disturbo generalizzato dello sviluppo a 20 mesi: evoluzione successiva

Gent.mo dott Benedetti,
sono la mamma di un bambino di 8 anni a cui dopo il vaccino esavalente
antimorbillo è stato diagnosticato un disturbo generalizzato dello sviluppo
all'età di 20 mesi. Il bambino aveva smesso di parlare, di girarsi al suo nome,
di indicare...
Abbiamo fatto terapia cognitivo comportamentale presso un centro
specializzato fino all'età di 6 anni. La terapista che lo seguiva ci ha detto
che ha buone capacità di recupero perchè molto intelligente e che avrebbe fatto
molti progressi, cosa che hanno confermato anche altri specialisti,
neuropsichiatri e psicologi.
In realtà, se ripenso a come era, sembra davvero
un altro; è perfettamente capace di strutturare la frase, di esprimere
emozioni, ( mi dice se è stanco, felice , triste , spavebtato), comincia a
raccontare quello che gli accade o vede fuori, anche se in maniera sintetica.
In famiglia , con me e suo padre, è spigliato e pronto nelle risposte e,
soprattutto nel linguaggio spontaneo; gioca molto volentieri anche con suo
fratello maggiore( 11 anni) e anche a lui comincia a rispondere( con lui c'è
meno linguaggio sontaneo). La cosa che mi angoscia è che , al contrario di
molti bambini con un disturbo simile o addirittura in alcuni casi di autismo,
la risposta è uguale sia in famiglia che fuori; lui , invece si inibisce con
gli altri , è come impacciato o bloccato, a volte risponde solo altre con una
mediazione .
A scuola sembra insicuro , mentre a casa è più autonomo; l'ultimo
psicologo che lo ha visto ha riscontrato un disturbo di ansia, piùttosto che
dello spettro autistico e sostiene che il bambino non avendo fiducia negli
altri, si relaziona solo con chi conosce bene...
Questo ovviamente compromette
la sua relazione con i coetanei ed è la mia preoccupazione primaria. Provo a
creare le condizioni adatte per stimolarlo senza forzarlo, ma ho sempre paura
di fallire o di sovraccaricarlo. Le sarei grata se mi desse il suo parere e dei
consigli per continuare a sperare in un futuro , se non normale, almeno
adeguato.
Confidando nella sua disponibilità, le invio cordiali saluti.

Difficile farsi un'idea. A

Difficile farsi un'idea. A una data età un bambino, e il suo livello di sviluppo, è il risultato di una quantità di fattori, sia suoi costituzionali che dell'interazione con l'ambiente, con le esperienz, le malattie e il loro effetto, gli interventi, ecc. Non conoscendo abbastanza queste diverse variabili, si può dire abbastanza poco.
Se mi dà più informazioni descrivendo le varie cose - più che usando i nomi delle diagnosi, o degli interventi, che dicono piuttosto poco, non essendo dati certi e precisi - forse posso farmi un'idea più chiara. Può seguire questa falsariga e descrivere com'era il bambino prima della vaccinazione ( a che età, ) poi cos'è successo, che esami eventuali avete fatto, Ci sono stati altri eventi a quell'epoca oltre alla vaccinazione (tralochi, cambiamenti famigliari, altri elementi stressanti). Quanto è durato il periodo di 'crisi',
Come è evoluto poi il bambino dopo quel periodo, come è stato seguito, cosa veniva fatto e dove, andava all'asilo, come con che reazioni, ecc.
Se ha delle relazioni o risposte di esami me le può mandare per email...
Vediamo se riusciamo a farci un'idea per poi risponderle.
Poi mi servirà anche una descrizione più ampia del comportamento attuale del bambino, nei vari ambienti, nelle diverse situazioni, con le diverse persone, ecc

