stanca

Inviato da viola il Mar, 10/04/2012 - 16:46

Buongiorno,
ho una domanda da porre e lo faccio qui perché so che altrove potrei essere mal interpretata, oltre che per vergogna…
Vorrei sapere se è “normale” ( inteso come non preoccupante) provare momenti di profondo sconforto, una sorta di stanchezza per la vita che si percepisce come troppo pesante, faticosa, fino ad arrivare a pensare che la sua eventuale fine sarebbe quasi una liberazione..
Si tratta di momenti (ore) dove avverto una profonda tristezza, un peso nello stomaco e piango, sapendo che non c’è alcuna soluzione e che posso solo sopportare aspettando di sentirmi un po’ meglio.
Forse è meglio che chiarisca due punti:
- a volte arrivo a pensare che sarebbe una liberazione non essere più viva ma non commetterei mai atti autolesionistici o altro, mi capita però di pensare che se non ci fosse la mia famiglia che ne morirebbe di dolore, non mi importerebbe poi molto che la mia vita finisse;
- non ho alcun vero motivo per sentirmi così, sono una persona fortunata.

Premetto che sono una persona a cui piace ridere, scherzare e giocare, sogno molto di viaggiare, fantastico sulla famiglia che vorrei.. Tutte cose che non mi danno alcun sollievo in quei momenti dove vedo solo tutto nero.
Ora mentre scrivo sono tranquilla, quindi cerco di descrivere lo stato d’animo in cui mi trovo in quei momenti.. quello che percepisco in quei momenti è un’estrema fatica, un senso di totale sconforto, mi sento una fallita, incapace, sola ..
Sono una persona abituata a fare molta introspezione senza concedermi grandi sconti (sono piuttosto severa con me stessa) e in quei momenti non mi aiuta molto perché la mia visione della cose è come distorta da un velo di pessimismo cosmico..
Da tranquilla ne ho pensate tante, ma non so che risposta darmi, ho provato a ricercare le cause al di fuori di me (ho pensato a eventuali sbalzi ormonali) per poi ritornare a me e pormi la domanda: sono una depressa? Sono malata?
Vorrei tanto essere più equilibrata e non sprofondare così..

grazie

Gentile Viola. Lei descrive

Gentile Viola.
Lei descrive uno stato d'animo che sembra quasi sentire come se fosse 'estraneo' a Lei, che si vede invece come una persona fortunata, attiva, socievole, piena di speranze, e invece in quei momenti sente "un’estrema fatica, un senso di totale sconforto, mi sento una fallita, incapace, sola ....".
Sembrano quasi due mondi opposti, incomunicanti...
In mezzo forse c'è ciò che lei descrive come: " una persona abituata a fare molta introspezione senza concedermi grandi sconti (sono piuttosto severa con me stessa) e in quei momenti non mi aiuta molto perché la mia visione della cose è come distorta da un velo di pessimismo cosmico..."

Lei domanda se è "normale" o preoccupante una simile situazione...
Difficile rispondere a questa domanda, ma mi verrebbe invece da proporle di esplorare un po' di più la situazione cui ha accennato soltanto, quasi come una sintesi molto ristretta, astratta. Oltretutto stati d'animo, sentimenti, pensieri, non hanno lo stesso valore sempre e comunque e in ogni situazione. Anche l'età e la fase di vita che si sta attraversando può differenziarne il significato .
Se vuole si può provare a fare questa 'esplorazione orientativa', come mi è venuto di chiamarla, per vedere se le cose possono diventare più comprensibili.
Cordialmente
drGBenedetti

ci provo

Grazie innanzitutto per avermi risposto,
e grazie per avermi spostato nel settore adulti..in effetti mi sentivo un po’ di troppo dov’ero ;)
(.. devo ancora familiarizzare un po’ con questo sito..)
Non so come si faccia l'esplorazione orientativa, ci provo poi lei se può mi dica dove guardare..
Mi ritengo una persona fortunata perché ho un lavoro,sono sana, carina, i miei genitori stanno bene e ho molti amici.
Sul lavoro ho ricevuto diverse conferme e a pensarci trovo il tutto decisamente beffardo poiché non mi è mai importato molto della carriera.. Probabilmente per orgoglio e testardaggine quando faccio una cosa devo farla bene ma questo non significa che io provi poi soddisfazione per il lavoro svolto..né tantomeno che mi piaccia farlo. Faccio il “mio dovere”.
La mia vita è un preparami a quello che desidero e che è un amore e dei bambini.
Sono andata ad abitare da sola abbastanza presto perché la vita con i miei mi stava un po’ stretta e perché avevo molta voglia di sperimentarmi da sola, di mettermi alla prova; per la stessa ragione ho lasciato il mio primo ragazzo (unica relazione stabile, per quanto ricordi, che sono riuscita ad avere..).
Ho poi accettato un lavoro sicuro che mi permetteva in un futuro di avere del tempo per la famiglia. Per anni ho aspettato ad arredare tutta casa con l’idea di farlo un giorno con il mio compagno.
Ora ho 34 anni e nella mia vita privata sono riuscita a costruire ben poco.
Per tutto quello che potevo fare da sola, ho fatto, per la vita sentimentale bisogna essere in due e non si può obbligare chi non si sente pronto..(anche se mi sarebbe piaciuto molto poterlo fare..).
Non arrivo comunque a pensare di legarmi a qualcuno di cui non sono innamorata, non ci riuscirei mai. Ma poi da qui partono altre domande, del tipo perché il mio cuore e la mia testa vanno sempre in direzioni così opposte??
Nel post precedente ho descritto uno stato d’animo che non sento assolutamente estraneo bensì molto familiare, penso di essere sempre stata così, con questi momenti bui e melanconici fin da piccola. Ora la malinconia penso faccia parte un po’ del mio modo di essere.. ma per quanto riguarda i momenti bui ho il terrore di pensare che sarà sempre così, che non troverò mai pace.. serenità..
Alcuni sono conseguenti a un senso forte di frustrazione e rabbia magari per discussioni con i miei genitori (che mi danno un po’ sempre per “spacciata” e mi dicono che con il mio carattere non troverò mai nessuno che possa sopportarmi) o con il mio ex fidanzato..
So perché reagisco così alle parole dei miei genitori, perché toccano un tasto dolente, perché un po’ anche se non voglio ci credo..
Il senso di frustrazione lo provo spesso, la sensazione di non fare per il volere o il non volere di altri e reagisco con rabbia, ribellione e subito dopo con un senso totale di svuotamento, tristezza, desolazione..
Quella rabbia e quel senso di frustrazione me lo ricordo bene anche da ragazzina nei confronti di mio padre presenza piuttosto severa e “schiacciante” ( so che il termine non è così corretto ma non me ne vengono altri al momento)
Mi viene in mente un’altra domanda a questo proposito.. ipotizziamo che una persona comprenda (magari con l’aiuto di un esperto) che determinate sue reazioni sono dettate da un vissuto passato, ne diventi quindi consapevole, cosa cambia? Dovrebbe smetterla di provare quel tipo di emozione? Avrebbe in questo modo la possibilità di rispondere in maniera “più adattiva” ?
Quelle che ho descritto sopra sono più o meno il mio modo di reagire alle cose, non che la cosa mi renda molto felice..
A volte penso che sono una bambina che scalcia e fa i capricci e che dovrei solo crescere!

grazie

'Esplorazione orientativa' è

'Esplorazione orientativa' è solo un'espressione per indicare un metodo in cui si 'esplora' la situazione nell'intento di 'orientarsi' meglio. Come in un posto non ben conosciuto, perchè magari, nonostante ci si abiti da tempo, non si è mai usciti dalle strade più abituali.

"Faccio il “mio dovere”.
La mia vita è un preparami a quello che desidero e che è un amore e dei bambini."

Sembra come una 'mission' che Lei si è sentita affidata e cui ha dedicato le sue forze, trascurando di occuparsi di esperienze che Lei sentiva fuori dalla sua missione. Chissà se il suo senso di malinconia e i momenti brutti vengono proprio da questo, dal senso che il compito principale cui Lei si è votata Le abbia impedito e le impedisca di sperimentare la vita in modo più ampio e libero. Paradossalmente, è come se fosse una vocazione religiosa che invece che vedere il convento - magari di clausura - vede "la famiglia e i figli", come obiettivo predestinato, ma in modo appunto quasi 'fanatico' (mi scusi il termine) e 'fondamentalista', che esclude tutti i possibili altri aspetti della vita.
Può darsi che ora senta dei dubbi, o che li abbia sentiti anche prima, ma che non osi neanche pensare di lasciare la sua 'missione', come se fosse un tradimento. Il rischio è che si senta imprigionata con le sue stesse mani e senza vie d'uscita.
Ma, se si 'esplora' bene, la via di uscita si può ritrovare, magari ripercorrendo quella attraverso cui è entrata, e magari con una guida esperta di questi 'ritrovamenti'.
Cordialmente
drGBenedetti

Sicuramente ha ragione, la

Sicuramente ha ragione, la mission so chi me l’ha affidata … con il tempo l’ho fatta mia, nel senso che è diventato un mio desiderio che si fa sempre più prepotente con il tempo che passa.. (visto che non sono più una ragazzina).
Non so perché ma ora piango.. a rendermi triste sono le sue parole poiché le trovo assolutamente giuste e anche perché sono assolutamente consapevole che c’è la possibilità che io debba comunque rinunciare al mio desiderio, non per mia volontà, ma semplicemente perché non scritto nel mio destino..
Io ogni caso avrò sprecato la mia vita inseguendo un sogno, indifferente a tutti gli altri piccoli grandi traguardi raggiunti, senza mai realizzarlo (e quindi chissà, senza mai scoprire che neanche la sua realizzazione avrebbe portato alla felicità..)…in ogni caso non capendo il senso di tutta questa messinscena chiamata vita che è solo un tener duro e un gran fatica..

