allattamento e disperazione

Ricevo e riassumo un po'

Mi chiamo ...,ho 29 anni, sono mamma di un bimbo di 15 mesi nato alla
37ma sett con peso di 3kg 100.

La gravidanza è stata di per sè molto bella, sono rimasta incinta appena lo
abbiamo desiderato, ......
parto spontaneo in h2o abbastanza veloce, taglio del cordone ombelicale dopo 1
ora, si è attaccato al seno dopo 2 minuti e lo sto ancora allattando ad oggi.
iniziato lo svezzamento dopo i 7 mesi, oggi mangia di tutto con entusiasmo e
curiosità, compatibilmente con il fatto che siamo vegetariani(non vegani)
macrobiotici.. X ha avuto da subito un carattere solare e sereno, ha
sempre accettato che chiunque si prendesse cura di lui .
Sta seduto da solo a 6 mesi, gattona a otto, a nove si alza in piedi tenendosi
ai mobili, a 12 cammina definitivamnte da solo
Fino verso gli 8 mesi è stata una passeggiata, l'affiatamento tra me e lui
perfetto, io non ho ripreso a lavorare (sto scrivendo tesi di laurea in
psicologia evolutiva e a parte un pò di solitudine (il mio
compagno è spesso via per lavoro e abito a 60 km dalla mia famiglia di origine
in un paesino dove non ho amici) e la preoccupazione per mia madre le cose
vanno bene, Gabri cresce benissimo con il mio latte ed è un bimbo felice.
Fin dalla nascita dorme nel letto con noi, ciucciando sempre anche di notte,
più spesso crescendo di quando fosse neonato;quando ha nove mesi gli compriamo
un lettino, ma dopo vari tentativi falliti di lasciarlo a dormire da solo,
togliamo una sponda e attacchiamo il lettino al nostro letto
A sette mesi muore la nonna.....