drGBenedetti

Gent.mo Dott. innanzitutto la

Gent.mo Dott.
innanzitutto la ringrazio di avermi risposto con tanta tempestività; provo ad
essere più esaustiva. Prima dei 20 mesi il bambino ha avuto un sviluppo
psicomotorio nella norma: allattato al seno fino a 10 mesi, con lo svezzamento
mangiava di tutto senza creare problemi; ha camminato entro i 12 mesi,era un
bambino solare , sorridente e socievole; rispondeva agli stimoli, attratto dai
libri e dalle immagini , indicava , salutava e pronunciava diverse parole era
arrivato alla pre-frase comunicando i suoi bisogni, richiedeva la presenza del
fratello maggiore che lo faceva ridere e giocare. A 20 mesi gli è stata
somministrata la vaccinazione antimorbillo e dopo due settimane non era più lo
stesso: camminava sulle punte, la sua attenzione era labile , carente la
comunicazione deittica. La notte si svegliava e piangeva si aggrappava a me e
si consolava solo con il mio abbraccio, guardava negli occhi solo me e mio
marito e si girava solo al nostro richiamo, gli altri sembravano essergli
indifferenti; spesso girava su se stesso metteva le mani sulle orecchie ed era
molto sensibile ai rumori , voleva vedere le videocassette in continuazione,
cosa che io non gli permettevo.. è regredito nel linguaggio..All' inizio
abbiamo pensato che avesse subito una crisi di abbandono, perchè lavorando
fuori il bambino trascorreva la giornata con i nonni paterni dove
effettivamente non c'era molta interazione e al bambino facevano vedere le
videocassette ( così stava buono) e veniva assecondato in tutto, ma non
coinvolto in una interazione "Sana". Mi dicevano anche che quando veniva
accompagnato dai nonni piangeva e si aggrappava a suo padre; inoltre mio figlio
più grande mi diceva che li facevano stare separati per non farli litigare...Le
lascio immaginare lo sconforto e i sensi di colpa...Ho preso un lungo periodo
di aspettativa( sono un'insegnante) e mi sono completamente dedicata a lui. Lo
abbiamo portato a visita neuropsichiatrica e a un EEG . REferto: veglia e
qualche brano di addormentamento . Attività di fondo simmetrica, discretamente
modulata in assenza di anomalie. ESAME obiettivo neuropsichiatrico: stazione
eretta,deambulazione e cambi posturali autonomi nella norma. Carenti
l'indicazione deittica, la condivisione e il gioco simbolico.(23 mesi).
Diagnosi:Disturbo della comunicazione.
E' stato preso in carico da una struttura riabilitativa ( terapia
cognitivo_comportamentale). Dalle sedute e dai test emergevano le sue capacità
e la sua intelligenza . All'inizio era iperattivo e sembrava non accettare le
sedute e le regole che gli imponevamo ; si agitava, non reggeva la
frustrazione, buttava tutto per aria, piangeva. Gli hanno consigliato un
dosaggio baso di risperdal ( per tre anni, poi sospeso).diceva "non mi fermo!",
urlava , buttava tutto per aria , anche il banco a scuola... Lo abbiamo
inserito al nido , dove ha trovato degli educatori meravigliosi , esperti e
collaborativi con noi e con la struttura che lo aveva in carico. Durante il
periodo al nido ha ricominciato a girarsi verso tutti se chiamato ,a
pronunciare nuovamente parole e usarle in modo appropriato , a cantare a
richiedere la musica che tanto adora. Verso la fine del nido interagiva con i
bimbi , anche se non in tempi prolungati, usava il pennello e la matita. I suoi
disegni non erano adeguati all'età e aveva bisogno costantemente bisogno di un
educatore vicino; conosceva i colori e partecipava a quasi tutte le attività.
Questo anche nella scuola dell'infanzia . Si era molto legato alla sua
insegnante che lo sapeva capire e sostenere dandogli fiducia; per i primi due
anni non ha avuto il sostegno , la sua insegnante lo gestiva bene anche se
spesso si agitava o si rifiutava di fare qualcosa. Aspettava che si calmasse
per proporgli lle attività gradualmente. Al terzo anno di scuola materna, anche
su suggerimento della sua terapista , gli abbiamo affiancato una
