mamma preoccupata

Gentilissimo Dottore,

mi permetto di contattarLa dopo aver letto alcune sue risposte su internet in merito a veri o presunti disturbi delle “spettro autistico” descritti da genitori preoccupati. Mi trovo anch’io da mesi in quest’angosciante situazione, che mi sta impedendo di godermi mia figlia e la sua crescita. Le chiedo un parere, ben sapendo che non potrà mai sostituire un’osservazione diretta e una diagnosi (che, tra l’altro, non ho voluto per la piccola).

Cercherò di essere breve: lo scorso gennaio un’”analista comportamentale”ha osservato la mia bambina per due ore circa a casa, riscontrando uno “slittamento ludico e interazionale”. Precipitati all’improvviso in un incubo, perplessi, sconvolti e confusi, veniamo indirizzati da una brava neuropsichiatra infantile presso la Asl della nostra città che, osservando la bimba una mezz’oretta (ma soprattutto parlando con me in presenza della bambina), mi dice che lei si occupa di autismo, che non è il caso della bambina, che quello che può esserci è una “sfumatura di socialità” (evidente, a suo parere, anche in mio marito), di non preoccuparmi e di rassicurare tutti. Ci fissa con tranquillità un nuovo appuntamento per rivedere la bimba. All’esito della visita, la dottoressa mi dice qualcosa di diverso, o almeno così mi è parso: l’autismo è solo l’autismo conclamato, il resto non è patologico, si parla di uno spettro, con il nostro consenso lei dovrebbe andare a scuola con il suo staff per osservare la bimba e fare una diagnosi. Mi ribadisce che sono cose frequenti, che si risolvono, di non preoccuparmi, che comunque non è in grado di dirci se siamo o no in questo spettro perché non è una maga. Ebbene, da allora praticamente non vivo più, sono preoccupatissima. Mio marito ed io abbiamo deciso di rivolgerci a qualcuno privatamente (saremmo matti, forse, ma non volevamo che la nostra bimba entrasse, magari immotivatamente, nel tunnel della burocrazia della ASL, che si trovasse a tre anni con un’etichetta addosso, che fosse coinvolta la scuola, con ogni conseguenza sul rispetto della privacy...per non parlare della confusione della bimba in quella strana sala d’attesa, con bimbi palesemente, purtroppo, con dei problemi seri...è piccola, ma non è stupida, per fortuna). La dottoressa mi ha detto che non riceveva privatamente, ma che comunque le eventuali terapie sono comportamentali e di seguire la bimba. Così, alla fine ci siamo rivolti alla prima “analista comportamentale” (ABA). Sorvoliamo sui costi. Ci viene detto da questa analista che quella della bimba è una piccola difficoltà (non un autismo puro, neanche tutti i requisiti per rientrare nello spettro, ma solo alcuni), che si può risolvere, che è già molto migliorata....ci vengono dati dei programmi essenzialmente di gioco, niente più che quello che dovrebbero fare a scuola le maestre (disegno, manipolazione, imitazione, odori, suoni) e ci viene suggerito un educatore esperto. Mille riserve da parte nostra, comunque alla fine da circa un mese viene questa giovane psicologa due volte a settimana. Il grosso lo facciamo noi (genitori, zii, nonni). Stiamo essenzialmente stimolando la bimba molto in tutto.

E veniamo al punto: la bambina ha oggi tre anni e sette mesi. I comportamenti che, verso novembre scorso, ci preoccuparono, sono questi: la bambina ripeteva spesso le stesse frasi (es. “voglio andare a casa dei nonni”...per tutto il tragitto in macchina), non rispondeva quando la si chiamava; ruotava su se stessa e camminava sulle punte, non guardava negli occhi.

Mio marito ed io non abbiamo mai pensato che ci fosse qualcosa che non andava. La bimba era affettuosa, a scuola ci avevano sempre detto che preferiva i piccoli gruppi, aveva una buona proprietà di linguaggio.

