Mia figlia non socializza coi coetanei

Uno scambio che può interessare. Anche qui emerge la paura dell'autismo, che sta dilagando: Salve, mi chiamo ... sono la mamma di due bimbe una di 4 anni e 6 mesi e una di 2 anni e 4 mesi. Lo scorso settembre la mia piccolina ha iniziato ad andare al nido e dopo tante difficoltà, piangeva molto , si è ambientata bene e sta volentieri con le maestre, sorride e si fa coccolare. Il problema è che rifiuta l'avvicinarsi di altri bimbi e di giocare in gruppo si isola butta tutti i giochi a terra e spesso(capita anche a casa) ha degli scatti di nervi che finiscono con lei a terra che si dimena e piange col rischio di farsi male, ma basta che un adulto si avvicini e le dia attenzione lei si calma. Fin'ora io non mi ero preoccupata più di tanto in quanto la bimba che ancora non parla dice solo mamma e papà, a detta del pediatra si tratta di pigrizia, credevo dimostrasse con questi atteggiamenti i suoi disagi.
Sono stata convocata dall'asilo per discutere della situazione, loro dicono che se non migliora a breve si dovrebbe cercare di capire perchè la bimba abbia questo rifiuto, io credo che più che rifiuto, sia paura perchè ho notato che lei si infastidisce se qualcuno urla ed il problema è che i bimbi di quell'età lo fanno spesso, di qui il suo nervoso. Comunque non volendo rischiare di essere superficiale mi sto chiedendo se sia comunque il caso di andare da uno psicologo e se questi mi potrebbe aiutare o se la piccola non ha ancora un'età che permetta questo tipo di aiuto.
Sono davvero in conflitto con me stessa, non voglio rischiare di trascurare un problema se c'è, ma non voglio neanche essere io a crearlo alla bimba (se non c'è) con le mie paure.
La prega di consigliarmi sul da farsi non so davvero cosa fare.
In attesa di una sua risposta ed a sua disposizione per qualsiasi approfondimento sulla situazione, porgo cordiali saluti.

RISPOSTA Ho bisogno di qualche elemento in più di descrizione della piccolina (nascita, primo anno di vita, tappe di sviluppo psicomotorio, cioè età dei primi passi, prime paroline) e della situazione e organizzazione familiare, tempi, orari, abitudini, ecc.
Gli scatti di nervi a casa e a scuola, e la sua 'paura' degli altri bambini, sono forse il segno di un disagio eccessivo, per le sue forse, nel distacco da casa e dalle figure abituali, alla 'jungla' esterna, come lei forse la descrive, bambini che urlano, ecc, dove i soli posti sicuri sono in braccio alle maestre... Di solito si rivela utile ridurre per un periodo il tempo al nido, se possibile, per 'ridare fiato' alla piccola e diminuire la sua fatica. Questo non vuol dire 'dargliela vinta', o tornare indietro nella strada dello sviluppo, che passa anche attraverso i distacchi e le separazioni e la fatica (che preparano a scoprire e godere di nuove opportunità), ma darle un po' più di tempo.
Quanto all'età per avere aiuto io credo che qualsiasi età va bene se ci sono difficoltà e uno non sa cosa fare. Nei bambini il più delle volte l'aiuto dovrebbe essere dato ai genitori, sulla base della comprensione delle difficoltà e della fase di sviluppo attraversata.

MAMMA Salve la ringrazio per aver risposto così celermente, la bimba è nata da parto cesareo 13 giorni pre-termine, dopo 4 mesi le ho dovuto togliere il latte materno, per via di un grave lutto in famiglia. Mi è stato consigliato dalle puericultrici dell'ospedale di interrompere l'allattamento al seno, che comunque non era esclusivo, ma misto. Si è sempre dimostrata particolarmente attaccata a me fin dai primi mesi, sono stata io a prendermene cura in modo esclusivo,fino a che non ha iniziato a frequentare il nido dove è stata inserita gradualmente; i primi due mesi stava si e no un paio d'ore, poi è stata per due mesi fino alle 12.30, poi fino alle 14 e adesso da febbraio sta fino alle 16...ma di pomeriggio, dopo i pasti diciamo che su tre ore due le passa dormendo. Ha camminato a 19 mesi pur riuscendo a stare dritta sulle gambine dall'età di 14 mesi si rifiutava di fare i passi quando cercavamo di farla camminare si sedeva a terra e piangeva ,così come fa adesso quando vuole attenzione.I primi vocalizzi li ha iniziati verso i 10/11mesi : gagaga babba adesso dice solo mamma e papà, ma quando lo vuole lei, se le si chiede di dirlo ride e sbruffa. Se le si chiede di dare la manina la da , se le si dice vieni da me lo fa...inoltre è molto curiosa come bimba tocca tutto, sale dappertutto, è molto attiva.
Non ha mai dimostrato interesse nei confronti di altri bimbi nemmeno verso la sorella o i cuginetti, questo già prima di iniziare a frequentare il nido, quindi non so se realmente le due cose sono collegate. Attendo con ansai una sua risposta e la saluto cordialmente