Boh.. non so che fare ora..
..qual è il passo successivo?
Le posso continuare a scrivere se mi va?
Posso farlo qui o devo farlo altrove?

Grazie

Non c'è problema a farlo

Non c'è problema a farlo qui.
Le alternative eventuali le trova a questa pagina: http://npionline.altervista.org/drupal/?q=node/15

Mi spiace averla fatta piangere: spero che sia un pianto liberatorio. Credo che a volte sia un bene rinunciare ai sogni, forse si vede meglio quello che c'è nella realtà, cui prima magari non si faceva caso perchè presi dal sogno...

Cordialmente

drGBenedetti

grazie

E' passato qualche giorno dalla sua risposta (che ho letto immediatamente e avidamente), ho pensato molto alle sue parole e mi sono collegata ora perchè desideravo ringraziarla di cuore per l'attenzione che mi ha dedicato.
Forse le scriverò ancora(presto o tardi),sicuramente continerò a segirla leggendo i suoi consulti (qui e altrove) che hanno spesso la capacità di "alleggerirmi" e mi calmano quando mi sto aggrovigliando con i miei pensieri.
lei è una persona molto Gentile.

Aggiungo solo.. se le venisse

Aggiungo solo..
se le venisse in mente qualche lettura da consigliarmi ne sarei felice.
Ma non la veda come una richiesta, penso che lei mi abbia già dedicato molto del suo tempo.

E' un tempo a disposizione di

E' un tempo a disposizione di chi lo chiede. Sembra che Lei si trattenga dal chiedere e dal prendere quello che ha a disposizione. La paura di 'disturbare' a volte è un'inibizione molto forte, che può bloccare. Quasi una difesa preventiva da un rifiuto... Ma uno finisce per darsi da sè molti più rifiuti di quanti ne avrebbe in realtà, magari....
Le direi di lasciare che sia io a 'difendere' il mio tempo, eventualmente, e non si prenda Lei un compito che non le tocca... Meglio ricevere rifiuti, a mio parere, che rinunciare: almeno uno ha tentato...
Letture?: in questo momento mi sta divertendo a momenti l'Elogio della Follia' di Erasmo da Rotterdam. E' del 1500, ma sembra di leggere uno spaccato della vita e della società attuale.
Restando a disposizione

drGBenedetti

"Paura di disturbare"..è un

"Paura di disturbare"..è un timore che ho spesso. "paura del rifiuto" non so. In che modo potrei sentirmi rifiutata da lei? Potrebbe usare parole severe ma questo in genere non mi frena (conosco bene i miei limiti). potrebbe decidere di chiudere il dialogo..La paura di non disturbare c'è l'ho ma non sono sicura che sia per il timore di ricevere un rifiuto.
E'comunque vero che nella vita per la paura di disturbare spesso mi capita di non chiedere o di provare imbrarazzo nel farlo.
In genere preferisco osservare che essere "protagonista", mi piace rimanere dietro le quinte.. Anche in questo contesto ho osservato poi, una volta constatato che mi ispirava fiducia mi sono "esposta" scrivendo il primo post (eh sì..sono un pochetto diffidente..)
E ora mi stavo "defilando" perchè, in questo contesto, penso di non essere "un caso" interessante nè per lei nè per coloro che navigano questo sito in cerca di risposte..Sono una persona comune con problemi banali (non che la cosa mi dispiaccia, sia chiaro).
Forse è l'educazione ricevuta..non disturbare, non essere invadente..preoccuparsi dell'altro..Per preoccuparsi dell'altro, mi metto nei panni dell'altro, cercando di sentire e pensare come l'altro ... fino ad arrivare evidentemente a sostituirmi all'altro e quindi ad anticiparlo. Mi ci riconosco in questo giochetto, solo che non sempre me ne accorgo in tempo..
Ora, visto che quella che mi sta dando mi sembra un'occasione, non voglio farmela scappare.
Sono curiosa e interessata ai suoi "riamndi" ma è che non so cosa dire, cosa raccontare, qui le persone espongono problemi e i miei non sono niente di speciale.
Non sono pratica di questo tipo di conversazioni, mi verrebbe più semplice se fosse un vero dialogo, fatto di domande e risposte..
Senza "imbeccate" mi viene da farle conoscere pezzi di me, come pezzi di un puzzle..e chiederle: lei cosa ci vede?
certo mancherà qualche ancora qualche pezzo,ma dovrei riuscire ad intravedere qualcosa, e invece niente, è come se fossi miope, non capisco chi sono, come sono e cosa voglio.. lei mi può passare i suoi occhiali? o almeno dirmi dove trovare i miei?.. sono un po' disordinata...
Il libro che mi ha consigliato ce l'ho tra i miei..quando avrò finito quello che sto leggendo magari lo leggo.

A margine

È permesso…?
Non voglio certamente sostituirmi al dr. Benedetti e al “gioco a due” che si crea solitamente nei consulti.
Se me ne é data la possibilità, se non disturbo, mi inserisco nella conversazione.
Quante porte chiudiamo senza nemmeno bussare…penso che in fondo ci si possa riconoscere un po’ tutti in questo modo di vedere le cose.
Ho deciso di sbirciare, di intrufolarmi...finché la porta resta aperta si può entrare!
O almeno bussare.
Questo sito é una stazione ferroviaria…chi é di corsa, chi chiede un’informazione e poi continua la sua vita, senza tornare più…poi ci sono i pendolari, che passano ogni giorno…e aspettano il treno…osservano quello che succede, scrutano, giudicano…
Le persone hanno poche occasioni di parlare, di raccontarsi.
Nella nostra quotidianità spesso i discorsi sono qualcosa di “guidato”, degli artefatti della comunicazione, dei binari dove ci é data la possibilità di muoverci, avanti e indietro. Ma sono sempre dei binari.
Non é semplice “lasciarsi andare” e parlare liberamente di sé stessi, anche perché siamo impostati diversamente: facciamo vedere agli altri quello che preferiamo e non desideriamo essere sotto una lente di ingrandimento.
Anche perché le verità “vanno dette piano” oppure é meglio direttamente non dirle.
In fondo per stare bene non é importante che si dicano delle verità, ma ciò che vogliamo sentire.
Anche per questo é più semplice rispondere a delle domande, a dei test di valutazione, anche in ambito psicologico: la “maschera della finzione” é sempre quella, poi, stanza dopo stanza, se troviamo la chiave e riusciamo a passare oltre, possiamo inquadrare meglio le cose…
Se le lenti dei nostri occhiali non sono corrette possiamo vedere male la realtà delle cose,
però dipende anche da che occhiali portiamo, se ci fanno vedere tutto bianco o tutto nero.
E comunque, se vogliamo possiamo anche cambiarli questi occhiali.
Trovare la chiave giusta, a volte, é più difficile…

Dimenticavo

Mi scusi dr. Benedetti ma scrivendo "di getto" e in notturna mi sono scordato di salutarla!
La spero bene e Le auguro una proficua settimana.
A presto
Guido

Ringrazio dei saluti e

Ringrazio dei saluti e ricambio. Non so come l'interessata prenda un intervento che è garbato e gentile ma puo' pur sempre essere vissuto come un'intrusione nel 'gioco a due' dei consulti, come dice, e complicare le cose. Forse meglio, e inviterei a fare così le prossime volte, esprimere i pensieri che vengono stimolati dal consulto aprendo un altra discussione in un forum come ad esempio questo: http://neuropsic.altervista.org/drupal/?q=forum/7.

Buongiorno Guido, prego è

Buongiorno Guido, prego è aperto..
Poi siamo su Internet, più aperto di così.. ;)
Lei Guido è un pendolare? Se è così, sono felice di essere il suo treno!
Non penso di aver afferrato tutto quello che intende comunicare con il suo post, sempre che intendesse comunicare qualcosa a me .. forse intendeva solo dar voce a sue riflessioni, non so.
Comunque non mi infastidisce avere “ospiti”, anzi.
Magari con il tempo (se lo vorrà) imparerò meglio la sua lingua e mi sarà più facile comprenderla e allora il dialogo non sarà solo fine a sé stesso ma diverrà più costruttivo.
Comprendere,non necessariamente significa condividere, ma è pur sempre interessante, anzi direi che lo è ancora di più, il fatto di relazionarsi con persone che hanno punti di vista differenti.
“Le persone hanno poche occasioni di parlare, di raccontarsi” non sono così d’accordo con questa affermazione, direi che al contrario le persone oggi non facciano altro che parlare di loro stesse e di raccontarsi (..). Non so nulla di lei e della sua vita tranne che è un uomo (o che si è registrato a questo sito come tale) e allora mi permetto di ipotizzare (ma è solo un’ipotesi) che la difficoltà che sente sia dovuta ad un fattore di genere.. le donne più degli uomini sono abituate a parlare di cosa sentono e provano e alcune di esse hanno amiche con le quali passano intere serate a parlarne, la paura del giudizio viene meno quando ci si conosce da tempo e si ha la fortuna, come nel mio caso, di avere amiche molto diverse fra loro per pensiero e stile di vita.
Personalmente mi sono rivolta a questo sito, non per raccontare di me ma per farlo con un dottore, l’obiettivo nel mio caso direi quindi è proprio quello di essere messa sotto una lente di ingrandimento e di essere “giudicata”

Buona giornata

Genere

Gentile Viola,
Purtroppo mi deve credere sulla parola…sono maschio! E sono studente.
Buona notte
Guido

Beh, il suo tema iniziale non

Beh, il suo tema iniziale non era così 'leggero': " sono una depressa? Sono malata?" e ancora "... un’estrema fatica, un senso di totale sconforto, mi sento una fallita, incapace, sola .."