La piccola stava affrontando un momento difficile: la gravidanza della mamma. Sono stata bloccata a letto e ho dovuto delegare ad altri. Lei ha sentito nettamente la differenza, anche solo nel tenerla in braccio. Alla fine dell’ultimo anno di nido, per quindici giorni è andata in una scuola diversa perché il suo asilo chiudeva. In più mi sono impuntata, nello stesso periodo, con il pannolino da togliere (severa, molto, per la prima volta). Contemporaneamente, la notizia del fratellino. La bimba non ha detto niente, ma dal giorno dopo ha iniziato a balbettare (poi ha smesso, dopo una settimana di enorme preoccupazione). A settembre, l’inserimento alla materna. Non voleva andarci, ancora legatissima alla maestra del nido di cui era stata la “cocchina”. Ora so che ci sono state troppe cose, grandi, tutte insieme. La mia sensazione è che la bambina si sia un po’ “inceppata”. Ha anche assistito a tutto ciò che l’aborto ha comportato, pianti, depressione (ho cercato di non farle vedere niente, ma non ci sono riuscita...ha assistito anche ad una brutta lite fra me e mia madre). Temo di esserle mancata, temo che abbia avuto dei traumi...inutile insistere sull’enorme responsabilità che sento e che mi accompagna quotidianamente assieme alla paura.

La bambina è in evoluzione, fa progressi tangibili quotidianamente. Le segnalo che è dalla nascita bilingue e che uno dei motivi per cui eravamo tranquilli era la consapevolezza che i bilingue di solito sono un po’ indietro ( a parte che noi non l’avevamo mai considerata indietro). Da aprile, su consiglio dell’analista comportamentale, abbiamo abbandonato la seconda lingua (che reintrodurremo ad agosto o settembre per non togliere alla bimba un patrimonio importante).

Ha sempre parlato bene (anche la seconda lingua), a volte un po’ troppo velocemente, ma ora va meglio. E’ presente quella che, se ho capito bene, chiamate ecolalia. Ecolalia immediata (soprattutto quando è stanca) e comunque non sempre. La bambina parla anche normalmente, strutturando correttamente le frasi. E’ curiosa, ma più che fare domande fa affermazioni cercando da noi conferma (es.: “E’ una tenda questa!”, piuttosto che: “cos’è questa?”). Sa molte cose, immagazzina tutto, recepisce tutto. Fa moltissimo gioco simbolico. Ride tanto, è allegra. Da un po’ di tempo, se sollecitata, racconta cosa fa a scuola (“cosa hai fatto?” “Ho giocato con i bimbi” “Con chi?” “Con R....” “A cosa?” “a cucinare il brodo”). Ha le sue preferenze fra gli amichetti. Li cerca e chiede espressamente di andare a giocare da uno piuttosto che dall’altro. E’ molto cercata ed amata da tutti. Le maestre, solo dopo diversi mesi dall’inizio della scuola, mi hanno segnalato che stava da sola. Ora mi dicono che cerca gli altri e gioca con loro, che non sta più da sola e che se lo fa, se la chiamano va con gli altri. Insomma, mi dicono che è cambiata moltissimo. Io so che è timida ed introversa, riflessiva, affettuosa. Ad oggi non è un’abile conversatrice (i bimbi di tre anni lo sono?), non si va molto al di là di un “botta-risposta”. Risponde sempre quando viene chiamata, risponde alla domande, chiede quello che vuole in modo appropriato. L’ecolalia in realtà era sparita quasi del tutto. Pensiamo che sia ricomparsa perché l’analista comportamentale ci ha detto di suggerirle le frasi corrette quando non le dice, proprio perché le ripeta. Comunque, prima ripeteva le domande che le venivano fatte, ora invece a volte ripete quello che sente. Ieri, per esempio, molto stanca al mio saluto: “Ciao A......”, ha risposto: “Ciao A.....”Spesso, però, saluta in modo corretto.

