aggiornamento a 3 anni e 8 mesi

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Gentile Dottore,
le scrivo per aggiornarla sulla situazione del bimbo (ora 3 anni e 8 mesi).
Il linguaggio evolve, impara nuovi vocaboli, ma permane una difficoltà nell'espressione (intendo dire nel raccontare una storia, per esempio).
Il discorso si "inceppa", a volte c'è un balbettio all'inizio della frase e sembra quasi che la troppa "foga" nel parlare non gli permetta di formulare con calma un discorso. E' cominciato il periodo dei "perché" chiesti spesso in contesti appropriati (ma a volte la catena di perchè non ha mai fine...)
Alla fine il bimbo "parla" sempre, difficilmente sta in silenzio durante la giornata, a meno che non si ciucci il dito che è rimasto il suo modo per auto consolarsi o calmarsi.
Con gli altri bimbi c'è più scambio comunicativo, ma almeno all'inizio ha una modalità di imitazione dell'altro (movimenti, parole). Poi anche lui prende un poco l'iniziativa, ma è come se per "socializzare" avesse bisogno di una fase di imitazione dell'altro.
Insomma dei progressi ci sono (e se penso a solo 8 mesi fa, l'evoluzione è stata incredibile), pur se mi sembra ancora un po' atipico, e sempre più nervoso ed irrequieto degli altri.
Ed è questo il principale argomento che vorrei porle: l'irrequietezza, il suo continuo movimento, l'emotività, il parlare, ed ora anche una certa "tirannia" con capricci e scene isteriche.
Forse riesco a spiegarmi meglio con alcuni esempi.
Ha imparato ad andare su un monopattino con cui scorazza per i giardini vicino a casa e visto che va piuttosto veloce, abbiano deciso di mettergli un caschetto per proteggergli la testa.
Il suo rifiuto iniziale si è manifestato con pianti, urla, crisi tali che tutti i bimbi dei giardini si sono fermati a guardarlo, come se fosse stato lo spettacolo del pomeriggio.
Quindi mia moglie l'ha riportato a casa senza farlo giocare. Due giorni dopo è riuscita a farglielo indossare.

A volte la mattina si sveglia già nervoso (diciamo un giorno su due). Appena capisce che la mamma è andata via e deve andare a scuola comincia con lagne e pianti, gridando "cattivo papà" o "cattiva nonna" tentando di cacciare via chi gli è vicino. Diventa insopportabile ed è impossibile vestirlo. Quando è nervoso alza anche le mani, picchiando chi gli è vicino.
A volte se camminiamo per strada e si stanca, comincia con capricci come sedersi per terra e farsi trascinare, rifiutandosi di camminare, di farsi portare in braccio o in spalluccia.
E allora diventiamo impotenti e, mi creda, perfino fisicamente è difficile vincere con lui.
Abbiamo provato con le punizioni, con le spiegazioni, con i ricatti e a volte è scappata qualche sberla e sculacciata. Ma niente sembra avere effetto.

A casa se a tavola chiede un bicchiere d'acqua, vuole che sia la sua mamma a darglielo. Se lo faccio io sono urla ed io stesso, per non innescare la bomba, assecondo (almeno nelle cose più banali).
Se gli si impedisce di fare una cosa, ha reazioni come scaraventare una macchinina. Insomma certi giorni con lui è un continuo scontro che logora e rende nervosi anche noi genitori. Sembra quasi che faccia di tutto per far perdere la calma, perfino sfidandoci.
Ho provato perfino ad “intestardirmi” sul volergli far raccogliere qualcosa che aveva buttato per capriccio. Ho voluto vedere chi avrebbe vinto, anche a costo di perdere mezz’ora sulla stesso tentativo. Ebbene “vince” lui, per sfinimento.
Ciò detto, altri giorni è giudizioso, amorevole e più malleabile, ma non riesco a creare una connessione tra il suo temperamento e la situazione ambientale del momento (scuola, nonni, etc).
Alla fine mi sembra sostanzialmente insicuro (ed il ciucciarsi il dito sembra confermarlo).

Alla scuola materna invece pare che segua le regole e non sia per niente capriccioso. Eccetto questa mattina, quando anche le maestre si sono stupite della sua scenata per non entrare a scuola (ho l’impressione che gli stia pesando in questo fine anno).
Sappiamo che ai bambini bisogna dare poche e chiare regole da seguire e che devono capire che sono i genitori a comandare. Ma questi sembrano soltanto buoni principi.
Mi viene rabbia quando penso alla NPI che ci aveva consigliato di giocare con lui a tavolino facendo dei turni. Sfido chiunque a riuscirci contro la sua volontà.

Lei che ne pensa? E' semplicemente un bimbo da "mettere in riga"? Come risolverebbe praticamente (con quali azioni) uno dei casi sopra esposti?
C'erano state due settimane di relativa calma che mi avevano fatto sperare, poi improvvisamente la situazione è peggiorata.

Grazie e Cordiali saluti.
Se vuole può copiare il mio messaggio nei consulti on line.

Mi sa che suo figlio vi vuol

Mi sa che suo figlio vi vuol far passare attraverso tutte le categorie diagnostiche della psichiatria infantile.
Prima lo 'spettro autistico', poi il 'disturbo specifico del linguaggio', ora con le sue bizze e capricci e testardaggine e oppositività sta diventando 'eleggibile' (come dicono i colleghi 'aggiornati') per una diagnosi di Disturbo Oppositivo Provocatorio, oltre che accennare anche a una 'Balbuzie Infantile' (solitamente transitoria).
Non c'è limite alle diagnosi che si possono e si potranno fare anche in futuro, perchè gli psichiatri americani stanno preparando un aggiornamento della classificazione - bibbia (DSM) che promette di creare tante nuove malattie da curare, per il piacere dei fornitori di diagnosi e prestazioni 'terapeutiche' e la disperazione dei genitori.