Il suo "penso di non essere "un caso" interessante..." mi sembra riproponga come un leit-motiv il tema di rinunciare a farsi avanti, quasi di rinunciare alla vita...,
Un tempo forse era una scelta quasi di 'clausura', di 'rinuncia al mondo', con qualche motivazione più o meno condivisibile. Ma nel suo caso?
C'è però uno spunto che suggerisce un motivo del suo trattenersi: " ho letto immedi atamente e avidamente...". Qui sembra di vedere una spinta opposta, quasi famelica, a impadronirsi dell'oggetto come un cibo di cui deve impossessarsi difendendolo da altri. E forse ha un po' paura, o si vergogna, di una simile 'fame'... e ricorre alla classica difesa di 'fare il contrario', rinunciare, declinare l'offerta, nascondere la fame...
Probabilmente esiste una 'terza via'....

Non penso di aver capito il

Non penso di aver capito il suo post..

Ho fame di sapere, di capire meglio me stessa, di conoscere il suo pensiero, non me ne vergogno né sento di doverlo difendere (in questo contesto non percepisco gli altri come minaccia e so che nel caso saprei eventualmente difendermi).

Mi capita spesso di lasciarmi andare, sprofondare e poi dare il “colpo di coda” e reagire. Mi manca l’equilibrio. La mia domanda iniziale era sincera, volevo sapere se è una cosa comune o se era “preoccupante”. So bene che a tutti capita di essere giù in momenti difficili, ma a me capita a volte senza aver momenti realmente difficili, mi capita di scoraggiarmi e di avere quei pensieri che quando sono più lucida giudico esagerati. Volevo sapere se anche altri quando sono giù, sprofondano come me, o se la mia reazione non è da “persona sana”.

Quando dico che non so chi sono, non lo dico tanto per dire ma perché davvero non lo so. Mi confondo. Sono quella che sprofonda nel buio o quella che a fame di vita?

Se mi guardo vedo una persona e poi il suo esatto opposto. Mi sento combattuta, come se fossi scissa in due persone con carattere totalmente opposto e sempre in forte contrapposizione.

Esiste la via di mezzo (la terza via?) e penso sia quel famoso equilibrio che mi manca.

Ripenso alla questione del "chiedere"e provo a calarla nella mia vita di tutti i giorni.. a me non sembra in generale di aver paura di chiedere, a volte è vero sono rinunciataria, ed è perchè non mi va di "rompere le scatole"e tento di arrangiarmi da sola (es.chiedere a qualcuno di venirmi a prendere alla stazione dopo un viaggio).. e sì probabilmente è anche perchè perchè mi vergogno un po'. Ma non ho capito cosa significhi tutto questo, più che a spaventarmi un possibile rifiuto è il pensiero di mettere gli altri "in imbarazzo" per dovermelo dare (è vero, continuo a fare la mia e la parte dell'altro..) E' che mi pesa far sentire gli altri "in difficoltà".
Nella mie relazioni amorose invece, per le cose che ritengo importanti, non ho timore di chiedere e non rinuncio a chiedere anche se so di ottenere dei rifiuti (mi incaponisco proprio), quando sono esasperata spesso sbotto e tronco la relazione, poi dalla rabbia e dalla frustrazione passo allo sconforto (fase dove sono assolutamente convinta della scelta fatta) poi recupero le forze. Di solito passa un po' di tempo, dove "resisto" ai tentativi del mio fidanzato di "riprendermi" ma poi cedo, sulla ragione prende il sopravvendo il cuore e ci ricasco..e tutto si ripete sempre uguale a se stesso.
Per far funzionare la cosa dovrei smetterla di chiedere e accontentarmi, ci provo o/e metto in discussione i miei "bisogni" (mi chiedo: ma poi ne ho realmente bisogno?) ma funziona per poco tempo..
(Questo gioco va avanti, con la stessa persona, da quasi 5 anni).

Forse sono andata "fuori tema"..ho aggiunto un pezzo del puzzle (quello che è causa primaria di confusione)

grazie

Dalla 'nebbia' ora sembra

Dalla 'nebbia' ora sembra emergere una configurazione.

"...quando sono esasperata spesso sbotto e tronco la relazione, poi dalla rabbia e dalla frustrazione passo allo sconforto ... Di solito passa un po' di tempo, dove "resisto" ai tentativi del mio fidanzato di "riprendermi" ma poi cedo, sulla ragione prende il sopravvendo il cuore e ci ricasco..e tutto si ripete sempre uguale a se stesso.
(Questo gioco va avanti, con la stessa persona, da quasi 5 anni)."

Sembra di intravedere qualcosa, come in un sogno, due figure coinvolte in uno strano 'gioco', ...lei e il fidanzato, ma anche le due persone in cui si sente scissa? non si vede ancora il contesto...

Il contesto? Non so bene cosa

Il contesto? Non so bene cosa intende..
Il contesto nel quale sono inserita è fatto di lavoro, famiglia e amici..amici di lunga data, alcuni single e altri (la maggior parte) in coppia. Sono coppie che fanno piccoli e grandi progetti di condivisione.
Progetti che nascono spontaneamente anche a me con la persona che frequento, ma che non si realizzano mai (neanche i più piccoli e normali per qualsiasi coppia!).
Nel tempo trascorso insieme mi sento bene, sono realmente felice e mi viene voglia di viverci, di fare mille cose insieme ma è sempre uno “sbattere contro un muro”, un dover lasciar perdere e un dover fare i conti con la delusione e la frustrazione.
Non era partita così all’inizio.. ma praticamente da subito lui ha avuto dei problemi personali di cui occuparsi, io ho tentato di aiutare (in tutti i modi in cui ero capace) ma non ero “utile”e a volte peggioravo solo la situazione.
In tutto questo tempo tanta frustrazione alternata a sensi di colpa. Il tempo è passato, ma non è cambiato molto, i “paletti” messi allora non li ha poi tolti..e la mia “mano tesa”ancora oggi non viene mai afferrata.
Anche la mia vita privata è scissa come me.. da una parte c’è la storia travagliata con questa persona e dall’altra c’è il mio trascorrere il tempo e fare cose da sola o con i miei amici.
Quando si interrompeva la prima mi è capitato di provare a frequentare altre persone, ma nessuna mi faceva sentire felice., il pensiero era sempre lì.. e ho chiuso praticamente subito (con senso di colpa verso di lui o più probabilmente verso il mio/nostro sogno).
Spesso desidero liberarmi la testa e il cuore per poter essere serena e eventualmente libera di conoscere qualcuno che mi voglia davvero nella sua vita e che magari abbia voglia\modo di “prendersi cura di me”(con tutte le paure annesse di non trovarlo mai..e soprattutto di non innamorarmici) e altrettanto spesso vorrei che fosse lui quella persona (con i dubbi che sia davvero la persona “giusta” per me).

Sembra quindi mettere a fuoco

Sembra quindi mettere a fuoco un problema di coppia, in cui però Lei indica come base di questo problema dei problemi individuali del partner che si riflettono sulla vita di coppia. Non è chiaro quanto si sia creata una situazione diciamo di 'incarceramento' in cui lei si trova dentro (cioè la "coppia" è diventata come una situazione sequestrata, bloccata, che non va nè avanti nè indietro) e quanto lei colluda con questa situazione, per 'risonanza' con dinamiche sue personali che la bloccano...
Ovviamente bisognerebbe riuscire a smuovere la situazione, per evitere un incarceramento-sequestro prolungato che può disturbare l'evoluzione di entrambi i partner...

Lui ritiene che quelli siano

Lui ritiene che quelli siano problemi suoi che si deve risolvere da solo. Mi dice che non devo “aspettarlo” ma di fatto non mi “lascia neanche andare”. Ho provato in tutti i modi a smuovere la situazione, la mia, la sua e la nostra.
Se provo a chiedere qualcosa di più di una semplice frequentazione mi trovo di fronte un muro e ormai non più paziente mi innervosisco e si discute..a questo punto la discussione diventa per lui causa prima di dubbio su di noi come coppia e quindi motivo per rimanere “immobile”. Se lascio perdere ogni richiesta di evoluzione io mi carico di frustrazione, lui è sereno ma non si smuove comunque. Ogni piccolo, minuscolo passo avanti è avvenuto con estrema lentezza e fatica.
Sono motivata a uscire da questa “gioco” perché razionalmente penso che non cambierà e perché più volte mi ha portato all’”esaurimento” e alla “depressione”, ho pensato che arrivata ad un certo punto, toccato il fondo, mi sarei stancata e mi sarei disinnamorata ma non è successo. Mi sento una stupida e mi odio per non riuscire ad uscirne. Sono riuscita a volte a staccarmi ma solo fisicamente ( non del tutto, situazioni contingenti non me lo permettono).
Razionalmente ho anche tanti dubbi sul fatto che una persona così vada bene per me e che insieme potremmo eventualmente affrontare problemi che capita di dover affrontare nella vita.
Penso che una persona dovrebbe rendere la vita dell’altro più facile invece che renderla più difficile ed è evidente che questo non accade per nessuno dei due.
Ho paura che se incontrassi un altro non mi permettere di darmi un’altra possibità.
Cos’è che mi tiene legata a questa persona e mi emoziona? Perché sono così dipendente da lui? E’ perchè inconsciamente mi piace star male??Perchè mi permette, con il suo atteggiamento di fare la mia “danza” frustrata-rabbiosa-depressa?? E’ perché non riesco ad accettare che non sia riuscita a farla funzionare? E’ perchè aspetto il mio “risarcimento”? Sono stanca e stufa di tutto. Cosa c’è che non va nella mia testa?

Grazie del tempo che mi sta dedicando

Le risposte non sono facili a

Le risposte non sono facili a trovare, ma è importante porsi le domande, che descrivono la situazione e forse la aiutano a maturare. Se le cose si lasciano maturare, evolvere, spesso le 'soluzioni' arrivano da sè. La difficoltà probabilmente c'è quando le cose sono bloccate, girano su se stesse, o sono congelate, impossibilitate a maturare. In un bambino, una famiglia, un individuo, una coppia.... Tutto è sviluppo ed evoluzione (simbolo e analogia, avrebbe detto Pessoa), anche se in certi momenti sembra fermarsi. Quello che forse dobbiamo fare è di non lasciarci 'congelare', chiudere in un congelatore, perchè renderebbe impossibile la vita.

