Altri studi sull'e-therapy

Consiglio chi ha tempo e voglia di leggere la storia del gruppo di studio su un esperienza quinquennale di e.therapy http://mentalhealth.about.com/gi/o.htm?zi=1/XJ&zTi=1&sdn=mental

Non è tanto la storia dell'e.therapy, ma dell'esperienza di un gruppo che ci si è dedicato, condividendola e discutendola come una forma di supervisione - intervisione, come qualcuno l'ha chiamata qui- Non è l'unica somiglianza con l'esperienza di medicitalia che ho trovato.
Aiuta forse a vedere somiglianze e differenza in una iniziativa di ascolto e risposte online a richieste di persone in difficoltà.
Ci riconosco una modalità di lavoro e formazione tipicamente anglosassone, con discussione di casi clinici in un gruppo di lavoro con delle guide riconosciute, e con impostazione interpersonale, se non psicoanalitica (come metodo di pensiero e lavoro volto alle relazioni e alle comunicazioni), ma non solo.

Il gruppo ritiene di avere sviuppato un modello molto interessante e utile e che può essere replicato
Riporto una frase di conclusione che mi sembra interessante per il discorso qui:
"Abbiamo presentato, come meglio potevamo, mezza decade di studio di lavoro clinico online basato su discussione di casi. E' gratificante vedere non solo delle repliche del nostro modello, ma anche un aumento dello spazio in letteratura dedicato a discutere le questioni e i temi che abbiamo riportato, e a illuminare le direzioni passate presenti e future della pratica clinica, della ricerca e della formazione online ."

Ovviamente si occupa di temi e problemi riscontrati nel lavoro online e discussi nel gruppo (pure online):
Dalle indicazioni, ai criteri di risposta a determinate richieste, dall'e-transfert al e- controtransfert, dalle modalità di 'transizione' ( forse nel senso di Winnicott) a quelle di terminazione, ai tanti possibili problemi e difficoltà che si possono incontrare nel lavoro clinico quotidiano, tanto off.line che on.-line.
L'intento, invece di escludere e negare possibilità a cuasa di possibili problemi, è di imparare e dall'esperienza e di sviluppare le possibilità fornite dai mezzi di comunicazione attuali, non per sostinutire, appunto, ma per aggiungere altre risorse.
L'ottica è di esplorare le nuove realtà e possibilità, rispetto a quella di difendersene.

Credo che convenga occuparsene.

Una collega mi segnala altri link:
- un documento rilasciato abbastanza recentemente dall'Ordine degli Psicologi della Lombardia, che prova a fare il punto sull'attuale stato dell'arte.
http://www.opl.it/media/progetto%20psicologia%20e%20tecnologia/20111102
inoltre:
"Miti e realtà del lavoro clinico online"
http://www.fenichel.com/myths/

"La verifica di adeguatezza di una persona per la terapia online"
http://www.ismho.org/therapy_suitability_assessment.asp
Commentavo:
Mi sembra encomiabile l'interesse dell'ordine degli psicologi della lombardia a mettere a punto lo stato dell'arte in questo campo. Mostra che è possibile, e già esistente anche in Ilatlia, un interesse sull'argomento e un'attenzione ai suoi sviluppi. Il lavoro che ci proponevamo di fare qui è quindi in gran parte già stato fatto da altri, e possiamo utilizzarlo.

Cito le concusioni (dal primo link): "Conclusioni
L’utilizzo delle nuove possibilità offerte dalla tecnologia potrebbe giocare un ruolo
importante per il futuro della professione psicologica (Perle, Langsam & Nierenberg,
in stampa). Negli Stati Uniti, l’American Psychological Association ha recentemente
creato la Telepsychology Task Force per monitorare l’evoluzione delle consultazioni
psicologiche online e fornire delle line guida accurate. Sempre negli Stati Uniti,
diverse realtà private e pubbliche stanno investendo sulla promozione di interventi
online e sull’indagine delle loro caratteristiche.
Riassumendo i risultati e le riflessioni tratte dalla letteratura internazionale, è
possibile individuare alcuni importanti aspetti di potenzialità, al pari di altri elementi
di criticità e di sfida che vanno approfonditi nel tempo. Di seguito alcuni elementi
che appaiono particolarmente importanti nella letteratura internazionale...." ecc.

Una prima considerazione che viene, nell'ottica che al momento mi interessa di più, è che si delinea sempre più che l'e-therapy è una realtà esistente. Il problema non è più se può esistere o no, si è fatto un passo avanti, i problemi ora riguardano le sue applicazioni, i vari aspetti, i punti critici, come in ogni realtà e attività esistente e in crescita.

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