Difficoltà a scuola

Siamo i genitori di un bambino di 8 anni (figlio unico e con i nonni lontani), che sta per cominciare la terza elementare.

La nostra richiesta di un consulto, parte sopratutto dalle continue pressioni delle insegnanti, che a ben guardare ci "chiedono" come affrontare le difficoltà di apprendimento di nostro figlio.
In fin dei conti una richiesta di aiuto per trovare il modo di poter lavorare al meglio con nostro figlio.
Richiesta d'aiuto, purtroppo, espressa con quelle pressioni che tanto stress producono sulle famiglie, molto ben documentato nel suo forum.

I problemi sono cominciati alla scuola materna, dove nostro figlio ha avuto difficoltà d'inserimento anche se proveniva dal nido. Questo, a nostro parere, ha comportato (da parte del bimbo) chiusura e diffidenza verso le insegnanti.
Atteggiamento, che si è portato dietro, con le ovvie differenze a seconda di chi aveva davanti, anche alla scuola primaria.
Con gli altri bambini ha sempre socializzato preferendo il piccolo gruppo, o il rapporto duale.

L'argomento principe dei vari colloqui, con le maestre della materna, a cui venivamo convocati, era il fatto che si rifiutava di disegnare o che i suoi disegni erano troppo infantili.
C'è da dire che da quando hanno smesso di "richiedergli la prestazione" grafica, disegna volentieri.

La svolta è avvenuta grazie ad una insegnate a supporto della classe e a un psicomotricista che hanno cominciato a dirgli qualche si (al posto delle continue attestazioni di inadeguatezza che lui recepisce molto chiaramente).
Da qui la decisione di continuare il percorso di psicomotricità,
con lo stesso insegnante che continua ancora adesso.
Lui si diverte e alle insegnanti fa vedere che qualcosa si fa.

Alle elementari, il problema con le insegnanti si è acuito.
Nonostante continui colloqui e tentativi di individuare una strada comune e collaborativa tra scuola e famiglia, mai si è potuto affrontare la questione in termini didattici.
A fine anno hanno minacciato la bocciatura se non avessimo intrapreso il percorso per la certificazione (come se questa fosse automatica a partire dalle valutazioni delle insegnanti).
A voler pensare male, si potrebbe dire che con i tagli della riforma Gelmini, alle insegnati servisse un insegnante in più.

Gli abbiamo cambiato scuola e con le nuove insegnanti va decisamente meglio, perché al centro dei ragionamenti è stato messo il supporto all'apprendimento del bambino.

Però, nostro figlio è oggettivamente indietro rispetto alla media dei bambini della sua età nel percorso di apprendimento.
Questo, unitamente ad una grande coscienza dei propri limiti comporta per lui un certo scoraggiamento, in quanto si rende perfettamente conto delle sue difficoltà. Ed è questo il nostro vero problema.

Ovviamente abbiamo fatto le varie visite per l'udito, la vista etc. e lo scorso anno abbiamo fatto anche una visita da uno neuro-psicologo che ha escluso problemi neurologici e da una logopedista che ci ha rimandato a casa dicendo che non c'erano problemi di DSA, che non poteva/sapeva come aiutare nostro figlio e che molto probabilmente era disprassico, dato che ha una lateralità incrociata.
Calcia con il sinistro, scrive con la sinistra, mangia con la destra, l'orecchio dominante è il destro e l'occhio dominante è il sinistro.

Gli piace molto correre, nuotare e andare in bici, non gli piacciono, forse perché non riesce bene, gli sport con la palla, e in generale gli sport di squadra.
I suoi giochi preferiti sono i LEGO e i giochi di carte collezionabili, legati ai cartoni animati, con cui inventa storie di battaglie,
da solo ma anche con gli amici.
Gioca anche molto in cortile con i bambini del vicinato.
Sta sviluppando una grande abilità nella manipolazione (pongo, pasta modellabile) che gli dà una gran soddisfazione.