Il contatto oculare: non è mai stato assente del tutto, altrimenti me ne sarei accorta. Ha sempre guardato quando “voleva”, nei momenti di risate, di giochi fisici coinvolgenti. Quello che scarseggiava era il contatto nel chiedere. Per esempio: “mamma vieni”, non guardandomi negli occhi e a volte addirittura voltata dall’altra parte. Insistendo va molto meglio ogni giorno, ma sembra che non riesca a guardare nel momento in cui formula la domanda. Quindi, se sollecitata guarda negli occhi, ma distoglie lo sguardo subito prima di parlare. Guarda moltissimo nei giochi di imitazione.

Le segnalo che una delle maestre, particolarmente dura, è andata via all’improvviso, un mese fa. Pensiamo che sia stata scacciata.

Ad oggi, le mie domande (mi scuso per esseri dilungata) sono: la difficoltà che le ho descritto nel contatto oculare e l’ecolalia (che, ripeto, mi pare aumentata utilizzando la tecnica che ci hanno suggerito, che, ovviamente, abbiamo deciso di abbandonare) in una bimba che ora ha tre anni e sette mesi sono necessariamente da ricondurre alla spettro autistico?.

Dimenticavo: a volte, nei momenti di relax (in macchina, prima di addormentarsi...) la piccola pensa a voce alta. E’ proprio questo che fa....pensa e riporta spesso discorsi diretti. Es. “Dai la palla ad A....”. Si tratta di suoi ricordi. Faccio bene a suggerirle come raccontare? “sai mamma, la maestra ha detto a Tizio di passarmi la palla”. O devo distoglierla distraendola?O devo dirle che si pensa zitti e si parla con le persone?

Non gira più su se stessa e non cammina più sulle punte (stereotipie?). E’ molto più facile di prima distoglierla da quello che sta facendo. Insomma, risponde se chiamata.

Da settembre scorso non ha più il pannolino. mentre da quando aveva due anni ha sempre fatto la cacca nel vasino, è stata più dura con la pipì. Ora avverte o va da sola in bagno, salvo qualche raro indcidente dovuto al fatto che non vuole smettere di giocare.

E' molto autonoma (sintomo, anche questo (così mi dicono) di un problema??)

Mi chiedo: hanno senso questi mesi da incubo? Questa maternità così brutta? Ha senso parlare di spettro autistico?

Ho letto dalle sue risposte che l’importante è che i bimbi vadano avanti. La mia forse si era un po’ inceppata, ma sta andando avanti...

Può aver inciso, oltre a tutto il resto, il bilinguismo?

Le segnalo che è gelosissima del fratellino (e come lo guarda negli occhi mentre gli ringhia e lo sgrida per ogni cosa!) e che, mentre fino a poco tempo fa era addirittura temeraria e priva di ogni senso del pericolo, adesso ha delle paure (ha avuto paura di salire a cavallo, dei piccioni)...paure che mi sembrano, come la gelosia, sentimenti ed emozioni normali....

Pensa sia stato sensato evitare una diagnosi e limitarsi a stimolare tanto (forse anche troppo) la bambina a casa, in modo “naturale”?. O stiamo sottovalutando il problema? Tengo duro, ma fra tutto questo e il piccolo (che ora ha sei mesi e che allatto), forse prima o poi crollerò.

La mia bambina è bellissima, particolare, simpatica e gioiosa. In macchina ci fa vedere tutto: “Questa è una galleria, ci sono le luci”. Sarebbe più facile chiedere a noi: “cos’è?”, ma di fronte a chi mi dice che non è curiosa mi sento di rispondere che lo è, ma osserva tutto e scopre da sola....e magari ci dice le cose per avere conferma.

E’ deboluccia col disegno, ma sta migliorando. Non ama fare le cose su richiesta, ma alla fine le fa. A volte si concentra lungamente, a volte no (ma anche questo, mi chiedo, non è così per tutti?).

Sono molto confusa e, per ora, nessuno mi ha chiarito le idee....ho notato che si parla di spettro autistico in modo molto ampio e, forse, con troppa facilità.....sto sbagliando? Sono mesi ormai che ogni cosa che fa o non fa questa bambina è oggetto costante di osservazione. Mi sto perdendo tutto il bello della sua crescita.

