiamo toccato, anima, rogo, geometria, 'linguaggio' stesso. Il linguaggio è uno strumento della mente, che però nasce solo dopo qualche tempo che la usiamo. Prima ci sono altre esperienze mentali, vedere, udire, 'provare' ( di emozioni, feeling), agire, di cui il linguaggio, e le sue regole e il simbolismo e la logica sono a loro volta prodotti.

Che ci interessa in effetti è anche se i prodotti della mente, come il pensiero e le azioni, di cui nessuno contesta più in ambito scientifico il carattere di prodotto dell'attività cerebrale (possiamo variarle o terminarle agendo sul cervello con alcool, allucinogeni, o semplicemente con un colpo in testa) acquistino la proprietà di vivere di vita propria, così come un'opera, uno scritto, un pezzo musicale, un'istituzione sociale, ecc. esistono al di fuori della persona del loro creatore. In effetti però tutte queste necessitano della presenza di un essere umano, o comunque di un essere vivente, che le percepisca: pensiamo a una sinfonia di Mozart, o a una pittura rupestre della preistoria. I prodotti della mente esistono solo se c'è un'altra mente che li possa percepire. Di nuovo torna una somiglianza con la merce: un oggetto è una merce solo se c'è un mercato, cioè uno scambio fra esseri umani. Lo scambio, la comunicazione fra esseri umani creano un 'campo', un dominio, che questo sì è fatto di una 'sostanza' diversa da quella delle cose esistenti. Oggi siamo abituati a parlare di cose virtuali, che in realtà condividono la qualità di essere legati allo scambio, all'estremo fra un essere umano e una macchina, ma , tramite essa, con l'essere umano che l'ha inventata e creata materialmente. La sola cosa che troviamo di 'un'altra sostanza' ha a che fare in effetti con la comunicazione, che avviene mediante mezzi che hanno la qualità della sostanza, ma dipendono da un'altra qualità. I geroglifici hanno preso un'altra vita dopo il ritrovamento della stele di Rosetta, e quindi della possibilità di tradurli in una lingua comprensibile.

Siamo di fronte di nuovo a un dualismo?, cacciato dalla porta della distinzione fra corpo e anima, torna nella distinzione fra valore d'uso e valore di scambio? La qualità dello scambio, del politikòn zoòn, è intrinsecamente diversa da tutto il resto, si direbbe. E crescendo, investe tutta la cultura, la produzione di forme sociali. E' il gruppo che si distingue dalla sostanza del singolo: tranne che nell'attività predatoria, le varie forme animali viventi entrano in relazione sociale solo con membri della propria specie. Vediamo i piccioni, in un giardino, insieme a persone, cani, ecc, occuparsi delle loro relazioni come cosa principale, accanto al procurarsi il cibo, all'accoppiarsi, ecc. Per un'anatra dello stagno il prendersela con un dato papero e tormentarlo e cacciarlo dal gruppo è più importante di qualunque altra cosa: il gruppo dei suoi simili ha un valore assolutamente diverso che so da un cigno o un altro uccello o animale - salvo che non sia un predatore da cui guardarsi. Le relazioni sociali di che 'sostanza' sono?
In realtà l'autentico dualismo emerge nella diversita fra la cosa vivente singola e il gruppo delle cose viventi della stessa specie. Individuo e gruppo sono due entità sostanzialmente differenti, irriducibili l'una nell'altra, anche se reciprocamente influenzantesi.
Studiare il singolo ha senso in medicina somatica, non ha senso in molte manifestazioni mentali che acquistano valore nel contesto sociale. Forse dovrebbe nascere una scienza delle relazioni e dei comportamenti, a livello di piccolo gruppo, come già esiste a livello di grande gruppo: scienze sociali, scienze politiche, economiche, ecc.
La psichiatria è inscindibile sia dalla medicina somatica che dalla psicologia di gruppo.

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