Fobia delle scale

Egregio Dottor Benedetti,
Le scrivo per avere un suo parere riguardo la fobia specifica nel mio caso paura delle scale soprattutto nello scendere inoltre non tutte mi spaventano, dipende da alcune caratteristiche presenza o meno del passamano,dal colore,se sono ripide o meno e persino da come mi sento.
Sono in psicoterapia da diversi anni e mi trovo bene con la terapeuta.Grazie alla psicoterapia il mio carattere è migliorato più disponibile e spontanea,ma la fobia ha un andamento varibile.
Non vorrei annoiarla con le scale,ma sono un ostacolo che si presenta spesso,tra le tante fobie proprio questa e perchè no quella dei serpenti?La fobia era presente sin dall'infanzia ma era molto meno invalidante ovvero affrontavo meglio le scale.
Ricordo che allora tendevo a nasconderla e siccome i "modelli di scala" che mi spaventavano erano relativamente pochi era più facile.Facevo questo perchè i miei genitori mi paragonavano ad altri bambini che non avevano paura ed erano bravi.In pratica da questi paragoni ne uscivo male come soggetto incapace.
Insieme alla terapeuta abbiamo notato che la fobia aumenta quando ho meno fiducia nelle "mie risorse" e quando mi sento in trappola ovvero non posso tornare indietro.
Purtroppo ora ci sono entrambe le condizioni,Le chiedo se secondo lei ci sono dei modi per impedire che si formi questo legame o nesso tra le difficoltà che si incontrano nelle vita e la ricaduta sulla fobia.
La ringrazio per la sua cortese attenzione e cordialmente la saluto.
...

non del tutto..

Non del tutto errata la sensazione che per vicolo cieco intendessimo cose diverse.Non mi riferisco al fatto di conoscere qualcosa tantomeno me stessa o la mia situazione.
Mutuando le parole dall'insiemistica,mi riferivo ad un sotto insieme,una piccola parte.
Mi riferirivo ad es alla facoltà,scelta poco felice,ed è un eufemismo,ora non mi è possibile tornare indietro e cambiare e neanche avrebbe senso buttare via un bel numero di esami sostenuti.
Mi riferivo alle modalità con cui avevo chiesto aiuto in passato chiaramente poco efficienti e non prive di conseguenze,e anche chi lo avevo chiesto che forse non poteva o non voleva essere d'aiuto.In sintesi ora mi ritrovo sia con i problemi per cui avevo chiesto aiuto più qualche altro.Non occorre citare l'Ecclesiaste per dire che c'è un tempo per tutte le cose.
Non ho alcuna pretesa di sapere come stanno le cose anche perchè ogni giorno mi ritrovo davanti ai miei 'limiti'.Non saprei neanche se riesco a fare qualcosa discretamente,ma tra paura delle scale efare cose che non mi riescono alla fine le risorse sono diventate fragili e basta poco per distruggerle del tutto.Ora potrebbe dire che tutto ciò conferma le sue parole,ma sarebbe abbastanza superficiale e non terrebbe conto dell'ambiente e della realtà.
In estrema sintesi mi riferivo solo ad una parte del tutto,che può essere più o meno importante a seconda delle priorità delle persone.
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Crepi il lupo!

finalmente

Con un pò di ritardo posso continuare a prendere "la pillola della felicità".Niente di particolare si acquista anche senza ricetta.Probabilmente la defizione data è molto colorita.

La defizione di vicolo cieco è circoscritta a fatti particolari e non al tutto.
Per quanto riguarda il tutto,non mi pronuncio.
Però posso aggiungere che Glays ha trovato positivo che 'giocassi'secondo lei il gioco può essere una cosa molto seria e non credo si riferisse alla borsa.
Come pure ha trovato positivo che nel sogno indossavo dei pantaloncini...ma non mi sono chiari i motivi per cui trova positivi questi aspetti.Anche questo può essere un modo per non fare sempre la stessa strada:interssarmi ad aspetti positivi anche se notati da altri.

Forse queste ultime lettere

Forse queste ultime lettere mi aiutano a mostrarle che Lei qui si limita a 'spiegarmi le cose', presupponendo quindi di saperle Lei, come stanno:

"Non del tutto errata ...Non mi riferisco...
...mi riferivo ad...
Mi riferirivo ad es ...
Mi riferivo a...
In sintesi ora ...
Non ho alcuna pretesa di sapere ....Ora potrebbe dire ..ma sarebbe abbastanza superficiale e non terrebbe conto ...
In estrema sintesi mi riferivo ..."

Sembra un'insegnante che corregge il compito di un allievo zuccone che non capisce...e anche di un'allieva simile (una parte di se stessa)
Continua con lo stesso tono:
"La defizione ..
Però posso aggiungere...
Come pure ...ma non mi sono chiari i motivi...
Anche questo può essere un modo per non fare sempre la stessa strada:interessarmi ad aspetti positivi anche se notati da altri."

Solo alla fine concede che qualcosa "non le è chiaro" e potrebbe interessarsi ad altro, cercando, spererei io, di esplorare e conoscere quello che non conosce, che è la maggior parte, non perchè Lei sia ignorante (come teme forse che io pensi...), ma perchè è così per tutti noi umani limitati, specialmente verso se stessi, e usiamo i paraocchi di quello che sappiamo per chiuderci la possibilità di scoprire qualcosa (anche se diciamo di non sapere niente: anche questa è una pretesa di sapere, pur se in negativo).
Sarà la proibizione biblica dell'albero della conoscenza, che dà la fobia di scoprire...
Forse è questa la sua vera fobia.

come si dice...

Non mi pare di aver detto niente di particolare,solo che non son portatata verso alcune discipline.La sua risposta mi ha riportato indietro nel tempo quando al primo anno del liceo ero stata rimandata a disegno.Avevo provato a dire al prof che non mi riusciva disegnare.Niente da fare rimaneva della sua idea ovvero che non lo studiavo perchè sottovalutavo la materia.E poi era disegno geometrico mica un corso di pittura.All'esame di disegno mi accompagnò un ing che aveva tentato di aiutarmi,e per fortuna conosceva il prof e gli mostrò un faldone pieno di disegni fatti da me...davvero terrificanti.Così il prof si convinse che non era mancanza di volontà.
Aver notato questa cosa,la scarsa attidune,non significa sapere.Oppure ci può essere anche un altro modo di leggere il suo post-come si dice a pensare male si fa sempre peccato ma quasi mai si sbaglia-non è questione di attidune,ma proprio di incapacità,quindi qualsiasi attività/facoltà avessi scelto non avrei avuto alcuna speranza di un esito onorevole.
Sarò clemente con me stessa,ma preferisco pensare ad una scarsa propensione...A volte bisogna avere l'umiltà di dire 'ho sbagliato'e a me è capitato.
Mi ero trovata in difficoltà e avevo chiesto aiuto,può capitare,ma è andata in un certo modo.Meglio metterci la proverbiale pietra sopra.Già fatto,non per nulla non avevo neanche menzionato le circostanze in cui mi era capitato di farlo.
Può essere che la mia vera fobia sia la paura della conoscenza,mi corregga se sbaglio,probabilmente non si riferisce alla conoscenza nozionistica o di argomenti,chiaramente non si può conoscere tutto.Se intende dire che non mi conosco,sicuramente è così,tra l'altro non ho neppure provato a farlo se non per qualche dettaglio.Non è che sia un soggetto così interessante e poi ci sono tante persone,tante cose da osservare.
Non è che tema che Lei mi ritenga ignorante,lo siamo un pò tutti in diversa misura,ma usando un edulcorante,lenta a capire e sicuramente è così.
Sono davvero curiosa di approfondire gli aspetti positivi.Glays qualcosa aveva accennato.
Un'altra prospettiva!aria nuova!almeno per il momento basta con i segni meno...
P.S.
la disgrafia continua, come ha notato nel suo post,non sempre sono errori di battitura,non so se si cura o corregge o se me la devo tenere.
-c'è stata una novità,prima non era mai successo,l'ultima volta che ho visto Glays,ci siamo abbracciate per salutarci e darci ali auguri.Di solito non mi piace questo modo di salutare,a volte mi capita di farlo,ma è più un formalismo,invece questa volta..Per Glays anche questo un elemento positivo..prima neanche la mano (che maleducata!)

grisù

A volte mi sento come Grisù il piccolo draghetto che con ostinazione voleva diventare pompiere.Anche su questo è meglio stendere un pietoso velo.

alfabeto

conoscere qualche lettera dell'alfabeto non vuol dire conoscerlo per intero e tantomeno saper scrivere.