Confido tanto in una sua risposta.

Grazie di cuore.

La mamma di A.

"Mi chiedo: hanno senso

"Mi chiedo: hanno senso questi mesi da incubo? Questa maternità così brutta? Ha senso parlare di spettro autistico?"
No, a mio avviso no. Penso che il suo intuito, le sue valutazioni istintive, riguardo al momento traumatico per troppi eventi difficili contemporanei, avesse visto giusto, così come le sue osservazioni sulla bimba.
Per quanto possa 'vedere' da qui non c'è alcuna 'malattia' e non ha senso fare alcuna 'terapia'. Siete caduti nella trappola attuale dello 'spettro autistico' e delle 'terapie' conseguenti, tutte cose basate solo sul 'consenso' (interessato o cieco) degli accademici e su nessuna prova. Purtroppo è una trappola diffusissima in cui molte famiglie cadono oggi con inutile aggravio delle fatiche e dei problemi quotidiani.
Sicuramente la sua bimba ha avuto un momento 'traumatico', manifestandolo con la balbuzie e con alcuni aspetti comportamentali: ma è normale che sia così; i cambiamenti, fannoparte dello sviluppo. Anche se 'traumatici' perchè troppi o troppo grandi per le forze di un bimbo, si possono superare e si riprende la strada, come mi sembra stia facendo la vostra bimba. La 'cura' più importante è vedere che la casa, la mamma, le cose, ci sono sempre e si continua e che il posto per lei c'è sempre, anche col nuovo fratellino. Certo, per un po' ha temuto di perdere tutto....
La bimba sembra molto intelligente e positiva, nulla di quello che è successo sembra insuperabile. Anzi sembra in via di superamento.
Aspettare, resistere alle pressioni, darle tempo, mantenere stabile 'la barca' credo sia il compito fondamentale dei genitori. Credo che il bilinguismo non c'entri nulla e che sicuramente non sia quello che ha 'confuso' la bimba.
Il consiglio è di smettere di guardare le'particolarità' della bimba e di 'misurare' le sue prestazioni, ma di guardarla come persona intera e imparare a conoscerla e farsi conoscere da lei, in maniera sincera e autentica (ovviamente distinguendo i 'pesi' degli adulti da quelli dei bambini!)

Cordialmente
drGBenedetti

Grazie Dottore, davvero.

Grazie Dottore, davvero. Spero che non ne avremo bisogno, ma comunque siamo in una delle città in cui Lei riceve.

Mi sono iscritta al sito, ma sono in attesa del completamento. Le chiedo solo se la ripetizione "ad eco" che un po' m'impressiona (e che si affianca ad un buono sviluppo del linguaggio autonomo) può essere "fisiologica", una sorta di fase di apprendimento del linguaggio, come pure un po' di confusione con i pronomi. Facciamo bene ad insistere perché ci guardi quando ci chiede qualcosa? E ancora, cosa pensa sui possibili danni del vaccino morbillo-rosolia-parotite? A questo punto siamo fortemente dubbiosi sull'opportunità di farlo fare al piccolino.

Grazie ancora, forse il mio istinto di mamma dovrebbe prevalere sugli schemi degli accademici.

Sui vaccini, non ho

Sui vaccini, non ho particolare esperienza in merito. Un criterio che considero soddisfacente è che si fanno quelli obbligatori per legge, gli altri sono ad libitum.
A quanto ne so non esistono prove che i vaccini siano responsabili della vera e propria epidemia di autismo (o meglio preteso tale) dell'ultimo decennio, nonostante le molte grida di accusa.
Quanto all'eco o al non guardare credo che in sè non significhino nulla: come un colpo di tosse non significa subito 'polmonite lobare franca', così degli atteggiamenti sui generis non significano 'autismo', e degli 'spettri' sa cosa ne penso. Forse bisogna chiamare i Ghostbusters...
Non si lasci rubare il suo istinto materno ( anche se comunque è sempre bene mantenere anche un controllo razionale, o meglio di buon senso )
Cordialmente
drGBenedetti

