Rifiuto improvviso della famiglia: uno scompenso adolescenziale atipico?

Rifiuto improvviso della famiglia: uno scompenso adolescenziale atipico?

Una nuova forma di scompenso adolescenziale si presenta all'attenzione degli operatori ma non viene riconosciuto facilmente, perchè mascherato sotto aspetti sociali, culturali, ideologici. Lo abbiamo osservato recentemente in ragazzi e ragazze primogeniti di famiglie immigrate da tempo e abbastanza stabilizzate, tanto da ipotizzare che sia una forma specifica legata anche al conflitto interculturale fra valori e tradizioni familiari e ambiente esterno con cui l'adolescente è in contatto, che si sovrapppongono ai più normali conflitti intergenerazionali intrafamiliari dell'età creando una miscela esplosiva .
Si tratta di un'improvvisa azione del ragazzo o della ragazza che, più o meno influenzato da altri e tramite Telefono Azzurro o Pronto soccorso, ecc, chiede di non tornare a casa. Solitamente i motivi addotti sono di essere picchiati dai genitori, minacciati, ecc. e di non poterne più di una situazione di maltrattamenti cronici. Intervengono in questo caso le forze di Polizia, su segnalazione di ospedali o di Telefono Azzurro, o altre Agenzie sociali che subito provvedono ad informare il Tribunale dei Minori e quello Ordinario. Il minore viene subito accompagnato in una struttura di accoglienza in cui stanno solitamente altri minori con problemi sociali, prevalentemente i cosiddetti "minori non accompagnati", cioè immigrati clandestini in Italia senza genitori o adulti di riferimento. Sono quindi chiamati a intervenire i servizi sociali ma i tempi a questo punto, dopo l'urgenza iniziale, si allungano spesso a dismisura. A meno che il minore non manifesti franchi disturbi del comportamento evidenti a chiunque, non viene di prassi richiesta una valutazione psichiatrica del ragazzo o della ragazza al momento dei fatti, ma solo successivamente, spesso su segnalazione degli educatori della comunità, vengono colti segni di difficoltà psicologica che però a questo punto sono attribuite al disagio della situazione.
Può passare del tempo prima che il neuropsichiatra infantile o lo psicologo dell'età evolutiva vedano il ragazzo e colgano segni e sintomi di una disfunzione psichica che può essere riconosciuta anche in aspetti della situazione precedente. A questo punto l'azione drammatica dell'adolescente può comincia a prendere un diverso significato e può essere riconosciuta come un agito psicologico in uno stato psichico alterato cui poi seguono manifestazioni di una difficoltà psichica crescente. Può rientrare quindi nella categoria degli scompensi psichici adolescenziali acuti, forse costituire una forma specifica dell'imnmigrazione e conflitto culturale, che richiede un intervento primariamente psichiatrico e psicologico sia coll'interessato che con la famiglia e, come luogo di ricovero urgente, eventualmente, più uno spazio sanitario, ospedaliero, per accertamenti e cure, che uno spazio sociale. A questo punto infatti in questi casi la situazione è stata ulteriormente complicata dall'intervento improvvido effettuato, e le difficoltà e i tempi per un superamento dello scompenso aumentano anche per le complicazioni burocratico procedurali delle Istituzioni coinvolte.
Solo come esempio, un giudice impiega pochissimo tempo ad allontanare da casa un minore, e il servizio sociale a inserirlo in una comunità, ma moltissimo tempo ad autorizzarne il rientro. Come ulteriore conseguenza, i genitori sono stati privati drammaticamente delle loro funzioni e responsabilità, spesso sono stati giudicati genitori abusanti o trascurati e le famiglie, in cui vi sono spesso altri figli piccoli, sono travolte dagli eventi. Occorre aggiungere anche che si tratta per lo più come si diceva di famiglie deboli, immigrate o di condizioni sociali svantaggiate, poco capaci di muoversi di fronte alle istituzioni e ai Tribunali e privi di mezzi sia economici che culturali di difendere i loro interessi.
Occorre rivedere urgentemente le procedure di intervento in questi casi, spostandoli da un'ottica prevalentemente sociale a un'ottica specialistica sanitaria, psichiatrico-psicologica.

vedi anche 'sindrome di alienazione culturale'

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