"A volte bisogna avere

"A volte bisogna avere l'umiltà di dire 'ho sbagliato'e a me è capitato."

Potrebbe non essere una vera 'umiltà', quella, ( suona come una frase fatta, di moda in società...) ma al contrario una presunzione di essere capace anche di essere umile. Sempre presunzione è....

Molto più vero dire 'non lo so' .
Forse non è questione di positivo o negativo, ma di verità e falsità, o almeno di gradi di verità, nel senso di sincerità, non presumendo che si possa conoscere la verità...

positivo,negativo

Positivo,negativo non riguarda il ns dialogo,ma piuttosto quello che accade in altra sede e l'avevo riportato solo per dire che persino a me può capitare di cambiare strada.
Ora a quanto pare ha deciso che qualsiasi cosa dica è "presunzione",è presunzione anche l'umiltà,perchè le sembra una frase fatta.Non so come usano gli altri la parola umiltà,posso parlare solo per me,la mia presunzione si deve ancora sviluppare,è solo all'inizio,non ancora arriva a tanto.
A quanto pare se non dico le parole che si aspetta del tipo 'non lo so' non sono sincera.
Ci sono cose per cui non si può dire altro che 'non lo so'altre no.
Mi sembra che stia dicendo delle cose a priori,per partito preso.Negli sbagli fatti c'erano delle richieste d'aiuto fatte in passato e riconosco fatte in modo sbagliato e a persone che non potevano/volevano farlo.Non ho specificato quali erano le circostanze,a quali persone mi ero rivolta e in quale periodo era accaduto se recente,lontano nel tempo o in un periodo intermedio.Ora sarò pure lenta a capire(a questo punto posso togliere anche il forse perchè così sono per Lei o qualcosa di simile),ma saprò,senza essere tacciata di presunzione,se mi ero rivolta ad es ad un medico,se ne avevo parlato con degli amici o parenti ed altri ancora per tentare di risolvere alcuni problemi(neanche questi avevo specificato),per dire di alcuni atteggiamenti e/o comportamenti..Ognuno si forma le proprie opinioni,pareri e potrebbe dire che anche in questo sono falsa o che non so quello che dico,liberissimo di pensarlo e di dirlo,potrei persino acconsentire,ma mi prenderei in giro da sola.Mi ero limitata a riportare dei fatti,niente di più,come se dicessi che in passato avevo frequentato il liceo scientifico e non il linguistico o il classico.
Per l'altra parte ovvero la facoltà,non aggiungo altro,tanto sarebbero presunzioni.

A Lei non va di mettere in

A Lei non va di mettere in dubbio le sue convinzioni (comprensibilmente). Però si trova in un'impasse da cui non riesce a muoversi. Forse se riuscirà a rinunciare a qualche convinzione potrà vedere al di là. Le convinzioni sono solo impalcature esterne, non sono la struttura della personalità. Le impalcature non sorreggono gli edifici, si limitano a coprirli alla vista. Però uno può anche decidere che gli va bene stare in un edicifio coperto da quelle.
Anche la 'storia' è per lo più un'impalcatura, come le storie originarie, mitologiche, di cui le patrie si ammantano, per coprire le magagne ...
Per qualche motivo Lei difende strenuamente le impalcature, mi sa che le scambia per le parti strutturali (muri, ecc) del suo edificio, quasi dovesse crollare, a toglierle, o anche solo a guardarci dietro.

convinzioni

Anch'io ho delle mie convinzioni(mi riferisco a convinzioni politico-economico,religiose,etiche ecc),dove per convizione sta,preso da Treccani,"l'essere convinto;ferma certezza morale o intellettuale,in quanto acquisita superando dubbi e ragionamenti contrastanti..".
Non mi pare di aver espresso una qualche convinzione dicendo che in un certo periodo avevo chiesto aiuto a delle persone.Se riporto ad es che mi ero rivolta ad un otorino,non è che esprimo una convinzione.
E' mia convinzione che se la paura delle scale fosse stata curata/trattata nella fase iniziale c'erano più possibilità di superarla e magari avrei avuto una migliore qualità di vita,ma forse è solo una convinzione basata sul nulla.
Lei trova che in questa sede abbia espresso delle certezze morali o intellettuali?e che le abbia difese?
Molto interessante il riferimento alla 'storia' recente,si riferisce alla patrie,prima c'erano altri ordinamenti.La 'storia' si riveste di impalcature per impedirci di sapere.Ogni tanto rileggo un libro della Caldwell,in Italia non ha avuto successo mentre in USA si,che mostra un altro aspetto della 'storia'.Nel romanzo sono descritti i banchieri,l'alta finanza ed il loro ruolo nella costruzione della storia.
Proseguendo con la sua similitudine personalità/edificio spero sia fatto con criteri antisismici.Mi sta dicendo che l'edificio non crolla.Non mi pare di aver celato qualcosa,ma se ritiene di si,forse si può rimediare,mi dica come.
Ricorro alla frase che spesso cita "non lo so".Non so perchè,ma appena ho letto la parola personalità l'ho subito associata ad un'altra parola 'disturbo',Lei non ha detto niente del genere.
Se ho capito bene nascondo la mi apersonalità/edificio,eppure ho detto tanto,mancano il numero delle scarpe,l'indirizzo...
Di nuovo non loso.
Di soppiatto ritorna quel senso di inquietidune,di ansia immotivata ecc.
Lei aveva detto che erano stati d'animo,ha cambiato idea nel frattempo?
Mi hanno detto che possono sembrare immotivati e questo contribuisce a sentirli insopportabili,ma sicuramente sottendono buone ragioni.
Anche per Lei è così o propende per delle fantasie?
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Gentile Dott.,mi aiuti Lei a gestire/conoscere questi stati d'animo e a vedere meglio l'edificio semprechè regga.Potrebbe dire che lo sta facendo,ma in questo momento non so perchè ho tanti dubbi,timori indescrivibili,indicibili,confusi.Confusione tra persone.

auguri

Gentile Dott. Benedetti,
le auguro un Buon Natale.Cordialmente.Claila

Mi sa che anche Lei, come

Mi sa che anche Lei, come succede a molti, nella smania di cercare qualcosa che pensa sia altrove, non vede quello che c'è vicino a Lei e che magari potrebbe rispondere a qualche suo bisogno o desiderio. Forse se riesce a diminuire quella smania potrebbe vedere meglio e accorgersi di certe cose. Mi sembra che sto dicendo sempre la stessa cosa, in varie maniere e varie lingue. Ma Lei vuole qualcos'altro: è quest'"altro" che la disturba,probabilmente, che Le impedisce di vedere e utilizzare le cose che ha a disposizione.
Grazie per gli auguri , buon Natale anche da parte mia.
drGBenedetti

strappi ben visibili e definiti

Sembrerebbe,seguendo il paragone che Lei faceva,che gli strappi del mio vestito siano ben visibili e definibili,inutile riportarli,tra gli strappi oltre a quelli che già avevo notato da me si aggiungono altri che Lei giustamente aveva notato e descritto bene.Non altrettanto bene è descritto "quello che è vicino a me",mi viene da pensare che la difficoltà sta nel fatto che si vuole descrivere qualcosa di evanescente.Quanto alle cose mie personali che ho disposizione,in questo momento intravedo solo un abito fatto di strappi e di rattoppi fatti male,quindi un abito inutilizzabile.Forse reagivo offendendomi o deprimendomi alla segnalazione di altri strappi nel vestito perchè non volevo ammettere che era solo da buttare via,volevo illudermi che ci fosse almeno un pezzetto integro e inoltre altri vestiti ricambio non ci sono.Non so se tutto questo incide sulla paura delle scale che è sempre stata presente anche se in diversa misura.Uno dei primi ricordi della fobia risale all'asilo,forse già da allora avevo il vestito strappato?o volevo cose che non erano alla mia portata?Non mi aspetto che Lei faccia affidamento su queste parole,già si era espresso a proposito dei ricordi-non ho chiara la distinzione tra fantasia e realtà o ha forti dubbi che riesca a distinguere-(anche questo può essere considerato un altro strappo al vestito?).
Riflessione fatta da chi è proprio "zuccona"(non capisco neanche le cose ripetute più volte).
Lei sostiene che non è rilevante sapere se un episodio è reale o immaginario,ma è impotante conoscere e saper gestire gli stati d'animo,allora come mai aveva evidenziato la possibilità che mi ero inventata una cosa così brutta?E' solo una riflessione che non si aspetta risposte,tra l'altro non servirebbe a rammendare il vestito.Ma buttiamolo pure via questo vestito,strappo in più o in meno poco cambia.

