sospetto di hikikomori

Buonasera dottore,

sono la zia di un ragazzo ventenne (...) .Le scrivo perché ho il sospetto che sia un hikikomori.
X dovrebbe quest’anno fare la maturità, ma esattamente come lo scorso anno,dopo le vacanze di Natale,si è chiuso nella sua camera rifiutandosi di tornare a scuola. Per svariati motivi che non sto a raccontarle,frequenterebbe una scuola privata che gli permette di organizzare le ore di studio in maniera del tutto elastica.
Ha la tendenza a dormire di giorno e a restare al computer di notte.
Lascia la stanza solo per mangiare (una volta al giorno).Ha pochi sporadici contatti esterni con qualche amico. Odia il padre ,... non sopporta sua madre, ma la cerca quando ne ha bisogno. Rapporti assenti con la sorella maggiore da almeno 3 o 4 anni. Rifiuta il dialogo con tutti noi, zii e nonni.
Purtroppo Mattia è cresciuto in una famiglia un po’ fuori dagli schemi.
Il padre ha avuto matrimoni precedenti a quello con mia sorella. Dalle sue relazioni sono nati dei figli,di cui X ha scoperto l’esistenza in modo casuale .Il padre è stato assente e non si è mai preoccupato di suo figlio.
La madre,( ovvero mia sorella),lo ha sempre assecondato e viziato,forse per non fargli pesare (questo è il mio parere) il fatto che passava la maggior parte dei suoi fine settimana con la figlia,sorella maggiore di X,... che fino a qualche anno fa era impegnata a livello agonistico. La conseguenza di questo era che allora suo padre non rientrava nemmeno a casa,e X restava spesso solo a casa,perché rifiutava anche la compagnia dei nonni o degli zii.Lo scorso anno,eravamo riusciti a far incontrare X con uno psicologo,il quale dopo qualche seduta,lo aveva fatto tornare a scuola.Penso che però non avesse inquadrato il problema…
Le scrivo perché non sopporto l’idea che X non possa vivere come un ragazzo normale. E’ un ragazzo speciale con due grandi qualità,la sensibilità e l’intelligenza.
Mia sorella pare che ormai non sia nemmeno più in grado di pensare che la situazione di X è un problema che deve essere risolto.
Mio cognato,come sempre,se ne frega.
Che fare? Leggevo sui blog che qualcuno consiglia in questi casi le maniere forti: fuori dalla camera e a lavorare se non ha voglia di studiare,cosa che a quest’età mi pare più facile da dire che da fare!!!Oppure cos’altro fare? Esiste qualche associazione a cui rivolgersi nella nostra zona (...) a cui poter fare riferimento e che ci aiuti a trovare la strada giusta da percorrere?
Attendo un suo suggerimento.La ringrazio anticipatamente .
Cordialmente

Quella di 'hikikomori' non è

Quella di 'hikikomori' non è una diagnosi medica specifica, ma solo un modo di indicare un certo comportamento: credo che in giapponese significhi appunto 'chiuso in casa'.
La descrizione di suo nipote fa pensare anche a una 'fobia scolare' precipitata a ridosso della maturità, uno dei periodi critici dell'evoluzione personale in cui possono venire al pettine nodi irrisolti, precipitando una crisi con sintomi simili o diversi, quello che si chiama anche 'scompenso adolescenziale'.
Che fare? Trattandosi di un maggiorenne, se ha compiuto 18 anni, i servizi pubblici per i minori generalmente non se ne occupano più, i servizi per adulti hanno uno stile prevalentemente assistenziale farmacologico, salvo eccezioni, poco utile, a mio avviso. Occorrerebbe cercare queste eccezioni, eventuali servizi per adolescenti e giovani adulti, e prendere in carico sia il ragazzo che la famiglia, per aiutare quello che sembra un passaggio fra Scilla e Cariddi. Ma la cosa più fattibile potrebbe essere ricontattare quello psicologo da cui era già andato e dopo cui era tornato a scuola. Magari proponendo anche un aiuto per organizzare lo studio e la preparazione per gli esami, una specie di 'tutor'. Ma per tutto deve essere d'accordo il ragazzo. Val la pena cercare di convincerlo, tramite i genitori o direttamente. Difficile ma non impossibile.

... Purtroppo non si convince

...
Purtroppo non si convince né a prendere contatti con lo psicologo né a rientrare a scuola ,che già é del tipo da lei indicato(privata e con tutor)non le dico quanto é costata e sicuramente sarebbe un problema ripagare per un altro anno. Vorrei tanto ci fosse qualche associazione cui far riferimento xché siamo in una situazione senza sbocco
per diversi motivi.
La ringrazio anticipatamente
Tatiana

Una volta, in una situazione

Una volta, in una situazione simile ma qualche mese prima di 18 anni, il ragazzo si convinse a venire, tramite i genitori, con la minaccia di un Accertamento Sanitario Obbligatorio, con cui altrimenti sarebbe stato portato in visita tramite i vigili urbani per fare una valutazione diagnostica. Se non lo vede uno specialista infatti non si può escludere che ci siano patologie psichiatriche diverse. Se il ragazzo venisse diagnosticato con una patologia grave (psicotica, delirante, ecc), e necessitasse di una terapia, potrebbe essere costretto o convinto mediante un TSO (trattamento sanitario obbligatorio).
Sono provvedimenti al limite, ovviamente, ma talvolta a mali estremi estremi rimedi.
Se invece non viene ricontrata una patologia che necessita di trattamento, nessuno può obbligarlo a cambiare la sua scelta di vita, come un moderno eremita.
Spesso però è tutta la situazione familiare che richiede un intervento. Cosa succederebbe infatti se i familiari (chi abita insieme) si rifiutassero di 'servire' il ragazzo che senza quei servigi ( a volte le mamme gli mettono il pasto davanti alla camera, gli lavano il vaso da notte, ecc...) sarebbe 'costretto' a uscire?...
Di solito, in realtà, i genitori, dopo essersi rivolti ai servizi per un aiuto, desistono per il timore di affrontare il problema della loro collusione con il figlio. E' in realtà una patologia familiare.
Credo che sia difficile per un parente scavalcare i genitori e rivolgersi direttamente ai servizi psichiatrici segnalando la situazione. E' una decisione difficile. Per fortuna in Italia non c'è la complicazione della facile disponibilità di armi, come in America.

hikikomori

A questo punto mi chiedo : potrei far leggere i suoi suggerimenti ai genitori?
A mia sorella in particolare,perchè come già le avevo accenneto,mio cognato "non esite"..purtroppo!Se esistesse un Consultorio per i genitori,forse quello potrebbe aiutarli e prepararli a gestire il figlio con preparazione....questo è anche quello che a volte lui dice ai genitori quando giunge al limite ,prima di richiudersi in camera.
Comunque ,almeno per quanto riguarda mio nipote,non ho nessun dubbio circa il fatto che non sia assolutamente aggressivo,anzi ,in diverse occasioni si è dimostrato molto disponibile e paziente verso gli estranei ed i bambini.Non disposto al confronto,ma mai aggessivo, verso gli adulti suoi familiari.

Non si tratta di

Non si tratta di 'aggressività', che se vogliamo è anche una caratteristica utile in certe situazioni, quanto di possibilità di atti inconsulti che non sono di solito facilmente prevedibili. Se crede di far leggere questo scambio ai genitori credo che non faccia nulla di male, al massimo mostra di essersi preoccupata per la loro situazione. Ovviamente dal suo punto di vista, che può essere ovviamente poco informato o deformato.
Cordialmente
drGBenedetti

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