aggiornamenti su bimbo con ritardo motorio

Gentile Dott. Benedetti,
torno a scrivere per aggiornarla sui progressi di mio figlio e chiederle ulteriori consigli. Scusi se metto un nuovo post.
Qualche giorno dopo averle scritto, ormai 5 mesi fa, su consiglio della pediatra del nido abbiamo fatto una visita specialistica con una neuropsichiatra infantile che ci ha consigliato di fare qualche seduta di fisioterapia (diagnosi: modesto ritardo motorio su base ipotonica e valgo-pronazione piede sx>dx). A quasi 14 mesi (ad ottobre) il bimbo ha iniziato con una seduta di fisioterapia a settimana e successivamente (da inizio gennaio) siamo passati a due sedute. Nel frattempo c'è stato un ricovero in ospedale per convulsioni febbrili (2 episodi nel giro di poche ore), risoltosi con EEG negativo e diagnosi di "convulsioni febbrili complesse". Nel corso del ricovero in ospedale è risultato il CPK lievemente aumentato che però, secondo i medici poteva essere compatibile con le convulsioni. Attualmente il bimbo ha 18 mesi e mezzo e da una decina di giorni cammina speditamente. Per quanto riguarda la produzione linguistica ancora siamo fermi a 4 parole (mamma, papà, pappa e cacca), anche se capisce tutto (a detta anche della fisioterapista). Per comunicare usa il gesto indicativo e, da qualche giorno, dice “si” e “no” muovendo la testa o il dito. Per il resto, da qualche settimana mangia da solo con le posate e beve da solo dal bicchiere. Anche se la fisioterapista è molto contenta dei progressi dal punto di vista motorio, ritiene che a questo punto vada valutato in maniera più approfondita l'aspetto cognitivo, soprattutto per la scarsa produzione linguistica. Tuttavia, avendo io stessa parlato a circa 2 anni e mezzo, non sono particolarmente preoccupata, Lei cosa ne pensa? E secondo Lei è davvero necessario proseguire la fisioterapia 2 volte a settimana ora che il bimbo cammina? Dato che dobbiamo ripetere l'emocromo (il bimbo è lievemente anemico) secondo Lei sarebbe utile richiedere qualche ulteriore esame per indagare le cause (tuttora ignote) del modesto ritardo motorio di mio figlio?
La ringrazio anticipatamente e la saluto cordialmente

Grazie per l'aggiornamento. A

Grazie per l'aggiornamento.
A mio avviso le 'terapie' servono quando ci sono 'malattie' diagnosticate, e non mi sembra questo il caso, e indicazioni specifiche. Purtroppo è invalso da parte di molti medici anche specialisti, dare indicazioni generiche di fisioterapia, psicomotricità, logopedia, ecc, senza specifiche diagnosi e indicazioni, ma solo come 'appoggio' o 'stimolo' aspecifico allo sviluppo. Contribendo così a 'medicalizzare', o 'sanitarizzare' inutilmente lo sviluppo.
Inoltre purtroppo molte 'terapiste', non laureate in medicina o psicologia, si prendono la libertà di dare ulteriori indicazioni diagnostiche e di approfondimenti vari, non avendone a mio avviso titolo e sconfinando così in sfere non di loro competenza.
Credo quindi che solo un npi dovrebbe dare indicazioni se continuare o meno la fisioterapia ( a mio avviso non necessaria nemmeno finora, poichè non c'è una patologia motoria, che è il campo della fisioterapia) e valutare eventualmente il livello cognitivo del bambino.
Dovrebbe stare al pediatra, o se lui lo indica al npi valutare se sono presenti ostacoli e disfunzioni nell'ambiente o nel bambino stesso che possono rallentare lo sviluppo.

Comunque a diciotto mesi non si parla ancora di ritardo del linguaggio, perchè sono numerosi i bimbi che parlano nel terzo anno di vita, senza altri problemi, se gli aspetti relazionali, comunicativi, emotivi affettivi di comprensione sono nella norma per l'età, come sembra nel vostro bambino.
Il piede si è poi normalizzato, mi sembra di capire.
Fino a diciotto mesi non si parla neanche di ritardo motorio, e non essendovi dubbi di patologie non mi sembra che abbia senso fare esami. (Dovrebbero essere stati già fatti di routine alla nascita gli screening per la tiroide, la sordità e altre malattie metaboliche come la fenilchetonuria: verificate con il pediatra.)
Mi limiterei a seguire l'andamento dello sviluppo e verificare che i progressi continuano, sul piano generale più che sul linguaggio in sè, perchè un'eccessiva attenzione sul linguaggio può essere percepita dal bambino ed avere un effetto contrario.

