ritardo del linguaggio?

Egr. Dott. Benedetti,

sperando di non disturbarla e di non portarle via troppo tempo, mi permetto di scriverle questa mail perché purtroppo mi trovo in una situazione piuttosto problematica per la quale avrei bisogno di un consiglio.
Sono mamma di un bambino di 20 mesi, che non parla.
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Giusto due o tre parole e i versi degli animali.
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il piccolo passava/passa gran parte della giornata con mia madre, che certamente conosceva meglio di me le sue abitudini e la sua quotidianità.
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... il bambino imitava eccome i nostri comportamenti, cucinava con mia mamma , sistemava le cose, faceva finta di fare il letto e la lavatrice…. .. ma mi portava quotidianamente gli occhiali da sole che cercava di infilarmi, mi metteva il telefonino all’orecchio, mi portava i giochi… E i versi degli animali li faceva tranquillamente: la mucca, il leone, la pecora, la rana…e poi la sirena della polizia, il trattore….
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ha sempre guardato attentamente negli occhi, ride spessissimo e volentieri (ma mai senza un motivo), è estremamente socievole, abbraccia e bacia me, la nonna, gli altri bambini (anche se non era mai stato al nido), ha sviluppato da solo la voglia di fare ridere gli altri: si nasconde dietro un tovagliolo o una porta e aspetta che qualcuno chieda: “ma dov’è Carlo?”, per saltare fuori con un sorrisone e un “AAA!” e ridere vedendoci esclamare “Oh, che spavento!”
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Ho chiamato a casa un’amica di famiglia (insegna nei nidi da sempre ed è molto attiva nei gruppi di recupero di bambini problematici), per un parere.Lei, entrata in casa, si è vista arrivare incontro il bambino (che comunque aveva visto solo una volta, quando aveva 4 mesi) che le sorrideva, a braccia aperte…e ha esclamato: “ma quelli da curare siete voi!”
Ha passato un pomeriggio con lui, dicendo che a suo avviso, secondo la sua esperienza, non aveva nulla, assolutamente nulla, che la riconducesse a un disturbo dello spettro autistico.

Io, però ormai ero entrata purtroppo in un tunnel d’apprensione. Così l’ho portato ugualmente da una logopedista per un parere.

La logopedista lo ha fatto giocare con i cubetti (e questa volta li ha impilati!) gli ha dato una bambola, spiazzandomi un po’ (essendo un maschietto, io non gliene avevo mai comprate), chiedendogli di dare da mangiare e bere alla bambola.
Sorpresa, il bambino ha dato il biberon al bambolotto, nonché ha accostato un bicchierino alla sua bocca.
Poi, il tracollo.
La logopedista, sempre parlando a voce altissima e senza interrompersi mai (mi creda, non ce la facevo più nemmeno io che ho quasi 40 anni!) ha tirato fuori animali di plastica, cercando di metterli in mano al bambino.
Evidentemente non li voleva e li ha buttati per terra. Mia madre era fuori dalla porta
Il bambino cercava di uscire per raggiungerla, ma la logopedista gli richiudeva la porta.
Al che il bambino si è indisposto e ha iniziato a piangere, mentre la logopedista gli tirava il braccio verso il pavimento cercando di fargli raccogliere gli animaletti di plastica.
Risultato: la logopedista ha voluto consultare il mio pediatra...e insieme hanno deciso che, considerata la giovane età di mio figlio, un approccio “soft” sarebbe la via più indicata, consigliandomi il nominativo di…un’altra logopedista, a suo dire, bravissima.
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Considerati i dubbi che avevo, ho comunque iscritto Carlo al nido, che oggi ha frequentato per il quarto giorno.
E’ solo l’inizio, ma le maestre sono entusiaste. Hanno detto che è quasi sorprendente che un bambino si sieda subito nel posto giusto con gli altri bambini. Si è fatto prendere per mano da un altro bambino e sono andati assieme a vedere le foto. Colora con i pastelli come tutti.
Insomma, partecipa bene a tutte le attività.
Insomma, a sentire loro, il bambino parlerà senz’altro: lo trovano allegro, simpatico, sveglio, vivace e curioso (riporto le loro parole).
.....
In definitiva. Certamente ha un ritardo nello sviluppo del linguaggio, che dobbiamo affrontare.
Ma…..lei crede che debba preoccuparmi per altro?
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La ringrazio se potrà farmi avere un suo parere e per aver letto questa mia mail, se è arrivato fin qui.