Bentornata. Non seguo

Bentornata. Non seguo benissimo la sua metafora del vestito, ma penso che i vestiti si possono cambiare...
Qualche volta però uno teme che si siano appiccicati alla pelle e di sentir male staccandoli, per cui li tiene addosso e finisce per scambiarli per parte della sua personalità. Ma è solo un vestito....

Bentrovato.

Bentrovato.I vestiti possono essere cambiati se si hanno altri a disposizione.Sono nelle mie disponibilità?Noto la differenza di prospettiva Lei dice -i vestiti possono essere cambiati- mentre io scrivevo-vestito da buttare-.Se il vestito era pieno di strappi quello che c'è sotto il vestito è persino peggio.Dicendo 'vestito da buttare'non mi riferivo solo all'abito..Questa è una opinione personale che si è rafforzata nel tempo anche in questa sede.Sotto il vestito a volte mi pare di intravedere qualcosa di brutto,malfatto e a volte il niente,sotto il vestito niente.La frase mi ricorda vagamente qualcosa.
Lei parla in generale di personalità,ma ne avrei una?forse persino Lei che è conosce il settore avrebbe difficoltà a descriverla malgrado tanti post.
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Chissà perchè dei soggetti si ripropongono nei sogni.In un sogno descritto precedemente c'era un lupo nero che mi scambiava per il pranzo.E' tornato sola che queata volta era nella veste di cane,mai visto un cane così brutto,stava sul davanzale del balcone,in casa eravamo in tre mamma,io ed una mia amica che vedendo il cane sul balcone chiede di farlo entrare in casa,ma mia madre dice di no perchè è un cane pericoloso.L'animale visto che non poteva entrare si butta dal balcone,e avevo pensato"poveretto che brutta fine!"invece poco dopo sento abbaiare,il cane era felicemente atterrato e aveva raggiunto il branco.
Sogno che piace a Glays.Mi trovo a L (località mai vista,ma che Glays conosce bene).Sono sospesa a 4.5 metri d'altezza su un seggiolino e stranamente non ho paura.Forse mi trovo al corso di L e ci sono dei portici,dall'altra parte della strada c'è Glays che sta organizzando qualcosa,forse qualche evento e ha un tavolo davanti a sè.Penso tra me "chissà che faccia farà Glays quando la rivedrò e le dirò che l'ho vista a L,ma per il momento è meglio che non mi veda altrimenti addio sorpresa".Però avevo un problema come scendere dal seggiolino posto a 4.5 m di altezza.Escludo buttarmi,per cui chiedo aiuto,ma nessuno sente,quando all'improvviso spunta una mano enorme(la mano di Escher o di F?) dalla terra che mi aiuta a scendere.
Questo sogno mi ricorda alcuni che facevo in passato quando inseguita da brutti ceffi non riuscivo a correre abbastanza velocemente da distanziarli e allora dicevo -terra,corri più velocemente per me-e mi salvavo.
P.S.
Secondo Lei ho qualche disturbo di personlità? ese si quale meccanismo di difesa uso?

ulterore p.s.

La domanda su eventuale disturbo di personalità non è dovuto al fatto che Lei ha usato la parola "personalità",ma è un dubbio che ogni tanto ritorna.
--Per un certo periodo non ho avuto momenti di angoscia profonda,paura immotivata.La cosa strana è che trovo...strano che non ci siano stati,quasi quasi mi sto abituando alla loro ciclicità?

Primo sogno. Sembra di vedere

Primo sogno.
Sembra di vedere varie parti della sua personalità, le tre donne e il cane (e il branco...) Sembra che prevalga, stavolta, una parte più saggia (prudente), per cui non succedono disastri...
Nella sua personalità sembrerebbe esserci quindi anche una parte saggia/prudente....

Secondo sogno
Per scendere ovviamente ci vorrebbe una scala...o una mano miracolosa (Escher disegna anche scale...)
Non ricordo chi è Glays... Perchè proprio 4,5 m?
Sembra che per salvarsi ci vogliano 'miracoli', quando non c'è la parte 'saggia e prudente' a guidare...
Le altre parti sembrano fare di tutto per ostacolarla, variamente mimetizzate.

linda

Gentile Dottor Benedetti,
se non ho capito male nei due sogni descritti le persone che compaiono sono in realtà parti della mia personalità compresi gli animali.Nel primo sogno,secondo la sua interpretazione, prevale la parte saggia/prudente (nel sogno mia madre),pertanto sembrerebbe che "persino"nella mia personalità ci sarebbe qualcosa di simile.Già sembrerebbe ci sia,molto probabilmente non c'è,versimilmente non c'è niente.Non ci può essere se per saggezzas'intende:capacità di seguire la ragione nel comportamento e nei giudizi.Ma non sono razionale,come notava in un precedente post-non penso,parlo solo per contraddire,ma senza fondamento logico.
C'è solo un fac-simile di pensiero,ammesso si possa chiamare tale-non c'è più niente,lo zero assoluto,che non spinge verso nuove strade o conoscenze,ma verso la non esistenza,la rinuncia,la non volontà,in sintesi si può dire che non mi interessa vivere.
Nell'altro sogno dice che ci sono parti della mia personalità(ammesso ne abbia una) che mi ostacolano,veramente mostravano indifferenza.Ho conosciuto l'indifferenza e per certi versi è persino peggiore dell'odio e del disprezzo.
Glays è la terapeuta,a lei piace tanto questo sogno in perticolare anche per via della mano che aiuta.Finalmente anch'io ricevo un aiuto dall'esterno anche se in un primo momento manca,ma so attendere e valutare la situazione.
La mano potrebbe essere la sua(sono grandi o piccole?)Ma forse è come dice Leisembra che solo un miracolo possa salvarmi e aggiunge quasi ad edulcorare la frase,che il miracolo occorre solo se a guidare non c'è la parte saggia/prudente.Nel sogno questa parte c'era,mi aveva permesso di valutare la situazione:da sola non avrei superato l'ostacolo,meglio chiedere aiuto.Ma era un sogno,come dire un pio desiderio.

