Comportamenti eccessivi a 2 anni e 8 mesi

Buongiorno,
le scrivo per chiederle un parere sul comportamento di mio figlio A. di 2
anni e 8 mesi. Da qualche mese (è andato peggiorando) dietro qualche negazione
oppure a qualche richiesta (lava le mani, fai la pipì, lava i denti, ci
vestiamo) inizia col dire “no” e se si insiste inizia a fare dei capricci
disperati che sono inconsolabili e non si riesce a riportarlo alla ragione. La
cosa che ci preoccupa di più è che spesso prende e lancia le cose che ha in
mano in segno di stizza o rabbia, capita anche che sia li apparentemente
tranquillo e poi ad un certo punto tira un urlo e lancia quello che ha in mano,
altre volte dopo averlo lanciato va a riprenderlo per lanciarlo nuovamente come
se si dovesse sfogare. Poi rimane imbronciato e a nostre richieste di sorridere
dice che lui è arrabbiato e non sorride. A questo adesso si è aggiunto che non
vuole uscire di casa (ma poi a casa si annoia) e non vuole vestirsi
(soprattutto mettere la giacca, anche se fuori fa freddo), queste comportamenti
io li ho intesi un po’ che se lui non vuole andare dai nonni al mattino e
quindi staccarsi da noi. La situazione peggiora quando lui è stanco e ha
dormito poco, le crisi si acuiscono e diventano più frequenti. Fatichiamo molto
a tenerlo calmo anche perché è di indole un bambino molto vivace e non sta mai
fermo.
Ho notato anche che a volte dopo aver insistito per vestirlo (non senza scenate
da parte sua) gli diciamo che sta molto bene e che è un bel bambino ed invece
lui dice che è brutto e non è vero che sta bene. Se poi insisto con fare il
simpatico o a fargli il solletico inizia a sorridere pur cercando di rimanere
imbronciato.
Ha sempre poi manifestato un particolare comportamento, quello di volere
portarsi via una cosa quando si esce di casa oppure quando lascia la casa dei
nonni (credo che sia segno di non voler perdere il contatto con i luoghi e le
persone che lascia) ma ultimamente facendo questo (e noi di solito gli
accordiamo di portare via più o meno tutto quello che vuole ad accezione delle
cose pericolose) spesso fa la stessa scena di lanciare l’oggetto in aria
cercandolo poi disperatamente appena questo atterra per terra.

Questi sui comportamenti ci stanno mettendo molto in prova, soprattutto per
quanto riguarda mia moglie che oltre a questo è incinta di 5 mesi (è capitato
anche che si mettesse a piangere davanti a lui). Io cerco di mantenere la calma
e non arrabbiarmi, di consolarlo e spiegargli le cose che si possono fare e
quelle che invece non si devono fare (tipo lanciare le cose che poi possono
rompersi o peggio arrivargli addosso e fargli del male) ma è capitato (non
senza pentimento) che mi sia messo ad urlare e che abbia ricevuto una
sculacciata. Ultimo sviluppo, soprattutto con sua mamma, quando si arrabbia è
capitato che cerchi di dargli uno schiaffo.

Abbiamo capito che ha sicuramente un disagio legato alla crescita (terribili 2
anni) e al periodo particolare (arrivo del fratellino, noi siamo anche un po’
stressati per la nostra nuova casa che è in ritardo di costruzione) ma alcuni
comportamenti ci sembrano eccessivi e non sappiamo come affrontarli (ignorarlo,
arrabbiarci) o se preoccuparci. Le dico che abbiamo già prenotato una visita
neuropsichiatrica ma è pittosto in la nel tempo (fra 1 mese e mezzo) e noi
vogliamo evitare di peggiorare le cose.
Spero possa darci qualche consiglio.

Mi sembra che abbiate una

Mi sembra che abbiate una buona comprensione del bambino, ma che sia un po' teorica e generica, per cui anche se le vostre ipotesi sono giuste, non riuscite a muovervi nella pratica quotidiana. Il bambino sta evidentemente affrontando un periodo difficile: inserimento all'asilo, arrivo di un fratellino, genitori incerti e 'nervosi', richieste educative che gli impongono regole, frustrazioni e rifiuti alle sue richieste. Forse tutto insieme è un fardello un po' pesante. Lui sembra reagire cercando di imporre la sua volontà, e arrabbiandosi perchè non ci riesce. Prima ancora tentava di 'limitare i danni' e di rassicurarsi come metodi un po' magici, come portarsi un oggetto-ricordo, ecc.
Il fatto di 'comprendere' i suoi motivi non vuol dire che bisogna 'dargliela vinta', ovviamente. Probabilmente bisogna che si rassicuri sul fatto che tutti i cambiamenti in atto non gli toglieranno il suo posto sicuro in casa, con i genitori, anche se deve capire che comandano loro e lui deve obbedire. Certo è più facile a dirlo che a farlo, e sicuramente non è qualcosa che si può spiegare a parole e aspettarsi che lui capisca e accetti, ecc. Direi che è qualcosa da avere in mente voi genitori, in modo da non perdere troppo spesso la pazienza e il controllo, e che vi aiuti ad avere pazienza resistere senza arrabbiarvi nè cedere, tenere insomma ben ferma la barra del timoneper guidare voi la barca.
Non è segno di nessuna malattia, per carità.E' semmai un segno di difficoltà nelle relazioni e nelle comuniczioni ambientali. Può darsi che ci sia bisogno di un aiuto per superare il periodo, ma non è il bambino che deve averlo, siete voi genitori a dover eventualmente vedere se ci sono aspetti della vostra organizzazione familiare e di vita che complicano troppo le cose, per poterle eventualmente sistemare meglio. Il rischio oggi è che invece vengano attribuite al bambino malattie inesistenti e che non ha, complicando e spesso peggiorando tutta la situazione, magari addirittura prescrivendogli medicine pesanti e con gravi effetti collaterali, come usa in questo periodo.
E' una cosa da 'SOS tata', se vedete quella trasmissione...
Cordialmente
drGBenedetti

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