Mi scusi Dottore, ho appena

Mi scusi Dottore,

ho appena letto le e-mail di una mamma più o meno nella mi situazione e la tranquillità che la sua risposta mi aveva dato è svanita del tutto. Avevo capito che i comportamenti "particolari" nella mia bimba non dovevano destare preoccupazione, avevo tradotto tiutto questo in un "ognuno è com'è, si tratta di difficoltà "normali", niente di anomalo". Anche sull'ecolalia mi ero un po' tranquillizzata (tra l'altro, ho letto che Piaget ed altri la ritengono normale fino ai quattro anni, parlando addirittura di "monologo egocentrico" come di qualcosa di fisiologico. Ripeto, sono una profana).

Ora, però, mi pare di capire che la sua opinione del non diagnosticare etichettando un bimbo piccolo, la necessità di "prendersene cura" non significhino che, da ciò che le ho descritto, lei non ha visto niente di "anomalo" (non dico"patologico", perché non voglio entrare in un giro assurdo di parole, visto che Lei pensa che certi tipi di disturbi non siano da considerare "malattie"), bensì che non serve a niente allarmarsi perché, se anche ci fosse qualcosa di "anomalo", le attuali conoscenze non servono a risolverlo. Ho capito bene?

Se è così, è ben diverso dallo stare tranquilli perché non c'è niente che non va. E' uno stare tranquilli perché tanto non c'è niente da fare se non attendere. Pare a me, o è ben diverso?

Le chiedo nuovamente: è anomalo che una bambina di tre anni e sette mesi che sta facendo grandi progressi nel linguaggio autonomo, continui a presentare ecolalia e che anzi questa si presenti maggiormente proprio in concomitanza allo sviluppo del linguaggio autonomo?

La ringrazio per la risposta (non sono riuscita ad accedere al sito, sul quale le chiedo di pubblicare la mia domanda e la sua risposta) e mi scuso se le sono sembrata polemica. Il mio intento non è questo, ovviamente, ma solo capire ed aiutare mia figlia. Per un genitore, ovviamente, il proprio bambino è un caso unico e, se il genitore non è un cretino, non può accontentarsi di un "non c'è nessuna "malattia"....bisogna intendersi sul concetto di malattia (un "disturbo" mentale non ci fa gran differenza...)

Spero in una sua risposta e la ringrazio per l'attenzione.

Gentile signora, io credo che

Gentile signora,
io credo che un genitore non sia mai 'tranquillo' per più di un quarto d'ora...
Non so bene cosa intende lei per 'ecolalia': chi ha usato questo termine?
Quanto a disturbo o malattia: i termini sono equivalenti, solo che non essendoci 'prove' o esami che dimostrino l'esistenza di vere e proprie 'malattie', la psichiatria ora in voga parla di 'disturbi' (dall'americano 'disorders') e sta classificando tutto come disturbi, per esempio il lutto, ecc. Stanno cominciando a parlare anche di 'pre- 'disturbi''. Non sfuggirà nessuno...
L'effetto è di gettare nel panico i genitori che si 'informano' troppo (forse)...
Occorre tenere presente che lo sviluppo non è un'autostrada diritta e senza curve o salite... viceversa è una strada a volte tortuosa, e alti e bassi sono pane quotidiano. Che conta è valutare il 'percorso' nel tempo, e anche la direzione, ovviamente, e gl eventuali ostacoli, ecc. Lei dice che la sua bimba sta facendo gradi progressi, mi pare. Questo è quello che conta: ovviamente non vuol dire che non ci saranno altre salite o curve o rallentamenti e riprese. Non è una 'garanzia' ...
Ma tutto ciò non vuol dire che sia 'autistica' o schizofrenica, ecc ecc... Nel senso che non basta un sintomo, nè una lista di sintomi, per fare una diagnosi.
Cordialmente