Non risponde alle domande su eventuali disturbi di personalità o meccanismi difensivi usat,del resto lo aveva detto che non lo avrebbe fatto,non risponde neanche per tranquillizzare.
Per quanto riguarda i meccanismi di difesa,mi pare di ricordare,che aveva accennato alla proiezione.Ma forse ricordo male.Cosa avrei proiettato?
Il silenzio riguardo eventuali disturbi può inquietare e far nascere ulteriri interrogativi.
Anch se non vorrei fare ipotesi si formano da sè nelle forme più svariate.Hanno una cosa in comune:tutte finiscono per strappare il vestito e non solo quello.
Qualche volta sarà capitato anche a Lei di tranquillizzare le persone,a quanto pare non nel mio caso.Non solo, non sempre è agnostico(o superare il passaggio credere/non credere,perchè irrilevante preferendo focalizzare l'attenzione sulle conseguenze) riguardo le brutte esperienze del passato.Ora scrivo cose che possono sembrare banali,poco importa se lei ritiene che certe esperienze erano reali o immaginarie-Ovvero non era Lei a subire sia mentre accadeva il fatto sia le conseguenze.Conseguenze che hanno già avuto il loro pesante impatto e su loro nulla si può.Mi riferisco all'adolescenza vissuta in un certo modo e che forse mi era stata sottratta.Nulla si può per recuperare quel periodo della vita,come nulla si può rispetto a certi "automatismi".Già mi pare di leggere la sua risposta- sono presuntuosa,non cambio via e convinzioniecc-può essere che sia così,ma ormai i danni fatti rimangono tali.In questa sede mi limito a riportarli,non è che stia pensando sempre a certe cose o conseguenze,ma ci sono state e far finta che nulla sia successo,non so se sia utile e persino razionale.In sintesi è andata in un certo modo,ora mi concentro sul presente che è persino peggio.Anche questo visto da più angolazioni....non so scendere neppure da un gradino e Lei dice che dovrei uscire da un labirinto?Almeno mi aiutasse il "fisico" esteriormente sono come Linda del romanzo "i l mondo nuovo" di A Huxley.Un orrore o un errore della natura?

confronto o fantasie?

Confronto o fantasie?Leggendo un suo articolo sul suo sito riguardo il claustrum di Meltzer,ho tovato molte cose in comune tra quello scritto e quanto accaccade in questa sede.Innanzitutto la parola "claustrum" per noi più semplicemente labirinto.Non solo sul sito riprende la parola "esoscheletro"usata da Bion, nel ns caso usa la parola vestito.Mi suggerisce spesso di usare la frase -non lo so-perchè non mi conosco,forse perchè la mia personaità è immersa nel mondo dell'identificazione proiettiva?(secondo Meltzer di questo meccanismo di difesa ne fanno uso i borderline,tanto che quasila loro personalità è quasi interamente ommersa dall'identificazione proiettiva.Meltzer poi paragone ad un film di terza categoria ciò che descrivono i pazienti(descrivono le conseguenze della vit in quello stato),invece poi qualcosa cambia,questo accade quando il pz dice le cos che interessano all'analista.Quando il paziente comincia ad uscire dal labirinto,dove si era infilato(aveva fatto tutto da solo,a quanto pare l'ambiente,i traumi,i contrattempi non hanno peso),allora cambia tutto anche se il paziente si ritrova con una depressione terribile(si accorge di aver sprecato tempo),ma il lavoro diventa più interessante.Bisogna vedere per chi.
Ripeto è un confronto o fantasia? visto che Lei mi attribuisce un certo livello di fantasia,voglio essere all'altezza.

A me sembra che nei suoi post

A me sembra che nei suoi post (e probabilmente nella sua vita reale) spesso entra una specie di 'sabotatore interno' che mira solo al sabotaggio di ogni sua possibile attività. Lei lo descrive forse in questa frase: " ...(le) ipotesi si formano da sè nelle forme più svariate. Hanno una cosa in comune:tutte finiscono per strappare il vestito e non solo quello."
Lei sembra spesso identificarsi con quello e allora gli altri aspetti di sè rischiano di soccombere, o comunque fanno una fatica dieci volte maggiore del necessario per restare a galla.
Questo sabotatore usa molti mezzi per ottenere il suo scopo: uno forse è quello di volerla incatenare a una specie di 'peccato originale' da cui Lei non dovrebbe potersi liberare mai, che viene ripetuto in mille modi e mille salse, quasi a costruire un altare dove sacrificare ogni giorno se stessa...

Davvero strano

Davvero strano! Mi diceva in un post passato che ero abile nello svicolare,ma sono una principiante rispetto aLei.Ricordo benissimo che aveva detto che non avrebbe risposto ad eventuali domande,non immaginavo che questo riguardasse anche richieste di rassicurazione come esistenza di qualche disturbo o l'uso di meccanismi difensivi.Tra l'altro non sempre ignora questo tipo di domande.Non sono particolarmente legata ad episodi del passato nè mi sento in colpa o indegna a causa loro,ma rileggendo sul suo sito una risposta su traumi passati,avevo notato che neanche veniva riportata l'ipotesi di traumi immaginati,che invece prospettava per me(tanto bisogna osservare le conseguenze).Mi incuriosiva la differenza di trattamento,chissà quali sono i motivi che stanno alla base di questa differenza.
Per quanto riguarda le domande su eventuali patologie o uso di meccanismi difensivi,meglio aggiungere qualche parola.Noto che ha sottolineato un amia frase"..(le) ipotesisi formano da sè nelle forme più svariate:hanno una una cosa in comune:tutte finiscono per strappare il vestito e non solo quello."
Piccola bugia le ipotesi non si formano da sè,ma seguono un certo tipo di ragionamento.Diciamo che non volevo smentirla,per lei non sono razionale,non penso,anche questo ricordo.
Quali motivi ci potevano essere per la mancata risposta?Se non ci fossero state patologie o uso incongruo di meccanismi difensivi lo avrebbe detto subito,quindi questa ipotesi l'avevo esclusa subito,quindi focalizzavo l'attenzione su eventuali patologie e connessi meccanismi difensivi,da qui la lettura sul suo sito del claustrum di Meltzer.Meccanismi difensivo l'identificazione proiettiva ...Avevo escluso anche l'eventualità che stesse valutando la situazione e che pertanto si riservava altro tempo prima di rispondere.Esclusa questa eventualità perchè lo avrebbe detto esplicitamente e poi mi sembrava molto sicuro si sè quando diceva che non penso,non sono razionale,sono presuntuosaecc.
Ora parla di un "sabotatore interno",non so cosa intende per "sabotatore interno" forse si riferisce a quello di Fairbain?non so s e effettivamente c'è.
A me ricorda qualcosa che mi è sempre stato detto ovvero che ero io che mi autosabotavo e con questa frase si liquidavano tutti i problemi così non venivo neanche curata e neanche mi ascoltavano,c'erano sempre altre priorità.Persino ora ho difficoltà con il concetto di prendersi cura di sè.Ma questa è un'altra storia.

Forse confonde (nel senso di

Forse confonde (nel senso di non distinguere) il 'sabotatore interno' con tutta se stessa ("ero io che mi autosabotavo"...). Per ciò forse ha difficoltà col prendersi cura di sè. Forse quindi non riesce a distinguere il sabotatore da sè anche nel difendersene, per cui richia di buttare via il bambino con l'acqua sporca...
Ovviamente sono solo parole che cercano di descrivere, concetti che qualcuno ha inventato o scoperto, ma possono essere utili a raffigurarsi dei possibili processi mentali, così come una mappa non corrisponde esattamente a un territorio, ma può aiutare a orientarsi. Purtroppo non disponiamo ancora di un 'navigatore satellitare'per la mente...

sempre e comunque equivoci

Ancora equivoci.La frase che attribuisce in realtà mi veniva detta da altre persone nel momento in cui dicevo che avevo qualche problema che poteva essere di salute o altro tipo.In pratica, secondo queste persone non utilizzavo al max le risorse mi sottovalutavo ecc,ma come aiuto concreto niente.Quindi piccole patologie,difetti fisici non curati sono diventati dei problemi più gravi o più difficilmente curabili.Questo non vale solo per la salute.A quanto pare chi chiede aiuto per qualsiasi motivo e poi non lo riceve ha un sabotatore interno.Non ricordo se in questa sede o in un'altra sede avevo posto la domanda sul perchè di tanta indifferenza..Forse era in un'altra sede anche perchè lì avevamo parlato delle occasioni in cui mi ero trovata in difficoltà e delle volte in cui la richiesta di soccorso era pesante.La risposta ancora la cancello dal cellulare"non so perchè sono stati trascurati certi comportamenti eclatanti!"
Non so se c'è questa parte di me,sabotatore interno,ma ammesso ci sia,secondo Lei non è uscito rinforzato dopo che mi ha detto che non ero capace di cambiare convinzioni,che ero presuntuosa,che non ero razionale,che non pensavo ecc?meglio mettere ecc che completare l'elenco,anche se si può aggiungere,meno uguale degli altri,ma questa è una mia libertà.