Sto cercando di fare un po’

Sto cercando di fare un po’ di ordine nella mia vita.
Per farlo ho nuovamente chiuso il dialogo con questa persona. L’ho fatto perché il frequentarla mi confonde e perché mi fa perdere la visione di insieme, oltre che mi fa stare come su un’”altalena”.
Visto che sono i miei dubbi su tutto che mi hanno fatto ritornare ritornare nel “gioco malato” provo a fare in me un po’ di chiarezza
Non penso (ma forse mi sbaglio) che mi sia messa in quella situazione problematica perché inconsciamente avessi paura di una relazione o non la desiderassi, tanto più che sono stata attratta da una persona e una storia che inizialmente non risultava problematica.
E’ vero però che ci sono rimasta “invischiata”. Le motivazioni che provo a darmi sono diverse.. c’è il fatto che ho voluto credere a quello che mi diceva ovvero che i suoi atteggiamenti fossero dovuti ai suoi problemi e che non si riconoscesse in loro.. Poi c’è forse il mio pensiero che avere una relazione “debba” essere difficile e richieda grandi sacrifici e amare significhi soffrire, stare male..(ironicamente mi viene da dirmi che devo smetterla di confondere i film e i romanzi con la vita vera!). Poi c’è il fatto che sono attratta dalle sfide e sono testarda, voglio dimostrare a me stessa (e agli altri) che sarei riuscita a far funzionare la relazione… e non riesco ad accettare di non esserci riuscita e che le cose non vadano come voglio io. Questo io lo leggo come l’atteggiamento di una persona orgogliosa e viziata. Orgogliosa probabilmente lo sono anche se non ho mai ben capito cosa significhi esserlo..Ma come faccio a non esserlo più?? In una persona viziata invece non mi ci riconosco molto, nella mia infanzia i “no” non si potevano mettere in discussione e a parte il primo fidanzato, nelle altre relazioni di coppia sono stata tutt’altro che viziata..
Forse incide anche molto la paura di non provare le stesse emozioni (quelle positive) con un’altra persona e a tratti il timore di non avere nessuno (anche se di fatto io non l’ho mai “avuta” quella persona e lo starci insieme mi fa sentire spesso ancora più sola di quando non ci sto).
Poi tutte le mie insicurezze, il fatto di pensare che ho un carattere non facile e che lui mi voleva nonostante quello (cosa non del tutto vera in realtà..), il pensare che se fossi riuscita a essere più paziente, piu “docile”, più indipendente emotivamente, più sicura etc..Che se fossi riuscita a esserci senza aspettative godendomi il presente senza guardare al futuro poi le cose sarebbero arrivate e se non arrivavano è perché non riuscivo a farlo..(e da qui ..che quando lo vedrò con un’altra ragazza morirò di dolore perché sarà una conferma che era con me, e per causa mia, di come sono fatta io, che la nostra relazione non ha funzionato).
Queste sono le domande che mi pongo e risposte che provo a darmi.. tutte le volte però ai suoi tentativi di riacchiapparmi dopo un po’ di “resistenza” cedo e mi sciolgo pensando che è lui che mi ha fatto sognare di voler qualcosa di più ed è con lui che vorrei che si realizzassero quei sogni.
Visto però che di tempo ne è passato e che non è cambiato molto (praticamente nulla) e che il tempo passa anche per me (che non sono più una ragazzina..) vorrei darmi la passibilità di essere felice con una persona che mi vuole davvero e per farlo sono disposta a violentami il cervello e a mettere a tacere gli spasmi del cuore…ma non so come devo fare…
Forse devo cominciare cercando di mettere a tacere la voce che mi dice di crescere e di smetterla di “volare alto”, di desiderare altro da una relazione e di accettare senza frignare magari l’unica possibilità che la vita ha da offrirmi.

'Volare alto' permetterebbe

'Volare alto' permetterebbe di stare sopra alla nebbia e alla confusione, però bene o male poi bisogna andare a posarsi, e quindi si ritorna in basso, dove, se c'è nebbia e confusione, non si vede più nulla o quasi. Come quando si guida, in caso di nebbia è bene essere prudenti, andare piano, aspettare che tornino condizioni di visibilità migliori.
Forse la nebbia e la confusione vengono sollevate anche dagli auto-rimproveri, dal continuo 'dibattito' interno, che a volte non aiuta. Come quando, tornando all'analogia della macchina, uno mentre guida è preso dalla discussione con i passeggeri che fanno confusione e criticano e danno indicazioni diverse. A volte, come sui bus, ci vuole la regola che 'non si parla al guidatore'...
Le persone credenti, come i personaggi dei Promessi Sposi, si affidano alla 'Provvidenza'... per gli altri, penso che un buon motto è 'io speriamo che me la cavo': in entrambi è utile a mio avviso il senso che non siamo onnipotenti e non abbiamo di conseguenza tutte le responsabilità.
Qualcuna sì, ovviamente, ma non troppe... La pazienza e la resistenza (e la tolleranza) sono le virtù dei forti. o meglio per cercare di diventare forti.

..le confesso che ad ogni sua

..le confesso che ad ogni sua frase do un'interpretazione totalmente opposta a seconda se prevale una parte o l’altra di me..
Come si può far smettere il “dibattito” interno?
E poi perché una è sempre così cattiva con l’altra??
C’è un modo per far sì che si riconcilino? Devo trovare un punto d’accordo?
Un cartello con scritto “non si parla al guidatore” sarebbe utile solo se ci si trova ad avere a che fare con qualcuno che segue le regole..

E' importante fare e farsi

E' importante fare e farsi domande, molto più che avere risposte. Qualcuno diceva che la risposta è la disgrazia della domanda, e della spinta a conoscere, che viene uccisa dalla risposta....
Se le domande sono espressione di una ricerca, di un desiderio di conoscere di più la situazione in cui ci si trova.
Ma le domande possono essere anche una barriera, una cortina di fumo, come quella che fanno i bambini quando chiedono 'perchè' di continuo, estenuando i grandi. Sono domande circolari, che tornano al punto di partenza e ricominciano...

Leggo le sue risposte e i

Leggo le sue risposte e i pensieri vanno all’indietro e si posano sulla mia storia passata, le uso per trovare i miei errori, per confermarmi quanto sia sbagliata e quindi a trovare spiegazioni del perchè non sia andata.. Ma non voglio continuare a rimuginare perché oltre al sentirmi noiosa per il prossimo mi trovo io noiosa a morte.
Voglio cercare di guardare avanti e concentrarmi su altro, sempre su di me ma in relazione ad altro.
Qualche giorno fa mi hanno presentato una persona, me ne avevano parlato prima ed ero curiosa e anche un po'emozionata, sembra un tipo a posto, non abbiamo parlato un granché, ero un po’ in imbarazzo. Non lo conosco neanche e ho subito trovato mille cose che non andavano in lui (in relazione a me) tutte stupidaggini. Poi mi hanno detto che gli sarebbe piaciuto incontrarmi di nuovo, non ho detto di no (anche se ero molto tentata) ma mi è preso il panico, un ansia
incredibile che si è placata solo quando ho saputo che non si sarebbe potuto organizzare
prima della prossima settimana.
So già che l’ansia ricomincerà ma è assurdo, dobbiamo solo vederci (per di più in compagnia) e mi sento come se invece dovessi decidere tutto ora, ho paura di illuderlo, di farlo stare male e forse anche di deludere me stessa perché sento già che non ci riuscirò..So (e lo dico con cognizione di causa) che quando ci rivedremo dovrò lottare contro il desiderio di scappare e poi molto probabilmente lo farò (prima di poter fare male a lui) trovando un sacco di giustificazioni per farlo...Chissà poi perchè non preoccupo di stare male io, di essere magari trattata male e invece solo di essere la causa di un'eventuale sua sofferenza? Non penso proprio che sia per bontà d'animo (non penso proprio di essere così buona e altruista).
Mi preoccupa soprattutto che so che non riuscirò a capire se non mi piacerà perché semplicemente non mi piace o perché le mie paure prendono il sopravvento. Non penso neanche all'eventualità che possa piacermi (anche se sarebbe bello se accadesse..e se riuscissi a capirlo.
Sono un disastro, continuo a girare su me stessa.

Una parte di Lei, diciamo

Una parte di Lei, diciamo così, sembra che si installi spesso sullo scranno del giudice e tende a vedere solo colpe e mancanze e a condannare tutto e tutti, sia se stessa che gli altri... ( mi viene in mente la Regina di Alice nel Paese delle Meraviglie, e il suo "Tagliatele la testa!"...)
Si capisce che ne abbia paura...
Bisognerebbe cercare di starne un po' lontani... in fondo non si è sempre in Tribunale, a meno che uno non se lo porti dietro come la classica nuvoletta...

Bello Alice delle

Bello Alice delle Meraviglie.. l’immagine della Regina effettivamente rende e ho riso davvero molto a rivedermi in lei..A volte con le persone a me vicine mi gonfio di rabbia e alzo la voce ma non dura mai a lungo e oltretutto non faccio neanche molta paura..
Osservo e analizzo e a volte faccio delle valutazioni, ma in genere sono piuttosto benevola e trovo facilmente giustificazioni alle eventuali manchevolezze altrui…
Diversa è invece la Regina che guarda all’interno, lei non ha bisogno di far tanto baccano, lei assomiglia di più alla dottoressa di “Qualcuno volò sul nido del cuculo”..è sì mi fa paura

Dalle 'Regine' esterne ci si

Dalle 'Regine' esterne ci si può difendere, in qualche modo, da quelle interne , o 'dottoresse' che siano, è più difficile. Bisogna identificarle, scoprire il loro modo di operare, ecc. 'Se le conosci ti difendi meglio', per parafrasare un motto diffuso...

