mai capito a che serve l'oggetto

buon giorno.
mi scusi se mi permetto di romperle le scatole.

ho la sensazione (bruttina) di qualcosa lasciato in sospeso in un consulto al quale mi ha risposto, quindi la ho cercata...
in realtà non voglio dirle niente di particolare, solo:
io non posso vedere film (non ho una tv) ho letto le trame di quelli che mi ha consigliato...
sono storie, diverse storie di esseri umani...
potrei raccontargliene altrettante (se non di più) di persone che la via d'uscita non l'hanno trovata, che la malattia non l'hanno sconfitta...
persone che stanno in una comunità dove la porta è chiusa a chiave, dove passano le giornate sperando che l'operatore abbia volgia di fare quattro passi, o magari abbia bisogno di andare a comprare le sigarette per uscire, che piangono tutte le notti perchè vorrebbero tornare a casa loro quando a casa essuno li vuole... non continuo
ho paura che volendo fare una stima loro siano la maggioranza...

la ringrazio per i consigli che mi ha dato (oltre ai film) in quel consulto
credo di non averlo più fatto in quell'occasione.

grazie.

ho provato questa mattina a

ho provato questa mattina a parlare con il mio psichiatra... non è solo contrario, si è proprio arrabbiato.
ha detto che mi rispedisce in ospedale se metto le mani nella terapia.
non credo di essere stata abbastanza convincente.
lui invece nel dirmi che starò male è stato bravissimo.
come convincerlo? ha qualche idea?
io non ho i soldi per permettermi un avvocato...

Con che diritto lo psichiatra

Con che diritto lo psichiatra si arrabbia? Non e' mica il suo padrone. Lui dia il suo parere e lei può decidere. Si ha diritto a rifiutare le terapie. I medici possono consigliare, non imporre
Certo,c'e il rischio del tso. Per questo ci vuole l'avvocato. O un associazione per difendersi dai possibili abusi.

dice che non aspetterà che io

dice che non aspetterà che io faccia qualche casino prima di rimandarmi in ospedale e che io sono come i diabetici, ai quali non si può togliere l'insulina. nello stesso modo non mi toglierà la terapia.
non so con quale diritto si arrabbia, so che me ne ha dette per sempre.
ma lei è sicuro che io posso provare a stare senza terapia?

Non Le ho detto questo. Non

Non Le ho detto questo. Non la conosco direttamente e non posso quindi dare indicazioni specifiche di terapia e nemmeno di toglierla. Le ho detto di non togliere la terapia da sè, senza assistenza medica.

Ho detto anche che ha diritto a decidere Lei, prendendosi la responsabilità, così come anche un diabetico ha diritto a non prendere l'insulina, se non vuole. Così come i Testimoni di Geova rifiutano le trasfusioni, e alcuni pazienti rifiutano interventi chirurgici, anche a costo della vita, come il caso della persona che rifiutò l'amputazione della gamba in gangrena: però morì dopo qualche tempo.

Una persona ha diritto a scegliere, è obbligatorio infatti per i medici chiedere il "consenso informato" a tutti gli atti medici ( a Lei lo hanno chiesto?, ha firmato?) e ha diritto ad avere lo stesso l'assistenza necessaria, anche se rifiuta un intervento.
Può anche dire che è disposta a stare in ospedale per vedere cosa succede a togliere la terapia.

ho capito. a me nessuno a

ho capito.
a me nessuno a chisto il consenso per fare niente.
non mi hanno neanche detto che questi farmaci hanno degli effetti collaterali, li ho scoperti tutti da me.
quando mi si sono girati gli occhi per la prima volta sono infatto andata in ps abbastanza spaventata... non mi era neanche passato per la mente che potesse essere l'haldol o chi per lui.
io sono seguita dalla psichiatria da quando ero molto giovane e quindi mi andava bene tutto e non ho mai chiesto nulla.

vorrei solo provare a vedere se funziono senza farmaci, se non dovesse essere così li riprenderò... non mi sembra ua richiesta assurda o improponibile.