Cordialmente
drGBenedetti

aggiornamento a 29 mesi

Gentile Dott. Benedetti,

la aggiorno sui progressi di mio figlio a 29 mesi e vorrei chiederle il suo parere su alcune perplessità che ho riguardo al percorso che abbiamo intrapreso.

A 24 mesi abbiamo concluso la fisioterapia per il "ritardo motorio fisiologico" (così ci è stato descritto, le ricordo che il bimbo ha mosso i primi passi autonomi a 17 mesi e mezzo), ma è proseguita l'osservazione per quanto concerne l'aspetto linguistico.

Al momento siamo in corso di valutazione presso una struttura pubblica, finora è stata effettuata la valutazione logopedica e cognitiva e le modalità di quest'ultima mi lasciano sinceramente perplessa.

Prima perplessità. Al bambino sono state somministrate alcune scale del wppsi III (che a quanto ho letto è uno strumento che si utilizza dai 30 mesi in su) quando lui però non aveva ancora compiuto 29 mesi. Mi chiedo se questa è la prassi o se non esistano piuttosto altri strumenti più idonei per effettuare valutazioni cognitive in bambini di età inferiore ai 30 mesi (immagino di sì). In un periodo dello sviluppo in cui anche solo un mese può fare una grande differenza e in un bambino in cui si ipotizza (?) un ritardo, quanto i risultati della valutazione possono essere inficiati dall'uso di uno strumento piuttosto che un altro?

Seconda perplessità. La valutazione è stata svolta in una stanza molto attraente per il bambino (molti giocattoli e libri in vista) e la sua attenzione è stata messa a dura prova da tutti questi oggetti, tanto che è stato necessario "spezzare" la valutazione in due incontri. Quanto è oggettiva una valutazione svolta in queste condizioni?

Devo dire che, come mamma, non sono affatto preoccupata, dato che vedo che mio figlio fa continui progressi. Al momento pronuncia circa 230 parole (rilevate tramite il PVB, alcune più spesso, altre meno, alcune più comprensibili, altre meno), accoppia abbastanza spesso due parole (es. apri porta) e molto raramente anche tre (es. grazie nonna pappa). Tuttavia, secondo i npi che stanno seguendo mio figlio la terapia (psicomotrocità? logopedia? ancora non sappiamo, attendiamo il "verdetto") è scontata.

Lei cosa ne pensa? Lungi da me voler "medicalizzare" lo sviluppo di mio figlio, ma mi sembra di essere entrata in un "circuito" da cui è difficile uscire. Non vorrei prendere decisioni affrettate (chiudere con i npi e le terapie) e poi pentirmene in futuro (dato che ci hanno detto che i bambini con ritardo del linguaggio in età prescolare hanno spesso disturbi dell'apprendimento in età scolare). Ma allo stesso tempo dubito che mio figlio abbia bisogno di tutto questo (come anche ho la sensazione che avrebbe camminato negli stessi tempi anche senza fisioterapia).

La ringrazio moltissimo e la saluto cordialmente.

Mi pare che valga ancora

Mi pare che valga ancora quello che ho scritto nella precedente risposta: non si fa 'terapia' se non c'è una 'patologia' e valutazioni testologiche non possono diagnosticare una patologia. Non sono certo esami diagnostici: possono al massimo confermare la valutazione clinica globale.
La palestra migliore per fare pratica ed esperienza, che è il modo migliore per imparare, è l'ambiente normale e la scuola, l'asilo, dove può apprendere dal rapporto spontaneo con gli altri, in modo naturale. Se ci sono impedimenti specifici, sordità, anomalie intellettive o comportamentali che ostacolano il rapporto con le cose e le persone, allora è indicato approfondire la valutazione e intervenire. Altrimenti, se il bambino è interessato e partecipe, il ritardo nelle prestazioni linguistiche può essere nell'ambito dell'ampia variabilità che esiste in materia. Fisiologico vuol dire non patologico, normale: è una contraddizione intervenire.
Sul prevenire le eventuali difficoltà di apprendimento scolastico future credo che non ci sia nulla di più aleatorio. A mio parere nello sviluppo si interviene sui problemi presenti, quelli futuri non sono prevedibili - se non c'è una patologia riconosciuta in atto - e non va dimenticato che una 'terapia' ha sempre effetti sia positivi che negativi: questi ultimi si accettano solo se sicuramente inferiori a quelli positivi e se senza 'terapia' le cose peggiorassero. Ma in quest'ultimo caso sarebe necessario prima di tutto capire il perchè.
Cordialmente
drGBenedetti

