un sogno ricorrente

Inviato da dalita27 il Dom, 07/08/2011 - 16:40

Da diversi mesi sogno variazioni dello stesso modello: vivo in un appartamento (non vedo l'esterno) con i miei familiari (padre, madre, sorella) e altre persone. Per inciso mio padre è morto 30 anni fa e mia madre 19 anni fa. Con mia sorella ho pochi rapporti.Comunque mi ritrovo in un appartamento con loro (non sempre i 3 insieme) dove, un pò alla volta, mi viene eroso il mio spazio (camera o luogo destinato a me). Per esempio, esco e, quando torno, tutto è cambiato (nel senso che faccio fatica a rientrare negli spazi "miei"); tanto da dover abbandonare quella casa, colla sensazione di tradimento da parte dei miei familiari.
Ho 45 anni e vivo da sola.

Sembra quasi che il tempo si

Sembra quasi che il tempo si sia fermato tanti anni fa, all'epoca vista in sogno... La sua evoluzione personale ha poco spazio, e forse lei deve abbandonare quella casa, per riprendere il suo sviluppo. E' la casa del sogno, in cui lei, o una parte di lei, sembra essersi rinchiusa, tanto tempo fa. Ma lì dentro il tempo non passa e non c'è evoluzione, bisogna che ne esca, risolvendo, in qualche modo, i sentimenti e i risentimenti che la tengono ferma a quell'epoca.
Forse c'è stato qualche evento recente, o una possibile nuova situazione, un cambiamento all'orizzonte, che ha riattivato questi contenuti, e lei è ambivalente, incerta sul da farsi.
Forse stando in quella casa lei si era assunta una funzione, uno scopo, e rinunciandovi teme di perdere lo spazio che aveva, e forse i legami che conservava.

Il sogno sembra proprio un campanello di allarme. E probabile che serva l'aiuto di qualcuno, magari una consulenza psicoterapica può aiutarla ad orientarsi.

Cordialmente
drGBenedetti

eventi recenti, forse

Innanzitutto La ringrazio per la sua risposta e il tempo che ci ha dedicato.
Aggiungo qualche precisazione, sperando di non essere tediosa.
Ero un pò arrivata anch'io a questa conclusione: 3 anni fa ho comperato quest'appartamento e lo vivo molto come MIO rifugio, quasi inviolabile (non rispondere al campanello e al telefono non mi è difficile), dopo anni di vari traslochi (sono nata all'estero).
Per quanto riguarda i protagonisti del sogno: i miei genitori sono morti da vari decenni e con mia sorella ho lasciato perdere perchè dopo 20 anni non siamo riuscite nè a risolvere nè a passare oltre le nostre dinamiche personali. Entrambe abbiamo fatto dei percorsi introspettivi (io: 5 anni di psicoterapia e lei: corsi olistici),ma, nei momenti critici, le dinamiche riemergono ed io sono stanca di vedere che le diatribe di 30 anni fa non sono state comprese/metabolizzate/superate.
Forse ha ragione: ho trovato il mio rifugio e non ho l'intenzione di abbandonarlo (troppo comodo e io sono pigra), cioè il resto/il fuori non è importante, visto che mi illudo di una pseudo-serenità.
Grazie ancora per la sua attenzione.
Dalita27

Resta che c'è questo sogno

Resta che c'è questo sogno ricorrente che sembra contraddire la sua apparente sicurezza nel suo rifugio.
I genitori sono morti e la sorella è quasi tagliata via, ma restano come personaggi con cui lei ha a che fare. Si è costruita un rifugio, che però forse è popolato dei personaggi del sogno. Il rifugio ha aspetti di clausura. lei stessa parla di illudersi e di pseudo serenità, e il suo tono è drastico, con se stessa e con gli altri. Ho l'impressione che lei abbia cercato di trovare un equilibrio e che lo abbia visto in questo rifugio. Però forse non è sufficiente per gli anni a venire, e richiede probabilmente di essere modificato. Il sogno ricorrente forse ne è un segnale, ma lei cerca di non sentirlo e di non dargli retta. Temo inoltre che le passate difficoltà le abbiano costruito una corazza esterna dura, pesante, che potrebbe essere utile alleggerire, perchè forse gli svantaggi sono ora maggiori dei vantaggi che le procura.
cordialmente,
dr GBenedetti

corazza

Ebbene sì, lo ammetto: sono una super-corazzata. Sono vari decenni che io o altri me lo fanno notare; la cosa buffa è che sin'ora non riesco a vedere i profitti del farne a meno. Come tutti gli esseri umani, ho avuto le mie martellate, ma, se paragonate a quelle serie e vere (ho visitato paesi considerati del terzo mondo), mi sembrano inezie.
Vede, oggi va di moda il detto: è fatto/a così, cosa ci vuoi fare? Io invece credo che, dopo aver preso coscienza dei propri "difetti", si ha il dovere (parola forte, ma necessaria) di cercare di modificarsi. Io voglio avanzare nel mio cammino. Ho visto la morte di mia madre e la sua ASSOLUTA solitudine, nonostante le presenza di noi: io ero lì, colla mano nella sua. Mio padre è morto cadendo da un'impalcatura in un cantiere.
Credo che la vita voglia andare avanti a tutti i costi e che stia a noi decidere in che modo: modificarsi o subire per vivere meglio.
La cosa buffa è che stanotte ho fatto questo sogno: gita scolastica, mi fermo a un banchetto di libri dove trovo la mia psicologa che mi porta ad un raduno di impronta meditativo tibetano. Io la seguo e non mi preoccupo dei miei compagni.
Mi scusi per questo discorso (parola grossa) sconnesso: cerco di non mettere troppa carne al fuoco.
Grazie per la sua lettura: mi aiuta a fare il punto della situazione.

Beh, senza corazza si è più

Beh, senza corazza si è più leggeri nel muoversi, si fa meno fatica e se si urta qualcuno si fanno meno danni...
Questo sogno è sicuramente più 'leggero' dell'altro. Si ritrova un clima leggero, d'altri tempi, di gita scolastica, anche l'incontro con la sua psicologa e il raduno tibetano sembrano dello stesso registro. Potrebbe essere l'alternativa alla clausura e alla solitudine, pur sempre situazioni protette, ma meno bloccate, che hanno possibilità di evoluzione, di far riprendere l'evoluzione forse bloccata dalla corazza troppo pesante.

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