giovane donna in difficoltà

Ricevo: Gentile dott. Benedetti sono una giovane donna, ho quasi ... anni, attualmente sono in cura in 1 csm della mia zona per depressione credo. Il punto è che la mia vita è stata, così normale, così programmata eppure troppo difficile per me. E' andato tutto male o almeno in modo diverso dagli altri, sono stata adottata da piccola, ... sono cresciuta bene
la mia famiglia non mi faceva mancare nulla, ma sono sempre stata un po' sola, ....con mia madre si è creato un legame strano troppo stretto quasi di dipendenza da entrambe le parti
e anni dopo ha iniziato a finire in litigate furibonde, io continuavo a essere sola o con lei e lei non se ne accorgeva e non se ne accorge.
Scuola ok fino al liceo, l'università non è stata un successo, ... ho tentato diverse volte il suicidio ... c'era anche un amore non corrisposto e ostacolato, lui era troppo più grande, io ero davvero innamorata, mi piace ancora, la verità è che lui è stata solo la punta di un iceberg, io già da ragazzina e specie dopo i 14 anni
desideravo non vivere più. Credo di desiderarlo ancora spesso, anche se devo ammettere che lo psichiatra mi ha ridato fiducia, ad ogni modo sono sola senza amici, mi vergogno molto di non essermi ancora laureata e sento tanto che la mia personalità non è ancora definita.
Non so niente di me, niente del mio passato, del mio futuro, c'è solo confusione, non riesco a uscire a fare cose normali, 1 cinema, 1 pizza perché se lo faccio mi sento in colpa verso mia madre.
Secondo lei cos'ho? Dove è iniziato tutto? Come posso curarmi? Io sto bene fisicamente ma è bene restare in una cameretta nel semibuio tutto il giorno? Non tutti i gg solo quando mi sento più triste. Ho preso per 1anno dei farmaci ma non mi
possono aiutare a cambiare la mia vita. Nessuno mi può aiutare è per
questo sono da sola... La mia storia è lontana ingarbugliata eppure
semplice perché fuori mi basta un sorriso per nascondere tutto. Dott
io non mi sento vuota, non ho strani disturbi psichiatrici, non mi
faccio del male fisico, ma a me vivere sembra una condanna e so che
non posso smettere. Lei dirà che queste cose le devo dire al terapeuta
ma lui più o meno la mia storia la sa e in questi anni credo che
abbia fatto il max per me, che altro posso chiedergli? Poi lui mi
trova migliorata, anzi a volte ho l'impressione che non mi senta
proprio come una paziente, più come un'amica, cmq questo mi fa
contenta. Grazie per il tempo. Saluti. ...

Uhm... quando il terapeuta

Uhm... quando il terapeuta diventa quasi un amico bisogna decidere: meglio forse che diventi un amico e basta. La (psico)terapia è un'altra cosa, e l'amicizia o altri sentimenti fra terapeuta e paziente sono una trappola, in cui si cade abbastanza facilmente specie se la paziente è una giovane donna in cerca di appoggio...
Non voglio sembrarle duro, per carità, ma ne va della sua vita. La terapia è un cammino faticoso, pieno di difficoltà e trappole. Non è tanto una questione di 'sapere' le cose, è una questione di viverle. Molto spesso un paziente non vuole 'guarire', vuole solo convincere il terapeuta delle sue ragioni e magari coinvolgerlo nel labirinto in cui è entrato. Il/la terapeuta deve fare un po' come Teseo che entra nel labirinto: deve avere un filo che lo riconduca indietro, cercando di portare con sè il/la paziente, e deve vincere il Minotauro, che è in parte confuso con la paziente-vittima.
Le consiglierei di parlare chiaramente col terapeuta e di considerare se stessa non solo come la vittima, ma anche l'inconsapevole alleata del Minotauro, cui col suicidio si offrirebbe come vittima. Non si tratta di ripercorrere la sua storia, ma di liberarla dalla trappola in cui è caduta.
Cordialmente
dr GBenedetti

Gentile dottore, le ho già

Gentile dottore, le ho già scritto e quanto richiesto è stato
pubblicato con questo titolo. In seguito il mio malessere non è
passato. Ora ho cambiato cura, prima prendevo il cipralex e ora prendo
il trittico da circa due settimane, ma non posso dire di stare meglio,
sono sempre stanca, mi gira la testa e mi chiedo se sia giusto
prendere psicofarmaci a nemmeno trent anni. Lo psichiatra da cui vado
dice che il trittico è un antidepressivo leggero e che non mi farà
niente di male ma io non gli credo. Io avverto problemi anche a
livello sistemico, mi pare che tutto il mio sistema nervoso sia
depresso anche quello autonomo, inizio ad avere costipazione e anche
un notevole ritardo del ciclo. Poi la stanchezza ha toccato i vertici!
Devo studiare, ma quando cerco di concentrarmi faccio una fatica
immensa, anche scrivere una mail mi sembra difficile. Secondo lei se
lascio il trittico queste cose passano? Io veramente sto pensando di
lasciare anche la psicoterapia, non ho proprio più voglia di niente.
Io penso che se lascio resto sola perché non ho proprio nessun amico,
ma anche se continuo cosa mi cambia? Va be lei è stato così gentile
che ho sentito di poterle scrivere ancora, la domanda è: cos'è il
trittico? E' vero che è più leggero del cipralex? Grazie infinite.
Cordiali saluti. .....

Per quanto poco ne possa

Per quanto poco ne possa sapere solo attraverso due mail a distanza di molti mesi, tuttavia ho l'impressione che lei rimanga in mezzo al guado, (o chiusa nel Labirinto, per usare quella metafora). Il rischio è che Lei si crogioli nel suo stato e quasi se lo coltivi, in modo da viverci dento e non esserne costretta a uscire. Il suo stato sembra avere un fascino perverso su di Lei, quasi un potere ipnotico come quello del cobra che ipnotizza le sue vittime (credo). Come dicevo l'altra volta vittima e Minotauro sono a volte come fusi insieme..., cerchi di non farsi ipnotizzare e di non lasciarsi travolgere.
Capisco che non ho risposto alla sua specifica domanda, me ne scusi, ma non credo che sia quello il problema...
Se vuole può descrivere più estesamente la sua situazione, forse potrò darle qualche parere.
Se non vuole farlo 'in pubblico' da poco tempo sto provando qualcos'altro: veda qui http://npionline.altervista.org/drupal/?q=node/15 e scusi se sembra un'autopromozione.
Cordialmente e non demorda!
drGBenedetti

16/8/2012 continua in quest'altra pagina

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