convulsioni febbrili

Gentile Dottor Benedetti,

torno a disturbarla per chiederle un parere a proposito delle convulsioni febbrili, di cui mio figlio soffre da quando aveva 15 mesi e mezzo.
Tutti gli episodi si sono verificati in corso di rialzo febbrile repentino. Finora ha avuto 10 crisi, di cui le prime due e le ultime due si sono manifestate nell'arco della stessa giornata.
Le prime 4-5 crisi che ha avuto sono state tonico-cloniche, mentre le ultime si sono manifestate con perdita di coscienza, occhi spalancati, sguardo fisso ma senza tremore. Durante una delle ultime crisi ha anche vomitato. Ogni crisi dura circa 5 minuti, ma è difficile quantificare con esattezza la durata dato che il bimbo passa dalla crisi al sonno profondo per circa 30-40 minuti.
In occasione della prima crisi (doppia) è stato ricoverato alcuni giorni in ospedale, dove una volta scomparsa la febbre è stato sottoposto a EEG in fase di addormentamento e di sonno (risultato negativo).
In famiglia sia mia suocera sia io abbiamo sofferto di convulsioni febbrili da bambine (mia suocera più episodi, io un solo episodio di breve assenza).
Secondo lei dobbiamo fare ulteriori accertamenti o "rassegnarci" alla possibilità di questa evenienza ad ogni episodio febbrile?

La ringrazio moltissimo e la saluto cordialmente

Non è un campo di cui mi

Non è un campo di cui mi occupo abitualmente. Ne parli col pediatra, penso sia utile fare un EEG di controllo. Le convulsioni febbrili solitamente cessano a tre o quattro anni. Se non ci sono altri sintomi solitamente non viene data una terapia farmacologica. Nei casi dubbi è utile consultare un neuropediatra. Come vi avranno detto solo se la convulsione dura più di dieci , quindici minuti è consigliabile andare al pronto soccorso pediatrico.
Cordialmente

la aggiorno sulla visita con il neurologo pediatrico

ci ha detto che nonostante le ripetute crisi, anche doppie nell'arco delle 24 ore, si tratta di convulsioni febbrili semplici, per cui allo stato attuale non è necessario fare ulteriori esami
la ringrazio molto e la saluto cordialmente

la ringrazio moltissimo

dopo l'ultima crisi doppia la pediatra ci ha indirizzato ad un neurologo pediatrico ma in attesa della visita ci tenevo comunque ad avere un Suo parere. Le farò sapere cosa ci consiglia.

Cordialmente

La ringrazio molto

Sono assolutamente d'accordo con lei. Confermo che il bambino non ha problemi di udito (esame audiometrico svolto qualche mese fa nella norma). Per quanto riguarda eventuali anomalie intellettive o comportamentali, non mi sono mai state riferite finora, ma devo dire che gli specialisti a cui ci siamo rivolti non hanno elaborato diagnosi (forse lo faranno una volta completate le valutazioni). Le educatrici del nido non riportano alcun problema, anzi sono entusiaste dei progressi che ha fatto in questo anno e mezzo di frequenza.
A questo punto credo che dovrò solo trovare il coraggio di seguire il mio istinto e i suoi preziosi consigli e dare più fiducia a mio figlio, anche perché ho avuto oggi la conferma che la frequenza delle terapie presso la asl sarebbe incompatibile (almeno alcune volte a settimana) con la frequenza del nido e, a breve, della scuola dell'infanzia, che in questo momento mi sembra la migliore "terapia" possibile.
La ringrazio ancora, un saluto cordiale

La ringrazio moltissimo

La ringrazio davvero molto.
Se qualche mese fa avevo l'impressione che mio figlio fosse "indietro" rispetto ai suoi coetanei, ora sinceramente non noto macroscopiche differenze, pur non essendo ovviamente un medico. E le sue parole non fanno che avvalorare le mie impressioni. Comunque, avremo la visita con la pediatra tra qualche giorno e un ulteriore consulto con la npi tra un mese, le farò sapere cosa ci dicono.

Il piede sx va un pochino meglio ma non si è normalizzato, però per ora mi hanno detto che non si deve fare nulla, solo attendere.

Grazie ancora per questo utilissimo servizio.

La saluto cordialmente.

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