Grazie della risposta

Grazie della risposta Dottore. Cerco di spiegarmi meglio. La bambina parla bene e sta facendo progressi quotidiani con la sintassi. Intendo dire che fa frasi più lunghe, utilizzando, da qualche giorno, anche i discorsi indiretti (esempio: "ho detto che voglio giocare alla parrucchiera. Nonna mi pettini?"). Per ecolalia (termine che mi ha detto l'analista comportamentale di cui le ho parlato) intendo i seguenti fenomeni: a volte la bambina parla da sola, ripetendo frasi sentite da altri o semplicemente "ripercorrendo" la giornata, come se pensasse a voce alta. Lo fa in momenti "di relax: in macchina, a letto prima di addormentarsi. Inoltre spesso ripete immediatamente frasi dette da altri (esempio: io dico a lei ed alle cuginette "bambine, venite a fare merenda" e lei ripete, con un tono che sembra spesso "a presa di giro",: "bambine, venite a fare merenda" due o tre volte., magari saltellando eccitata. Altre volte, il tono non è "a presa di giro" e ripete quello che sente, sembra come una persona che sta "studiando una lingua", sembra, insomma, un modo per imparare. A volte sta facendo tutt'altro e ripete quello che dico io a qualcuno, distrattamente. Prima che mi parlassero di ecolalia, non avevo alcun due si trattasse proprio di questo, un modo per imparare e, sarò ingenua, non mi preoccupava affatto. la bambina ha tre anni e sette mesi. Ora mi viene detto che si tratta di linguaggio ecolalico, che può essere fisiologico come può invece essere una stereotipia. Insomma, io da mamma tranquilla sono ormai diventata una mamma che analizza tutto e non so più cosa è giusto, cosa è fisiologico e cosa non lo è. Noto, tra l'altro, questa "ecolalia" di più proprio in momenti di sviluppo palese e rapido della padronanza linguistica e sintattica. Gli altri bimbi che conosco, però, in effetti non lo fanno. Inoltre, a volte la bimba parla di sè in terza persona (es.: "A.....fa una casa per l'orsetto". le chiedo chi fa la casa per l'orsetto e risponde bene: "io faccio la casa"). C'èda dire che in famiglia molti le parlano in terza persona, come si fa con i bimbi, anche mio marito. Stiamo smettendo (es. "vieni da papà", "guarda cosa fa il nonno")In più c'è il contatto oculare, su cui stiamo insistendo un po' e la bimba guarda di più (guardava anche prima, quando voleva). Quello che manca , in realtà, è attirare l'attenzione della persona di cui vuole l'attenzione stessa. Le fa le sue richieste e magari a volte la persona non sia accorge che parla con lei, perché non la chiama per nome, non la tira per il vestito. Sto cercando di insegnarle afare questo. Forse dipende da uno dei mille errori commessi da me e da mio marito: anticiparla, rispondere subito, troppo presto, alle richieste.
Inoltre, permane la gelosia forte nei confronti del fratellino, di fronte alla quale non so bene come comportarmi. basta la presenza dl piccolo per avere le seguenti reazioni: comincia a saltelare, "ringhia", stringe il pugno, insomma, mia figlia è arrabbiata, arrabbiatissima e, mi sono accorta sempre di più, molto sensibile e insicura. Sto cercando di essere una madre migliore, evidentemente ho fatto degli errori. Non la reprimo nelle sue esternazioni (non tollero, ovviamente, le botte al bambino). Dice anche chiaramente che non lo vuole, di rimetterlo nella gabbia (= il lettino con le sbarre...).
Per il resto, è una bimba intelligente, osservatrice, fa molti commenti (più che domande), fa tanto gioco simbolico. Non gira più su se stessa (chiaro segno di autismo....non me ne preoccupavo, poi me l'hanno fatto diventare un incubo), interagisce, cerca i bambini esprimendo chiaramente che li vuole "Voglio venire con te" e gioca con loro. Ha le sue preferenze ed è una bambina buffa e simpaticissima, di cui, prima di questo incubo, ero fiera come ogni mamma.
Oscillo fra tranquillità ed angoscia. Due volte a settimana sta venendo, come le ho detto, una giovane psicologa, che stimola la piccola giocando. Le stesse cose che facciamo noi, in effetti. Siamo in partenza per un mese e mezzo di mare, ovviamente senza la psicologa. Il mio obbiettivo per le vacanze è stare di più con mia figlia, farla sentire sicura del mio amore,a iutarla acrescere. Sono, però, ahimè, distrutta. Ce la metterò tutta. Sto leggendo un libro interessante sulle "Emozioni dei bambini", forse avrei dovuto leggerlo prima. Facciamo i genitori senza saperli fare.
Le chiedo di inserire sul sito il nostro scambio di corrispondenza, che può essere utile ad altri genitori.
Grazie ancora per le risposte ed i consigli che vorrà darmi.