Sono solo parole...ma forse le parole possono uccidere.
Per fortuna che non c'è quel tipo di navigatore,chissà chi lo userebbe e come.
rileggo una definizione di s.i. -quella parte dell'io profondamente contaminata da un senso di cattiveria e capace di boiccottare i miglioramenti della personalità-ma chi ha un s.i. non si limita a questo.

Sembra che ogni mia parola la

Sembra che ogni mia parola la ferisca e inneschi reazioni risentite e polemiche. Può darsi che sia come se 'il governo' della sua personalità si sentisse minacciato nel suo potere, e rispondesse chiamando alle armi contro il pericolo esterno, addirittura anche se dovrebbe essere un 'alleato'. Di solito succede -anche nel mondo reale- quando un 'governo' si basa sulla forza e sull'inganno del popolo, o peggio...
In una nazione, e in una personalità, ci sono parti e posizioni diverse. Il 'nazionalismo' cerca di coalizzare tutti contro un nemico esterno, di solito, per mantenere lo status quo , soffocare l'opposizione ed evitare cambiamenti.
Rischio di venir trattato da nemico, o alleato traditore, temo...

nessuna intenzione

Nessuna intenzione di essere polemica.Se ci fosse un sabotatore interno ( o per dirla con altre parole la "tirannide" di Meltzer o persino "organizzazione patologica di personalità")sarebbe davvero triste,perchè dopo aver chiesto aiuto invano oppure averlo ricevuto con notevole ritardo,sentirmi dire che in pratica ero io o una parte di me che distruggeva le opportunità,quasi avessi inventato ancora una volta sia le richieste d'aiuto che l'indifferenza.
Neanche nella domanda c'era intento polemico,se c'è questo sabotatore interno,chiedevo se alcune espressioni potevano alimentarlo..non so da dove spunta e quando spunta questa parte e cosa l'alimenta.
Non so se è esatta la descrizione di S.I.,se è sbagliata,per favore mi può dire quella più esatta?
Addirittura una chiamata alle armi...anche contro di Lei.Non ho status quo da mantenere.A volte non mi sono chiari i motivi,gli argomenti che porta a sostegno di alcune sue idee del tipo che rispondo come un bastiancontrario o che non pensoecc.
Qualche volta ho avuto dei dubbi se Lei fosse un alleato o meno, mi riferisco a momenti particolari quando sembrava che stesse per distruggere alcune "piantine" che con difficoltà stavano per nascere.
Nel mondo reale,le guerre si fanno anche per i profitti.Ci sono persone che le sanno gestire molto bene.Queste persone non hanno nulla a che fare con le ideologie,le forme di governo o gli ideali,sono anche al di là del bene e del male(sono amorali).Queste cose per loro sono trivialità comprese le frase orecchiabili che propinano al popolo.Il pensiero non è mio,ma di una scrittrice americana,che infine scrive "il presidente J. F. K.sapeva di cosa stava parlando quando parlava dei gnomi di Zurigo".Comunque o cospiratori o tiranni o nazionalismi il risultato non cambia.

per chi ha scarse attitudini

Gentile Dottore per cortesia chiarisca meglio ilsuo pensiero.Ulteriori spiegazioni sono necessarie per chi come me ha scarse attitudini .
Negli altri due post non c'erano intenti polemici o elementi di ingratitudine.

Gentile Claila, non è

Gentile Claila,
non è questione di 'spiegazioni' o di chiarimenti: le mie risposte ai suoi post sono solo descrizioni dei fenomeni che vedo, cioè delle impressioni suscitatemi dai suoi post stessi. Una descrizione di questo tipo non si può 'spiegare', se non è chiara si può solo aspettare che altre immagini e descrizioni permettano di vedere meglio. Sono ovviamente descrizioni dal mio "punto di vista", Lei può tenerne conto o meno per integrare quello che vede dal suo.

spiegazioni

Non avrei chiesto spiegazioni se non avessi voluto tener conto del "suo punto di vista".Risponde che delle impressioni non possono essere spiegate,si può solo attendere che altre immagini chiariscano meglio.Mi viene in mente la frase che qualcuno,non ricordo chi,mi aveva detto in passato a proposito di cose che non sono spiegabili ."..è come spiegare il blu,o qualsiasi altro colore,ad un cieco..".Ora riesco a comprendere questa sua risposta fino a poco fa avrei avuto grosse difficoltà.Nel senso che qualsiasi impressione,valutazione ecc,ritenevo che doveva essere supportata da argomenti,fatti ecc.Questa intransigenza non era solo verso gli altri ma anche verso di me.Di fatto così ignoravo tante cose che non sono razionali e/o che non possono essere spiegate.
Ritiene che sono polemica (vero,ogni tanto mi capita di esserlo,ma qui lo dico e qui lo nego),quindi ricorro a un pò di polemica.
Una persona con le caratteristiche che Lei le attribuisce (irrazionalità,non pensare,che usa il contraddittorio tanto per farlo,fissa nelle sue convinzioni,presuntuosaecc)non ha alcun bisogno di una parte di se stessa per sabotarsi semplicemente perchè non ha niente da sabotare,è già un disastro di suo.
In un sogno avevo un anello molto particolare,di gran valore,era uno smeraldo con ai lati come due ali di filigrana d'oro.Il suo valore era anche nella lavorazione.Ero tra la folla.Mio padre mi chiede come mai avevo quello splendido anello e rispondevo che non era mio,ma di una mia amica che me lo aveva dato perchè lei aveva paura di perderlo,troppo lento.L'anello le era stato regalato un farmacista.Camminando tra la folla notavo che alcune persone volevano rubare l'anello,mi accorgevo che erano diventati due,avevo un altro anello,sempre della mia amica,con un piccolo diamante.Avrei fatto di tutto per proteggerli,visto che la mia amica me li aveva affidati.
Altro sogno.Avevo dei problemi con dei libri nel senso che erano tanti e non riuscivo aportarli,scivolavano.Mi dicevo perchè non ho portato la borsa...Da uno stanzino esce il dott D. che mi invita ad entrare nello stanzino e mice ti lamenti e guardo dove vivo..Effettivanente era un luogo molto ristretto e con lettino posto in un angolino,più qualche altro mobile messo per caso.

post scriptum

post scriptum
--solo in sogno potevo portare degli anelli..decisamente non mi piacciono
---secondo Glays(la terapeuta)ho cambiato modo di essere ironica,ora c'è solo ironia con un gusto gradevole mentre in passato all'inizio c'era soloil gusto dell'ironiama poi lasciava un retrogusto di cinismo,sarcasmo tagliente.
---secondo un suo collega,il sabotatore interno o organizzazione patologica di p. è potenzialmente presente nella condizione nevrotica,ma molto più massiciamente in quella borderline e psicotica.Secondo Lei quale delle tre mi corrispponde?

Lei scrive ..."non ha niente

Lei scrive ..."non ha niente da sabotare,è già un disastro di suo."
Ma nel sogno ha un anello prezioso, poi due, che qualcuno minaccia di rubarle... Solo che non sono suoi, glieli hanno affidati. E troppi libri che non riesce a portare...
I sogni sembrano contraddirla: le cose di valore non sembrano mancarle, e neanche i sabotatori, o ladri, e poi i genitori, le amiche, i dottori...

p.s.: chissà se alcune sue domande non sono in realtà un atto di 'sabotaggio'?, come forse il cinismo, sarcasmo, ecc...

sabotaggio

Dalla frequenza con cui usa la parola "sabotaggio" forse vuol dire qualcosa o deve essere significativa.
avevo scritto "non ha niente da sabotare,è già un disastro di suo".La frase mi appartiene.ma secodo me,era una specie di deduzione rispetto ad alcune sue parole o se preferisce rispetto ad alcune osservazioni che faceva sugli strappi del mio vestito.La memoria inizia a presentare segni di cedimento per cui non ricordo tutte le sue parole del tipo-confusione tra realtà e fantasia,irrazionalità,presunzione ecc.Ho messo nsieme le sue parole e la prima osservazione che mi è venuta in mente è stata proprio che disastro di persona!
Ora dice che le cose di valore sembrano che non mi manchino(il primo ad essere sorpreso della loro esistenza sembra sia proprio Lei)ma forse vuole semplicemente edulcorare quanto detto in precedenza.
Non era opportuna la domanda circa la condizione che mi appartiene?Dopo aver letto una definizione di sabotatore interno ...da qui la domanda.
Ma vediamolo meglio questo sabotatore...dove,come,quando decide di fare la sua comparsa...è così grave che ci sia..cosa si fa di solito ..lo si ignora, lo si uccide o altro..

