casa nel bosco

Gentile dottore,
mi permetto un’altra volta di chiederle chiarimenti in merito a un sogno.
Nel sogno mi trovo a bussare a una casa nel mezzo del bosco. Dentro ci sono due vecchini. Sembrano preoccupati e infastiditi dalla mia visita. Vedo che devono cucinare due fette di carne cruda, ma al posto che offrirmi la carne mi offrono un ghiacciolo. Li trovo scortesi. Chiedo la direzione per andarmene poi vedo dal sola che c’è un’uscita dal bosco, bisogna oltrepassare un ruscello. Andando via dalla casa dei vecchi mi avvicino al ruscello, prima di attraversarlo vedo piantati nella terra, come pali di una staccionata, degli spazzolini da denti che nessuno usa da tempo. Dopo capisco il motivo della scortesia dei vecchi: sono nascosti da anni nel bosco, nessuno li deve trovare, vivono tra due villaggi e poco distante da un monastero (visibile dalla loro casetta) e per tanto tempo sono riusciti a nascondersi. Il loro bisogno di nascondersi è legato (non so in che modo) a tre sagome/statue dalla strana forma un po’ più basse di una persona di media statura. Qualcuno prova a far sparire le tracce di queste statue immergendole nella vernice blu, però anche se cambia il colore la forma rimane la stessa e quindi le statue restano riconoscibili.
La sera prima del sogno ho letto con mio figlio una fiaba (Cara Mili) dei fratelli Grimm illustrata da Maurice Sendak (famoso per i suoi libri per bambini tra cui “Il paese dei mostri selvaggi”). La fiaba è tristissima, parla di una bambina che vive con la madre vedova; quando scoppia la guerra la madre la manda nel bosco perché pensa sia più sicuro e le dice di tornare dopo tre giorni. La bambina una volta nel bosco, con l’aiuto del suo angelo custode, trova una casa dove vive un vecchio (san Giuseppe) e resta con lui tre giorni che passano nella spensieratezza nel bosco, una sorta di paradiso in cui la bambina gioca con il suo doppio (l’angelo custode prende la forma di una bambina molto simile alla protagonista e gioca con lei). Poi prende la strada per casa, quando arriva, al tramonto, vede che tutto é cambiato ma c’è ancora la sua casa e una vecchina sulla soglia ad aspettarla: sua madre. Non sono passati tre giorni ma trent’anni; bambina e madre si abbracciano poi vanno a dormire e muoiono insieme.
Dopo la fiaba ho pensato tra l’altro al fatto che anche se la madre aspettava ancora la bambina forse non si ricordava molto di lei, al fatto che quando una persona muore è difficile tenere vivo il ricordo di come era (della sua forma).
La casa nel bosco potrebbe essere il luogo dove stanno i morti; i due vecchi potrebbero essere i miei genitori naturali che ho perso quando ero bambina (che però erano giovani quando sono mancati). Per loro c’è la carne cruda (morta) per me un ghiacciolo (forse pensano sia ancora bambina per loro il tempo non è passato).
Non ho ben chiaro il collegamento tra il fatto che si debbano nascondere nel bosco e le tre forme, così come il tentativo di celare le forme con la vernice blu. Forse ha a che fare con la forma dei ricordi, con il ricordo che deve essere celato. Il fatto che le forme siano tre potrebbe avere a che fare con me e miei genitori naturali insieme, di cui in effetti non ho ricordi (mi sembra che i miei ricordi inizino dopo la mia adozione). Eppure anche celate sotto la vernice le forme sono ancora riconoscibili.

Riguardando gli altri suoi

Riguardando gli altri suoi post mi sa che mi era sfuggita la risposta al 'questionario' nel consulto. Strano che non me lo ha ricordato, passando invece ai sogni... Avete poi deciso di cambiare asilo?
Riscontro inoltre che il consulto è a nome di entrambi i genitori, e il secondo post è del padre, mentre i sogni sono della madre (ho ricostruito, se non sbaglio...), che accenna alla sua adozione... ( e suo marito diceva che è insicura e timida all'esterno, ma testarda in casa...)
Sono un po' stupito della scelta di raccontare al figlio una fiaba "tristissima" - così come diceva che gli avete parlato di altri eventi familiari tristi... Sono d'accordo che non si debba nascondere le cose ai bambini, però bisogna stare attenti a non gravarli di pesi eccessivi per le loro spalle, e specialmente di pesi che non sono loro e non tocca a loro portare...
Forse l'essere passata dal consulto sul figlio ai sogni è un modo di riprendersi i suoi contenuti, anche per non metterli sulle spalle del bimbo