Mi perdoni la filippica, non contro di Lei, e mi permetta di ripeterle ancora che non conta fare la 'diagnosi' - salvo quella medica di eventuali malattie 'reali' i cui sintomi sono il ritardo psicomotorio e le difficoltà intellettive e talvolta di linguaggio: mi pare il bimbo abbia fatto EEG ed esami genetici e ormonali e metabolici..., che comunque ora non farei, vista l'evoluzione positiva - (e ripetere a iosa test e misurazioni), quanto non fare TROPPI errori educativi. Forse è bene imparare dagli addestratori di cavalli. Addomesticare un puledro specialmente se imbizzarrito, non è facile, ma non ha - credo - formule miracolose. Solo la pazienza e la tenacia, senza perdere le staffe (in tutti i sensi), e senza fare inutili prove di forza: il cavallo è più forte dell'uomo, ma questi riesce a domarlo ugualmente...
Comunque i bambini che diventano tirannici e oppositivi e che sfidano gli adulti sono quelli che fanno fare più fatica, sia a genitori che a insegnanti. Può leggere questo mio 'aggiornamento per insegnanti', o quest'altro articolo in proposito... Ma speriamo di non giungere a tanto. Per evitarlo bisogna riprendere saldamente le redini.
Forza e coraggio!
Cordialmente

drGBenedetti

Buongiorno dottore, Grazie

Buongiorno dottore,
Grazie per la sua risposta.
Come lei dice non mi interessa una diagnosi, anche perché ormai ho capito che in questo modo entrerei in un terreno "paludoso".
A dire il vero non é mai stata fatta una diagnosi per mio figlio. La NPI l'ha voluto controllare per un lungo periodo e poi seguire per un periodo con la logopedista. parleranno con le insegnanti per avere un loro parere e poi con noi nelle prossime settimane.
Ho più volte chiesto (anche nell'ultima visita) se era possibile fare dei test metabolici/EEG / DNA ma ci ha sempre risposto che "non ci sono gli estremi", come se ritenesse improbabile una patologia medica, come se i sintomi non giustificassero un esame. Quindi non hanno mai fatto nessuna indagine di tipo clinico... Secondo lei è il caso di fare comunque qualcosa?
Mi ricordo anche che nell'ultima visita ho espressamente chiesto alla NPI se il bimbo poteva rientrare nella "categoria" ADHD. Ma mi ha risposto di no secondo lei, perché dicono che un bimbo con ADHD si comporterebbe diversamente durante le visite ( ma non l'hanno visto in certi giorni a casa).
Ho letto i suoi due articoli, che mi hanno un po' spaventato. Spero solo che non si arrivi a quei livelli. Ciò che mi fa pensare é che alla scuola materna le insegnanti dicono che non é per niente capriccioso, partecipa ai giochi di gruppo (anche se magari con qualche difficoltà in più di altri) e sta alle regole. Insomma é gestito senza problemi come tutti gli altri bimbi.
É con noi genitori che manifesta tutta la sua oppositività. E' come se solo con noi non potesse mettere a freno la sua impulsività. Anche con i nonni, pur essendo irrequieto, non é così capriccioso.
Le chiedo : Forse siamo noi la causa? O forse non si saprá mai? Ma le anticipo la sua risposta: non ha senso chiedeselo.
Quello che posso dire è che non c'è una situazione familiare di degrado, non ci sono stati cambiamenti bruschi ed il bimbo è sempre stato circondato di affetto (forse si sente fin troppo "desiderato", secondo me). Può essere invece vero che magari noi non siamo stati costanti nell'applicazione delle regole ed alterniamo la severità con la permissività (quando vogliamo evitare lo scontro, perché stanchi o provati dalla giornata).
Spero che non si avveri quanto scritto nei suoi articoli dove si dice che all'inizio l'oppositività é solo con alcune persone e a scuola materna non si manifestano particolari problemi, poi dalla prima elementare tutto si manifesta ed addirittura si ricorre ad insegnanti di sostegno...

Io spero solo che tutto questo sia passeggero. Mi ricordo tutte le ansie per ciò che mio figlio faceva o non faceva, diceva o non diceva... Sembra che terminata una paura ne inizi un'altra per un altro motivo. E mi viene lo sconforto quando vedo tutti i bimbi sereni, che raggiungono tutte le tappe nei tempi "canonici", che sono solo una gioia per i genitori.
Per noi è tutto così faticoso... Non solo gestire lui, ma soprattutto le nostre paure per il futuro.
Scusi il lungo sfogo. La terrò aggiornata.
Cordiali saluti

Vale la regola che 'l'erba

Vale la regola che 'l'erba del vicino è sempre più verde". E' bene che uno si occupi dei suoi problemi, che gli altri si occuperanno dei loro e , di nuovo "ogni giorno ha il suo affanno" è bene tenerlo presente. Visto che sono in vena di proverbi, aggiungo anche una bella battuta di Mafalda, che dice, " dicono che la vita è bella, ma dovevano aggiungere che è anche faticosa...", e infine 'figli piccoli, problemi piccoli, figli grandi ...."...
Detto questo, quei bambini una volta si chiamavano 'viziati', e i genitori di solito si giustificano col fatto che erano preoccupati per altre malattie, e quindi li lasciavano vincere... Ovviamente quando i bambini hanno imparato certi trucchi è molto più difficile riprendere le redini, ma il segreto è non demordere, e forse smettere di cercare 'diagnosi' e guardare di più il bambino 'reale' e non le proprie paure proiettate sul bambino, come a volte succede, non so se anche nel vostro caso.
Cordialmente

drGBenedetti

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