esatta la sua frase che non riesco a muovere un passo,tra l'altro le scale non è che siano così rare.ma non ci sono solo loro.Come convivere con il dis.....oppure come sopportare alcuni pensieri che si impongono..

piccole amenità

Piccole amenità o stranezze.
--mi hanno incuriosito le sue parole sul sabotatore interno,considerato che Lei è poco propenso ad aggiungere altro,allora ho ordinato un libro sull'argomento,ma a quanto pare il sabotatore è stato...sabotato.
---mi chiedo come è il mio vestito,considerato che per Lei è pieno di strappi e per altri no.
---stavo rileggendo un post (quello con tanti errori di battitura,un pò erano refusi,un pò l'angoscia e infine la disgrafia) e alcune sue risposte.Riporto parte della sua risposta:"così forse ci libereremmo della questione -ricordi-se sono veri o no,che è forse un falso problema che impedisce di vedere quello vero,come gestire quegli stato d'animo..".
Chissà se ci siamo liberati dal falso problema e se sappiamo gestire gli stati d'animo.
---facendo propri i suggerimenti dei comportamentalisti...Mi ero chiusa in bagno al buio.Rispetto ai primi tentativi è andata bene,ma c'era sempre sullo sfondo la paura,meno invadente che in passato,tuttavia alcuni movimenti non ero riuscita a farli.Chissà se i fantasmi escono dai sanitari?
---su un sito ho trovato questa espressione paricolarmente buffa. Gli psichiatri non sanno pronunciare la parola "ornitorinco".
la cosa più strana è che continuo a tentare di superare la fobia,ma pare che si sia cementificata.

Sembra passare un momento

Sembra passare un momento difficile...
Chissà perchè prende le mie parole sempre contro di Lei. Se uno avvisa un altro della presenza possibile di un 'sabotatore', non è un atto ostile, mi sembra. Anzi, dovrebbe essere un avviso ad identificarlo e difendersene meglio. Sarà il 'sabotatore', eventualmente, ad essere irritato e ostile

come dire

Come dire,il momento è difficile e non ci sono soluzioni praticabili,almeno per ora.
Non ho preso le sue parole come se fossero contro di me,ma le ho riunite,le aveva dette in vari post,e le ho messe in fila,messe insieme danno un'immagine sconfortante,di una persona irrazionale,incapace di cambiare idea,che non pensa,presuntuosa,che confonde realtà e fantasia...In momenti meno difficili avrei dato un'altra lettura a queste parole,invece ora mi sono sembrate come una conferma del difficile momento,ma per mia fortuna c'è chi mi fa vedere altri aspetti.
Per quanto riguarda il sabotatore interno,non mi pronuncio ho pochi elementi.Posso fare delle considerazioni circa alcuni suoi post:
-la parola sabotatore appare di frequente,quindi ha un significato particolare;
-sembrerebbe sempre iù certo della sua presenza.
Per questo in uno degli ultimi post le chiedevo dove,come quando,perchè nasceva questo sabotatore,cosa fare eventualmente.Chissà se è un difetto di "fabbrica".
Ho trovato questa definizione.
-con questo concetto si intende una parte dissociata del sè,carica di dolore erabbia,che cerca di distruggere o sabotare le relazioni,le aspirazioni sane proprie e altrui-
per altri è un modo di difendersi,e da chi dovrei difendermi?
Se le caratteristiche descritte sono esatte riportate a me,trovo che sia davvero triste,non solo non ero stata aiutata era stata una parte di me a distruggere.Può darsi che le cose non si elidano come potrebbe sembrare a prima vista.Può darsi come ulteriore ipotesi che Lei mi ritenga così incapace di vedere la differenza tra realtà e fantasia che praticamente avevo immaginato di chiedere aiuto insieme al resto.
Noto che ricompare una certa parola,che non mi aveva portato bene,mah! speriamo che la storia non si ripeta.

A mio avviso Lei fa

A mio avviso Lei fa un'eccessivo uso dell' "analisi del testo". Sezionando e selezionando e analizzando le parole e i discorsi temo si perda il significato delle comunicazioni, che credo dipenda da qualcos'altro. E' un po' come classificare le farfalle, fissandole a una tavola: forse si possono studiare meglio certe caratteristiche, ma perdono quelle essenziali per vivere e volare. Forse è la stessa cosa per il 'significato' delle cose, non letterale, ma emotivo, vitale. Provi a lasciar volare le farfalle, anche se così non si possono trattenere a lungo e volano via. Credo che sia molto meglio che non spillarle e poi studiarle.

farfalle

Bella la metafora delle farfalle.Vorrei lasciar volare le farfalle os e preferisce trovare il " significato" delle cose non letterale,ma emotivo,ma non so farlo.Forse potrebbe dirmi Lei quale poteva essere il significato emotivo di alcune sue espressioni.Se è possibile farlo o dipende dalla chiave di lettura personale.Francamente non so trovare il significato vitale di alcune sue espressioni,e a volte non so neanche il significato letterale perchè ad es per il sabotatore interno non è che viene visto allo stesso modo dagli studiosi.Se Lei evidenzia questo aspetto evidentemente c'è,solo che non riesco a trovarlo.Di nuovo il " senso di incapacità" che si ripropone,che sottolinea gli altri,su cui è meglio stendere un pietoso velo.
Incapacità davanti ad una semplice scala.Incapacità nell'affrontare un argomento.Non sono le cose ripetute pù volte a ingombrare la mente impedendo di andare avanti,ma le cose appena accennate e forse neanche dette.Queste cose non solo ingombrano,formano delle crepe,delle ombre nei rapporti quotidiani e falsano le comunicazioni.Queste non sono "verità" nè relative e tantomeno assolute,ma sono del semplici riflessioni che fanno parte della mia vita.Il timore che si possa ripetere qualcosa,che se ripetuto diventa ancora più grave.Forse non ci sono neanche i presupposti che si verifichi,ma bastano le aspettative.Come per le scale non ci sono motivi per pensare ad una possibile caduta e neanche di ritenere che se si verificasse tale eventualità ci sia necessariamente l'impossibilità di rialzarsi.Troppi se e ma.Con i se e i ma avanti non si va,diceva l'antico detto.Pensieri non voluti,difficilida respingere.

"non so farlo": non è una

"non so farlo": non è una cosa che si sa, o che si impara. E' una cosa che avviene da sè se si lascia avvenire. Se diminuisce il 'controllo razionale' sulle attività mentali, forse molte capacità possono venire fuori da sole. E' un po' come togliere i paraocchi.
Il significato emotivo: non credo che si possa dire, spiegare, nemmeno questo. Si può cogliere se per così dire "l'organo ricettivo" è libero di funzionare. Come una musica: difficile 'spiegarla', si può 'sentire', ma a volte uno si mette i tappi, e non ricorda di averli messi.
"un velo pietoso" e se quel velo disturbasse e impedisse di vedere...?
"semplici riflessioni " forse sono come immagini 'riflesse' dagli specchi di un labirinto, come i 'motivi' razionali.
La questione è uscire dal labirinto, senza farsi prendere dalle immagini rifesse...
"Pensieri non voluti, difficili da respingere".
Ovviamente se uno deve fare un'attività, deve concentrarsi e non seguire tutti i pensieri, ma in genere i pensieri non sono 'controllabili', anche di quelli forse occorre cogliere il significato emotivo, come sopra. E anche quello forse non possiamo farlo attivamente, possiamo solo lasciare che avvenga.
Lei non è che "non sa" fare le scale, bensì c'è qualcosa che blocca la sua capacità. La 'fobia' sembra come che rappresenti la situazione generale.
A volte, se la macchina non va, non è da spingere di più l'accelleratore, ma da togliere il freno.
Scusi l'eccesso di metafore...