Non sembra neanche a me,

Non sembra neanche a me, anzi... Forse è il caso che impari a prendersi meglio cura di sè e non si faccia fare tutto quello che vogliono altri. I medici hanno il dovere di fornire ai pazienti tutte le informazioni possibili e i pazienti hanno diritto a scegliere, sono loro i padroni di sè stessi, se non danno il consenso i medici non possono fare alcunchè. Salvo che in psichiatria c'è il TSO e i pazinti spesso sono ricattati, per questo ci vorrebbe un buon avvocato. Ma sono utili anche le associazioni di pazienti, e a volte danno supporto anche legale. Bisogna cercarle, magari anche in internet.

mi sento imbrogliata, perchè

mi sento imbrogliata, perchè a me nessuno ha mai detto che posso decidere qualcosa pure io?
sono troppo matta? sono troppo stupida?
perchè mi considerano così?
lunedì andrò a parlare con il mio psichiatra e se non vuole riconoscere di avermi trattata da stupida non andrò più ai suoi appuntamenti... tanto lo so che non cambia niente, verranno a prendermi e mi faranno un altro tso, ma non importa, forse la qualcuno che mi aiuta a scalare i farmaci lo trovo.

Mi fa venire in mente la

Mi fa venire in mente la vecchia battuta: " sono matto, ... ma non sono mica stupido". Intanto però Lei cerchi di non fare 'pazzie' e di non dar adito a farsi fare un altro tso. In fonde fare 'pazzie' è un modo di comunicare qualcosa: cerchi di 'tradurlo' in lingua normale, come fa qui. Nulla di quello che scrive qui fa pensare a Lei come a una 'pazza', e tanto meno una 'stupida'.
Però bisogna che lei si prenda la responsabilità di se stessa, invece che lasciarla agli altri, che così si trovano a decidere al suo posto. Non è detto che sia facile, nè poco faticoso, ma è una sua scelta.

credevo di essere troppo

credevo di essere troppo matta per decidere da me.
ieri ho parlato con il mio psichiatra che dopo mezz'ora delle mie spiegazioni che mi sembravano chiare e concrete ha optato per farmi una fiala di talofen.
il fatto che sia sempre qualcun'altro a decidere per me è forse la via più comoda (per la serie se sbaglio non è colpa mia ma dello psichiatra, della terapia che non va bene ecc)ma ha ucciso quel po' di autostima che mi rimaneva (e non che io ne avessi tanta)
in sostanza comunque non mi aiuterà a scalare nessu farmaco e io non so più che dirgli per spiegarmi

Per fare un qualsiasi atto

Per fare un qualsiasi atto medico, anche una fiala, ci vuole il consenso del malato, altrimenti il medico deve avviare le procedure di legge, cioè il TSO, ci vuole cioè il parere di due medici e poi il provvedimento del sindaco.
Anche se Le han dato una diagnosi psichiatrica ha sempre i diritti di cittadina libera e autonoma, non è 'interdetta', credo. Andare con un avvocato non è solo una battuta. C'è anche un Tribunale per i diritti del malato. Mi sa che dovrà imparare a difendersi e lottare per se stessa, la sua salute e i suoi diritti. Cosa che fa bene anche all'"autostima", come dice Lei.
Può darsi che dal vivo Lei dia un'altra immagine di sè, ma in tutto questo scambio di post non ci vedo niente di 'matto'.
Lei forse si è abituata a 'lasciarsi fare' quello che vogliono gli altri, che non è la cosa più utile e che forse l'ha ridotta al punto in cui è. Cerchi di 'scuotersi, senza "esagerare".

probabilmente do

probabilmente do l'impressione di essere più matta di quel che sono.
sicuramente sono provocatoria e ogni tanto verbalmente aggressiva.
ma è più una difesa e abiudine che una vera e propria necessità, alla fine sono pericolosa solo per me, agli altri non ho mai fatto niente di male.

