disturbi che impediscono di proseguire gli studi

Gentile Dott. Benedetti,
sono un ragazzo di ... anni, studente di ... e le scrivo per chiederle consigli riguardo la mia situazione mentale attuale.
Sostanzialmente ho passato il primo anno di (università) studiando tanto, uscendo di casa solo per impegni accademici e raramente per vedermi con amici, senza praticare alcun tipo di sport, escludendo inoltre rapporti sociali con la maggior parte dei colleghi, per mia scelta (il cui motivo era sommariamente basato sul dare il massimo ed evitare distrazioni).
Questa scelta sconsiderata mi ha portato ad andare incontro a tutta una serie di disturbi, tra cui, disturbi dell'umore, un crollo psicologico alla fine del primo anno, attacchi di panico ed una specie di derealizzazione (dalla definizione di wikipedia credo sia questa la parola adatta, sebbene io avvertissi solo una sensazione di forte distacco dalla realtà).
Il tutto credo imputabile allo stress, visto che poi, da solo, ritornando a fare sport e facendo meditazione yoga, sono riuscito a eliminare i disturbi precedentemente elencati, e sono attualmente al terzo anno di ... sebbene debba ancora dare diversi esami del secondo, ai quali sono bloccato per via dei seguenti "disturbi" mentali:

1) Il mio cervello non vuole collaborare per studiare, qualsiasi scusa è valida per distrarmi e non farmi studiare, è come se non riesca a controllarlo bene; prima riuscivo tranquillamente ad impormi una decisione, adesso ci riesco molto molto di meno, e questo riguarda non solo lo studio ma più o meno le cose in generale; soprattutto il computer mi distrae molto, le email, le news, i video su youtube, anche video stupidi che prima non avrei mai guardato.
2) Il mio cervello non riconosce più ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, è come se si fosse azzerato da questo punto di vista, per esempio, se mi faccio la domanda "è giusto uccidere una persona?" o qualsiasi altra domanda riguardante anche le azioni più moralmente discutibili, il mio cervello mi risponde "boh".
Sono arrivato al punto che per arrivare a rispondere al quesito devo pensare "anche se il mio cervello non mi da risposte, questo è comunque giusto o sbagliato perché prima lo era" e da questo punto di vista mi aiuta molto utilizzare la razionalità, cioè decidere ciò che è giusto o sbagliato in base alla scelta razionale più che emozionale/morale, perché razionalmente ci arrivo, ma dal punto di vista emozionale/morale no.
Sia chiaro che questo avviene poi solo nella mia mente, è ovvio che non ho nessuna intenzione di fare del male a nessuno, era solo un esempio; infatti quando mi ritrovo veramente in situazioni reali dov'è richiesto il giudizio morale, per esempio di dover aiutare qualcuno, allora mi si collega anche l'emozione/la morale.
3)Il mio cervello ha quasi paura di tutto, quando sono entrato in (università) al primo anno ero molto molto sicuro di me, adesso se penso ad esempio a ritrovarmi in un futuro a studiare all'estero o a prendermi le responsabilità , ma anche cose banali come uscire in un luogo affollato o andare da qualche parte da solo, mi sento molto più debole e vincolato dalle mie paure.
In particolare, questi problemi mi vincolano da quando, dopo aver iniziato meditazione yoga per un mese al secondo anno, ho smesso di praticarla;
mi dà l'impressione che solo la meditazione yoga mi liberi la mente da molte cose e faccia prevalere quella parte della mia personalità più solare, felice e libera dalle paure, ciònonostante è ovvio che non posso dipendere da essa per esprimere certi comportamenti mentali.
Ora, non so se è un caso, ma la morale, la volontà di studiare e vincere le paure erano "abilità" che usavo moltissimo durante il primo anno, secondo lei è possibile che il mio cervello abbia azzerato quelle "abilità", in seguito ad un crollo psicofisico, visti i problemi che mi hanno creato?
Secondo lei cosa dovrei fare per risolvere questi "disturbi" che m'impediscono di proseguire gli studi? Considerandoli inoltre come unico elemento responsabile, visto che ho già sondato le mie motivazioni allo studio e non sono quelle il mio problema.
Escludendo la possibilità di seguire una terapia con uno psichiatra, visto che la voce che circola in facoltà è che in questa città gli psichiatri diano farmaci e basta, secondo lei l'e-therapy può dare qualche risultato?
...

La ringrazio per la disponibilità e le auguro una buona giornata

Cordiali Saluti

Non vuole andare dallo

Non vuole andare dallo psichiatra però usa terminologie psichiatriche tipiche. Inoltre, come appunto fanno molti psichiatri, sembra considerare il suo cervello come separato da se stesso, come se fosse lui responsabile appunto dei suoi 'disturbi'..., attribuendo quindi la responsabilità delle cose a qualcun altro da sè.
Gli psichiatri-farmacologi appunto attribuiscono la responsabilità dei disturbi a qualche malfunzionamento biochimico del cervello e cercano di curarlo con sostanze chimiche, i farmaci appunto. La maggior parte degli psichiatri oggi ritiene ragionevole e scientificamente provata questa teoria. Altri, fra cui il sottoscritto, no, ma la pressione all’uso dei farmaci è molto diffusa e forte, quasi un condizionamento sociale. Tuttavia a volte i farmaci possono essere utili, ma questo può essere valutato solo caso per caso, direttamente.

