I conflitti d’interesse

Tratto dalla rassegna stampa di giulemanidaibambini
Campagna sociale nazionale
contro gli abusi nella prescrizione
di psicofarmaci a bambini ed adolescenti

Esperti o piazzisti mascherati?
I conflitti d’interesse non dichiarati tra psichiatri e case farmaceutiche
Fonte: RSI News

La prima vicenda riguarda Joseph Biederman, docente alla Harvard Medical School e
direttore di un centro di ricerca di psicofarmacologia pediatrica al Massachusetts
General Hospital.
Lo scorso giugno, un’indagine del Congresso americano aveva scoperto che
Biederman aveva nascosto guadagni per almeno 1,6 milioni di dollari, provenienti da
case farmaceutiche negli ultimi 7 anni, violando le regole dell’Università sui conflitti
d’interesse. Biederman replicò che il suo interesse era “unicamente nel progresso dei
trattamenti medici, attraverso studi rigorosi e obiettivi”.
Ora, però, alcune email e documenti interni a Johnson & Johnson, diventati pubblici
durante una causa giudiziaria, rivelano che Biederman spinse la casa farmaceutica a
finanziare con almeno un milione di dollari un centro di ricerca del Massachusetts
General Hospital, a Boston, con l’obiettivo di “portare avanti gli interessi commerciali
di Johnson & Johnson”. In particolare, si trattava di produrre e diffondere dati che
supportassero l’utilizzo dell’antipsicotico Risperdal nei minori. Nell’ambito di questo
rapporto, la casa farmaceutica inviò a Biederman la bozza del riassunto di uno studio,
affinché lo psichiatra lo firmasse come suo, dove si nascondeva il fatto che, nel corso
di una sperimentazione, si era registrato un notevole miglioramento non solo dei
bambini che assumevano il Risperdal, ma anche di quelli ai quali veniva somministrato
il placebo. Come ricorda il New York Times, che ha svelato la vicenda insieme al Wall
Street Journal, i lavori di Biederman, tra il 1994 e il 2003, hanno contribuito al forte
incremento delle diagnosi di disordine bipolare a livello pediatrico e al rapido aumento
dell’utilizzo sui bambini di antipsicotici potenti, rischiosi e costosi.

L’altro caso di conflitto d’interessi, scoperto recentemente dal senatore repubblicano
Charles Grassley, riguarda un altro influente psichiatra, Frederick Goodwin, professore
aggiunto al George Washington University Medical Center ed ex-direttore del National
Institute of Mental Health. Goodwin ha ricevuto compensi da diverse case
farmaceutiche, per consulenze e interventi in meeting medici. In particolare, Goodwin
ha ricevuto, tra il 2000 e il 2007, oltre 1,2 milioni di dollari da GlaxoSmithKline, per
decine di interventi sul disordine bipolare e la depressione, nonché su vari farmaci,
come il Wellbutrin, l’Eskalith e il Lamictal.
Goodwin ha condotto, dal 1998, una trasmissione settimanale su temi psichiatrici,
“The Infinite Mind”, sul network di oltre 300 radio pubbliche NPR, ma non ha mai
dichiarato i propri legami finanziari con le case farmaceutiche. Il 26 marzo scorso,
dedicò una puntata agli antidepressivi, invitando tre ospiti, che si trovarono d’accordo
nel ridimensionare il legame tra questi farmaci e il rischio di suicidio. Tutti e tre gli
esperti avevano forti legami finanziari con le industrie farmaceutiche, che anche in
quel caso non furono dichiarati. Goodwin introdusse la puntata, dicendo: “Come
sentirete oggi, non c’è alcuna credibile evidenza scientifica che colleghi gli
antidepressivi alla violenza o al suicidio”.
Quella stessa settimana, Goodwin guadagnò 20.000 dollari, per otto interventi in
meeting organizzati da Glaxo, che tre settimane prima era stata censurata
dall’autorità di controllo britannica perché per anni ha nascosto gli studi che
indicavano come il suo antidepressivo Paxil aumenta il rischio di suicidio negli
adolescenti.

Dopo la denuncia di Grassley, NPR, che non produceva in proprio “The Infinite Mind”,
l’ha rimosso dal proprio canale satellitare, perché violava il codice di condotta
dell’emittente. La compagnia produttrice del programma, Lichtenstein Creative Media,
ha licenziato Goodwin, per violazione del contratto.

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