Buonasera.. Come agisce la

Buonasera..
Come agisce la Regina? Parlarne in terza persona mi aiuta a metterla a fuoco ma non so se sia o meno controproducente visto che si tratta sempre della stessa persona..ovvero me..
Comunque agisce in più modi, mi fa vergognare quando sbaglio qualcosa, anche le cose più stupide (l’autoironia mi aiuta a volte a sopportare la vergogna) spesso mi svilisce dandomi della stupida per qualsiasi scelta io prenda.. non è mai contenta..mai.. Mi fa sentir “spacciata” senza speranza..sola..Poi molto spesso è piuttosto subdola, insinua il dubbio e mi confonde.. quando fa così vado nel pallone, non so più che cosa fare e cosa voglio..ho difficoltà da sempre a stare nell’indecisione (sia nella mia sia in quella degli altri), è una sensazione che difficilmente riesco a sopportare.
Ci sono situazioni (perlopiù quelle sentimentali) dove mi è capitato di non saper cosa fare e allora prendo una decisione e cerco con tutte le mie forze di seguirla come ad esempio troncare un rapporto che non mi fa stare serena o in alternativa quella di lasciare che le cose prendano il loro corso cercando di non rompere anche quando non mi piace la piega che stanno prendendo (questa mi riesce molto meno bene..).
Ho individuato un’altra figura in me, meno fredda e rigida e più impulsiva e istintiva. E’ quella che mi fa emozionare quando vedo il mio ex fidanzato e ed è quella a cui ho a volte, in momenti di consufusione ho dato molto credito (ritrovandomi poi, quando la situazione non cambiava a ricevere le bacchettate della Regina).
Ora sto cercando di “diffidare” da entrambe (ad esempio cerco di razionalizzare quella forte emozione pensando che sia normale che ci sia ma non per questo sia così significativa e ragione prima per tornare sui miei passi) pur mantenendo la loro parte “buona” : quella rigorosa (utile nel lavoro e nella mia vita privata per evitare di infilarmi in situazioni malsane) e quella più spontanea (che è più coraggiosa, pazzerella, mi apre al mondo e mi diverte). Pur consapevole di essere entrambe le figure se ne esiste una terza, quella che sta in mezzo alle altre due non riesco ancora a capire com'è fatta e cosa voglia.

Non so se si capisce quello che ho scritto e soprattutto se questi miei pensieri hanno un senso o se invece mi sto infilando nuovamente in un vicolo cieco..Questo può dirmelo?

Sto anche cercando di evitare di guardare troppo avanti (così contengo anche un po' di ansia) e di affrontare le cose quando si presentano (o si presenteranno..), ma ho a volte la sensazione bruttina che il mondo stia andando avanti senza di me..
Continuo anche a sentirmi impaurita e insicura..chissà se riuscirò a mantere questo equilibrio già molto precario in me quando interverranno anche "agenti esterni"?

Grazie

La sua descrizione della sua

La sua descrizione della sua 'comunità interna' mi fa tornare in mente gli ultimi libri di W Bion, (ne parlo anche in questo sito) importantissimo psicoanalista inglese morto ormai alcuni decenni fa ma la cui influenza è molto viva. Bion ha descritto una specie di interminabile dibattito fra parti della personalità, grandi, piccole, addirittura embrionali, una folla di personaggi di varie età e caratteristiche che noi percepiamo a volte dentro di noi, che spesso si manifestano nei sogni, che gli artisti riescono a rappresentare nei libri e nelle altre forme di arte. E' un mondo interno che a volte traspare anche all'esterno, forse, e di cui il comportamento visibile forse è una specie di risultante, di sommatoria, e dipende da quale personaggio prende posto nella sala comandi...

Grazie!! Sono assolutamente

Grazie!! Sono assolutamente curiosa di leggere qualcosa di questo psicoanalista, spero solo di riuscire a comprendere qualcosa visto che cercando sul sito la prima cosa che ho letto è stata “Una giovane collega, allieva di una scuola di specializzazione in psicoterapia di indirizzo psicodinamico, mi parlava della difficoltà di leggere Bion, che le avevo consigliato e cui aveva rinunciato dopo un breve tentativo”…
Poi ho visto che ha subito influssi dalla filosofia orientale e questo mi incuriosisce ancora di più.
Non sono un’artista anche se l’arte mi piace molto da sempre (in buona parte delle sue forme) e mi piace molto disegnare (a carboncino) ma è una cosa mia.
Quanto ai sogni, ne ho fatto uno bello questa notte. Bello perché ho provato la sensazione che provo quando gironzolo da sola senza mèta in una città che non conosco (meglio se straniera così non capisco la lingua), mi perdevo; solo che questa volta mi perdevo in un luogo chiuso, fatto di scaloni e ampi corridoi, una struttura fatta su piani sfalsati incastrati uno nell’altro (come in una specie di labirinto tridimensionale)con mille porte e stanze diverse una dall’altra. Io le attraverso in cerca della mio appartamento. Dapprima sono da sola poi, entrata per sbaglio in un appartamento che non mio, conosco due persone, un uomo e una donna, un poco più grandi di me che si offrono di accompagnarmi nella mia ricerca, anche loro curiosi di vedere come fosse fatto il mio appartamento, così non più sola mi sento anche un po’ più sicura e proseguiamo insieme.
Peccato che sia suonata la sveglia e io non sia riuscita a vedere come fosse fatta la mia stanza che nel sogno sapevo avrei riconosciuto.
Belli i sogni (quando non sono incubi) mi condizionano l’umore per l’intera giornata e oggi ho voglia di avventura… anche se so che il massimo dell’avventura di oggi sarà andare a comprare qualcosa da mangiare per questa sera, certo potrei avventurarmi in un supermercato sconosciuto.. ;)

E' un sogno indubbiamente

E' un sogno indubbiamente 'artistico'. Mi evoca Piranesi e le sue 'prigioni', con infinite scale. Guarda caso 'prigioni', Lei parla di 'luogo chiuso'..., labirinto tridimensionale, immagine che uso spesso per rappresentare la condizione che Donald Melter (altro psicoanalista, purtroppo dipartito anche lui, di cui parlo nel sito) chiama 'claustrum', quasi 'clausura', luogo di rifugio e ritiro dal mondo, che può però essere una trappola. Lei infatti dice che 'si perdeva' (nel sogno) e non riusciva a trovare 'il suo appartamento'. Interessante che due personaggi si offrono di accompagnarla nella ricerca, curiosi anche loro del suo appartamento. Mi domando come mai 'due personaggi', e 'il suo appartamento' sembra poter assomigliare a 'la sua mente': spesso lo psicoterapeuta accompagna il paziente a esplorare la sua mente. E lei si sente rassicurata, nel sogno, e un po' anche nella veglia, non più sola in questa esplorazione.

Buona avventura!

anche a me è venuto in mente

anche a me è venuto in mente Piranesi mentre descrivevo quel luogo ma nel mio sogno era un posto meno tetro, assomigliava più a un grande albergo, ricordo i passamano delle scale di legno lucido, la moquette colorata..non è il genere di posto che rispecchia molto i miei gusti. Le uniche figure presenti oltre a me erano quell'uomo e quella donna, non i conosco, erano una coppia. Lei aveva i capelli come i miei portati sciolti. Erano gentili e il loro appartamento era "decoroso" ma sapevo meno bello del mio.
Ho provato a leggere su Internet Bion e molte cose non le ho comprese (..) purtroppo non ho trovato nulla sui personaggi nella mente ma quello che ha scritto lei descive perfettamente quello che percepisco. A volte le percepisco distintamente e - so che è un po' ridicolo da dire - litigano pure tra loro..nel senso che io discuto con loro e capita che per farle stare zitte e far finire il caos io dica una parola, a volte una sorta di imprecazione ad alta voce e tutto si calma. Altre volte una di queste mi "provoca" prima di andare a dormire e mi obbliga a compiere un'azione altrimenti non mi fa addormentare ..ma ora ho trovato il modo di fregarla (questa mi sembra l'unica cosa ossessivo-compulsiva che ho).
Detta così mi sembro un po' pazza ma non mi preoccupano molto perchè mi sembra di riuscirle abbastanza a gestire..
Ipotizzando che in me ci siano più personaggi, come in un gruppo, se perseguissero tutti il medesimo obiettivo forse smetterebbero di discutere e io riuscirei a sbloccarmi e trovare un po' di serenità.
Probabilmente quello che sto scrivendo non ha alcun senso e mi sto accortocciando nella mia prigione.
Il titolo del mio post iniziale era "stanca" perchè sono a volte esausta e ci sono giornate, come quella di ieri, dove sono un involucro vuoto totalmente apatica e faccio fatica a far tutto, anche a parlare.
Questa volta era solo apatia, nessun pensiero davvero nero; non ne ho più avuti da quando ho cominciato a scriverle, sicuramente questi post mi sono stati di grande aiuto e forse anche un po' essere uscita da una relazione che mi procurava molto stress.
Oggi già mi sento con qualche energia in più, mi sono distratta, ho scherzato, ho riso e ne sono felice. Certo sarebbe molto meglio non avere questi sbalzi d'umore ma visto che li ho devo affinare la tecnica e imparare a gestirli al meglio non ultimo cercando di individuarne la causa.
Non voglio solo ammalarmi seriamente (e chi lo vuole?)..lo dico perchè oltre ad entrare subito in simpatia con persone con problemi (tanto che comincio a chiedermi se io non ne sia in qualche modo attratta..spero vivamente di no visto che sono consapevole di non essere abbastanza forte e soprattutto incapace di mantenere il distacco) ho visto cosa significa anche da molto vicino e so che non è così difficile oltrepassare la linea di confine. I geni (o altro per essi) di famiglia non sono proprio i migliori per quanto concerne i problemi mentali, anche piuttosto gravi e io ci sono cresciuta insieme. Non penso che mi abbiano comunque danneggiato, anzi e ammiro molto i miei genitori per le scelte fatte.
Mi scusi, mi sono dilungata su cose che non centrano.