psicopedagogista , invece che una insegnante di sostegno, proprio per dargli il
massimo e cercare una continuità. Tutto sembrava migliorare, anche se con alti
e bassi... è comparso il gioco simbolico e il linguaggio si ampliava; erano
comparse anche delle ecolalie differite che lui utilizzava per drammatizzare
delle scene che aveva visto nei cartoni( visti ora non frequentemente nè con
ossessività), infatti spesso le accompagnava facendo muovere degli oggetti o
dei pupazzi: la terapista mi diceva che così si isolava per autoregolarsi e
modulare l'ansia; ora si sono molto ridotte.
Poi l'ingresso alla scuola elementare...Avrei volentieri procrastinato il suo
ingresso, ma i medici sostenevano che sarebbe stato inutile e dannoso...
Continuo a pensare di aver sbagliato: il bambino non era pronto per quelle
attività, avrebbe recuperato con il tempo e senza stress e nella materna si
sarebbe potuto lavorare ancora sull'interazione...Comunque, per farla breve,
dopo aver cambiato l'insegnante che stava vanificando il lavoro fatto , si è
inserito in una classe dove è stato accolto ( Grazie anche alla
psicopedagogista che ha continuato a seguirlo) . E' andato tutto bene , si
relazionava bene e rispondeva alla sua insegnante e a qualche bambino, era
contento , strutturava bene e spontaneamente la frase completa, ( 6 anni) fino
a quando non ha fatto il richiamo dell'esavalente. Dopo 15 gg. era come
impazzito....ha ricominciato a girare vorticosamente su se stesso(6 anni e
mezzo), è stato un incubo,....Tramite una psicologa che gli faceva fare
ippoterapia ( a lui piacciono i cavalli), siamo pervenuti da un medico che ha
fatto fare degli esami dettagliati del sangue e la mappatura genetica.
Geneticamente non è risultato nulla, la genetista ci disse di cercare a livello
organico. Dagli esami del sangue ( sono molti e specifici sugli anticorpi per i
vaccini) il medico mi ha confermato i miei sospetti, che il danno a livello
soprattutto sensoriale era stato provocato dall'antimorbillo, Abbiamo fatto una
cura omotossicologica per un anno e mezzo, anche se il neuropsichiatra era
contrario. Ora a 8 anni e mezzo il comportamento è migliorato, anche se
persistono degli atteggiamenti inadeguati a volte, soprattutto a scuola capita
ancora che abbia momenti di frustrazione e opposizione alle regole. Il
rapporto è più stretto con la persona che lo affianca che con l'insegnante che
nel periodo in cui aveva le crisi si è agitata e si è sentita inadeguata. In
famiglia comunica molto ora anche quello che fa fuori, si rivolge a me e mio
marito in modo spontaneo e spigliato e comincia a relazionarsi con suo fratello
( 11 anni), rispondendogli e giocando con lui, anche se prediige il rapporto
con me e suo padre., con le educatrici( nel pomeriggio frequenta una ludoteca),
esprime i suoi bisogni, ma fa anche dei commenti, esprime le emozioni(
stanchezza, paura, tristezza, allegria) e le riconosce negli altri; la
relazione con estranei o poco conosciuti è di imbarazzo o impaccio, sembra
quasi che si imbrogli con le parole o che si impacci, a volte ho notato che gli
batte forte il cuore e cerca di allontanarsi... oppure si altera e spinge chi
gli sta vicino.
A livello cognitivo la sua attenzione è aumentata, ma non adeguata all'età e
dipende anche da quanto è motivato; sa leggere tutti i caratteri, stampato
maiuscolo, minuscolo e corsivo, ma non è ancora motivato alla lettura o forse
si stanca, preferisce leggere le immagini e commentarle con particolari, chiede
che le storie gli vengano lette , soprattutto dal padre , si interessa ai libri
di scienze e geografia,,,Nello scritto ancora la percezione dello spazio è
immatura( credo intorno ai 5 anni), scrive autonomamente lo stampato e per il
corsivo a casa in autonomia, a scuola vuole qualcuno che gli sfiori la mano,
anche solo un dito!
Mi scusi se mi sono dilungata, ma ho voluto essere dettagliata il più
possibile!
La ringrazio per l'attenzione. Cordiali saluti