qualcosa non torna

Qualcosa non torna.Ora viene fuori il 'controllo razionale'.Potrà sembrare strano,anche per via del precedente post,ma non è che le emozioni mi siano del tutto estranee,non sono insensibile davanti ad un tramonto,ad un paesaggio o alla musica di Beethoven,grazie agli organi percettivi che funziano,è possibile provare delle sensazioni,così pure leggendo un romanzo,ma se non capisco le parole,i concetti,non posso provare alcuna emozione.Ma è un mio limite.
Il velo viene messo proprio per non vedere,almeno per il momento,poi si vedrà.
Alcune di quelle che Lei chiama 'immagini riflesse negli specchi di un labirinto'si sono formate in questa sede e forse si potevano evitare.Se faccio una riflessione questa diventa un'immagine in uno specchio che trae in inganno,quindi è falsa,fuorviante.Di nuovo,sia pure indirettamente mi dà dell'incapace.Non è che per questo che mi offenda o risenta,forse è proprio così.
Chissà perchè le cose che ci disturbano,che formano ombre,che ingombrano la mente,di solito si preferisce tacere o smussare eccessivamente e il senso cambia.
Com ecogliere il significato emotivo di alcuni pensieri che ogni tanto s'impongono?come dice Lei,aspettiamo che avvenga.Tuttavia alcuni di loro sonodei pensieri che s'impongono altre si possono definire come reazioni immediate senza pensiero,come dire, istintive,come una difesa corporale.
Dice che c'è qualcosa che blocca la capacità di affrontare le scale,tuttavia qualche 'difettuccio' fisico rende più impegnativo affrontarle.

post scriptum
-le sue metafore sono sempre molto belle ed interessanti,ma fuor di metafora quale sarebbe il freno?
--più o meno all'inzio di questa conversazione (quanto tempo è passato!)avevo letto l'unico 'articolo' in cui parla di una fobia e nella fattispecie era la fobia scolare,che viene paragonata a qualsasi altra fobia.Anche la mia fobia dava i primi segni della sua presenza sin da subito e questo secondo Lei cosa implica a parte il fatto che a quanto pare dopo diventa "incurabile?

Lei ha difficoltà a

Lei ha difficoltà a rinunciare al suo 'stile', (domande, contestazioni, 'ragionamenti', deduzioni, risentimento ecc...), e tende a irritarsi se non offendersi se glielo faccio notare, con l'ipotesi (mia) che quello 'stile' le impedisca o la ostacoli nel suo progredire. Come se nel procedere attraverso una palude lei si ostinasse a indossare i sandali invece che degli scarponi più adatti, o viceversa ( ho visto una volta che per trovare le anaconde nelle Amazzoni i cercatori andavano scalzi proprio per sentirli con i piedi, sotto l'acqua fangosa...)
Ma sandali o scarponi non fanno parte della personalità, come mi sembra pensi lei: si possono cambiare a seconda dei terreni attraversati. Fuori della palude lei potrà usare sandali o simili, ma qui non sono molto utili, a mio avviso...
Quello che facciamo qui non è un'analisi del testo, ma una ricerca di qualcosa di non evidente. Le varie frasi del testo che lei spesso contesta o 'non capisce' sono come delle sonde, per esplorare il terreno: lei sembra occuparsi più delle sonde, dello strumento, che del terreno sondato... Altrimenti detto guardare il dito invece che la luna che viene indicata...
Mi rendo conto di fare troppe metafore...

nessun risentimento nè offesa

Non sono nè risentita nè offesa.Se Lei avesse percezione di come mi sento molto probabilmente non si sarebbe espresso così.
Forse mi sta chiedendo di fare l'impossibile,le chiedo scusa se uso alcune delle sue metafore.Lei indica la luna ad un cieco,non vede nè il dito nè la luna,ma chiederà una descrizione.Chiede di attraversare una palude a chi è su una sedia a rotelle.Senza polemica o risentimento se non so cosa significa la parola 'climacofobia'non sono in grado di cercare niente,nè l'evidente nè il non evidente,rimane sola una parola fatta di consonanti e vocali.
In questo momento non sarei capace di attraversare alcuna palude neanche con un mezzo meccanici idonei.

sensazioni soggettive

Provo a descrivere le sensazioni rispetto ad alcune sue risposte.
Leggendo le sue risposte recenti spesso e ancor di più con l'ultima mi sono sentita come se fossi la persona con la macina al collo da buttare dalla rupe più alta.La persona in questione è descritta nel vangelo di Marco.Era ritenuta così indegna,di poco valore che persino Gesù sempre propenso alla comprensione alla giustificazione se non al perdono,in questo caso,adotta un altro criterio:che sia buttata dalla rupe più alta.Mi sono ssentita distutta come persona e per questo privata di dignità,come qualcosa,non più persona,da buttare.Non c'è offesa o risentimenento in questo,ma solo un senso di inutilità--tanto qualsiasi cosa tento di fare o è inutile o è inadatta se non addirittura sbagliata.Sbaglio anche se seguo i suoi consigli.
Non so perchè,ma mi sono sentita così.Non so perchè mi sono venuti in mente quei versetti del vangelo,che tra l'altro è tempo che non lo leggo più.

Comunque,non riesco a trovare aspetti nè evidentinè poco evidenti senza avere come base di partenza il significato delle parole,che altrimenti restano un insieme di vocali e consonanti.
Sarò pure scema,ma non mi riesce.

Può darsi che sia di fronte a

Può darsi che sia di fronte a qualcosa che non capisce, come un'altra lingua sconosciuta.
Ma di solito uno non si sente 'scemo', o incapace, o distrutto, o buttato dalla rupe (c'è anche la rupe Tarpea...) in questo caso. A meno che non pensasse di conoscere tutte le lingue del mondo. Magari si può sentire sperduto, smarrito...
Ho l'impressione che Lei si senta smarrita non trovando i suoi punti di riferimento abituali nelle mie risposte.
Ma Le direi che venire qui non serve a ritrovare i suoi soliti punti di riferimento - sarebbe inutile, sono quelli tramite cui si è ritrovata nella fobia/labirinto/ecc - ma eventualmente a farsene degli altri...

Cerchiamo di uscire da questa situazione.
Le suggerirei di non rispondere subito, ma di aspettare il tempo di 'dimenticare' il contenuto della mia risposta, quindi forse qualche giorno, prima di scrivere il post successivo. Un ritmo di due post per settimana forse potrebbe andar meglio.

parole non dette

Parole non dette.Ero rimasta in silenzio davanti al dolore silenzioso di Woodstock.Un dolore grande,composto,vissuto con dignità,affrontato da solo,affidato ad una sola lacrima.Non ti dissi niente e non ne sarei stata capace.Parecchi anni dopo ti ho sentito al telefono mi eris embrato un pò giù,ma questa volta....forse ho messo la " pezza a colore"come spesso mi dicevi.Perchè non sempre riesciamo ad esprimerci con le persone che ci stanno accanto?poi quando si allontanano..Dirle dopo certe parole non hanno più senso.

--sogno con i cani.Ero in un piccolo negozio e aspetavo il mio turno,quando sento delle voci alle mie spalle,un uomo parlava con dei suoi amici e gli diceva ch aveva messo in punizione il suo cane perchè troppo esuberante e gioioso,mi volto e vedo un povero cane grigio scuro accucciato per terra davanti ad una ciotola.Non si muoveva non avrebbe mai disobbedito all'ordine di stare fermo.Vicino c'era un altro cane,sempre di piccola taglia,ma bianco con delle macchie scure.Faceva dei dispetti all'altro cane,fingeva di mangiare nella sua ciotola,ma l'altro non si muoveva.Allora decide di fare 'pipì' sul muso del cane scuro.Non c'era cattiveria in queste azioni,ma solo il desiderio di ritrovare il compagno d i giochi.Il cane accucciato come mi vede sembra riconoscermi e si avvicina facendo le feste,si avvicina anche l'altro cane con le stesse intenzioni.Ma ora il cane che aveva subito la punizione sembrava essere quello bianco.presto maggiore attenzioni a quest'ultimo che era stato messo in castigo,ma non era quello scuro?