Cordiali saluti

Mi scusi di aver 'accorciato'

Mi scusi di aver 'accorciato' un po' il suo scritto, lasciando solo l'essenziale...
Si potrebbe definire una 'storia di ordinaria follia', purtroppo in questo periodo intorno all'infanzia (letteralmente: fase dello sviluppo 'non parlante') c'è di tutto e di più, e si scambia per patologia quello che è invece una normale variazione della norma. Non è nemmeno un ritardo.
Per carità lasci il tempo al bambino di seguire la sua strada, e magari ci stia un po di più Lei mamma, (o anche il papà, di cui non si fa cenno...) perchè mi sembra troppo affidato alla nonna: non è un buon segno che lo conosca di più la nonna che la mamma....
Cordialmente
drGBenedetti

Mi permetto di riscriverle ..

Mi permetto di riscriverle .. perché vorrei aggiornarla sugli sviluppi di quest’ultimo periodo e chiederle nuovamente un consulto.
Come le avevo anticipato ...la logopedista che aveva visto mio figlio... mi aveva rimandata da una seconda logopedista, più specializzata sulla fascia di età di mio figlio....

Così sono andata comunque, forte sia della sua mail che della mia osservazione del bambino, che francamente mi sembrava migliorare di giorno in giorno su tante cose.
La visita è andata ottimamente. Il bambino ha risposto ai sorrisi, ha giocato in modo appropriato con i giocattoli. Ha visto una scatola su una mensola in alto con disegnate delle macchinine (a lui piacciono tanto), quando la logopedista gli ha chiesto cosa volesse, si è alzato e ha indicato col ditino la scatola.
Ha fatto finta di bere, di pettinarsi, ha portato la tazzina a me e al papà….
La logopedista ha detto che secondo lei era tutto assolutamente normale e che, al massimo, avremmo potuto riaggiornarci a Settembre (a due anni compiuti del bambino) per fare il punto dal punto di vista logopedico.
PERO’…..
“Però, se volete stare super-tranquilli…” e ci ha prospettato l’incontro con una sua conoscenza, una psicologa molto esperta in disturbi dello spettro autistico.
E con frasi tipo “E’ un’occasione” e “Così vi togliete il pensiero”, ci ha convinti.

Due settimane dopo siamo andati all’incontro.
Nel frattempo il bambino aveva incrementato il numero di versi di animali, laddove non sa il verso perché non lo sappiamo nemmeno noi (ad esempio la tartaruga), quando vede l’animale canta la canzone della tartaruga.
Aveva incrementato anche l’indicare (prima solo per chiedere qualcosa, ora anche per mostrare, condividere).
E, dal 12 Maggio, aveva iniziato anche a dire mamma con assoluta consapevolezza, nonché una serie di “parole”/suoni per indicare oggetti specifici (la macchina, il treno, il phon…).
Il ... quindi siamo arrivati allo studio piuttosto ottimisti.
 
Invece ho visto, in quella visita di mezz’ora, un altro bambino.

Ci hanno fatto sedere su delle sedie a lato della stanza, dicendoci di non muoverci/non parlare per non influenzare l’esito del test.
La logopedista filmava con un tablet, la psicologa si interfacciava con mio figlio.
Un tavolino, una serie di giochi sul pavimento, altri sul pianale.
Il bambino mi è sembrato da subito freddo, circospetto, azzardo un sospettoso.
Giocava con la psicologa, ma sempre freddamente, come fosse un “dovere” e non con il suo solito slancio.
In ogni caso è “stato al gioco”, ha dato da mangiare e bere alla bambola, ha fatto cucù (di sua iniziativa) da dietro al tablet alla logopedista, ha giocato con le cose che la psicologa gli proponeva.
Però su altre cose io, ripeto, ho visto un altro bambino.

