Aggiornamento

Il nostro calvario continua, (segue da questo consulto) ultimamente il ragazzo ha manifestato "segnali" piuttosto preoccupanti: una certa depressione e conseguente abbandono di attività che lo gratificavano (prima di tutto il coro e la banda di percussioni), ma soprattutto un nervosismo anzi un' agitazione che prima non aveva.
Tutto questo negli ultimi due mesi...lui prova rabbia...probabilmente consapevole com'è della propria situazione è in uno stato di sofferenza molto grande.
A volte torna a casa da scuola (dove peraltro, a parte l' aumento di una certa chiusura non ha mai mostrato segni di altro tipo) arriva a casa e dopo circa dieci minuti inizia ad agitarsi e sbotta con frasi apparentemente senza senso ma che in realtà fanno parte di un suo discorso interno. E' come una pentola a pressione che a un certo punto scoppia, da colpi sul tavolo.... Abbiamo ipotizzato che lui si trattenga a scuola per poi "esplodere" a casa. Dopo questi sfoghi che durano circa 10 /20 minuti ,mio figlio torna quello di sempre.
Negli ultimi tempi era seguito da uno psicologo con indirizzo psicoanalitico, a casa c'è un rifiuto sempre maggiore nei nostri confronti specie per il padre( certamente fa parte dell' adolescenza..).

Ovviamente ci siamo molto allarmati ed abbbiamo contattato l'ASL, ci hanno consigliato una visita da un neuropsichiatra infantile che,visto il ragazzo ed esaminata tutta la documentazione, ha ipotizzato una sindrome di Asperger ma per essere sicuro ci ha proposto un day hospital per fare ancora alcuni esami ed eventualmente intraprendere una terapia farmacologica, seppure termporanea.
Forse bisognerà intraprendere una terapia cognitivo comportamentale.
Non so più cosa pensare.

Cosa si presume che il ragazzo abbia?Secondo la psicologa (lo seguiva fino ad ottobre e poi non più , ma mio marito è ancora in contatto) presume siano i primi segnali di un' evoluzione psicotica del problema del ragazzo.

grazie

per la risposta sollecita! Anche io penso che l' adolescenza sia determinante per certe "manifestazioni", lo è per ragazzi senza problemi (apparenti) ,immaginarsi per mio figlio...
L' educatore : non ne vuole sapere... accetta ,appena nell' ultimo periodo, l' insegnante di sostegno e l' educatore (che gli è stato affiancato da due mesi) non lo vuole proprio.
Mio figlio si oppone a quasi tutto...è già molto che sia venuto all' ospedale per la visita e abbia detto "ni" riguardo al day hospital.
Riguardo alle attività extrascolastiche: io dico che bisogna "spingerlo" ,mio marito invece è per "lasciarlo stare perchè in questo momento non può fare nulla"... Come già ho accennato mio marito "va molto dietro" alle diagnosi, profezie ecc." che ci sono state propinate negli anni.
Ho inoltre osservato che quando il padre è assente per qualche motivo il ragazzo, sentendosi meno controllato, è più sereno.
Sriamo prendendo seriamente in considerazione una separazione(ovviamente il figlio non è la causa ma il capro espiatorio...sarebbe successo anche per altri motivi...ma nonè questa la sede per raccontare la storia del mio matrimonio!)
Ho contattato uno psicologo ,esperto in autismo, che comunque è disponibile a lavorare su tutta la famiglia e mi sembra molto aperto. Inoltre abbiamo richiesto una consulenza per noi genitori al servizio di salute mentale, per la nostra situazione conflittuale.

(segue da questo

Gentile signora
In adolescenza ci possono essere reazioni comportamentali che possono sembrare 'psicotiche' - cioè per così dire senza una causa esterna - ma invece possono essere reazioni a un peggioramento della situazione ambientale. Alla sua età un ragazzo ha bisogno di amici e di interessi extrafamiliari ed extrascolastici, e di sentirsi inserito in un processo di crescita definito, di cui la scuola è parte importante: se non li ha può richiudersi in un giro vizioso che porta a covare dentro di sè frustrazione e sentimenti depressivi (reattivi, non automaticamente segni di 'malattia' come si tende a interpretare oggi...) e rabbia che può avere degli scoppi all'esterno, ovviamente. Vi consiglierei di cercare specialisti che abbiano un'attenzione anche agli aspetti ambientali, psicosociali, e non solo alla diagnosi 'medica' e ai farmaci.
Inoltre vi riconfermo che spesso in queste situazioni la figura più importante è quella dell'educatore domiciliare, che può aiutare suoi figlio a orientarsi nel mondo esterno e fare da mediatore fra lui e gli adulti e i coetanei... Anche una contemporanea consulenza a tutta la famiglia è di solito molto indicata e molto utile.
Cordialmente
drGBenedetti

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