paura della morte

Ricevo: Buongiorno,
sono la mamma di un bambino di 9 anni che negli ultimi tempi la notte dorme male, si agita, parla, si mette seduto sul letto guardandosi intorno spaesato. La mattina lui non ricorda nulla di tutto ciò e quando glielo racconto ride divertito.
Ho provato a parlargli per capire se c'è qualcosa che lo preoccupa ed è emersa la paura della morte. In lacrime mi ha confidato che spesso prima di addormentarsi la sera pensa a se stesso bambino e alla sua morte quando sarà grande, poi il pensiero si sposta sulla morte di noi genitori e mi dice: " non voglio che morite, non voglio separarmi da voi, vi voglio sempre con me perché vi amo".
Mi ha anche detto che spesso prima di addormentarsi pensa al nonno che è venuto a mancare due anni fa (con il quale aveva un rapporto bellissimo) e vorrebbe morire per raggiungerlo però pensa anche che lui è un bambino e vuole stare con noi genitori e fare le cose che fanno tutti i bambini.
Quando mi ha esternato le sue paure sulla morte ho pensato: " si rende conto che il nonno non tornerà più e che la morte gli porta via per sempre le persone care. Di conseguenza se lui dovesse morire non tornerebbe più dai suoi cari".
Credetemi abbiamo provato a tranquillizzarlo in tutti i modi, ma onestamente è difficile trovare il modo e le parole giuste per affrontare questo argomento, abbiamo sempre paura di sottovalutare o sopravvalutare la cosa e peggiorare la situazione.
Abbiamo intenzione di parlarne anche con il pediatre per farci consigliare, comunque aspetto un Vs. cortese riscontro.
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Il tema ovviamente è ampio e

Il tema ovviamente è ampio e difficile, con risvolti filosofici e religiosi più che psicopatologici.
Ma nel caso dei bambini e in quello di questo bimbo, mi sembra un po' chiarito dalle sue stessa parole. "non voglio che morite, non voglio separarmi da voi, vi voglio sempre con me...". La morte del nonno sembra aver scatenato la situazione, come conseguenza del lutto e anche qui è un tema di perdita, non sopportabile quasi, che gli viene in mente di risolvere col "vorrebbe morire per raggiungerlo"... Non è ben chiaro cosa significa "spesso prima di addormentarsi la sera pensa a se stesso bambino e alla sua morte quando sarà grande..." Ma qui risolve positivamente dicendo "lui è un bambino e vuole stare con noi genitori e fare le cose che fanno tutti i bambini".
Purtroppo però ci sono anche bambini che muoiono e assistono alla morte di altri bambini, ad esempio in certi reparti ospedalieri di malattie tumorali: in questo caso però l'esperienza è diversa. Nel caso di bambini meno sfortunati credo che il pensiero della morte, che interviene verso questa età, spesso per l'esperienza della morte di persone vicine, in realtà abbia il significato della paura della perdita e di rimanere solo o abbandonato, più o meno complicato dalle dinamiche emotive ed affettive che possono essere in gioco. Ma è in effetti il tema del lutto, che se sopportato e se la perdita non è catastrofica, ha in realtà il valore di un passo avanti della personalità.
Due anni dalla morte del nonno sono forse un po' tanti per avere ancora pensieri da lutto, ma forse qualche cosa ha scatenato una ripresa di queste tematiche.
Se la situazione evolve positivamente in un tempo non troppo lungo, se voi 'resistete' positivamente e se non intervengono altri 'sintomi', non dovrebbe essere necessario alcun intervento specifico.
Cordialmente
dr GBenedetti

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