Ha osservato se stesso con molta attenzione. Sembra essersi fatto delle diagnosi da sè: disturbi dell'umore, un crollo psicologico alla fine del primo anno, attacchi di panico ... derealizzazione.
Inoltre sembra fare un'opera di separazione fra aspetti razionali della mente e aspetti emozionali, che sembra sentire 'scollegati', tranne che nei momenti di realtà.
Ha trovato delle modalità per tenere sotto controllo i suoi disturbi, certe formule di pensiero, la meditazione yoga, certe 'abilità', ma ha paura che possano 'esaurirsi' o comunque condizionarla. Inoltre si sente poco sicuro di sè, debole e vincolato da varie paure.
Sembra forse provare come una nostalgia per quando la sua mente era libera da queste cose e sembrava prevalere quella parte della sua personalità "più solare, felice e libera dalle paure".
Io direi che Lei si trova in un periodo di difficoltà della sua evoluzione personale, è comprensibilmente preoccupato di quanto sta succedendo e vorrebbe un aiuto per uscire dalla prigione quasi in cui si è ritrovato, ma è anche pieno di dubbi sul tipo di aiuto che potrebbe esserle utile.
Noto che la sua ottica è limitata e concentrata a se stesso, mentre non è quasi per niente allargata all’ambiente circostante. Eppure una persona come è stato detto, non è un’isola, e quello che succede dentro di lui è strettamente in rapporto con quello che succede fuori di lui. Per inciso anche la psichiatria farmacologica fa esattamente così, non curandosi minimamente del 'contorno' della persona, e neanche quasi della persona, ma solo del suo cervello.

Riguardo al che fare, non è detto che la voce che circola in facoltà sia vera. Probabilmente può trovare qualche psichiatra che non si limita a dare farmaci e basta, e invece può aiutarla ad uscire dalla situazione in cui si trova. In alternativa può rivolgersi a uno psicologo-psicoterapeuta, che in quanto non medico non può prescrivere farmaci, e valutare insieme a lui se la psicoterapia possa essere sufficiente.
Quanto all'E-therapy: non è possibile dare una risposta precisa, non esistono ancora dati, riscontri. Non è solo per motivi legali, come è scritto in calce, che dico che non può sostituire una visita e una valutazione vera e propria, ed eventualmente una terapia. E nemmeno si può fare per internet una diagnosi , che richiede per forza di cose un contatto diretto, o più d'uno. Direi che non si può considerare una vera e propria terapia, ma solo uno scambio di idee che può aiutare a vedere aspetti diversi delle cose, che da solo possono sfuggirle pur essendo importanti. Per cui se Lei crede può usare lo spazio internet, pubblico o privato, per cercare di approfondire l'esame e la comprensione della situazione, ‘allargando’ il campo di osservazione, e possiamo vedere cosa può emergere ma sapendo che non è prevedibile se possa dare qualche risultato positivo. Può aiutarla forse a vedere meglio la sua situazione e a decidere il da farsi.

Cordialmente
drGBenedetti

Gentile Dott. Benedetti, la

Gentile Dott. Benedetti, la ringrazio per la risposta

Vorrei farle a questo punto due domande:

1) In che modo l'ambiente potrebbe interagire con l'individuo fino a questo punto, cioè fino a crearmi queste autolimitazioni? Per ambiente cosa intende nello specifico? Interazioni con la famiglia, con i colleghi universitari o l'ambiente universitario in genere?

2) Nel caso volessi iniziare l'e-therapy per email con lei, in che modo ci si organizza? Nel senso che mi risulta difficile pagare una mail alla volta, quindi pensavo magari di dare i soldi per un "blocco" di email, magari 10 o non lo so, lei quante ne suggerisce per avere un margine di e-terapia buono?

Cordiali Saluti

La prima è una domanda da un

La prima è una domanda da un milione di dollari... le ipotesi e le teorie a riguardo in psicologia sono moltissime. Io mi limito spesso a fare il paragone con una pianta e il terreno in cui cresce, che del resto è un paragone molto vecchio. Nelle persone è ovviamente più complicato, molto dipende da quello che si impara e che ci si abitua a fare, pensare, ecc., che a volte diventa come una armatura rigida che ostacola i cambiamenti e di cui è difficile liberarsi.

Quanto alla seconda domanda in effetti spesso è d'uso fare 'cicli', o 'tratte' di cinque sedute, rinnovabili se si ritiene utile continuare. Il ritmo può essere di una o due email alla settimana, di lunghezza non superiore a due cartelle. Le istruzioni sono in questa pagina.
Cordialmente

drGBenedetti

AVVISO IMPORTANTE: i consulti on/line hanno solo valore di consigli e non intendono sostituire in alcun modo la visita medica o psicologica diretta.
_____________________________
ATTENZIONE : si chiede gentilmente a tutti gli utenti del sito di mandare un breve aggiornamento sul consulto effettuato. In questo modo sarà possibile avere un riscontro a distanza della correttezza delle risposte date. I risultati verranno pubblicati sul sito. Grazie Vedi

P.IVA : 01496010537
dr Gianmaria Benedetti - Firenze, via S Reparata,69 - Ordine dei medici (FI) n.4739

NB questo sito recepisce le linee di indirizzo dell' Ordine dei medici di Firenze sulle consulenze mediche on line.
Si dichiara sotto la propria responsabilità che il messaggio informativo è diramato nel rispetto della linea guida approvata dallo stesso Ordine.

Questo sito non costituisce una testata giornalistica poichè viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può quindi essere considerato un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. -

LEGGE SUI COOKIE
Questo sito fa uso di cookie tecnici. INFORMATIVA ESTESA

Risoluazione online delle controversie (Unione Europea)