Mi dispiace mettere dei

Mi dispiace mettere dei dubbi, ma la storia e le diagnosi e gli interventi non mi convincono molto, anche se ovviamente è difficile dare un giudizio a distanza e a posteriori. Sono però abituato a farlo, anche in contesti medico-legali dove spesso si deve dare un giudizio sull'appropriatezza degli interventi, delle diagnosi e delle terapie.

La crisi verso venti mesi non ha una spiegazione univoca: c'è la coincidenza con la vaccinazione antimorbillosa ma anche una componente ambientale non lieve, a quanto descrive. Difficile pensare a un risentimento post-vaccinico senza segni neurologici e nemmeno una lieve anomalia all'EEG.
Da quando lo lasciavate dai nonni?
E' possibile, come pensavate, che il bambino reagisse a un cambiamento ambientale forse troppo brusco e alla perdita delle sue abitudini precedenti. Cosa vi ha fatto cambiare idea, rispetto alla possibilità di una 'crisi di abbandono'?
Sicuramente prendere l'aspettativa è stata una buona cosa e penso abbia avuto un effetto rassicurante sul bambino.
Quando è andato al nido, e con che reazioni?

La 'diagnosi' di 'disturbo della comunicazione' non mi convince molto, e tanto meno l'intervento terapeutico, per non parlare addirittura del Risperidone, un farmaco molto pesante anche per ragazzi più grandi, figuriamoci nei primissimi anni. Gli antipsicotici, osservandone gli effetti in pazienti in terapia, spesso riducono l'attività mentale, diminuendo così a volte i comportamenti disturbanti ma anche l'attenzione e la concentrazione...

Mi sembra comunque che abbia poi avuto un discreto andamento al nido e alla materna,sia sul piano relazionale che su quello cognitivo, pur forse con un certo ritardo grafico simbolico linguistico.
Non vorrei che comportamenti più o meno comuni venissero presi subito per patologici, come le 'ecolalie differite': spesso i bambini ripetono sequenze viste in tv nel gioco, anche ripetendo le frasi sentite... E sono solo un gioco, non servono solo per 'modulare l'ansia'...

Se capico bene c'è stata qualche difficoltà in prima, con cambio di classe (di scuola?)
Anche in questo periodo c'è una crisi, quindi, e una coincidenza di possibili fattori: lo stress della prima elementare e la vaccinazione.
Le chiederei di farmi sapere quali esami hanno " confermato i miei sospetti, che il danno a livello soprattutto sensoriale era stato provocato dall'antimorbillo ". Mi sembra molto poco convincente...

Il bambino poi ha mi sembra superato abbastanza la crisi, cioè si è adattato al nuovo ambiente (se lei è insegnante avrà avuto modo di vedere bambiniin crisi ai cambiamenti di scuola, specialmente nel cominciare un nuovo ciclo...), anche se persiste un certo ritardo e forse l' appoggio individuale è un'arma a doppio taglio: rassicura e aiuta, ma abitua a non fare da sè...

Il tutto fa considerare le attuali difficoltà segnalate sia sul piano comportamentale ed emotivo ("frustrazione e opposizione alle regole, .... la relazione con estranei o poco conosciuti è di imbarazzo o impaccio, sembra quasi che si imbrogli con le parole o che si impacci, a volte ho notato che gli batte forte il cuore e cerca di allontanarsi... oppure si altera e spinge chi gli sta vicino"...) sia sul piano dell'apprendimento come legate al ritardo dello sviluppo, che forse avrebbe suggerito di rinviare l'ingresso alle elementari, come pensava Lei. Ma anche magari a un eccesso di stress per il bambino.
Le reazioni e le difficoltà emotive del bambino potrebbero essere legate all'esperienza di fatica nell'adattarsi e nell'imparare, alla scarsa sicurezza in sè, al confronto con gli altri (non so se il bambino chiede mai perchè va dalla terapista, o ha il sostegno, e gli altri no).
Nel complesso non vorrei che la situazione fosse stata un po' troppo 'medicalizzata' o 'psicologizzata'. Anche se ovviamente a distanza le mie osservazioni possono essere sbagliate.