La trilogia di Bion cui ho

La trilogia di Bion cui ho fatto riferimento si intitola 'Memorie del futuro', sono tre libri in forma di romanzo, poi dialogo, senza fine. Sono tradotti in italiano, ma meglio se possibile leggerli in inglese, perchè ogni 'lettura', di questo autore, è diversa e opinabile. Non so che effetto facciano a un lettore 'ingenuo', o comunque non 'esperto'... probabilmente viene respinto dal caos e dai rimandi oscuri. Ah, utile e interessante anche l'autobiografia, (in italiano 'la lunga attesa') quasi una premessa alla trilogia. Almeno ci troverà qualcun altro che aveva una grande 'confusione' in testa, ma sembra averne fatto buon uso...
Potrebbe utilizzare la sua 'attrazione' per le 'persone con problemi' e per i 'problemi', per occuparsene professionalmente, a qualsiasi livello, ma ovviamente con una formazione precedente, di qualsiasi tipo.
Cordialmente,

dr GBenedetti

Buongiorno, questa notte ho

Buongiorno,

questa notte ho sognato un orso, più precisamente ho sognato di “barricarmi” in casa, non in casa mia, ma casa di mia zia in campagna perché sapevo che stava per arrivare un orso. Nel sogno in realtà mi limitavo a chiudere dei cancelletti e delle porte. L’orso non lo vedevo ma sapevo che sarebbe arrivato presto e che sarebbe arrivato da dietro una curva. Era una presenza reale e ne vedevo alcuni effetti, mi ritrovo ad esempio a recuperare un cagnolino ferito (praticamente morto). Per recuperarlo apro i cancelletti, consapevole del pericolo e quasi con aria di sfida recupero il piccolo animale.
Era un sogno piuttosto confuso al quale ho dato una mia lettura ma non so se ha senso.
L’orso rappresenta il mio ex fidanzato che dopo un mese di silenzio è tornato alla “carica”. Sapevo che lo avrebbe fatto e il momento è arrivato e io sto cercando di proteggermi e come nel sogno chiudo i cancelletti (= non rispondo alle numerose chiamate o sms). Un orso con i superpoteri (e non è la prima volta che ne da prova) perché dopo un mese è riuscito a chiamarmi proprio mentre mi stavo preparando per uscire con un ragazzo,la “prima uscita”. Ho risposto, ho cercato di affrontare le cose con maturità, sono stata razionale, ero tranquilla. Sono uscita e sono riuscita anche a divertirmi. Poi però sono cominciate le chiamate alle quali non ho più voluto rispondere e che mi hanno infastidito, resa nervosa e poi piuttosto triste e ..stanca.
Il cagnolino ferito che ho portato in salvo potrebbe essere il ragazzo con cui sono uscita che forse nella mia mente e nella mia vita non è ancora così “forte” da potersi confrontare con un orso. O forse il cagnolino sono io, che mi limito a “chiudere cancelli” e non sono in grado di munirmi di una lupara neanche nei sogni!.
Perché fossi a casa di mia zia non ne ho idea (mi viene solo da pensare che la sua è una casa in campagna e quindi offre una scenografia più consona rispetto a casa mia che è in città).

P.s. Proprio mentre le sto scrivendo mi hanno chiamato dalla libreria: è arrivato il libro di Bion :)

Le auguro buona giornata e la auguro anche a me, perché so che sarò “minacciata” ad ogni angolo.

Torna quindi l'immagine di

Torna quindi l'immagine di chiudersi dentro... ma in casa di sua zia, stavolta , per la scenografia di campagna, più consona... E' più consona ma non è una cosa sua, quindi, ma per così dire presa in prestito... E lei chiude ed apre cancelli e porte,
C'è la presenza percepita dell'orso, e quella più visibile del cagnolino quasi morto. E le sue interpretazioni, verosimili, ma forse anche queste 'prese in prestito' per dare senso a cose confuse?
Lei nomina un'altro spazio interno, 'la sua mente' ... dove sta per arrivare il libro di Bion, che ha ordinato...,orso o cagnolino?

Mi scusi Dottore, avevo

Mi scusi Dottore, avevo l'intenzione di lasciarla in pace per un po' e di non scocciala con i miei post ..ma questa notte ho fatto un sogno o meglio un incubo e vorrei parlargliene.
E' stata una notte agitata che mi ha lasciata distrutta per tutta la giornata. Tralasciando le battute sul fatto che forse dovrei magiar più leggero la sera o non far uso di tisane alla frutta, le raccondo il mio incubo.
Il mio incubo si compone di tre incubi che si sono succeduti e agganciati uno all'altro.
Il primo si svolge tutto all'interno di me stessa.. sto dormendo o meglio il mio corpo sta dormendo ma io sono sveglia e so che sto sognando. Sono angosciata, voglio uscire da quello stato con tutte le mie forze, mi sforzo ma non riesco a uscirne (svegliarmi), provo a dimenarmi mi concentro ma niente non riesco..
Subito dopo mi trovo in un edificio, forse una scuola o un ospedale, (nella realtà non lo conosco ma forse ha già fatto da sfondo in altri miei sogni), ricordo solo che sono al piano terra e vedo una scala alla mia sinistra che porta ai piani superiori. Sento forte il desiderio di uscire riesco evidentemente a trovare una via d'uscita perchè mi ritrovo fuori (anche se sempre nel "recinto" dell'edificio) in una specie di giardino senza erba estremanete ripido dove intravedo un sentiero che forse porta ad un salto da dover fare. Penso che non mi interessa rischiare e presa dal panico corro verso quella che mi sembra l'unica via d'uscita. Subito dopo mi ritrovo fuori in una grande strada, in una curva e incontro due mie amiche. Io mi sento male, sono come intontita o drogata, queste mie amiche ridono e mi toccano la faccia con le dita. Io mi dimeno e mi rendo conto che sto sognando..che non vedo..
Sono nel letto (terza parte dell'incubo), sono angosciata perchè sono sveglia ma il mio corpo dorme, ho nuovamente la percezione di essere nell'incubo e di volermi svegliare. Mi alzo dal letto e penso che devo chiedere aiuto .. io so nel sogno di essere nel mio letto, quello di casa mia ma assecondo (per non stare a discutere inutilmente..) una parte di me che desidera essere nel letto di quando ero piccola a casa dei miei genitori, questa parte di me pensa che potrebbe aprire la porta della stanza e andare in corridoio a chiamare i miei .. ma l'altra parte sa bene che non può perchè i miei genitori non ci sono (nel mondo reale in questi giorni i miei genitori sono in viaggio) e io non sono lì ma sono a casa mia (che riconosco perfettamente in tutti i suoi dettagli). Allora sempre per assecondare (far star tranquilla l'altra parte) faccio il gesto con la mano di aprire la porta ma allo stesso tempo allungo il piede per scendere i gradini che in casa mia mi portano al piano di sotto (nella realtà in casa mia non esite la porta e nel sogno lo so, la porta esiste in casa dei miei).
Scendo le scale senza vedere (perchè sto dormendo) e penso che devo trovare assolutamente il modo di svegliarmi, uscire dall'incubo, vado in bagno ed apro il rubinetto per far scorrere l'acqua..forse pensando che quel gesto potrebbe aiutarmi a svegliarmi. Ritorno subito dopo a chiudere il rubinetto perchè considero insensato il fatto di averlo aperto. Sapendo che i miei non ci sono penso che potrei chiamare mio fratello e chiedere aiuto a lui, ho il cellulare tra le mani ma non vedo e non so come poter comporre il numero.
Cerco di auto-calmarmi parlando ad alta voce e canticchiando, ripetendomi che devo stare tranquilla e che sì, sto dormendo e sognando ma che se non faccio cose strane non impazzirò e non farò danni come temo. Cerco di ragionare e trovare una soluzione al fatto di non vedere e per poter comporre il numero.. vado in cucina sempre cieca.. accendo il fuoco del gas e avvicino il viso e il cellulare cercando di vedere..non funziona. Apro il rubinetto del lavabo della cucina e prendo un po' di acqua per pulire lo schermo del cellulare, poi mi arrabbio con me stessa perchè mi rendo conto che in quel modo non avrebbe più funzionato e che sono una stupida e che mi ero illusa di poter controllare quella situazione.
Fine, finalmente riesco a svegliarmi davvero e sto sveglia un bel po' con le luci accese per non rischiare di ritrovarmi nel'incubo.

Il libro di Bion non l'ho ancora cominciato. Non so cosa mi aspetto (forse, spero, il sentirmi un po' più orso e meno cagnolino). Non mi aspetto di comprenderlo, o meglio non mi aspetto di comprenderlo con la ragione (il cervello) ma con il "sentire" o percepire. E' così che mi muovo nel mondo e cerco di capire me stessa e gli altri. Forse è perchè non mi fido molto della mia ragione e dei miei ragionamenti che spesso mi confondono solamente ..e quindi li metto in gioco sempre in un secondo momento. Anche sulle cose che mi scrive Lei "penso"in questo modo, spesso non capisco quello che mi scrive, lascio che i pensieri vengano dal "sentire" e poi su quelli eventualemnte inserisco il ragionamento.
Sono solo un po' preoccupata (intendo in generale, non nelle mie conversazioni con Lei) perchè anche se so che posso coninuare a "conoscere" in questo modo sento che mi mancano dei punti fermi, una sorta di base sicura e salda (che tra l'altro per assurdo altri invece sembrano spesso vedere in me..ma questo è un altro discorso.).
So che non comprenderà quello che ho scritto, non certamente per un limite suo ma unicamente mio.. è che non riesco a mettere i miei pensieri in parole e trovo piuttosto frustrante non riuscirci.

grazie, prima o poi la smetterò di scocciarla, per ora le chiedo di scusarmi.

Beh, alla fine poi c'è

Beh, alla fine poi c'è riuscita a svegliarsi e a uscire dall'incubo (un po' alla Dylan Dog...)...
Perchè deve scusarsi? scrivendo qui non fa nulla di illecito. Perchè si sente una 'scocciatrice'?

