comportamenti irrazionali

Non sono in grado di capire la motivazione di alcuni miei comportamenti. Ho sempre sofferto di un complesso di inferiorità che mi ha sempre portato a cercare di farmi accettare dagli altri, a sentirmi insicura e a dovermi giustificare di tutto. Ho sposato un uomo dalle forte personalità, egocentrico ed accentratore,convinto di avere sempre ragione e di essere più capace e preparato degli altri. Il suo caratteraccio lo ha portato ad essere in guerra col mondo, ....
.Abbiamo dei figli. Dopo quasi trent'anni di matrimonio , sono scoppiata .

Cos'è che l'ha fatta

Cos'è che l'ha fatta scoppiare, visto che aveva resistito per trent'anni?

Se non si offende, il suo

Se non si offende, il suo racconto mi ha ricordato il romanzo Anna Karenina (si parva licet...). Spero che Lei eviti di finire male come la protagonista, però mi domando se il suo esporsi qui, senza prudenza, avesse inconsciamente lo stesso intento autolesivo, quasi...

Non so rispondere alle sue domande, ovviamente, e penso che nessuno possa rispondere, se non Lei stessa. Mi sembra però che Lei non abbia fatto del male a nessuno, abbia seguito il suo istinto, quasi scappando da una prigione in cui era stata rinchiusa a lungo. O come chi dopo una lunga carestia si sia trovato a mangiare avidamente un po' qua e un po' là, senza ritegno (nel senso di 'trattenersi').
Ovviamente si rende conto che continuando rischia un'indigestione, o peggio, ma probabilmente l'esperienza di libertà che ha potuto concedersi è stata positiva ed utile, ed ora forse l'aiuterà a rivedere la sua realtà e a prendere delle decisioni sulla sua vita.
Cordialmente
drGBenedetti

non mi offende, mi spaventa.

Innanzi tutto vorrei ringraziarla per l'aiuto che mi sta offrendo.
Il suo riferimento ad Anna Karenina mi ha sorpresa. Penso che abbia ragione,probabilmente in me c'èmi spaventa un intento autolesivo dettato dal bisogno di punirmi. Ho avuto un comportamento che è fuori dai miei schemi mentali,ho volutamente ignorato la mia coscienza e il mio senso della misura. In questo momento sto vivendo una vita parallela aspettando che i miei figli finiscano gli studi per non compromettere il loro futuro, ma sto vivendo male. Sono divisa fra quello che è il mio dovere di mamma e quello che il mio cuore vorrebbe. Da quando ho iniziato l’attuale relazione ho riacquistato autostima coraggio,mi sento apprezzata ed amata, ma tra noi c’è un ostacolo: quei mesi in cui ho iniziato la relazione con lui e non ho immediatamente posto fine alla precedente relazione. In questi ultimi anni abbiamo affrontato assieme il problema, cercando di capire cosa possa essere successo. Lui si sente tradito ed io non riesco a dargli una motivazione logica ed ha a capire se è mai possibile che si possano amare due persone poiché decidere di lasciare un uomo con un rapporto intimo d’addio è qualcosa di anormale. A parte il fatto che, nei giorni seguenti, mi sono preoccupata di dargli sostegno morale. Mi sentivo colpevole della mia felicità. Adesso , a distanza di qualche anno ,mi rendo conto della “follia” di quelle sensazioni anche perché, analizzando quella prima relazione, mi sono resa conto che era "squilibrata"nel dare-avere in funzione di coppia, era di una superficialità e di una precarietà evidenti. Semplicemente non volevo vedere, e la riprova mi viene data dal fatto che all’epoca non né ho parlato con il prete col quale sono solita confessarmi, addirittura per due anni ho evitato di andarci a parlare, e con la mia unica amica sono stata vaga e misteriosa. Mentre con l’uomo che amo è successo tutto l’opposto. Sono andata quasi subito dal mio prete per digli che mi ero innamorata e , con mio stupore,mi sono sentita dire che era contento per me e che mi aveva sempre vista “male assortita “con mio marito e che si vedeva che ero felice e mi ha rimproverata di non essermi fidata di lui prima perché mi avrebbe messa in guardia dal precedente uomo perchè oltre ad essere una persona che non stimava era notoriamente di tendenze omosessuali! E’ semplicemente assurdo!Non lo avevo capito. E allora mi domando se è possibile che io avessi sviluppato una sorta di dipendenza , se è stato un modo di punirmi, o di vendicarmi di mio marito. E se non avessi incontrato l’uomo che amo, che fine avrei fatto? E’ possibile che dentro di me ci sia una parte insana pronta a riemergere?Poi cerco di darmi coraggio e mi dico che le esperienze servono a non ripetere gli errori.Mi sento più forte e sto cercando di essere meno impulsiva e superficiale nell’affrontare le cose, ma non sono ancora in grado di spiegarmi il perché non sono stata me stessa, perché non riesco a fare a meno di vergognarmi di me stessa ed ho ancora paura di parlarne e cerco di evitare l’argomento. Ma sta diventando un problema assillante.

"ho ancora paura di parlarne

"ho ancora paura di parlarne e cerco di evitare l’argomento. Ma sta diventando un problema assillante."
Con chi dovrebbe parlarne? Mi sa che già ha parlato troppo, , forse spinta dal "bisogno di punirsi". A volte forse bisogna trattenersi dal dire "tutta la verità", se questa può causare danni evitabili, e se non è necessaria ad altri...
Quanto al suo tornare in pace con se stessa, più che rispondere alle domande sul passato, può essere che senta il bisogno di conoscere un po' meglio se stessa, e se " ci sia una parte insana pronta a riemergere". Questo processo di conoscenza è in fondo l'obiettivo della psicoterapia (psicoanalitica). Qualcosa può essere fatto anche su queste pagine, senza la pretesa di sostituire una psicoterapia vera e propria. O mediante l' e-therapy, se preferisce una maggiore riservatezza.
Mi faccia sapere.
Cordialmente
drGBenedetti

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