Però il mio parere è un po' questo, forse consiglierei di diminuire la pressione terapeutica e riabilitativa sul bambino, perchè a volte un eccesso di stress può essere controproducente e creare quasi una 'fobia dell'apprendimento'.
Come spesso in casi simili, credo che sia bene ovviamente seguire il bambino ed aiutarlo, ma forse a una maggiore distanza, dandogli un maggiore spazio autonomo per abituarsi a fare un po' più da sè...
Come sta nelle vacanze?, quando forse lo stress è minore?

Gent.mo dottore, sono davvero

Gent.mo dottore,
sono davvero commossa dalla tempestività della sua risposta, segno di profonda
umanità e comprensione della sofferenza di una mamma che, come me, lotta da
anni per capire, conoscere e avere risposte che non siano generiche o
addirittura di indifferenza e cinismo da parte dei cosiddetti "addetti ai
lavori": ne ho incontrati tanti!
Il bimbo è arrivato al nido circa a 25 mesi e ci è rimasto solo un anno,
purttroppo xchè non sono riuscita a fermarlo ancora un anno. Ricordo ancora con
le lacrime agli occhi il suo ingresso al nido...ero preoccupata che piangesse,
che potesse vivere anche quell'esperienza come un trauma, invece appena entrati
si guardò intorno e, mi sorrise , tirò un sospiro e si avviò verso i bimbi più
piccoli che giocavano con le palline colorate...poi tornò indietro , mi diede
un bacio e andò verso un educatrice, che poi diventò il suo punto di
riferimento...Il suo percorso al nido è stato serenissimo e gioioso, non è
mancato un giorno...eppure anche lì , come le dicevo , spesso girava su se
stesso o si isolava, ma erano pronti a distrarlo e riportarlo nel gruppo. Anche
nella scuola materna la sua insegnante lo ha amato e capito il suo silenzio ,
rispettato e incoraggiato... Lei ci ha sempre creduto e mi diceva che bisognava
rispettare i suoi tempi.
Lei mi conferma che avrei dovuto assecondare il mio istinto di farlo permanere
ancora nella materna... Ancor oggi mi pento di non aver seguito il mio istinto e, in tutta confidenza, ho ceduto al parere dell'equipe del centro ... che lo seguiva. sia per il Risperdal, che per la scuola
elementare. Il Risperdal, però ho avuto la forza di sospenderlo autonomamente.
In cuor mio non ho mai creduto a quella diagnosi , ma mi dicevano che non
volevo accettare la realtà! Ho sempre creduto che anche la cognitivo
comportamentale non fosse del tutto efficace, e alla fine
sono stata contenta di interromperla a sei anni, anche perchè ... non ci
voleva più andare : durante le ultime sedute
volontariamente sbagliava cose che sapeva benissimo, come aveva anche intuito
la sua terapista.
Per quello che riguarda la scuola elementare ho cambiato l'insegnante xchè
anche lì il mio istinto mi diceva che stavo sbagliando; lei pur conoscendo mio
figlio e la sua problematica ( l'avevo portata con me al centro per farla
parlare direttamente con gli specialisti): risultato: dopo alcuni giorni lo ha
talmente stressato che il bambino ha avuto una reazione a suo dire "violenta"
( girava su se stesso e poi ha dato schiaffi a tutti e piangeva).
Per quello che concerne il vaccino mi sono recata dal Dott. X ; gli
esami del sangue effettuati sono: sottopopolazioni linfocitarie( con CD4-
CD25*), anticorpi antipoliovirus( test di neutralizzazione, anticorpi
antimorbillo, antiparotite, antirosolia ( titolazione), anticorpi anti tetano,
difterite, antipertosse( titolazione) ,IgC e IgM per CMv, VZV, EBV,HSV( 1° e
2°) Titolazione e altri esami di routine.
Io sinceramente non so più cosa credere... Quello che ora mi interessa è la
serenità di mio figlio e mi si stringe il cuore nel vederlo in difficoltà e ,
soprattutto perchè , essendo più grande, è più consapevole e sensibile e
percepisce anche solo uno sguardo denigratorio o di derisione. L' affiancamento
a scuola temo sia ormai necessario perchè effettivamente è in ritardo, ma
quello che più mi spiace è che anche la sua insegnante attuale lo ha
stigmatizzato e sottovalutato; ha ragione a chiedermi se il bambino mi abbia
mai chiesto il perchè dell'affiancamento ; non me lo ha chiesto ( non fa ancora
molte domande) ,ma una volta ha detto direttamente all'educatrice di
allontanarsi xchè voleva fare da solo. Poi, evidentemente non si è sentito di
fare più da solo e mi rendo conto che può essere deleterio. Mi creda ,
lavorando nella scuola, purtroppo so bene come funziona...è molto facile
lavorare con bambini brav, buoni e soprattutto sappiano già tutto! Gli altri
vengono etichettati e basta; inoltre cambiare ora sarebbe traumatico davvero,
perchè il gruppo classe lo ha accolto e accettato e tutti gli sono affezionati.

