terrori notturni in adulta

Salve dottore, dopo aver visititato il vostro sito internet, mi sono decisa a scriverle per avere un parere su questo mio problema: sono una ragazza di 27 anni e dall'età di circa 7 anni ho dei terrori notturni accompagnati rarissimamente da episodi di sonnambulismo; generalmente mi siedo nel letto in preda al panico ed urlo a gran voce il nome di mia madre, meno frequentemente mi è successo invece di alzarmi dal letto e gironzolare per casa, così mi è stato riferito dai miei famigliari; la mattina non ho alcun ricordo di ciò, ma spesso ho solo una gran sonnolenza durante il giorno. Variando nella frequenza, (all'incirca da un paio di volte in un mese ad un massimo di 4 volte in una settimana), non mi hanno mai abbandonato nel corso della vita; mi accorgo che sono più frequenti in periodi di maggiore stress (sotto esami universitari ad esempio) oppure se a cena mangio o bevo un pò più del solito; ma a volte si manifestano anche se non vi è la presenza di questi fattori. Mi chiedo cosa potrei fare per eliminare, o ridurre questi episodi di terrore notturno.
La ringrazio anticipatamente,
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Come il 'pavor nocturnus' dei

Come il 'pavor nocturnus' dei bambini, è indubbiamente una manifestazione dello stress della vita diurna, come notava Lei, che 'trabocca' du­rante il sonno, superando i limiti del sogno, dove di solito restano confinati. Rientrano nella normalità, anche se qualcuno tende a considerarli 'disturbi del sonno', accanto appunto al sonnambulismo, l'enuresi notturna (che non è infrequente anche fra gli adulti), le allucinazioni ipnagogiche e ipnopompiche, cioè all'addormentamento e al risveglio, il bruxismo, cioè digrignamento dei denti. A parte il fastidio e lo spavento che procurano spesso agli altri non avvisati, (o il disagio di bagnare il letto e di rovinarsi i denti, per cui si può eventualmente chiedere al dentista un 'morso' protettivo), si tratta di manifestazioni considerate innocue, la cui causa (cioè la causa del fatto che superano i limiti dello stato di sonno per emergere) è sconosciuta e di cui a mio avviso non vale la pena provare 'terapie' con sonniferi vari, che alcune autorità consigliano. Solo in casi particolari, dove magari c'è il sospetto di una familiarità per l'epilessia, potrebbe valer la pena fare un esame poligrafico del sonno, in un centro attrezzato per l'elettroencefalogramma nel sonno. Però non è detto che si riesca a 'beccare' la notte giusta... O, se ci sono anche altri segni di difficltà a gestire lo stress, potrebbe valer la pena di fare una valutazione3 psicologica per cercare di imparare a gestirlo meglio.
Cordialmente
drGBenedetti

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