Fin'ora non siamo riusciti a trovare qualcuno che ci indichi perlomeno una strada o strategie che aiutino il nostro bimbo ad affrontare serenamente e in modo efficace le sue difficoltà a scuola.

D'altra parte, ogni visita a cui lo sottoponiamo, conferma sempre più la sua convinzione di essere inadeguato alla scuola, dato che in questi incontri si rende perfettamente conto di essere sotto esame, e capisce bene il motivo per cui si trova li, ma non ottiene risposte.

Vi devo delle scuse perchè

Vi devo delle scuse perchè per una serie di motivi la vostra richiesta di consulto ha avuto delle difficoltà a trovare lo spazio per esprimersi.

Anche vostro figlio sembra aver avuto difficoltà a trovare il posto giusto e la scuola giusta, e forse, come dite, le ripetute visite aumentano la sua frustrazione per le difficoltà scolastiche, senza essere finora servite a molto.
Per darvi un mio parere vi chiederei di aggiungerealtre informazioni a quelle che avete già dato, seguendo questo schema.
Cordialmente
drGBenedetti

informazioni

Per le informazioni che richiede le ho inviato una mail.
Saluti

Ho visto. Non sembrano

Ho visto. Non sembrano esserci segni di sofferenza del bambino in gravidanza mè alla nascita nè nei primi tempi (qualche complicanza per la mamma, forse),

Pubblico un estratto che non mi sembra contenga dati riconoscibili.

allattamento: materno. svezzamento al 5° mese
ritmo sonno veglia regolari, ma con frequenti interruzioni notturne fino ai 18 mesi
persone che lo accudivano (madre e padre)

sonno , orari e modalità (dorme nel suo letto, con il suo cuscino, accompagnato da una storia, non ha mai preso il ciuccio, il biberon fino ai 24-30 mesi)

sviluppo psico-motorio:

primi passi 13 mesi
controllo sfinterico (pipì e popò) 3 anni
curiosità e interesse per le persone..si.
paura dell'estraneo..no..
figure principali cui è attaccato.....madre e padre.......
reazioni alla separazione ..da piccolo traumatica, adesso nessun problema..............

rapporto con le persone ...timidezza verso i coetanei, nessuno problema con gli adulti...
reazione agli estranei e agli ambienti nuovi..curiosità con gli estranei e per gli ambienti nuovi..

sviluppo simbolico
...
disegno spontaneo (scarabocchio, poi a 4/5 anni omino testone, a 6 anni casa e figure)

sviluppo del linguaggio
prime parole..18 mesi....
due parole insieme .18 mesi..
uso del no e del sì ..2 anni..
frase minima (verbo e sostantivo )..2 anni..

comportamento
(iperattivo, capriccioso, tranquillo, ecc), capriccioso
interessi, attenzione, ..animali, storie...
adesione a regole, orari, limiti, obbedienza agli adulti .scarsa....
reazione a divieti .oppositiva.

scolarizzazione (ne abbiamo già parlato nel primo messaggio)

asilo nido …SI…. A che età ……un anno……. Reazioni ……negative…….

Scuola materna ……si……….. eventuali difficoltà ............

Composizione familiare …padre, madre, figlio…………..
altri conviventi (nonni, parenti, ecc) ………nessuno…

Organizzazione familiare per l'accudimento, dal lunedì al venerdì, mattina entrambi, dopo la scuola madre, dopo le 18:30 entrambi. Sabato e domenica entrambi
e modalità educative (permissive, ferme, severe, variabili, orari di sonno, dove dorme, chi 'comanda', ecc .....), Variabili, come detto dorme nel suo letto, comanda la mamma

Eventi particolari, cambiamenti, lutti, difficoltà, malattie di familiari, ecc.... (ne abbiamo già parlato nel primo messaggio)
Visite mediche, ospedale, altro..operazione per un ernia a 3 anni....
Eventuali esami fatti e referti (Udito, vista, eeg, rmn,...) ne abbiamo già parlato