Lei mi consiglia di non stressarlo e di smettere terapie: lo farò! Se volesse
darmi dei suggerimenti per favorire l'autostima e stimolare la socializzazione
le sarei grata!
La ringrazio e la saluto cordialmente!

Gentile signora,tenga conto

Gentile signora,
tenga conto che le mie sono considerazioni a distanza, per cui non prenda decisioni importanti solo sulla base delle mie risposte.
Se crede, come dicevo, può inviarmi per email le relazioni , risposte di esami, pagelle, ecc, avute nel corso degli anni. Forse posso così rendermi conto più 'obiettivamente' della situazione del bambino.
Mi descriva la sua giornata-tipo, e provi a osservarlo mentre magari fa qualcosa e poi cerchi di descrivermi le sequenze, le attività, le interazioni, le verbalizzazioni, ecc. Come partecipa ai pasti in famigia, com'è l'addormentamento... In vacanza che fa?
E il padre che dice?

La lista degli esami anticorpali in sè non può " confermare che il danno a livello soprattutto sensoriale era stato provocato dall'antimorbillo ". mi mandi eventualmente la trascrizione del referto scritto e del giudizio del medico che attribuisce la causa della crisi alla vaccinazione (solo per verificare, ovviamente).

Gentile dottore, ancora una

Gentile dottore,
ancora una volta le scrivo per informarla sul mio bambino, come da lei
consigliatomi.
Mi sembra fondamentale ribadire un punto focale: sembra un altro bambino fra
l'ambiente familiare e quello esterno.
Le sedute di terapia sono state sospese da circa tre anni sia per nostra
decisione, ma anche su suggerimento della sua terapista che le riteneva uno
stress inutile , dal momento che la terapia migliore sarebbe stata proprio la
vita reale e l'inserimento graduale nei vari ambienti affiancato da un
educatore specializzato; così abbiamo fatto, come le avevo scritto
precedentemente soprattutto a scuola.
Durante il periodo scolastico la sua giornata tipo prevede al mattino la
scuola, nel pomeriggio i compiti e tre volte a settimana la frequenza di una
ludoteca dove vengono offerti dei laboratori di attività in piccolo gruppo, ma
ci sono anche momenti di condivisione nel grande gruppo ( attività grafiche,
giochi di gruppo guidate dagli educatori, gioco libero, attività motorie, judo,
cucina etc) ; la sua permanenza è di un'ora e trenta minuti circa. Al rientro
gioca da solo o sfoglia un libro, o gioca a pallone con suo fratello , cena e,
se c'è qualcosa di motivante in tv la guarda , poi a letto.
Per quanto riguarda la tv i suoi gusti stanno cambiando: non guarda più i
cartoni, ( eccezionalmente me richiede qualcuno in particolare, ma non è
attratto particolarmente dalla televisione( forse xchè in passato lo abbiamo
distolto in quanto era , invece troppo coinvolto a casa dei nonni). Comincia ad
interessarsi delle partite di calcio ma le guarda per poco tempo solo se c'e
accanto mio marito, che riesce a catturare la sua attenzione anche per qualche
altro programma, mentre guarda fa dei commenti semplici o descrive quello che
vede.
Gioca prevalentemente da solo a casa prediligendo il gioco simbolico non
necessariamente con giochi, ma con qualsiasi materiale( l'ho visto prendere dal
frigo il prezzemolo , i pomodori e giocare; alla mia richiesta "cosa stai
facendo?" Mi ha risposto "Sto giocando a fare il prato", poi univa altre cose
pupazzi matite e quello che trovava e commentava " Il lupo sta correndo dietro
al cane " mimando l'azione etc. Gioca anche con il nintendo e mi dice " Ho
vinto" oppure " Mamma ho sbagliato"; quando gioca a casa sta prevalentemente
nel soggiorno in presenza mia o di mio marito e mentre gioca ci guarda o ci
chiama e commenta spontaneamente e risponde alle nostre domande. Il suo
