Relazione dopo una visita npi

Relazione sulla visita npi a ...................
diagnosi di 'disturbo generalizzato dello sviluppo”/ spettro autistico' a quattro anni

Visita 7 agosto 2012 4 anni e 3 mesi, con i genitori, dopo periodo di comunicazioni email a seguito della diagnosi di disturbo pervasivo dello sviluppo posta in loco
Storia priva di evidenti fattori traumatici medici o ambientali, ma con un lieve ritardo evolutivo manifestato a partire dal secondo anno, insieme con difficoltà di adattamento ad ambienti extrafamiliari, dove mostra atteggiamenti guardinghi e di ‘isolamento’. Dalla ripresa del lavoro della mamma (9 mesi) all’andata al nido (due anni e mezzo), è stato tenuto durante il giorno dai nonni, ... in ambiente un po' isolato. Le esperienze extrafamiliari sono state piuttosto ridotte in quel periodo. Al nido e poi alla materna non ha mostrato reazioni eclatanti di separazione, ma una tendenza a comportamenti evitanti e di isolamento.
Sembra in atto recentemente una ripresa dello sviluppo, con aumento del linguaggio, diminuzione dell’isolamento, accettazione delle richieste ambientali, inizio del controllo sfinterico, aumento di interessi e curiosità. Non ci sono comportamenti disturbanti per gli altri.
All’inizio della visita, insieme ai genitori, ... bel bambino biondo, delicato, pacato nel muoversi, mostra un atteggiamento guardingo, di diffidenza, con tendenza ad allontanarsi dal posto nuovo. Poi ha accettato di restare chiedendo subito alla mamma “patatine”, insistente, con voce in falsetto, a ‘Paperino’, strascicata, che manteneva anche in altre richieste. Quando poi ha finito le patatine, mangiate lentamente e meticolosamente, anticipando che erano finite: “basta”..., mi “saluta “ mostrando che vorrebbe andare via… e con un tono di voce più normale dice ‘ciao’, , lanciando anche baci, ecc, tutto il repertorio imparato per ottenere la cosa voluta.
Dopo qualche esitazione si è incuriosito ad alcune cose, alternando avvicinamenti e allontanamenti, prima fra tutti i miei occhiali che devo però togliergli..., poi il cancellino, infine le bilie di plastica e la scatola dei giochi che rovescia per terra. Su mio esempio usa i mattoni per fare una torre che poi butta a terra… (momento interessante e condiviso ma di breve durata). Poi sta col babbo a curiosare nel suo portafoglio, pacatamente, insieme a lui, e a conclusione esprime la sua gioia, contento, (per l’esperienza di condivisione, molto gratificante?…) ma inciampa sullo scalino e cade, senza farsi male. Piange disperato e si fa consolare dalla mamma. Infine va via, salutandomi impaziente.
Sembra evidente una diffidenza marcata all’estraneo e una grande sensibilità alla frustrazione che fa sì che 'torni indietro' ad ogni minimo ostacolo… Non ha avuto atteggiamenti o movimenti stereotipati. Non è distruttivo, ma contrariato a un certo punto si picchia sulla bocca…
Usa il linguaggio come un mezzo per ottenere cose, in modo un po’ meccanico, ma anche per comunicare (che le patatine finivano... e che voleva andare via...) attualmente usa singole parole (parola frase) o poco più.
E’ globalmente in evoluzione positiva, ma per una strada atipica, per cui è in ritardo, e non ha ancora imparato bene come funziona questo mondo in cui lui sembra uno straniero e trova difficoltà ad adattarsi.
La mamma sembra privilegiare con lui un contatto prevalentemente fisico, che gli ha lasciato finora (seno, dormire a contatto,) ecc. Forse è troppo vicina fisicamente perchè è difficile trovare la 'distanza giusta' e la comunicazione giusta a livelli più mentalizzati ed evolutivi. Al contempo così forse ha permesso di fare questi lenti passi avanti.
Sembra trattarsi di uno sviluppo psico-relazionale atipico con difficoltà nelle relazioni e nelle comunicazioni e conseguente ritardo del linguaggio e nell'apprendimento globale. Non mi sembra utile l’espressione spettro autistico, né dps , che 'fotografano’ una situazione statica e non mostrano le difficoltà 'funzionali' inducendo un'idea di 'malattia' : non sembra ‘la macchina’ ad avere problemi, ma il percorso più lungo, per strade tortuose e in direzioni diverse per cui lo sviluppo globale è rimasto indietro. Verosimilmente caratteristiche costituzionali del bambino, di grande sensibilità ad esperienze di frustrazione e con tendenza a reazioni regressive e passive più che volte all’esterno attivamente , unite ad aspetti ambientali di isolamento sociale, sono confluiti nel determinare la difficoltà evolutiva e il ritardo.
L’attuale evoluzione positiva coincidente con la frequenza della materna e altri interventi (sedute di gioco con psicologa) sembrerebbe confermare la posibile reattività alle caratteristiche ambientali.
Vedrei quindi l’indicazione di favorire lo sviluppo con interventi ambientali, cominciando nei rapporti intrafamiliari a mettere limiti (ma molto gradualmente e 'morbidamente') alla comunicazione fisica, per cercare una comunicazione ‘vera’ ma a livello più mentale che corporeo. Il tutto però gradualmente e con attenzione, per l'estrema sensibilità del bambino alle frustrazioni, che fa capire la difficoltà dei genitori a dirgli di no. Prima di 'togliere' (diminuire) la comunicazione corporea è bene che quella mentale sia sufficientemente sviluppata...
Inoltre userei, nella scuola, un approccio pedagogico di seguire il bambino invece che guidarlo in binari precostituiti, cioè consiglierei di non ostacolare le direzioni dei suoi interessi e curiosità, salvo limiti ovvi, ma li userei per favorire esperienze di apprendimento e di allargamento, condividendole.
Le comunicazioni verbali andrebbero usate per condividere, a distanza giusta, non per "spiegare" o "chiedere prestazioni". Vanno messi pochi limiti ma ben chiari ai comportamenti, badando alla sostanza delle cose e non agli aspetti formali.
Nei due anni rimanenti di scuola materna dovrebbe essergli permesso di esplorare progressivamente il mondo, con le modalità suddette, e imparare progressivamente attraverso l’esperienza le ‘usanze’ e i modi di relazionare e comunicare e conoscere . L'insegnante di sostegno appare utile solo se ci fossero problemi comportamentali difficilmente gestibili altrimenti o un eccessivo isolamento e difficoltà a seguire il gruppo con la sola attenzione delle insegnanti curricolari.
Si consiglia per precauzione di fare accertamenti (EEG sonno, es genetici, metabolici, RMN…), per escludere malattie del sistema nervoso che possono comportare difficoltà e ritardi dello sviluppo.

Alberese, 10 agosto 2012 dr GBenedetti

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