Dylan Dog era il mio fumetto

Dylan Dog era il mio fumetto preferito! Forse ne ho letti troppi ;)
Nessuna paura di compiere un illecito, solo di annoiare con continue richieste..

Buongiorno dottore, rieccomi

Buongiorno dottore,
rieccomi qui a scriverle..è passato un po’ di tempo e sono successe cose nuove, belle novità direi.
Anzitutto volevo dirle che ho letto il libro di Bion “Il sogno”, il suo modo di scrivere, “non lineare”, mi è piaciuto, spesso, oserei dire quasi sempre penso di non aver compreso cosa intendesse dire ma citando Me Stesso ho usato i suoi concetti in coppia con le mie intuizioni, mettendo insieme un concetto e un’intuizione, così mi è stato possibile sentire ciò che io so ciò che io intendo.Non che le mie intuizioni siano gran cosa.
A inizio luglio ho conosciuto una persona che finalmente mi piace e mi piace molto.
Una persona (questa volta) carina con me che mi tratta con gentilezza e a cui con mia enorme sorpresa sembro piacere. Sono riuscita a godere del tempo trascorso assieme e anche di quello lontani, fino ad oggi almeno. Oggi abbiamo ripreso entrambi a lavorare e quindi comincia la quotidianità e con questa anche le mie frustrazioni e paure. E’ bastato il solo fatto che lui debba finire un lavoro e quindi il non poterci vedere a farmi provare una brutta sensazione allo stomaco e il conseguente istinto di fuga e di buttar tutto all’aria.. E’ assurdo, primo perché è una sensazione del tutto immotivata viste le sue ragioni e poi perché di fondo non sento neanche la necessità di doverci vedere (visto che abbiamo trascorso gli ultimi quattro giorni insieme e me ne sto volentieri un po’ tra le mie cose in solitudine!). Ho paura di queste mie reazioni, di questi miei pensieri, del mio impulso a scappare. Ho paura di rovinare tutto, che si stufi di me, che ritorni sui suoi passi.
Mi rendo conto di anticipare, per ora solo con i pensieri, la fine di tutto. A volte mi rendo conto di guardarlo con sospetto, di dubitare che sia sincero, perchè non riesco a vivere con serenità questi momenti?Perchè? Cos'è? paura dell'abbandono? e perchè dovrei esserne così angosciata? io sto meglio da sola che in relazione (nel lungo periodo) Non ricordo di aver subito abbandoni dai miei genitori so solo di aver provato la stessa sensazione dolorosa e angosciante in relazioni precedenti.
Ho capito scrivendo a lei che non devo più sentmi sbagliata se provo o penso alcune cose ma devo imparare a farci i conti. Probabilmente sembrerà stupido ma finchè pensavo di non dover sentire alcune cosè mi sentivo sconfitta e mi deprimevo perchè era una battaglia persa in partenza. Certo preferirei di gran lunga non sentire questo malessere, ma visto che c'è vorrei capire come trattarlo, arginarlo. Mi aiuta?
Per ora l'unica idea che mi è venuta, per evitare di far danni, è stata quella di scrivere qui..ed è servito a calmarmi un poco, ma visto che so di cosa è capace la mia testolina vorrei evitare di accartocciarmi su me stessa con i miei mille perchè. Questo perchè se è pur vero che è più importante farsi le domande che avere le risposte vorrei evitare di fare i miei soliti viaggi circolari per ritrovarmi al punto di partenza e in un eterno ritorno all'uguale che io (che non sono una super donna) farei volentieri a meno di vivere!

come sempre grazie!

"Ho capito scrivendo a lei

"Ho capito scrivendo a lei che non devo più sentirmi sbagliata se provo o penso alcune cose ma devo imparare a farci i conti."
Mi sembra una frase molto giusta.

Un altro punto importante è che bisogna imparare a sopportare incertezze dubbi e paure: se si resiste di solito le cose vanno meglio di come si temeva. Tenga conto poi che anche gli altri passano le stesse ansie incertezze dubbi e paure che prova lei.
Se Lei non è una superDonna, neanche le persone che incontra lo sono, anche se spesso si travestono da supereroi...

Buongiorno dottore, ho fatto

Buongiorno dottore,

ho fatto un incubo questa notte..ma perchè le mie notti sono spesso tormentate?? non c'è modo di darci un taglio? Anche se non sembra, è una domanda seria la mia. La mia giornata è già piena di pensieri e interrogativi su tutto, non posso sviscerare le mie ansie di giorno e dormire serena a notte? C'è un qualche trucco? Mia nonna, quando ero piccola mi diceva di pensare agli angeli prima di addormentarmi, ma non è mai servito.
Perdipiù poi sono uno straccio tutta la giornata.
E' stato incubo angosciante che mi ha fatto svegliare di soprassalto. Purtroppo anche se mi ha svegliata in piena notte e mi ha lasciata sveglia per ore terroizzata, non ricordo praticamente più nulla. Quello che mi rimane è la percezione di essere minacciata e il dover proteggere dalla minaccia anche mia madre. Mi trovo sul balcone di casa dei miei geniori, con in mano un piccolo coltello e mia madre vicina, piccola e silenziosa. In casa due miei parenti, uno dei due ha un grosso coltello e io so che ci sta venendo a prendere per ucciderci. Siamo senza via d'uscita, in un angolo del bacone, sotto il vuoto e in casa loro due e io non so come fare a salvarci.

I parenti nella vita reale non ci sono più, io sono cresciuta con entrambi e hanno in comune di aver avuto gravi problemi mentali e anche se spesso erano imprevedibili ed era difficile penetrare il loro mondo, non hanno mai costituito una minaccia per me.
Con mia madre, forse per altre questioni, il mio istinto protettivo è sempre stato altissimo (nei sogni come nella vita reale) anche se la considero una persona caratterialmente molto forte (molto più di me).

La mia vita procede abbastanza serena (soprattutto considerato il passato), la persona che sto frequentando è via per lavoro ma trova il modo di essere dolce anche a distanza. Ho smesso di idealizzarla, ora cerco di frenare l'impulso opposto ovvero di "demolirla" (nella mia testa) e cerco di lasciare che le cose facciano il loro corso senza anticiparle troppo (o almeno ci provo).
Il lavoro mi da un po' di fastidi ma nulla di particolarmente rilevante.
Insomma, da cosa mi sento minacciata? e cos'è che sta minacciando? Mia madre rappresenta qualcosa? Io la vedo come una donna semplice intelligente (di un'intelligenza spesso pungente) e forte, meno complicata di me, pratica, ansiosa e rompiscatole (come tutte le mamme :))

Qualche notte fa sono andata a dormire in una casa, un ambiente che ha fatto da sfondo ad alcuni miei incubi, forse mi sono solo fatta suggestionare da quel posto a cui sono legati ricordi (perlopiù sepolti) di quand'ero molto piccola.

Lei ci vede qualcosa?
grazie

Uno spunto sembra venire

Uno spunto sembra venire dalla sua frase "ora cerco di frenare l'impulso opposto ovvero di "demolirla" (nella mia testa").
Forse nell'incubo ("nella sua testa") l'impulso non è frenato e si manifesta utilizzando vari possibili personaggi a ambienti presi a prestito dalla sua storia (pensando ai personaggi del libro di Bion che ha letto, che si chiama proprio 'il sogno', se non erro). Nel suo sogno c'è una 'me stessa' che teme di non riuscire a salvare lei e sua madre dal pericolo, rappresentato e agito da uno o due personaggi di 'parenti pazzi', che forse impersonificano l'impulso distruttivo...
L'inquietudine che perdura forse è legata a quell'impulso che Lei percepisce anche nella veglia, che certo è frenato da un 'istinto protettivo', ma che indubbiamente la lascia inquieta...

Trovo la che la sua lettura

Trovo la che la sua lettura sia illuminante, grazie!
Non mi piace pensare che in me ci sia una parte oscura e distruttiva, preferirei immaginarmi come un’anima candida e luminosa..ma questo è quanto e facciamocene una ragione!
Mi domando dapprima perché esista in me questo impulso distruttivo ma non sono sicura che sia la domanda giusta poi, come sempre impaziente di trovar subito una soluzione, mi domando in che modo sublimare questi impulsi, ma come si trasforma in maniera creativa un impulso distruttivo?, a parte il gioco di parole non mi viene in mente nulla..(mi rendo conto che la mia è una visione un po’ troppo semplicistica del meccanismo “mente”, un approccio piuttosto rozzo..è che mi mancano gli strumenti e ho sempre la sensazione di non vedere bene e di sbattere ovunque)
Sto provando ora a cercare di conoscere il mio nemico ma non so bene da che parte guardarlo e come prenderlo.
Gironzolando su internet sono incappata in uno scritto di Sabina Spielrein che ha attirato la mia attenzione: "La distruzione come causa della nascita". Qui descrive la reciprocità all'interno d'un individuo di forze distruttive e costruttive e come ogni nuova situazione psichica debba succedere alla perdita di un equilibrio trovato in precedenza.

"Nella mia esperienza con ragazze posso dire che normalmente è la sensazione di paura quella che emerge in primo piano fra i sentimenti di rimozione quando per la prima volta si prospetta la possibilità di realizzare un desiderio, e in effetti si tratta di una forma molto specifica di paura: si avverte il nemico in se stessi, ed è il nostro stesso ardore amoroso che ci costringe con ferrea necessità a fare qualcosa che non vogliamo; si avverte la fine, la caducità da cui invano vorremmo fuggire verso ignote lontananze"

Ho notato nella realtà la mia tendenza a demolire l'immagine della persona che sto frequentando, e l'ho interpretata come fifa (se demolisco l'altro mi fa meno paura).
Ma se nelle relazioni amorose ci si immedesima nell'altro, fino a diventare l'altro (io in realtà seppur desiderandolo ho forti resistenze a perdermi nell'altro), io sto distruggendo me stessa come nel mio sogno?
ahhh mi sono persa dottore, mi riporta sul sentiero?