linguaggio è prevalentemente basato su affermazioni spontanee affermative e
negative, richieste, commenti , ma poche domande ; chiede ad es. dove vai? Cosa
cucini? Cosa stai facendo, e dallo scorso anno anche il perchè; questo con il
nostro nucleo familiare, al di fuori mi riferiscono che le domande sono
rarissime, a parte le richieste e con chi ha più confidenza verbalizza di più
prediligendo gli adulti ; esprime i suoi stati d'animo,( ho paura x esempio: si
è rotta l'automobile per strada e ci ha detto cosa è successo? e poi " Ho
paura"; un giorno in ludoteca disse che era arrabbiato con suo padre perchè gli
aveva fatto interrompere il gioco. Ama la musica e ultimamente va in camera sua
ad ascoltare la radio o dei cd e ogni tanto viene in cucina da me e mi dice sto
ascoltando la musica e ritorna in camera...è come se volesse avere conferma che
ci sono, perchè mi chiama spesso anche solo per sentire la mia voce è ancora
molto legato a me e alla mia presenza come se stesse sviluppando ora un
attaccamento positivo, almeno questa è la mia impressione: Quando usciamo e
andiamo da amici o familiari ( premetto che solo da poco lo facciamo più
spesso perchè io mi creavo molti problemi ero molto a disagio e ansiosa che
potesse attuare comportamenti problema o temevo il giudizio degli altri ,
infatti sto lavorando molto su me stessa per questo) o nei locali tende ad
attirare la mia attenzione chiamandomi o dicendomi qualcosa , toccandomi ( usa
molto il dialogo tonico non solo con me) e alcune volte ad alcune persone
risponde e interagisce, se particolarmente motivato( es inpiscina da amici ha
verbalizzato perchè divertito e fortemente motivato); ho provato a mandarlo in
piscina per un corso di nuoto , ma non lo ha voluto terminare , forse xchè lo
ha visto come un impegno o perchè era solo con un maestro che insegnava a tutti
e non solo a lui...non saprei dire; all'inizio era contento e rimaneva nel
gruppo , poi ha cominciato a mettersi in mostra pper attirare l' attenzione del
maestro su di sè alzando la voce, cantando, andandogli addosso...Un giorno un
bambino mi chiese " ma lui è nato normale?" è stato come ricevere un pugno in
piena faccia e se devo essere sincera non ho più insistito per mandarlo quando
mi ha detto che in piscina non voleva andare più ( sono sicura che non si è
sentito " accolto".Per addormentarsi richiede ancora la mia presenza o quella
del padre accanto al suo letto anche se condivide la camera con il fratello.
Durante la vacanze va al mare con i bambini della ludoteca con il pulman e
quest'anno mi hanno detto che era perfettamente autonomo e che è stato sempre
nel gruppo pur con le sue difficoltà di socializzazione, perchè è quella l'area
più compromessa... non sa come fare è come se non avesse in sè la socialità, (
questo è il parere a scuola): io non ne sono affatto convinta lui vorrebbe ,ma
c'è qualcosa che lo blocca, questa e lamia sensazione all'esterno ; quando ho
invitato qualche bimbo a casa, infatti ha giocato , ma solo con la mia
mediazione, così anche fuori.
A scuola le ho già scritto nella mail precedente ...spero che estingua
totalmente i comportamenti problema( spingere il banco se non vuole lavorare,
spingere qualche compagno non intenzionalmente, ma in momenti di frustrazione o
di stress, dare qualche calcio al muro) . Condivido la sua opinione sullo
stress: durante le vacanze va decisamente meglio e a scuola credo che la sua
pedagogista che lo affianca stia facendo bene a semplificare il lavoro
riducendo la quantità, sempificando e adattandole alle capacità che dimostra .
Certo se smettessero con i pregiudizi e cominciassero a far fare alla
pedagogista il suo lavoro che è quello di mediare per favorire la
socializzazione e l'adeguamento sarebbe meglio.