sono inquieta per natura quindi non credo ci sia bisogno che mi scuota, eventualmente devo impegnarmi per non esagerare, quello si.
ho poco da perdere e la testa dura... non è un bel mix

Ho l'impressione che sia una

Ho l'impressione che sia una 'difesa' poco utile e autolesionista: cerchi di diminuirla o cambiarla, e 'contare fino a cento' prima di fare 'pazzie'. Rischia di essere Lei a 'provocare' tutti gli interventi negativi nei suoi confronti.
Non mi sembra che abbia poco da perdere, anzi, se ricordo bene.

quello che avevo da perdere

quello che avevo da perdere non vive più con me e mi considera una matta che deve farsi curare.
potrebbe andare peggio?

so di essere io a provocare certe rezioni ma no riesco a controllarmi. ieri mi sono tagliata su un braccio, mi ero ripromessa di non farlo più ma poi è stato più forte di me e lo ho fatto ugualmente.
vedere il sangue uscrire mi da tranquillità ma anche un senso di incapacità e vergogna e la sensazione di non avercela fatta neanche questa volta.
così nelle relazioni io sono aggressiva e poi mi pento ma spesso è troppo tardi

Potrebbe andar peggio?

Potrebbe andar peggio? "potrebbe piovere", risponde 'Aigor' in Frankenstei junior, già, ma Lei non vede film...

Forse vuole confermare il personaggio di 'matta' in cui si è messa... anche questo è un aspetto dell'autolesionismo che si manifesta in tanti modi. Come un circolo vizioso.
Bisognerebbe poter rinunciare a quel 'travestimento', che però evidentemente le dà un po' di tranquillità, come dice. Anche gli antichi placavano gli dei col sangue delle vittime. Solo che lei fa sia l'offerente che la vittima... Un po' troppo 'presuntuosa', no?

vedere il mio sangue e

vedere il mio sangue e sentire il dolore sono a volte l'unica cosa che riesce a calmarmi.
mi sembra di riuscire finalmente a senttire come è realmente il mondo, non sempre tutto cattivo come lo vedo io.
il sangue esce e io mi tranquillizzo, non credo che potrei farne a meno.
non è un sacrificio quindi non sono presuntuosa, lo faccio solo per stare bene

Lei dice che non è un

Lei dice che non è un sacrificio..
Anche chi offre un sacrificio agli dei lo fa perchè poi si sente più tranquillo, perchè ha placato la divinità con l'offerta, col sangue.
E' uno spunto per pensarci, se crede.
Ammesso come sola ipotesi di lavoro che assomigli a un sacrificio, almeno per l'effetto tranquillizzante, nel suo caso chissà quale potrebbe essere la divinità che Lei placherebbe col suo sacrificio?
Se ricordo bene a volte potrebbe non essersi accontentata e potrebbe aver preteso di più, mi pare.
"Non credo potrei farne a meno" : l'espressione è un po' dubitativa, come se ci potesse essere una via d'uscita, ma troppo faticosa per riuscire a incamminarcisi.

mi scusi tutto il tempo che

mi scusi tutto il tempo che ci metto a risponderle.
torno da un altro mese di spdc... ma esiste un modo per parlare con gli psichiatri senza che loro decidano che sono matta e mi devono chiudere da qualche parte?
io che volevo provare a togliere i farmaci mi ritrovo oggi con un depot da 100 ogni 15 giorni, una pastiglia di haldol da 5 la mattina, un akineton, l'en e il citalopram... mi pare un po' esagerato, considerando che questa volta non ho fatto nulla per meritarmelo.
esiste una qualche via d'uscita o devo metterci una pietra sopra e andare avanti così cercando solo di non fare arrabbiare nessuno?

Mi dispiace per le sue

Mi dispiace per le sue traversie da cui non riesce a uscire.