A otto mesi inizia a diventare un pò frignone, vuole sempre che stia con lui.
Nonostante inizialmente fossi di parere contrario, dopo averne discusso a lungo
con il mio compagno, qundo ha 1 anno decidiamo di mandarlo al nido, per me la
giornata è lunga da sola con il pupo, soprattutto quando il mio compagno non
torna per diversi giorni.
X sta all'asilo volentieri, all'inizio solo la mattina, poi anche per
pranzo e ora a volte anche il pomeriggio.
Il problema è questo: se all'asilo sta volentieri, è sempre allegro e
indipendente anche nel giocare, si addormenta ormai da solo nel lettino con il
ciuccio per i primi minuti e poi lo sputa, qundo è a casa con me è un disastro:
piange continuamente, vuole sempre stare in braccio, si dispera se lo metto
giù, vuole cicciare continuamente, si addormenta solo attaccato al seno e si
sveglia dopo 4 ore, e se non sono a letto scende e viene a cercarmi piangendo,
se il padre prova a inserirsi lo rifiuta e si dispera ancora di più.se gli dico
qualche no o non lo assecondo subito ,sempre più spesso si da sberle o pugni in
testa, è di cattivo umore, gioca poco o per niente da solo e per me stare a
casa sola con lui sta diventando un incubo, è esasperante e in un paio di
occasioni ho sbottato gridandogli e in una occasione gli ho dato uno schiaffo
in faccia. sono molto preoccupata e spaventata, soprattutto delle mie reazioni
che a volte non riesco a controllare,
.....
Mi chiedo se questa ossessività di Gabriele
nei miei confronti è dovuta all'allattamento, e se non sia il caso di
togliergli la sua amata zizzina, mi dispiacerebbe molto, anche da un punto di
vista nutrizionale essendo io assolutamente contraria all'uso di latticini, ma
se questo lo sta rendendo dipendente e ossessionato, sono disposta a fare il
passo, anche se non ho idea di come.
Mi chiedo se l'ingresso al nido non abbia sconvolto in qualche modo il suo
equilibrio, se come dice il nostro pediatra privato ... i bambini
devono restare a casa con la famiglia e portarlo al nido sia stato un errore,
nonostante dimostri di starci volentieri e di amare molto la compagnia degli
altri.
Sto arrivando al punto di essere angosciata all'idea di stare da sola con lui
a casa, mi chiedo cosa sto sbagliando e cosa posso fare per farlo stare
meglio.
Sono consapevole che il crescere è un processo a strappi, fatto di conquiste
gioiose e di rinunce faticose, non voglio preservarlo dal dolore insito nel
crescere e nello staccarsi, ma anche cercando di osservare in modo un pò più
distaccato, quello che vedo è un bambino sofferente, infelice quando è con me.
Capisco l'intensità della passione che la mamma suscita, ma credo che stiamo
andando oltre a questoe che ci sia qualcosa che mi sta sfuggendo.Si rilassa
solo con il seno, è una richiesta continua e un arrabbiarsi se non viene subito
soddisfatto. A volte il suono del suo pianto mi fa scoppiare la testa e mi
sento in colpa e incapace.
Da parte mia ho iniziato finalmente a scrivere la mai tesi di laurea in psicologia mentre lui è al nido posso dedicarmi
un pò a me stessa e occuparmi dell'orto che è la mia grande passione, sto
attraversando il lutto con la consapevolezza che si tratta di un processo a
ondate, ci sono giorni in cui sono disperata e mi sento abbandonata dalle due
donne più importanti della mia vita, altri giorni in cui mi sembra di poter
iniziare a lascire andare questo dolore.Non è facile essere mamma senza mamma,
e continuo a dirmi che sbaglio qualcosa. Il rapporto con il mio compagno è
buono anche se X ha cambiato radicalmente la nostra vita di vespisti zaino e
sacco a pelo e non abbiamo più tempo per noi.
....
Crede che sia il caso di chiedere una seduta da uno psicoterapeuta infantile?
Lei come vede tutta questa situazione?
La ringrazio molto per l'attenzione, le sono grata per aver messo a
disposizione la sua professionalità!
Tanti saluti
Ela mamma in crisi.

Direi che in questo momento

Direi che in questo momento forse era meglio se la sua tesi era di geologia..., perchè il rischio di perdersi fra teorie e realtà è veramente alto, a volte.
Poi escluderei senz'altro uno psicoterapeuta per il bambino, semmai una guida ad afforntare questa fase della crescita, per i genitori, magari insieme al bambino.
Ma vorrei sdrammatizzare le cose, che lei comprensibilmente descrive in modo drammatico. Mi riferisco al comportamento del bambino, non ai gravi lutti che lei ha subito in un momento così delicato. Il comportamento del bambino non è così preoccupante, salvo cercare di rimediare in fretta. E' solo la manifestazione della sua percezione delle difficoltà della mamma, che rischia di non reggere il troppo carico.
Da quello che sembra di vedere il bambino è normale nel suo sviluppo, deve solo essere aiutato a passare questa fase di svezzamento e separazione. L'aiuto viene dall'esperienza di vedere che ilmondo non crolla, che anche se certe cose dispiacciono e fanno soffrire poi si superano e si va avanti (anzi sono necessarie per andare avanti). Per cui direi di non spaventarvi, di svezzarlo una buona volta, di resistere alla sue scene - ne farà di tutti i colori ma se voi resisterete tranquillamente lo supererà in fretta. E dovrà imparare che 'comandano i grandi'... Senza tante chiacchere, nei fatti. In modo morbido ma deciso.
E' ovvio che lei sia al limite delle forze, lo faccia presente al suo compagno per chiedere un suo maggior intervento con il figlio, per aiutarla un po'. Forse anche , se non costa troppo, rimanderei la tesi di qualche tempo, per superare questa fase troppo carica e inevitabilmente collegata col tema della tesi.
Cordialmente
dr GBenedetti

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