Non ci sono elementi

Non ci sono elementi particolari, salvo il cenno alle separazioni 'traumatiche', e il comportamento 'capriccioso', con scarsa obbedienza agli adulti e reazioni oppositive ai divieti. Cose che però non avrebbero superato il vostro livello di tolleranza, se non ci fosse stata la 'pressione' della scuola, per 'difficoltà di apprendimento'.
Il rapporto del bambino con la scuola sembra essere stato difficile fin dalla materna, mentre al nido sembra di no. Rifiuto e opposizione alle proposte sembra anniano caratterizzato il suo artteggiamento verso le maestre, che evidentemente non sono ben riuscite a trovare una via di accesso . Con una singola maestra e con la psicomotricista invece il rapporto era migliore e così la sua disponibilità e le sue 'prestazioni'. probabilmente in rapporto individuale e senza il confronte diretto con gli altri rende di più, come spesso succede.
Alle elementari ovviamente il rapporto individuale ha pochi spazi, le richieste di prestazioni aumentano... (e anche l'ansia delle maestre di fronte alle difficoltà di lavorare con alcuni bambini) La richiesta di certificarlo per avere un'insegnante in più risponde anche alle difficoltà delle insegnanti, però sarà difficile realizzarlo anche per le restrizioni in corso. Inoltre per Disturbi di Apprendimento non sono previsti insegnanti di sostegno, ma solo percorsi e strumenti alternativi.
Oggi va di moda la diagnosi di Disturbo Specifico di Apprendimento (dislessia, disgrafia, discalculia, ecc) - sono riusciti perfino a farci una Legge, di questi tempi, segno che c'è dietro una Lobby molto interessata e potente...- si pretende che sia di natura neurologica, senza alcuna prova, e dà molto lavoro a psicologi, pedagogisti, ecc ecc.
Nel caso del bimbo il rapporto con la scuola e il suo atteggiamento non hanno certo favorito gli apprendimenti, e c'è il rischio che si crei un circolo vizioso. L'impegno a imparare crea ansia, che provoca un rifiuto e un evitamento, che provoca un ritardo, che aumenta l'ansia e la difficoltà, e così via. A volte si crea una vera e propria fobia di fronte ai compiti e all'impegno per studiare.
Come uscire dal circolo vizioso?. In parte lo avete già trovato, con uno spazio più protetto e tranquillo, dove nel rapporto uno a uno e se non si sente giudicato e pressato, il bambino produce e impara meglio e con meno fatica. Credo sia da continuare così cercando di mantenerlo agganciato al programma della classe con un rinforzo esterno (privato, perchè la scuola non può garantirlo, ha anche troppi guai...). E chiedendo alle maetsre una tolleranza e dei modi di trattarlo che tengano conto della situazione. Se c'è un loro contatto col chi l'aiuta all'esterno può essere utile, per collaborare fra loro. Con pazienza e resistenza il bambino potrebbe un po' alla volta superare le inibizioni e trovare un suo posto in classe più fruttuoso.
Se le maestre non sono disponibili sarà necessario fare i test per il DSA ( tanto vengono positivi in tutti i casi di difficoltà, che siano 'specifiche' o dipendenti dall'ambiente) per avere diritto a un trattamento che tenga conto delle difficoltà senza penalizzarlo troppo.
Per gli aspetti di rifiuto oppositività capricci e infantilismo, che si spera non peggiorino fino a realizzare una situazione troppo conflittuale come nei casi dei 'bambini che demoliscono le scuole', alias Disturbo Oppositivo Provocatorio, (di cui scrivo in altre pagine) per questo dicevo potrebbe essere utile una consulenza ai genitori per gli aspetti educativi contenitivi e forse un aiuto psicologico al bambino, una psicoterapia psicodinamica che lo accompagni a superare questa fase.
La cosa pèiù importante è che i genitori resistano con pazienza e tenacia e tengano la barca sufficientemente in rotta: le cose di solito migliorano col tempo e con la maturazione del bambino, se l'ambiente riesce a reggere.
Cordialmente
drGBenedetti

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