RISPOSTA Prego, ho del tempo a disposizione.
Dalla sua descrizione sembra esserci un modesto ritardo di sviluppo psicomotorio. Probabilmente anche il linguaggio ha lo stesso ritardo. Come mai il cesareo due settimane prima?
C'è stata sofferenza alla nascita o poco prima? Perchè le hanno consigliato di interrompere l'allattamento al seno in coincidenza col lutto?
Come si comporta con le persone ( a parte il disinteresse per i bambini) e come comunica? Col babbo, con i nonni?
E' interessata, cerca il contatto, in che modo, gioca, come si comporta per mangiare, per dormire?
Può descrivere le interazioni fra le due sorelle, o con i cuginetti ?

MAMMA Il cesareo due settimane prima è dovuto al primo parto anch'esso cesareo, qui nella zona dove abito se si ha un cesareo al primo parto tutti i successivi parti sono cesarei, la prima è nata col cesareo per via di acque verdi, che inoltre erano presenti anche con la seconda anche se con colore più chiaro, a detta dei medici, comunque non c'è stata sofferenza ne prima ne dopo la nascita. Per quel che riguarda l'interruzione dell'allattamento, mi è stato consigliato per via del mio stato emotivo dicendomi che essendo io notevolmente amareggiata ( un mio nipotino è nato morto all'ottavo mese di gravidanza)il latte sarebbe potuto essere acido e creare problemi alla bimba. E' una bimba che regala molti sorrisi e chiede molte coccole, con tutti da un paio di mesi a questa parte prima le cercava solo da me.
Ama stare in braccio e appoggiarsi al petto delle persone per sentirne il calore, gioca poco ed in modo solitario più che altro lancia oggetti, sbattendo oggetti uno con l'altro e mettendoli in bocca. Col mangiare, ama biscotti e pane, beve molto latte, infatti all'asilo rifiuta la pappa solida ma beve latte con frutta e biscotti mentre la sera a casa mangiucchia un pochino di pastina con passato di verdure e omogeneizzato di carne o pesce(rifiuta la pasta più grande, pur riuscendo senza problemi a masticare).
Per quel che riguarda il sonno non ho problemi, solo nei primi due mesi di vita non dormiva se non appoggiata al mio seno nudo. adesso si addormenta da sola nella sua culla intorno alle 10 e salvo eccezioni fa una tirata fino al mattino alle 7.30. Con la sorella e i cuginetti non gioca molto, più che altro li osserva. Solo con la sorella ogni tanto ha qualche approccio fisico(abbracci, baci)ma che nascono sempre dalla grande che comunque lei accetta di buon grado con un sorriso

PS Mi scusi cosa intende di preciso per modesto ritardo psico motorio e del linguaggio???
Mi devo preoccupare??

RISPOSTA Mi spiace averla allarmata.
L'espressione 'ritardo' (psicomotorio o del linguaggio) indica solo che rispetto alla media, o a quello che è considerato il valore abituale (dodici mesi per il cammino autonomo e le prime parole, 2 anni per l'inizio di piccoli discorsi di due-tre parole con un numero ben maggiore di parole singole), c'è appunto un ritardo.
Non indica per forza una patologia, può essere una variazione dalla media, ma sempre nella norma. La sua bimba sembra aver recuperato bene sul piano motorio, probabilmente farà lo stesso sul piano del linguaggio. (la sua prima figlia a che età aveva camminato e detto le prime parole?)
Anche nel 'gioco' e nello stare con i bambini forse c'è un po' di ritardo: alla sua età di solito c'è un inizio di giochi e una relazione maggiore con gli altri bambini, come segnalano al nido.
Anche nel mangiare (solo cibi liquidi o semiliquidi, mi sembra) è in po' indietro, sembra. Può anche dipendere dalle abitudini familiari. lei ha una figlia un po' più grande e può fare il confronto.
Ne parli col pediatra, di tutte queste cose, anche in base a quello che dicono al nido, dove fanno il confronto con tanti altri bimbi della stessa età.
Sarà lui/lei a consigliare eventualmente una visita di neuropsichiatria infantile se lo ritiene necessario, anche per dare eventualmente consigli sul piano educativo e familiare per lo sviluppo della bimba.
Cordialmente
dr GBenedetti

