Credo che si avverta qui la deformazione e la disinformazione che ha creato la psichiatria attuale, e parte della psicologia (che fra l'altro sembra stiano facendo un po' marcia indietro, come mostreremo in altra sede). Con l'aiuto di un'informazione succube degli interessi in gioco, giornali, televisioni, e grazie alla propaganda riuscita sui medici, che ripetono a pappagallo quanto gli informatori frmaceutici li hanno passato per alcuni decenni, e le persone comuni hanno 'imparato' la terminologia imposta dalla nuova/vecchia psichiatria, e quasi a fare i bravi 'pazienti'. Questo ragazzo di 24 anni dice di "avere la consapevolezza di soffrire d'ansia". E' un'espressione che non ha senso. Come dire "soffro di dolore". Il dolore è il segnale di una malattia, di una alterazione fisica. Allo stesso modo l'ansia è il dolore psichico, sintomo e segno di difficoltà e problemi da mettere a fuoco ed affrontare, ma è passata invece l'idea che sia una malattia, e che sia l'ansia a causare altri disturbi. Stessa cosa per la depressione. Invece che un 'abbassamento dell'umore' dovuto a fattori diversi, e a meccanismi diversi, è diventata una 'malattia'. Per cui le persone sono per così dire ulteriormente espropriate di sè stesse: sono solo portatori (più o meno sani) di cervelli che devono essere curati ...
La psichiatria 'moderna' è riuscita a far pasasare questa deformazione e disinformazione, ma, come sta dicendo qualcuno, si comincia a cambiare, a "tornare al passato".

Se potessi, direi al ragazzo che scrive, di descrivere la sua situazione, per cercare i possibili fattori che hanno disturbato e stannodisturbando la sua evoluzione e la sua vita, e che l'ansia segnala, quasi un fischio della pentola a pressione che indica una situazione da cambiare.