Quella di sua figlia non è

Quella di sua figlia non è 'ecolalia'. E probabilmente un gioco e un modo di rifare il verso alle persone. Così come la 'trottola' di una ballerina o di una pattinatrice non è una stereotipia autistica. E' una figura di danza o pattinaggio.
E' il clinico che valuta la differenza: ma le ballerine o chi fa la trottola non vanno dal clinico, ci si va per altri disturbi. Fra l'altro la bimba sta facendo 'terapie' e 'interventi' senza che ci sia stata una valutazione diagnostica di uno specialista (l'analista comportamentale non è una laurea e specializzazione riconosciuta, così come non basta una semplice laurea in psicologia...). Come fare antibiotici o peggio senza prescrizione medica ( e diagnosi, ovviamente): è pericoloso, anche se spesso viene fatto.

Purtroppo le hanno riempito la testa di pseuodo-nozioni che stanno rovinando il suo rapporto con la bimba. Cerchi di recuperare il prima possibile la sua spontaneità e la sua naturalezza nel comportamento, perchè i bimbi si accorgono del comportamento non naturale dei genitori, ed è questo che fa male, non gli 'sbagli' o gli 'errori' in buona fede. Rischia che diventatutto una finzione, e questo sì produce gravi danni.
Si liberi di tutto ciò che sta patologizzando la vita sua e di sua figlia. Forse è bene che intervenga di più il padre, di cui non sento parlare.
Spero che le vacanze, senza altre persone 'pseudo-specializzate' di mezzo, riporti un po' di spontaneità.
La vita è fatta di tentativi ed errori, e si impara da questi, con l'esperienza. Lo sbaglio peggiore con i bambini e le persone in genere e di seguire delle 'istruzioni per l'uso'. Le butti via: non si tratta di elettrodomestici, ma di 'persone', fin da
piccole e piccolissime.
Questi interventi le hanno solo portato via il rapporto materno istintivo con sua figlia.
Io non posso 'assicurarle' a distanza che non ci sono o non ci saranno difficoltà, perchè non ho neanch'io la sfera di cristallo. Posso solo dirle che il rimedio sembra peggiore del male, come forse ho già detto.
Cordialmente
drGBenedetti

Grazie Dottore, è proprio

Grazie Dottore,

è proprio quello che intendiamo fare (anche il papà, che c'è meno di me per motivi lavorativi, ma quando c'è è presente e la bimba stravede per lui): con l'estate cercare di chiudere questo capitolo che per noi è stato dolorosissimo, indipendentemente da quello che dicono gli altri (in famiglia tutti partecipi col cuore e di fatto), in un momento bello come la nascita del secondo bambino....

Mi unisco al coro di quanti la ringraziano per il servizio che sta offrendo a tutti noi.

Le chiedo solo un'ultima cosa: se non è ciò che fa mia figlia, cos'è l'ecolalia?

Grazie ancora.

Ecco alcune definizioni

La rinvio a questa pagina per una risposta alla sua domanda sull'ecolalia.
Cordialmente
drGBenedetti

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