Cosa dirle Dott B. grazie o sorry?una bella lotta tra i due.

Nel sogno sembra esserci un

Nel sogno sembra esserci un po' di confusione. fra i due cani 'di piccola taglia', che alla fine non si capisce quale era in castigo. Ma forse anche sui motivi della punizione : 'troppo esuberante e gioioso'. E sui sentimenti e intenzioni dei cani, dispetti, pipì, ma senza 'cattiveria', e Lei non sa bene a quale dare più attenzione... E il cane accucciato sembra 'riconoscerla', mentre lei è presa dai dubbi....

Mi sa che ha preso la mia risoluzione come una 'punizione', forse per la sua esuberanza. Ma non è così, è una definizione di limiti - forse da fare prima - per diminuire la confusione.

Non ho capito il primo paragrafo.

woodstock

Il primo paragrafo dell'altro post l'avevo scritto come se avessi davanti Woodstock.
---Proviamo e forse la confusione andrà via.
---La coppia,numero due, avrà pure qualche senso se si ripete nei sogni.
Mi affaccio sul balcone di casa e penso tra me:-me lo ricordavo più grande e più solido-Il balcone sembrava che potesse cadere tanto era inclinato.Un vicino di casa mi fa notare che il balcone è diventato sicuro grazie a dei lavori fatti dal comune sulla strada.Insomma si era formata come una specie di collinetta asfaltata che collegava la via al balcone rendendolo più sicuro,ma questo rendeva il primo piano un pianterreno.Mi guardo intorno e vedo le vicine che fanno le prove per la prossima sfilata,indossano diversi vestiti e si stanno divertendo molto.Sposto la sguardo e vedo che mia cugiana sta per ricevere degli ospiti.Sono due donne molto belle,bionde con i capelli raccolti,affascinanti,misteriose,sono vestite di seta bianca,hanno una sciarpa che le copre parte della testa e della gola.Forse gemelle.Chiudo il balcone,l'aria si è cambiata.Incrocio la dott KK,ospite a casa,mi assicuro che stia comoda.Il suo letto non mi pare abbastanza confortevole(che strano sono le lenzuola di W.Mi viene da pensare ora) e lo sistemo al meglio,ma lei mi assicura che si trova bene.--
Nel sogno ho dato un volto alla dott KK (viso sorridente,capelli scuri raccolti in una treccia),ma non ho mai visto la dott,però conosco la voce e nel sogno non era la stessa.
Mah! la dott kk.
P.S.
Chissà se non ci fosse stata una "fantasia" tanto "fantasiosa"e priva di fondamento sarei riuscita ad esprimermi così liberamente(forse troppo) in questa sede,forse sarei stata più distante..Forse anche quella fantasia era un'altra "pezza a colore" come avrebbe detto il mio amico Woodstock.

Beh se il balcone è collegato

Beh se il balcone è collegato con la strada come se fosse al pian terreno, non c'è più bisogno di 'scale'...
Quando sposta lo sguardo (dalla fobia?) si vedono vari personaggi femminili, ma si infiltra, anche qui, il personaggio 'W', 'il suo amico W', che in questi ultimi post è comparso varie volte...

una cortesia

Gentile Dott. Benedetti,le chiedo una cortesia potrebbe indicarmi il nominativo di un suo collega,che si trovi nell'ascolano?L'informazione non è per me,ma per una persona che sta passando un momento difficile.

A volte con Lei sono un pò sulla "difensiva"e c'è un motivo,ma non riesco/voglio esplicitarlo.Molto probabilmente non ha nessuna idea a cosa mi riferisco.Trovo irritante che in un certo momento degli scambi mi ero trovata in una certa situazione,era durata poco,una mezza giornata.Ma è rimasto il dubbio che possa ripetersi,con il tempo si sta affievolendo,almeno lo spero.Trovo irritante che si attivino alcuni sistemi difensivi,quasi un antivirus del computer.

W. cercava di farmi apprezzare il latino.Gli rubavo le sigarette,ma non ammettevo il furto...

Magari si potesse fare come nei sogni,le scale(il vuoto,l'altezza)possono essere superate così facilmente.Invece nella realtà la paura dele scale è sempre quella,non ci sono artifizi che aiutano.A volte mi prende lo sconforto.Lei si occupa anche di bambini,mi capita di sentirmi come loro-uau!oggi sono riuscita a scendere due gradini!-,ma che soddisfazione!
In questo momento ogni cosa diventa irrilevante anche alcune sue parole che cercavo di capire.Le scale continuano ad essere pericolose,almeno per me,poi tutto il resto è relativo.

Spesso Lei scrive in modo

Spesso Lei scrive in modo criptico , c'è l'ostacolo che non riesce/non vuole esplicitare certe cose... Credo che lo sconforto è proprio perchè certi ostacoli sono proprio difficili da superare.
Ma qualche "gradino" è meglio che niente.
Magari fosse come nei sogni, come dice Lei, e per fortuna che ci sono i sogni, aggiungo...

Non ho nominativi da darLe nell'Ascolano.

non vengo meno all'accordo preso

Gentile Dottore,con questo post non vengo meno all'accordo preso-due post alla settimana,ma forse riesco a d essere meno criptica,domani o altro giorno non saprei.
Giustamente Lei ha trovato poco chiaro l'altro post e come potrebbe essere diversamente?
Ho riletto un suo post che aveva dato luogo ad una certa reazione e non c'erano motivi per reagire così.Metto le mani avanti,scrivere queste cose non è semplice,mi costa fatica,provo vergogna,irritazione,paura,ma conto sulla sua comprensione e provo a superare un ostacolo senza prendere la via più semplice ovvero evitare.
Il suo post iniziava così-non si arrabbi per quello che scrivo...-il post proseguiva dicendo che trasformavo le sue parole svuotandole.quasi buttandole nel cestino,impedendo così di germogliare.Aggiungeva che ero presuntuosa e che la presunzione copriva l'ignoranza...Nelle sue parole non c'era niente che potesse favorire una certa reazione.Non c'era motivo di arrabbiarmi,mi dava dell'ignorante,ma era la stessa cosa che mi dicevo da sola nel post precedente al suo.
La reazione non era stata di rabbia,ma di altro genere,per me,incomprensibile,irrazionale.Era di disperazione,in quel momento non ero una persona adulta,ma altro.Difficile da descrivere ora.Di certo "alter", non saprei come dire,piangeva e non era un pianto liberatorio."alter"si era sentito trattare da bugiardo,trattato da presuntuoso proprio quando esprimeva i dubbi che prima erano taciuti.Difficile dire ora cosa provava "alter"Quando,lo stesso giorno,le avevo risposto non c'era traccia di tutto questo.Questo capitava a fine Agosto.Non lo trovo comprensibile e non mi piaccio per questo.Forse quel giorno avevo sbagliato bottiglia?Immagino che questo confermi le sue idee -sono presuntuosa,irrazionale ecc-Ora che mi sono sufficientemente messa a disagio da me(ridicola a sufficienza?)vado a contare le sigarette residue...
Detto questo,sto cercando di dimenticare e di non ripetere più una cosa tanto sgradevole eo irrazionale.Certe cose meglio che non capitino.
Con il tempo le cose sono un pò migliorate,ma rimane il dubbio che possa ripetersi,anche se ora sta diminuendo,ma c'è.

Sperando che non risponda come l'infermiera,mi pare Mrs Rachel,nel film "qualcuno volò sul nido del cuculo".

P.S.
trovato qualcosa sul sabotatore interno o falso sè o bambino reietto o altri modi ancora per indicare lo stesso concetto a seconda dello studioso che esamina la patologia.Altri dicono 'organizzazioni patologiche di personalità'.(libro -i sabotatori interni.Il funzionanmento delle organizzazioni patologiche di personalità.)
Benedetta curiosità..

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