MAMMA Non si preoccupi, non mi ha allarmato ma desidero capire chiaramente quale sia la situazione e se c'è qualcosa che io posso fare per facilitare lo sviluppo e l'interazione della mia bimba.Come ho spiegato alle maestre del nido non voglio rischiare di trascurare un problema se c'è, ma non voglio nemmeno essere io a crearlo nella mia piccolina a causa delle mie ansie, ecco il motivo del mio rivolgermi a lei in quanto specialista. Il pediatra continua a dire che è solo pigrizia perchè lui dice lei sa mangiare, mastica il pane benissimo anche se del giorno prima. ma per comodità e semplicità preferisce cibi più facili da deglutire. Io sto seriamente pensando di portarla da una psicologa infantile per capire più che altro se magari è meglio cambiare il mio atteggiamento in alcune cose in modo da spronarla di più, lei cosa ne pensa? La grande ha camminato intorno ai 14 mesi ma ha imparato a fare le scale e a salire sul tavolo molto più tardi rispetto alla piccola. Per quel che riguarda il parlare siamo più o meno lì diceva poche parole ma se gli si chiedeva di dirle le diceva , mamma , papà e quaqua che per lei era l'acqua. C'è da dire però che la grande fin da piccola ha avuto il problema contrario ovvero essendo molto timida aveva paura dei grandi al di fuori dei membri della famiglia. ha iniziato a parlare speditamente dopo i tre ma non abbiamo mai riscontrato problemi relazionali con i coetanei anzi fin da piccola ricordo che nel vedere bambini faceva dei sorrisi enormi.

Da una parte c'è

Più che le sue ansie, da una parte c'è l'impressione delle maestre, che rilevano delle 'anomalie relazionali' della bimba, dall'altra l'opinione del pediatra, che conosce bimbe e genitori e immagino abbia abbastanza esperienza, e forse chiama pigrizia quello che io chiamo ritardo, ma come variante della norma e non segno di patologia.
Visto che è ancora piccola, penso si possa vedere i prossimi due tre mesi, e poi decidere: se la bimba non fa dei progressi discreti può essere utile farla vedere.
Teneteci informati.
Cordiali saluti

Ulteriori sviluppi:
Il giorno 25/mar/2011 ... ha scritto:
> Scusi se la disturbo ancora ho un dubbio atroce che pervade la mia mente....potrebbe trattarsi di autismo?? Da cosa posso capirlo lei non ripete le parole che le dico sbruffa e ride...però è molto interessata a ciò che la circonda giochi, persone e oggetti. Cmq ho deciso di fare dei controlli e delle visite se non fosse per altro per tranquillizare me stessa. Questo non sapere mi sta facendo impazzire, perchè immagino le cose più gravi (autismo) e magari non è così. Lunedì ho un appuntamento con una psicologa e inoltre devo fare visita audiometrica per accertarsi che senta bene, non è sorda perchè se chiamata si volta, ma se è distratta no. Mi può gentilmente consigliare un percorso adeguato da seguire con tutti i controlli necessari al caso....sono nel pallone .La terrò informata . Grazie mille
>

Risposta:
Gentile signora,
ci sono molti bambini che parlano poco a due anni e che fanno difficoltà all'asilo, invece i bambini autistici sono pochissimi: in questo periodo dilaga la paura perchè se na parla in termini allarmistici. Le descrizione della sua piccola non assomigliano per niente a quelle di un bambino autistico. Niente di male a parlare con qualche npi esperto nello sviluppo psicomotorio, ma sarei contrario a separare la bambina dalla madre per visite e test, sarebbe un possibile trauma ingiustificato.
Mi tenga informato
Cordialmente
Dr GBenedetti

La signora aggiunge:
Salve Dott Benedetti, le scrivo per darle gli ultimi risvolti sul caso della mia piccolina e per sapere cosa ne pensa. Oggi siamo andate dall'otorino che in seguito ad alcuni esami ha riscontrato: otite catarrale cronica e timpanogramma di tipo B piatto, ciò sta a significare che la piccola da parecchi mesi convive col un forte dolore del quale non si è mai lamentata e che l'ha portata ad essere temporaneamente sorda. Secondo l'otorino l'inizio dei comportamenti strani della bimba intorno ai 20 mesi di età (ora ne ha 28) corrisponderebbero più o meno al periodo in cui il catarro ha iniziato a formare una barriera che impediva ai suoni di arrivare al timpano e la martello. Quindi si spera che una volta curato con la dovuta attenzione questa otite e fatto riassorbire il catarro la bimba dovrebbe riprendere a sentire e indi a parlare e relazionarsi normalmente. Mi ha consigliato comunque di effettuare in un centro specializzato in problemi dell'udito infantile un esame post-cura per accertarci che non ci siano altri problemi. Attendo con ansia una sua risposta e cordialmente la saluto e la ringrazio

Gentile signora, C'è

Gentile signora, C'è sicuramente da seguire la cura e le indicazioni dell'otorino. L'ipoacusia da catarro tubarico, anche se non totale, può essere uno dei fattori in gioco. Si ritrova però frequentemente anche in bambini che non hanno problemi di linguaggio, nè di 'socializzazione'. Dubito però che l'otite cronica sia associata a forti dolori, come è il caso dell'otite acuta. La bimba l'avrebbe manifestato, visto che non è una gravissima autistica (e nemmeno lieve...)
Vediamo come procede.

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