Le riporto il referto dell'ultima valutazione eseguita a 6 anni:
Diagnosi DISTURBO GENERALIZZATO DELLO SVILUPPO
RELAZIONE DI VISITA NEUROPSICHIATRICA INFANTILE
"....significativi miglioramenti generali... " (sia sul piano attentivo e del comportamento, che dell'intenzionalità comunicativa, del repertorio linguistico, dell'uso del linguaggio per condividere le esperienze fatte. Il rapporto con i familiari è buono, con l'estraneo ha una ritrosia iniziale, migliorato nel rapporto con i compagni. Le stereotipie motorie (girare su se stesso...) sono molto ridotte in quantità e durata in situazioni di disagio ),
......."
DR ........

Spero di essere stata esaustiva ...Sto cercando di filmarlo, ma se si accorge
si inibisce e diventa meno spontaneo! Se lei vuole potrei in seguito mostrarle
quello che riesco a filmare.
Cordialmente

La relazione del npi

La relazione del npi attestava l'evoluzione positiva del bambino su tutti i piani, confermando quanto anche lei scriveva.
Dalla sua descrizione il bambino sembra esplorare il mondo un po' a modo suo, come se il mondo esterno alla famiglia rimanesse un mondo misterioso, con persone misteriose e di cui diffidare, con regole e modalità per lui poco conosciute e non imparate come succede normalmente, dall'esperienza.
Il motivo delle difficoltà, del perchè la sua strada evolutiva si sia persa ogni tanto in meandri che hanno ritardato l'apprendimento e lo sviluppo delle capacità sui vari piani, non è chiaro, a mio avviso.
Per fortuna dopo i periodi critici l'evoluzione sembra essere ripresa e avergli permesso di fare passi avanti e di continuare la strada. Certe cose non gli sono venute spontaneamente ma poi un po' alla volta ha imparato molto. La comunicazione e la relazione con le persone, specie i coetanei resta difficile, forse anche perchè per qualche motivo non ha appreso, come nota anche Lei, le modalità di fare amicizia, di entrare in contatto, che non si possono insegnare.
Di fronte a richieste eccessive o situazioni troppo stressanti può andare in crisi, come forse è successo, ma per fortuna mi sembra che globalmente la situazione intorno a lui è stata buona e capace di affrontare le difficoltà passate e quello future.
A questo punto della sua evoluzione è un bambino un po' immaturo, con qualche ritardo nell'iter scolastico che si potrà aiutare nel tempo, e qualche difficoltà nell'approccio al mondo esterno.
Credo che la cosa migliore sia seguirlo lasciandolo fare le sue esperienze e intervenendo solo a sua richiesta. Non forzarlo a fare certe cose, nè impedirgli di seguire i suoi interessi, per 'strani' che siano. Seguendo le sue spinte potrà trovare campi in cui è bravo, invece che costringerlo in campi in cui è meno bravo. Probabilmente potrà così progressivamente avvicinarsi al mondo dei coetanei che per ora gli è strano, e anche i coetanei impareranno a vedere in lui cose interessanti e non solo un bambino 'non normale di nascita'.
Purtroppo per come è organizzata la scuola e per le tendenze predominanti di solito viene fatto il contrario, cercando di mettere tutti i bambini sugli stessi binari prestabiliti, ma spesso si trovano anche persone cui interessa il bambino e non solo le 'linee guida'.
Cordialmente

drGBenedetti

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