Quella di curarsi è una scelta libera del cittadino maggiorenne, che può anche decidere di non curarsi. Ci sono stati vari casi, arrivati anche alla cronaca nazionale, di persone che hanno rifiutato atti medici e chirurgici, anche se così sono andati poi incontro a morte. In un caso, mi pare, è intervenuto un giudice di Tribunale, su ricorso dei medici, per stabilire che la paziente aveva il diritto di rifiutare le cure. E' stato famoso il caso del signor Welby, malato di SLA che alcuni anni fa ottenne, su sua richiesta, che un anestesista fermasse le macchine che lo mantenevano in vita, e morì. Le polemiche furono molto forti, non so se l'anestesista in questione abbia subito delle conseguenze.

Come dovrebbe essere noto è obbligatorio per i medici fare firmare il consenso informato ai 'pazienti'. E' evidente che i pazienti possono non darlo e rifiutare le cure.
In casi particolari però, come sa, esiste il TSO, che è l'unico provvedimento che può imporre cure obbligatorie. Ma si può ricorrere contro il TSO.

Riprendo da questa pagina del Ministero della Giustizia
"Nessuno può essere sottoposto a visite mediche o a ricovero ospedaliero contro la sua volontà.
Il trattamento sanitario obbligatorio (T.S.O.) per malattia mentale può avvenire in condizione di degenza ospedaliera solo:
se esistono alterazioni psichiche tali da richiedere urgenti interventi terapeutici
se l’infermo non voglia sottoporsi volontariamente a tali trattamenti
qualora non vi siano le condizioni che consentano di adottare tempestive e idonee misure straordinarie extraospedaliere.
Il T.S.O. è disposto:
con provvedimento motivato del sindaco del comune dove risiede la persona nei cui confronti si vuole disporre il trattamento o del comune dove la persona momentaneamente si trova, nella sua qualità di autorità sanitaria
su proposta motivata di un medico, convalidata dalla A.s.l.
Entro 48 ore dal ricovero il provvedimento deve essere trasmesso al giudice tutelare.
Il giudice tutelare nelle 48 ore successive deve provvedere, convalidandolo o non convalidandolo.
Se il T.S.O. non viene convalidato, il sindaco deve disporne l’immediata cessazione.
Entro trenta giorni (dalla scadenza del termine di 48 ore per la convalida) il sindaco può proporre ricorso contro la mancata convalida del provvedimento che dispone il T.S.O..

Revoca del T.S.O.: qualsiasi persona interessata, congiunto o estraneo, può proporre ricorso chiedendo al Sindaco la revoca o la modifica del provvedimento.

Ricorso al tribunale: la persona sottoposta a T.S.O. o chiunque vi abbia interesse può inoltre proporre ricorso al tribunale competente per territorio contro il provvedimento convalidato dal giudice tutelare.

Penso che uno abbia bisogno di un avvocato, non so se il 'Difensore civico' può servire.

Ovviamente se il suo comportamento è 'pericoloso per sè o per gli altri', è esposta al rischio di TSO.

Su internet ci sono delle pagine dove forse può trovare informazioni che possono interessarla, anche se io non ho una diretta conoscenza di quanto vi è riferito. Sono forse un po' vecchie:
http://www.ecn.org/antipsichiatria/autotutTSO.html
Ci sono inoltre movimenti che accusano la psichiatria. Uno è il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani, che passa per essere un'emanazione di Scientology, discusso movimento di cui è stato parlato spesso molto male. Bisogna quindi informarsi ma andarci piano con le decisioni.
Comunque sostengo che informarsi è molto utile: "uomo informato, mezzo salvato"

AVVISO IMPORTANTE: i consulti on/line hanno solo valore di consigli e non intendono sostituire in alcun modo la visita medica o psicologica diretta.
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ATTENZIONE : si chiede gentilmente a tutti gli utenti del sito di mandare un breve aggiornamento sul consulto effettuato. In questo modo sarà possibile avere un riscontro a distanza della correttezza delle risposte date. I risultati verranno pubblicati sul sito. Grazie Vedi

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