Non conoscevo scritti di

Non conoscevo scritti di Sabina Spielrein, ma solo il suo affascianante e tragico personaggio nel film 'prendimi l'anima', di R Faenza, (dal libro del compianto psicoanalista junghiano Carotenuto) e nel suo recente remake 'una segreta simmetria'...
Non prenda le parole e le ipotesi per 'fatti' assodati, ma solo come spunti per il 'dialogo'...
E magari cerchi di trattenersi dal 'demolire', ogni volta che ne ha la tentazione conti fino a cento.... Meglio 'risparmiare' che dover sempre ricostruire....
E poi i sogni si sciolgono all'alba, come è stato detto, e di giorno è bene aprire gli occhi...

Non conoscevo scritti di

Non conoscevo scritti di Sabina Spielrein, ma solo il suo affascianante e tragico personaggio nel film 'prendimi l'anima', di R Faenza, (dal libro del compianto psicoanalista junghiano Carotenuto) e nel suo recente remake 'una segreta simmetria'...
Non prenda le parole e le ipotesi per 'fatti' assodati, ma solo come spunti per il 'dialogo'...
E magari cerchi di trattenersi dal 'demolire', ogni volta che ne ha la tentazione conti fino a cento.... Meglio 'risparmiare' che dover sempre ricostruire....
E poi i sogni si sciolgono all'alba, come è stato detto, e di giorno è bene aprire gli occhi...

Gentile dottore, è passato un

Gentile dottore, è passato un po' di tempo dall'ultima volta che le ho scritto.
So bene che questa non è la posta del cuore ma mi ritrovo in uno stato di confusione totale e sono sempre e solo le mie situazioni sentimentali che mi mandano in confusione.
L'ultima volta che le ho scritto le ho parlato di un ragazzo perfetto..tanto perfetto non è ma mi piace (non sempre..ma il piu delle volte) è piuttosto stranino e non riesco a capirlo come non riesco a capire me stessa e cosa voglio.
È iniziato tutto bello, lui era premuroso, gentile ed attento. Era sempre lui ad anticipare ogni mio desiderio ancor prima che io gli potessi chiedere qualcosa (ad esempio quando vederci) e io mi sono lasciata cullare dalla cosa perchè sentivo che mi faceva star bene (intendo che stavo bene anche quando non c'era, avevo piu energia e positività anche per le mie cose). Lui non è molto passionale ma sa essere molto tenero e "accogliente" (nel senso che è paziente e mi sento compresa). Ho stima di lui anche se ultimamente è vacillata un po'. Forse non mi sono innamorata, nel senso che non ho perso la testa per lui ma faccio molta difficoltà a lasciarmi andare e a fidarmi.. Ho visto in lui una persona positiva con cui costruire una relazione sana e non devastante come l'ultima. Ho il terrore di rimanere nuovamente invischiata in un'altalena di emozioni forti, splendide ma subito dopo devastanti, non mi interessa più tutta quella "passionalità"e voglio stare tranquilla e serena e mi sembrava che lui potesse offrirmi quello che desidero ora per me.
Lui ha una storia molto molto lunga alle spalle (praticamente un matrimonio) con una persona totalmente dipendente da lui e problematica (per alcuni aspetti molto simile alla mia ex storia, tranne che lui si sentiva realmente utile e indispensabile.. tant'è che non è neanche stato lui a chiudere).
Dopo mesi dove abbiamo condiviso molto (cose che neanche potevo sognare con il mio ex) lui comincia a essere forse più distante (dico forse perchè io non mi sono resa conto che stesse covando qualcosa..) e un giorno comincia a dirmi di volere i suoi spazi (cosa che non gli ho mai tolto quindi che non capisco perchè anticipare problemi che non esistono) e che forse non si sente pronto per imbarcarsi in una nuova storia anche perchè timoroso di trovarsi in una relazione come quella precedente (anche se poi riconosce in me una persona autonoma). Il tutto trova il modo di farmelo capire in un modo piuttosto provotorio che all'istante mi lascia allibita, mi fa arrabbiare molto e poi mi butta giù terribilmente. Lui ha sempre avuto un atteggiamento provocatorio che mi infastidisce parecchio e più che altro non comprendo (che a volte ho imputato a una sorta di immaturità o comunque alla poca esperienza a relazionarsi con le ragazze), a volte mi è sembrato che volesse farmi proprio arrabbiare o mettermi alla prova.. e aveva come effetto che riusciva effettivamente a innervosirmi o a farmi star male..dopo averne parlato ha tentato di moderarsi.
Comunque dopo essere stata male come un cane parliamo ( lui poi in seguito mi dice che è stato contento della discussione che l'ha vista come un nuovo inizio e che da quel momento si parlava fuori dai denti...forse lui perche io già lo stavo facendo prima!) Comunque secondo me non risolviamo molto e decido di staccarmi e di chiudere perchè molto delusa (a me chiudere viene molto bene, è comunque sempre il mio primo istinto).
Non mi faccio sentire per qualche giorno dove lui mi scrive e poi mi lascio convincere a parlare e mi riavvicino. Peccato che il problema rimanga, lui dice di non sentirsi pronto a darmi quello che lui ritiene io voglia ..I
Io non capisco piu nulla, non capisco più cosa devo fare e cosa stiamo facendo. Non capisco più neanche che cosa voglio, nel senso che so che non voglio quello che sta succedendo ora, il vedersi poco, il farmi la mia vita e lui la sua senza praticamente condividere più nulla. Questa situazione va avanti da un paio di settimane e io lotto costantemente con il mio istinto di mandarlo a quel paese per evitare di agire di impulso come faccio sempre (e con lui ho gia fatto due o tre volte) e poi farmi convincere a tornare sui miei passi o comunque rischiare di perdere una persona che forse potrebbe diventare davvero importante per me. É che io non reggo queste situazioni poco chiare, non riesco a stare tranquilla, a essere paziente e vedere giorno per giorno come và. Sono nervosa, irrequieta e frustrata e sento che forse per orgoglio ( ne ho in gran quantità) sto covando del risentimento che certo non mi aiuta a essere divertente ed allegra quando lo vedo (a volte poi lo trovo insopportabile e fastidioso) .
Lui dice che sente che io ho dei pregiudizi (dovuti alla mia ex storia) e che non mi sono realmente messa in gioco con lui ma in una situazione del genere che mi pare senza nessuna sicurezza come faccio?? Poi ora non capisco neanche piu che cosa voglia lui da me.
Sono confusa, questa persona è riuscita a farmi dimenticare il mio ex (e la cosa mi sembra meravigliosa) ma ora anche lui (come l'altro) non vuole "impegnarsi"e a me sembra di essere ritornata nell'incubo. Non so se sia giusto per me continuare a frequentarlo e vedere come vanno le cose ( ma dovrei riuscire a viverla piu serenamente e non so davvero come fare) o chiudere una relazione che sembra ci veda guardare in direzioni differenti.
L'altra notte ho sognato che ero con lui nella sua macchina, ad un certo punto lui scende e mi lascia lì, io immediatamente cerco di mettermi a guidare ma lo faccio dal posto dove sono seduta, non ci riesco e allora mi chiedo cosa sto facendo (??) Mi metto al posto di guida e provo a guidare, ho paura ma ci provo, i pedali sono strani, il freno è duro e non riesco a schiacciarlo bene e la frizione sembra inesistente ( si discosta dalla base solo un cm e sembra non servire a nulla). Continuo comunque a guidare, è una strada di campagna tortuosa, sento di essermi persa ma poi ad un certo punto vedo in lontananza delle persone che avvicinandomi riconosco come persone amiche e mi tranquillizzo, in particolare una, con la barba che sembra un contadino e che mi sorride (che nella realtà non conosco).
Qualche sera prima sogno il mio (??) lui che senza motivazione mi chiama per prendersi gioco di me, facendomi stare male.
E ieri notte sogno di essere con lui, poi lui va via e io non so come finisco a fare l'amore in modo molto passionale con il mio ex. Cosa che al mio risveglio mi preoccupa non poco perchè davvero sono entusiasta di vederlo spesso ( perchè sono costretta) e non provar più nulla, nemmeno più rabbia.
Come posso capire davvero cosa voglio, senza che siano le mie paure (a lasciarmi davvero andare o a non trovar qualcuno che mi piaccia di nuovo visto che lui è l'unico che mi sia piaciuto dopo tanto tempo) a confondermi?
Vorrei potermi fidare del mio istinto ma ha fatto cilecca troppe volte.
Dove guardare?

Piacere di 'rivederla'. In

Piacere di 'rivederla'.
In effetti non so bene cosa dirle. Mi viene la battuta " ai sogni non si comanda", e neanche ai desideri, però da svegli è bene tenere gli occhi aperti e guardare dove si va. Ma il suo comportamento, i suoi sentimenti, i dubbi, le reazioni, e tutto, mi sembrano 'normali'... Le vicende che racconta non mi sembrano provocate da Lei per qualche psicopatologia, quindi mi sembra di poterle dire di lasciare che le cose maturino per vedere dove vanno (un modo di dire 'se son rose fioriranno') e di poterle solo augurare buona fortuna.
Cordialmente
drGBenedetti

Grazie dottore, le sue parole

Grazie dottore, le sue parole hanno fermato l’uragano di: “avrei dovuto fare/dire/sentire/desiderare diversamente!”; “dove ho sbagliato?” e di “è colpa mia che non sono abbastanza xyz” .
Penso che tornerò a rileggerle quando sentirò che sto ricominciando a rimuginare.
Ho paura che non siano rose, neanche questa volta.
Sono un po’ giù e “stanca”; Niente di ché, conosco bene queste sensazioni e ora non arrivano ad essere al livello del mio primo post.
E’che a volte mi sento piuttosto stufa e sola.
Per ora la saluto e la ringrazio ancora.

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