"Una casa nel bosco" evoca indubbiamente un'atmosfera fiabesca, anche un po' inquietante - a me viene da pensare anche alla casetta di cioccolata di Hansel e Gretel, oltre che ovviamente a Biancaneve scappata dalla matrigna che ha tentato di farla uccidere... le fiabe permettono di rappresentare e forse elaborare rapporti genitori-bambini che non sono facilmente descrivibili altrimenti, come ha descritto Bruno Bettelheim anni fa nel suo bel libro 'Il mondo incantato'.

Forse non conosceva il contenuto della fiaba. Mi sembra che Lei sia rimasta colpita dalla fiaba che probabilmente ha smosso del 'materiale' coperto per tanto tempo sotto una 'vernice blu', come lo sono ancora i suoi ricordi prima dell'adozione, mi sembra.
Non so se ha visto un film non recentissimo, 'segreti e bugie', inglese, mi sembra, che narra di una donnaa adottata che va alla ricerca di notizie sui suoi genitori naturali . E' un bel film, non facile, le consiglio di vederlo, se rintracciabile.

Buon giorno dottore, Si ha

Buon giorno dottore,
Si ha ricostruito bene e mi riconosco nella descrizione di mio marito. Non le ho ricordato il questionario perché pensavo che avesse scelto di non rispondere dato che c’era ancora tempo per capire cosa fare.
Alla fine io e mio marito abbiamo deciso di lasciare il bambino nella sua classe perché con il passere dei mesi si è inserito meglio. Un compagno che prima descriveva come cattivo adesso stando alle sue parole “è diventato buono”, all’uscita i compagni lo salutano e ai giardini gioca con i compagni di classe che si ritrovano dopo l’uscita. Non è più angosciato dall’idea di andare a scuola (anche se comunque preferisce restare a casa) e non si lamenta più della prepotenza dei bambini grandi. Verso marzo ha iniziato a fermarsi sempre fino alle quattro e anche questo passaggio è andato bene. L’ambiente non è molto stimolante (unica attività di spicco della settimana: l’ora di religione..) e i bambini passano parecchio tempo a giocare da soli ma comunque il bambino è sereno.
La scelta di leggergli quella fiaba non è stata una scelta consapevole, ho preso il libro in biblioteca attratta dalle figure e l’ho letto la prima volta con lui, anche se mentre la lettura era in corso, dati i temi inquietanti, pensavo che avrei dovuto leggerlo prima da sola. Fatto sta che sono arrivata in fondo ma non glielo rileggerei.
E’ vero che forse abbiamo caricato il bambino con problemi nostri e gli abbiamo parlato della storia delle nostre famiglie. In alcuni periodi è angosciato dall’idea della morte e fa domande molto specifiche, ad esempio mi guarda il seno e chiede “cosa succede al seno quando muori?” oppure mi chiede “i bambini muoiono?” Teme per sé stesso dice “Non voglio morire”. Cerco di rispondere con sincerità e in maniera non troppo dura, divido sempre tra quello che accade al corpo e quello che accade secondo me allo spirito ma forse il bambino che ha appena compiuto quattro anni non ha ancora la capacità di fare questa distinzione.
Per quanto riguarda il sogno in effetti è connesso anche all’idea di abbandono e di fuga dalla matrigna cattiva; Biancaneve e Hensel e Gretel sono due fiabe che leggo spesso con mio figlio. Il sogno era molto chiaro e mi ha davvero colpito, al risveglio continuavo a pensarci.
Come dicevo non ho nessun ricordo (tranne uno forse) che riguardi la mia vita prima dell’adozione (avvenuta tra i tre e i quattro anni), ho racconti e foto. Magari un po’ di vernice venisse via, sono anni che aspetto e mi sembra succeda nulla o poco. Grazie per avermi consigliato il film, provo a procurarmelo.
Buona serata e grazie per avermi chiesto tutto.

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