Cerco di riassumere quanto emerso (puntualmente presentato dalla psicologa durante il responso datoci il...):

- “Il bambino non mi ha tirato indietro la macchinina” . Vero, confermo. Peccato che lo faccia sempre a casa….e lo aveva fatto anche col pediatra lo stesso giorno, mezz’ora dopo la visita con la psicologa (lo avevamo portato da lui per una bronchite)
- “il bambino non mi ha passato il telefono”. Vero. Probabilmente l’unica persona al mondo a cui mio figlio non passa il telefono (lo fa con tutti!).
- “Il bambino non ha reagito correttamente con le bolle di sapone”. Ho detto alla psicologa che nemmeno a farlo apposta, nei giorni precedenti la visita, avevo soffiato le bolle di sapone a mio figlio quando era sul seggiolone. Più volte gli erano andate negli occhi e da quel momento le vedeva con sospetto. Con lei, infatti, è rimasto abbastanza “glaciale”. Ho spiegato che avrei voluto dirglielo durante il test, ma aveva detto di non parlare e non muoverci…. E le bolle sono volate ininterrottamente per più di 10 minuti. Lei ha detto che ho fatto bene a segnalarglielo, ma ha controbattuto che il bambino, avesse avuto paura delle bolle, avrebbe dovuto correre da me. Invece le ha affrontate da solo.
Ho cercato di spiegare che non fosse spaventato dalle bolle, ma solo infastidito… sembra che a suo avviso non ci fosse differenza.
- “Il bambino vi sorrideva quando prendeva un gioco nuovo, vi guardava, ma non veniva da voi. Non concludeva quindi un iter comunicativo già iniziato”. Anche qui, non posso che confermare che sia successo così. Ma “a casa” ci porta puntualmente un gioco, quando vuole farci giocare. A me ha messo più di una volta sulle ginocchia i libricini per indicare le cose e, laddove conosce il verso, lo riproduce. Laddove invece vede un oggetto sconosciuto, lo indica e dice “babà?”, come a chiedere “cos’è”. Puntualmente glielo spiego e può star certo che dopo un paio di volte, il concetto è acquisito.
Ho provato a ipotizzare con la psicologa che forse, vedendoci tutti lì fermi e impietriti, si sia sentito bloccato anche lui… ha risposto che tutto può essere (ma non l’ho vista affatto convinta).
- Gli aveva dato un gioco di formine da infilare nei buchi con quella figura. Lui ci giocava. Lei, con le mani gli ha tappato i buchi. Lui ha provato a spostarle le mani. Quando ha visto che non ci riusciva, ha iniziato a lamentarsi con lei guardandola e dicendo un “papapapapapapapapa”. “Avrebbe dovuto gesticolare maggiormente, o ridere perché aveva capito si trattasse di uno scherzo…”. Sempre fuori da quel contesto, mi viene in mente il pediatra che gli ha tolto il camioncino dicendo ”MIO!” e il bambino che rideva. O mio marito che gli nasconde il ciuccio in una mano e a mani chiuse gli chiede dove sia….facendolo ridere come un matto (e ogni volta prova a indovinare: ha capito benissimo il meccanismo del gioco e si diverte)
- “Gesticola molto poco”. Questo può essere, è vero.
- La psicologa ha finto di bere da un bicchierino. Poi ha dato il bicchierino a mio figlio. “Fallo tu”. E lui ha finto di bere. Lei ha preso il bicchierino e lo ha messo in un sacchetto. Poi ha preso un cilindretto di legno di quelli da costruzione, senza colore, senza niente. E ha finto di bere. “Fallo tu”. Il bambino ha indicato il sacchetto dove lei aveva appena messo il bicchierino. Conclusione: “il bambino non fa il gioco simulato”.
Premesso che aveva simulato col bicchiere pochi istanti prima e con la bambola…. Ho pensato: se non avesse visto il bicchiere prima, chissà….ma lei aveva appena messo il bicchierino nel sacco: se gli viene chiesto di bere, a me sembra più logico che si ricordi il bicchierino. Anche qui le mie considerazioni non hanno trovato spazio.
- “Gli ho dato l’aeroplanino e lui ha guardato la sua forma e l’elica invece di farlo volare”. Sembra incredibile, ma fra i 2000 giochi che ha, mio figlio non ha un aeroplano e non gliene ho mai mostrati. Ignorava quindi l’oggetto in sé. Lei ha provato a fare il gesto di farlo volare, ma era comunque un oggetto nuovo, per mio figlio.
- Il bambino ha raccolto da terra tante cose. Animali di gomma, macchinine, ha studiato un po’ tutto. C’era anche un cerchietto di plastica. L’ha raccolto, l’ha osservato per qualche secondo e l’ha buttato via, poco interessato. “Il bambino ha raccolto il cerchietto”. Qui ammetto di essermi fatta sentire piuttosto seccata, perché avrei potuto capire se il bambino fosse stato rapito dall’oggetto, o quantomeno interessato. Ma davvero gli ha dato uno sguardo distratto e poi via. Dico di più, a casa ha quel tipo di cerchietti (quelli che si infilano in un perno centrale). E anche lì non li calcola minimamente.
- “Il bambino ha uno sguardo inespressivo”. Giuro, mio marito è scoppiato a ridere, letteralmente. E, lo ammetto, anch’io. Per farle capire: al nido lo considerano uno dei bambini più simpatici ed espressivi. Ha un’espressività che difficilmente si trova nei bambini della sua età. Da ogni parte sentiamo commenti del tipo “questo è un furbo”. Ci fermano per strada, nei supermercati. Perché magari le persone lo vedono, gli fanno un sorriso, e lui sfodera un sorrisone furbissimo, generando commenti tipo “farà l’attore!”, da emeriti sconosciuti. Tanto che ci siamo stupiti. Di solito la gente fa tanti complimenti alle bambine, i maschietti sono meno oggetto di effusioni da estranei. Ma con lui è un continuo. Le dico, onestamente, che abituata a lui, quando vedo altri bambini, mi sembrano spesso “assenti”. Insomma, dottore, qui davvero la psicologa ha preso un granchio grosso come una casa.
In ogni caso, ha caldeggiato una visita neuropsichiatrica.

