Psichiatria, oggi

Vogliamo entrare un po' più nel merito del motto messo sotto il nome del portale: "Per una psichiatria riumanizzata, ovvero: il modello bio-psico-sociale in psichiatria".

Si confrontano oggi due modelli di psichiatria
1-il modello biologico farmacologico, che privilegia la genetica, la biochimica cerebrale e l'intervento farmacologico, limitando l'attenzione al paziente e in particolare al suo cervello, vede lo squilibrio biochimico cerebrale come unica causa del disturbo psichico e il farmaco come strumento terapeutico prevalente;
2- il modello bio-psico-sociale che estende l'attenzione dal singolo individuo anche al suo ambiente e alle esperienze passate e presenti e vede invece più fattori causali in interazione complessa e più strumenti di intervento appunto sia psicologici che educativi che sociali e in misura più ridotta farmacologici.

Ci sembra che lo sviluppo travolgente della psichiatria biologica (e forse di una parte della psicologia) negli ultimi anni sia stato caratterizzato dalla rinuncia a considerare l'aspetto umano, di persona totale, del paziente, per prendere in considerazione solo i suoi sintomi, avulsi dal contesto in cui si manifestano, senza storia nè legami con l'ambiente circostante. Si può parlare di una psichiatria disumanizzata, interessata solo all'organo-cervello e al suo funzionamento. E' stato seguito in questo il procedimento tipico della medicina occidentale nei suoi sviluppi degli ultimi decenni, che ha portato sicuramente strumenti e macchine portentose per indagare il corpo senza quasi più limiti, sviluppando anche terapie importanti, ma da più parti viene il dubbio che sia diventata una Medicina disumanizzata.
Almeno la medicina non trascura i fattori ambientali, le cause infettive, tossiche, alimentari delle malattie, e l'igiene è una branca importante per la prevenzione e l'apprendimento di pratiche e stili di vita non patogeni, accanto certo alla genetica, alla biochimica ecc. Invece la psichiatria biologica in una specie di furore pantoclastico ha buttato alle ortiche tutto quanto era stato prodotto prima degli anni '80, di derivazione psicoanalitica, fenomenologica, sociopsichiatrica, ecc. pretendendo in pratica di reiniziare da zero, liberandosi prima di tutto del rapporto medico paziente, e in secondo luogo di qualsiasi interesse per l'ambiente in cui vive, la sua storia, le sue esperienze.

In America è stato coniata per questa nuova psichiatria anche la definizione di '5 minuts psychiatry', che è il tempo impiegato dal tipico psichiatra biofarmacologico statunitense per fare la lista dei sintomi, cercare sul DSM la diagnosi, prescrivere un farmaco scegliendolo da un armamentario di quattro o cinque categorie essenziali di psicofarmaci su cui è continuamentre bombardato dalla 'ricerca scientifica psichiatrica' e dalla propaganda delle case farmaceutiche, che recentemente soono state accusate di essere la stessa cosa. Come nella 'medicina dei ricostituenti' degli anni '70, nessun paziente deve uscire dallo studio dello psichiatra biologico senza la sua medicina per la psiche, "sennò - dice questo tipo di psichiatra- che ci sto a fare?" (episodio reale).

Quello che manca alla psichiatria e a molta psicologia attuale è la dimensione evolutiva, temporale. La psichiatria dei sintomi trasformati in 'disturbi' distinti (sull'onda della bibbia DSM III e seguenti) e poi assemblati in 'co-morbidità' (dove solo l'assuefazione linguistica impedisce di vedere il ridicolo), è una psichiatria statica, meccanica che si limita a 'fotografare' una situazione istantanea scimiottando la medicina tecnologica per immagini (TAC, RMN, ecc), pretendendo di 'diagnosticare' così la 'patologia' del cervello. L'errore epistemologico e concettuale è macroscopico. Se si fotografa una persona ferma su una strada in pendenza, una sola fotografia non dice se la persona sta salendo o discendendo e per che motivo è ferma. E non sai quindi se devi spingerla, o trattenerla o farla partire o lasciare che faccia quello che vuole... Per non parlare della velocità.
La psichiatria attuale è statica (appunto, "non dinamica"), e si applica meglio quindi solo alle cose statiche, non vive, come le liste di sintomi, le classificazioni, ecc. Quasi come un entomologo che si occupasse solo di farfalle spillate sulla carta perchè ha paura o non vuole andare per i prati.
Manca completamente l'attenzione ai processi e ai sistemi dinamici, come lo sono tutti gli esseri viventi: purtroppo ancora non viene insegnata in psichiatria (e in psicologia) la matematica degli sviluppi non lineari, dei sistemi complessi, del caos: la psichiatria è ancora a un concetto di 'scienza' statica, lineare , mancano gli strumenti concettuali più moderni e si rifugiano nelle classificazioni con un ossessività concettuale e procedurale che meriterebbe forse ... una visita psichiatrica.
(2009)

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