... 
Io vedo scontrare le sue valutazioni con quelle delle maestre e della direttrice del nido, che lo dipingono come un bambino che non ha alcun tipo di problema.

Certo, indietro con il linguaggio, ma presente, partecipe, spiritoso, che ha imparato in un mese e mezzo...a fare attività del gruppo dei grandi da subito, un bambino che ha imparato subito a mangiare da solo, a rispettare le regole, che risponde sempre quando chiamato, che accetta con slancio i giochi che vengono proposti.
... 
E poi a casa….dottore, io lo vedo: scherza, mi provoca con lo sguardo furbetto, risponde ai sorrisi…..è un bambino solare e vivace.
 
Ma….a chi credere?
 
E’ vero, il bambino ha avuto un inizio “diesel”, tante cose ha iniziato a farle più tardi….e certamente il discorso del linguaggio è da tenere sotto controllo ... oggi ha 22 mesi.
Ma se la psicologa avesse visto qualche vero elemento di allarme?
L’unica cosa certa è questa esperienza ha gettato ME, nel panico.
Mi rendo conto che ora lo guardo in modo non più sereno, ossessionata da mille sospetti: si è girato a destra, perché? Guarda in alto, perché? Fa le smorfie, perché?... Da perderci il senno. Tutti quei comportamenti, magari a volte esternazione della noia o della stanchezza, che hanno i bambini, io li interpreto subito come campanello di allarme.
 
Così, scusandomi ancora una volta per la prolissità, mi rivolgo a lei.
Pur abitando a ...dove ci sono certamente centri prestigiosi, le chiedo se sia possibile, a Settembre, portarle il bambino per un consulto.
.... 
Le sarei grata se potesse darmi una sua opinione ed eventualmente farmi sapere per questa mia richiesta.
 
La ringrazio anticipatamente e porgo i miei più cordiali saluti

Anche stavolta volevo

Anche stavolta volevo 'accorciare' e avevo tolto il resoconto della seduta con la psicologa. Ma poi mi sono ricreduto e l'ho rimessa perchè è un buon esempio di un'applicazione del famigerato test ADOS e di come può trasformare un bambino normale in un bambino 'autistico', negli occhi di chi non vede la realtà ma solo i test.

Le direi di aspettare settembre e poi probabilmente non ci sarà bisogno più di alcuna visita, visto i progressi che il bimbo sta facendo.
Si tratta comunque - verosimilmente, per quanto posso vedere a distanza - di un semplice ritardo del linguaggio, che verrà recuperato con ogni probabilità spontaneamente, se l'ambiente non si farà 'congelare' e trasformare in una specie di "Truman show" dove tutti sono finti e si limitano a 'testare' il bambino.

Cordialmente

drGBenedetti

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